tag:blogger.com,1999:blog-24348928214243326172024-03-17T18:29:56.339+01:00Golden Goal: The BlogUno sguardo sul mondo calcistico, che sia italiano, europeo o internazionale. Per imparare a conoscere sempre meglio questo magnifico sport e le emozioni che ci regala.
«Alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d'accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più» - Bill ShanklyGabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.comBlogger581125tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-49064504197645427742019-06-15T00:04:00.002+02:002019-06-15T00:35:17.399+02:00La grande prima: Concacaf Gold Cup (Part 2)<div style="text-align: justify;">
In un'epoca di devastazione calcistica, le competizioni continentali rischiano di essere il prossimo sacrificio all'altare del potenziale economico. Fortunatamente, ci sono eccezioni che sfuggono a quest'inevitabile regola. Assieme all'AFC, la CONCACAF è forse la confederazione che meglio si è mossa negli ultimi anni.</div>
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Proprio per questo la Gold Cup 2019 rischia di essere affascinante, soprattutto per due motivi: a) sarà la prima edizione a 16 squadre (finalmente); b) una parte della fase a gironi - quattro gare tra gruppo B e C - saranno giocate in Costa Rica e Giamaica, aprendo le porte della competizione ad altri paesi. Per questo, abbiamo rispolverato il blog e dedico una preview a questa competizione. Sotto troverete la seconda parte.</div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Lo stupendo Banc of California, stadio del LAFC, che ospiterà due gare del gruppo C.</span></div>
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<b><u>Gruppo C</u> - <i>Honduras, Giamaica</i>, El Salvador, Curaçao</b><br />
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Dopo aver mancato il Mondiale di Russia 2018 per poco, l'Honduras spera di sorprendere tutti alla prossima Gold Cup. Non c'è più Jorge Luis Pinto (andato ai Millionarios), ma l'insediamento di Fabián Coito - storico tecnico delle giovanili dell'Uruguay - lascia ben sperare per un futuro luminoso.</div>
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Tutto il reparto difensivo è all'ultima recita, visto che Beckeles, i due Figueroa e Izaguirre potrebbero essere all'ultimo giro in un torneo internazionale. Peccato per l'assenza di Andy Najar, infortunato; il 7-0 patito in Brasile fa da contraltare a due ottimi pareggi contro Paraguay ed Ecuador nelle gare di preparazione al torneo, ma <i>La H</i> spera di tornare a recitare un ruolo da protagonista.</div>
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Dopo le finali perse nel 2015 e nel 2017, la Giamaica spera di usare questo torneo per migliorare ancora in vista del Mondiale 2022, in cui la speranza è quella di tornare alla fase finale della Coppa del Mondo. Per farlo, però, i ragazzi guidati da Theodore Whitmore dovranno confermarsi a un certo livello anche nella Gold Cup.</div>
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La federazione ha chiaramente fatto intendere di puntare su Whitmore, offrendogli un quadriennale nel maggio 2018. A questo, ci va aggiunto Leon Bailey, un particolare non da poco: dopo un lungo tira e molla (durato ben tre anni), il giocatore del Bayer Leverkusen ha accettato la corte dei <i>Reggae Boyz</i> e ora potrà esser decisivo per la nazionale su un palcoscenico importante.</div>
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El Salvador parte un passo indietro rispetto alle due favorite del girone, nonostante l'esperta guida del c.t. messicano Carlos de los Cobos dovrebbe aiutare la squadra, anche perché sarà il suo secondo stint alla guida de <i>La Selecta</i> a distanza di un decennio. Nel 2006-09, infatti, de los Cobos portò la squadra al Hexagonal delle qualificazioni a Sudafrica 2010.</div>
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Finora il 2019 di El Salvador è stato straordinario: a parte l'ultima sconfitta contro il Giappone, sono arrivati successi contro Guatemala, Giamaica e persino a domicilio sul terreno di gioco del Perù di Gareca. Non poco per chi naviga nella classe media della confederazione: chissà che non si rivelino un'amara sorpresa per una delle due favorite del girone.</div>
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Non c'è più Patrick Kluivert a guidarli dalla panchina e il contingente targato Eredivisie è rimasto piuttosto nutrito, ma Curaçao spera di poter fare una bella figura alla seconda partecipazione consecutiva alla Gold Cup. L'ex assistente di Kluivert, Remko Bicentini, è stato la scelta naturale per la successione.</div>
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Il percorso in Nations League lascia un sacco di positività alla nazionale, vincitrice anche della recente King's Cup in Thailandia. Curaçao è una meteora o qualcosa di più? La vittoria del 2017 nella Coppa Caraibica spingerebbe nella seconda direzione, ma solo una buona Gold Cup confermerebbe i progressi fatti.</div>
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<b><u>Gruppo D</u> - <i>Stati Uniti</i>, Panama, <i>Trinidad & Tobago</i>, Guyana</b><br />
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L'orologio si è fermato per la nazionale statunitense. Mentre le donne si giocano la possibilità di vincere l'ennesimo Mondiale in Francia, le rappresentative giovanili si distinguono positivamente e la MLS cresce ogni anno, l'USMNT arriva al torneo con il titolo di campione uscente, il giocatore più forte della competizione (Cristian Pulisic) e tante incertezze.</div>
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La recente sconfitta in amichevole contro la Giamaica, però, non deve togliere e pazienza al nuovo corso di Gregg Berhalter, che così bene ha fatto con il Columbus Crew e ha bisogno di un progetto pluriennale per lavorare al meglio. Ovvio che l'obiettivo sia vincere il torneo, ma qualora non accadesse - a meno di un clamoroso fiasco -, si deve pensare a lungo termine.</div>
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Avevamo visto come l'arrivo di Panama a Russia 2018 fosse una grande occasione di festa: calciatori ricompensati dopo una carriera in nazionale fatta di tante delusioni. Poco importa che Panama non abbia conquistato neanche un punto, perché il punto della kermesse russa non era quello di portare a casa chissà cosa.</div>
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Il difficile viene ora: quasi tutti i senatori si sono ritirati dopo questo straordinario traguardo (capitan Román Torres e Armando Cooper sono gli unici ancora disponibili) e trovare successori che possano far meglio di loro non è facile per Panama, reduce da 10 risultati negativi di fila. Per la bandiera e nuovo c.t. Julio Dely Valdés una seconda chance e l'enorme responsabilità della transizione verso il futuro.</div>
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Si tende a ricordare Trinidad & Tobago per due risultati precisi: lo 0-0 contro la Svezia al Mondiale 2006 e il 2-1 con cui gli Stati Uniti vennero estromessi da Russia 2018. Tuttavia, la guida di Dennis Lawrence - l'uomo che portò fisicamente quella squadra a Germania 2006 ed ex assistente di Roberto Martinez sia al Wigan che all'Everton - si sta rivelando piuttosto efficace.</div>
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I <i>Soca Warriors</i> hanno strappato un bel pareggio in amichevole in Giappone e perdendo solo di misura in Galles. Non c'è più Kenwyne Jones (ritiratosi sul finire del 2017), ma Lawrence spera di trovare nuovi eroi e maggior consapevolezza durante questa competizione.</div>
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Qui vale lo stesso ragionamento applicato per Bermuda: Guyana potrà esser già contenta semplicemente nel partecipare. Il miracolo di Michael Johnson è stato qualificare a questo torneo una squadra che dal novembre 2012 all'ottobre 2014 non ha giocato una gara ufficiale. Non esagero quindi se parlo di "miracolo" in senso stretto.</div>
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Per altro, la qualificazione alla Gold Cup ha scatenato un effetto opposto e comunque forte: c'è stata una corsa verso la rappresentazione di Guyana. Diversi giocatori provenienti dalle serie minori inglesi hanno sposato la causa dei <i>Golden Jaguars</i>: ora la speranza è di non naufragare nell'esordio contro gli Stati Uniti, perché un risultato dignitoso permetterebbe di affrontare il torneo con lo spirito migliore.</div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Cristian Pulisic, 20 anni, sarà il giocatore più osservato del torneo.</span></div>
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<b>Le aspettative e le curiosità</b><br />
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Esattamente come per l'ultima Coppa d'Asia, piuttosto che indicare delle possibili vincitrici, preferisco sottolineare tre squadre per cui questo torneo significa qualcosa di particolare:<br />
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<li style="text-align: justify;"><i>Canada</i> - Questa è la vera vetrina per fare un primo salto verso l'alto. Il Canada è lontano da Messico e Stati Uniti, ma nel giro di qualche anno potrebbero cercare di inserire costantemente nella Top 4 del continente. Il talento sembra esserci, il tecnico è certamente capace.</li>
<li style="text-align: justify;"><i>Bermuda</i> - Sebbene questa sia un'esperienza formativa, c'è curiosità nel vedere cosa saranno in grado di fare. Avere Wells nelle loro fila è un altro vantaggio rispetto a un'altra qualsiasi delle nazionali esordienti e/o inesperte in questo torneo.</li>
<li style="text-align: justify;"><i>Giamaica</i> - La vera domanda è questa: riuscirà la squadra di Whitmore a giocarsi una terza finale (e magari a vincerla, aggiungo io) o le precedenti edizioni sono state un fulmine a ciel sereno, visto che la Giamaica non era nel Hexagonal per Russia 2018?</li>
</ul>
In più, lascio qui altre curiosità sull'imminente competizione:<br />
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<ul>
<li style="text-align: justify;">Il giocatore in attività al torneo con il maggior numero di gol nella storia della competizione è il capitano del Messico, Andrés Guardado. Sono dieci le reti segnate dal tuttofare del Tri, che ora spera di passare qualche altro mostro sacro: a 11 c'è Blas Pérez, a 12 Luis Roberto Alves e a 13 Clint Dempsey. Difficile superare Landon Donovan, primo incontrastato a 18 gol.</li>
<li style="text-align: justify;">Da quando c'è il premio di miglior giovane, i due vincitori sono stati <i>El Tecatito</i> Jesús Manuel Corona, e Alphonso Davies. Ad anni di distanza, il primo gioca nel Porto e il secondo è stato recentemente acquistato dal Bayern Monaco. Che il vincitore del 2019 possa fare lo stesso salto nel giro di qualche stagione?</li>
<li style="text-align: justify;">Dalla creazione della Gold Cup nel 1991, almeno una nazionale tra Stati Uniti e Messico ha vinto il trofeo. L'unica volta che non è successo? Nel 2000, quando entrambe si fermarono ai quarti di finale e il Canada ebbe la meglio in una strana finale contro la Colombia, vincitrice l'anno successivo della Copa América.</li>
</ul>
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Sarà comunque interessante. Godiamoci questa Gold Cup, perché potremmo ricordarcela tra un decennio come un punto di svolta per diversi movimenti calcistici di questo continente.</div>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-29054690395763961222019-06-14T16:30:00.000+02:002019-06-15T00:36:42.157+02:00La grande prima: Concacaf Gold Cup (Part 1)<div style="text-align: justify;">
In un'epoca di devastazione calcistica, le competizioni continentali rischiano di essere il prossimo sacrificio all'altare del potenziale economico. Fortunatamente, ci sono eccezioni che sfuggono a quest'inevitabile regola. Assieme all'AFC, la CONCACAF è forse la confederazione che meglio si è mossa negli ultimi anni.</div>
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Proprio per questo la Gold Cup 2019 rischia di essere affascinante, soprattutto per due motivi: a) sarà la prima edizione a 16 squadre (finalmente); b) una parte della fase a gironi - quattro gare tra gruppo B e C - saranno giocate in Costa Rica e Giamaica, aprendo le porte della competizione ad altri paesi. Per questo, ho rispolverato il blog e dedico una preview a questa competizione. Sotto troverete la prima parte.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkZ03-Is01G8RKjfNQo6FyTcMw0Qmd2TTTBvhxbL4Bte54w0lm1vB5RXJv3tWslTkUGyO1bmvwdSwz2ljOMHJQsRnuthNaFAr9MjZpy_4BtFSCcvvw4b-OjIpSxivcRdF_OwSFpteGoAcU/s1600/usmnt-gold-cup-2017_2cdcskl4hlai13xxbi3u93z1v.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkZ03-Is01G8RKjfNQo6FyTcMw0Qmd2TTTBvhxbL4Bte54w0lm1vB5RXJv3tWslTkUGyO1bmvwdSwz2ljOMHJQsRnuthNaFAr9MjZpy_4BtFSCcvvw4b-OjIpSxivcRdF_OwSFpteGoAcU/s400/usmnt-gold-cup-2017_2cdcskl4hlai13xxbi3u93z1v.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Come ci eravamo lasciati nel 2017? Con gli Stati Uniti vittoriosi, stavolta per 2-1 sulla Giamaica.</span></div>
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<b><u>Gruppo A</u> - <i>Messico, Canada</i>, Martinica, Cuba</b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-Prb9gvsRcvOXSXkB8o9mV_XitStznEJxEXTU9uG3BZ9DIdFalbk4OgAscZC1ojsnUJU_MEx7tPtGZa1vmVv0JbdSupa2stpeSde9WKYIWclWcDBuuDES7OskKbft1LOe6DsR-4WZvdCd/s1600/Mexico.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-Prb9gvsRcvOXSXkB8o9mV_XitStznEJxEXTU9uG3BZ9DIdFalbk4OgAscZC1ojsnUJU_MEx7tPtGZa1vmVv0JbdSupa2stpeSde9WKYIWclWcDBuuDES7OskKbft1LOe6DsR-4WZvdCd/s1600/Mexico.png" /></a></div>
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Il Messico è la favorita d'obbligo per questo torneo. Dopo l'ennesimo Mondiale disputato tra sogni e illusione - il 3-0 subito dalla Svezia e l'eliminazione per mano del Brasile si sono alternate alla vittoria sulla Germania -, i messicani hanno bisogno di riprendersi la corona continentale, specie ora che alla loro guida c'è <i>El Tata</i> Martino, reduce dall'ottima esperienza di Atlanta.</div>
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Nella rosa convocata, c'è certamente molta qualità. Senza l'impegno della Copa América, però, colpiscono le assenze: non ci saranno Lozano e Layun per infortunio, mentre Vela, Herrera e Hernández si sono tirati indietro per diversi motivi personali. Ci saranno comunque Salcedo, Fabián, Gutiérrez e Pizarro, oltre ai senatori Ochoa e Guardado. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Il Canada si presenta a questa Gold Cup con uno spirito rinnovato, un ottimo coach (John Herdman merita attenzione) e il miglior ranking della sua storia calcistica. Nel frattempo, Alphonso Davies è andato al Bayern Monaco, Toronto ha vinto il suo primo titolo in MLS e tanti giovani si stanno distinguendo. Sono favoriti d'obbligo almeno per il passaggio del turno; sul dopo, si dovrà vedere quanto lontano si potranno spingere.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Martinica torna alla competizione continentale per la sesta volta, ricordando l'incredibile risultato del 2002 (quando raggiunse i quarti di finale). Puntare al passaggio del turno sembra molto complicato, perché il distacco dalle prime due sembra notevole. Di contro, sarà bello vedere ancora in azione Kévin Parsemain, uomo dall'invidiabile bilancio di 34 gol in 51 presenze con Martinica (a segno persino contro USA e Messico).</div>
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<div style="text-align: justify;">
Cuba è il fanalino di coda di questo gruppo, ma spera di strappare una vittoria e godersi l'undicesima partecipazione al torneo (dopo aver mancato la fase finale nel 2017). La squadra di Raúl Mederos ha un'età media piuttosto bassa e l'esperienza non è molta, per cui l'obiettivo diventa accumularne il più possibile in vista del futuro, specie se l'allargamento a 48 squadre per il Mondiale dovesse regalare qualche clamorosa occasione.</div>
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<b><u>Gruppo B</u> - <i>Costa Rica, Haiti</i>, Nicaragua, Bermuda</b><br />
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Dopo un difficile Mondiale, la Costa Rica ha l'obbligo di ripartire in maniera positiva e puntare al bersaglio grosso. Già nel 2017 c'era l'eco di qualche possibilità, smentito dalla complicata condizione nella quale arrivò il gruppo al torneo principale. Dopo un biennio di ulteriore crescita - parliamo sempre della squadra che si è assicurata la qualificazione a Russia 2018 con largo anticipo -, si deve mirare in alto.</div>
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I <i>Ticos</i> hanno vinto tre Gold Cup, ma l'ultima è del 1989 e non si sono più avvicinati a quel traguardo. Il nuovo manager Gustavo Matosas ha l'obbligo di proseguire il buon lavoro lasciato da Ramirez. Il gruppo è quello storico (c'è persino Álvaro Saborío!), capace di giocare due Mondiali e pieno di senatori ancora in una forma decente. Possono andare fino in fondo, nonostante la <u><a href="https://as.com/futbol/2019/06/06/primera/1559808868_105269.html">clamorosa assenza di Keylor Navas</a></u>? Lo scopriremo solo vivendo.</div>
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Probabilmente Haiti si giocherà il secondo posto in uno scontro deciso dai dettagli con il Nicaragua, ma <i>Les Grenadiers</i> sono tornati alla Gold Cup dopo aver mancato l'accesso alla fase finale nel 2017 e sperano di poter tornare tra le Top 8 del continente. La squadra guidata da Marc Collat ha messo il peggio alle spalle e potrebbe affrontare la Costa Rica all'ultimo turno con la qualificazione già in tasca.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSPWTUs6c4o8CrjWKr1x6_x3BIsFZx-BL09K9W-cgtRryC5Abi3-4QQTMXPUZYJGK9S7-uzbWxcFSSAMv9x30YE_KD6QsmPTm_zlkL3Qfom57X_1Gulzxt0hwIgs6PohopwLje6qyfkXJb/s1600/Nicaragua.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSPWTUs6c4o8CrjWKr1x6_x3BIsFZx-BL09K9W-cgtRryC5Abi3-4QQTMXPUZYJGK9S7-uzbWxcFSSAMv9x30YE_KD6QsmPTm_zlkL3Qfom57X_1Gulzxt0hwIgs6PohopwLje6qyfkXJb/s1600/Nicaragua.png" /></a></div>
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Nicaragua spera di potersi assicurare l'accesso ai quarti di finale per la prima volta in assoluto. Guidati già dal costaricano Henry Duarte nell'ultima edizione, la nazionale è alla quinta partecipazione in sessant'anni di storia della competizione, la seconda di fila: un risultato senza precedenti, ottenuto tramite l'ultimo posto disponibile nella Nations League (qualificazione guadagnata a scapito di Montserrat, la cui presenza alla Gold Cup avrebbe meritato notevoli fiumi d'inchiostro).</div>
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Azzarderei LA storia di questa Gold Cup. Bermuda ha ottenuto una qualificazione inaspettata, ma meritatissima: nei round preliminari della Nations League, la squadra di Kyle Lightbourne ha finito al quinto posto, qualificandosi addirittura per la Division A. Parliamo di una nazionale che, nel 2017, non si è qualificata per la Coppa Caraibica.</div>
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Una storia straordinaria, con una squadra con un solo over-30 e quattro svincolati; la nazionale debutterà in senso assoluto nella fase finale della competizione e ha in Nahki Wells forse la storia più bella. L'attaccante del QPR si ritrova bandiera di un paese che forse non avrebbe mai rappresentato e di cui invece, oggi, è simbolo più conosciuto.</div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Nahki Wells, 29 anni, e la gioia di rappresentare Bermuda in un momento così storico.</span></div>
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<b><u>Cinque da seguire</u></b><br />
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<li><i>Noble Okello (Canada, 2000)</i> - Sarà uno dei due giocatori ancora senza debutto con il Canada, ma la storia di Okello ricorda da vicino quella di Alphonso Davies. Coetanei, entrambi arrivati in nazionale senza particolare esperienza nel club e pronti a stupire. Okello si è fatto spazio a Toronto nel 2019 e qualcuno ha lanciato paragoni eccellenti (Paul Pogba, per intenderci): ci sarà la stessa esplosione?</li>
<li><i>Duckens Nazon (Haiti, 1994)</i> - Dopo il passaggio al Wolverhapton e l'arrivo al Sint-Truiden, la sua carriera sembra essersi un attimo bloccata. Eppure il suo record con la nazionale è straordinario: 29 gare giocate con Haiti, 15 gol. Gli avversari vanno soppesati, ma ha già giocato una Gold Cup da protagonista a 21 anni: si potrà ripetere nel 2019?</li>
<li><i>Andre Blake (Giamaica, 1990) </i>- La sua Gold Cup 2017 fu talmente straibiliante da portare a strane modifiche della sua pagina Wikipedia. Oggi ai Philadelphia Union che stanno giocando una grande stagione in MLS, Blake è la chiave per rivedere la Giamaica non solo in finale, ma persino al prossimo Mondiale.</li>
<li><i>Zack Steffen (Stati Uniti, 1995)</i> - Promosso da Berhalter in prima squadra (che l'ha avuto a Columbus), Steffen è stato recentemente comprato dal Manchester City, che lo avrà tra i suoi tesserati dal prossimo luglio. Già miglior portiere della MLS 2018 e inserito nella Top XI di quell'anno, l'estremo difensore spera ora <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=l3C7CXz-IhY">di farsi onore</a></u> con la nazionale.</li>
<li><i>José Luis Rodríguez (Panama, 2000)</i> - Uno dei pochi reduci del Mondiale di Russia 2018, l'ala del Deportivo Alavés gioca attualmente per la squadra riserve, ma il suo acquisto è arrivato nel febbraio 2019 e non c'è dubbio che gli scout del club spagnolo abbiano preso appunti sei mesi prima. Una buona Gold Cup potrebbe spingerlo anche a trovare posto in prima squadra, specie con il cambio di guida tecnica all'Alavés.</li>
</ul>
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/afC3RB-V538" width="500"></iframe>
<i><br /></i></div>
<i><br /></i></div>
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<i>(continua domani...)</i></div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-88616899763451775602019-02-21T19:30:00.000+01:002019-02-25T08:30:06.945+01:00J. LEAGUE ROUND-UP: Crescere (Part 2)おはようございます!<br />
Benvenuti alla nuova stagione in J. League: sarà il 27° anno in prima divisione, il 21° in seconda e il sesto per la terza categoria. E chissà che non sia la migliore di sempre, vista la tanta carne al fuoco che l'incombente annata proporrà. Volti nuovi, giovani in rampa d'ascesa, storie da raccontare: il 2019 sarà da ricordare. Ecco la prima parte di questa iper-preview.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDAN44BIyTEGg8nFx4T0UKYxwyl567KwP2lugqv6a6AHCZyLLz_LVsdKdYLMw5sV6v-SAikGg_fBGNIrusFK4CC3IfBTzrDc4tKWDv6OjBblCSpUeYKBrY8STe3B1RDewsthMyxw_jP-D0/s1600/Senza+nome.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="601" data-original-width="1115" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDAN44BIyTEGg8nFx4T0UKYxwyl567KwP2lugqv6a6AHCZyLLz_LVsdKdYLMw5sV6v-SAikGg_fBGNIrusFK4CC3IfBTzrDc4tKWDv6OjBblCSpUeYKBrY8STe3B1RDewsthMyxw_jP-D0/s400/Senza+nome.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><i>La conferenza stampa di presentazione della stagione 2019 (via DAZN).</i></span></div>
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<b>LE PREVISIONI</b></div>
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<i><u><br /></u></i>
<i><u>J1 League</u></i></div>
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Ci prepariamo forse alla stagione più bella nella storia della prima divisione nipponica, ma la favorita d'obbligo è una: il <b>Kawasaki Frontale</b>. I campioni in carica hanno vinto la Japanese Super Cup e puntano alla gloria continentale, ma non c'è dubbio che l'arrivo di Leandro Damião e la solidità mostrata sotto Oniki li mettano un filo avanti agli altri.<br />
Dietro di loro, una serie di squadre che sperano di far bene per i motivi più disparati. C'è chi sarà impegnato in AFC Champions League, come <b>Kashima Antlers</b> e <b>Urawa Red Diamonds</b>: i primi dovranno rimediare ad alcune partenze, ma hanno una mentalità d'acciaio, vista in azione anche al Mondiale per club. I secondi, invece, contano sul tecnico Oswaldo de Oliveira per prolungare la forma del finale della scorsa stagione.<br />
Un occhio va buttato anche al Nord, dove l'Hokkaido può finalmente sognare il titolo: persa la piazza d'onore - valida per l'ingresso in ACL -, il <b>Consadole Sapporo</b> ha chiuso la sua migliore stagione di sempre al quarto posto. Niente Champions, ma la rosa si è allargata e ora Petrovic può persino coltivare sogni di titolo, magari spezzando una sua personale maledizione.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
E poi? Poi ci sono le grandi città, come Osaka e Yokohama. Il <b>Gamba Osaka</b> ha dato dei segnali importanti nel 2018, uscendo dalla zona retrocessione e resuscitando sotto Miyamoto: che siano loro il dark horse di questa stagione? Dall'altra parte, lo <b>Yokohama F. Marinos</b> è al secondo anno del progetto curato da Ange Postecoglou: l'anno scorso hanno sfiorato la retrocessione, ma i ragazzi guidati dal tecnico australiano vogliono di più in quest'annata.</div>
<div style="text-align: justify;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz-at3eNPARDHtlrPX63RuRc8nhx_dt1s440D5amCyuzl7ldUj7bpPQAa4nVAbV730h8cCjuihM94yn3JZEuHVq3NxOiCHxB8nuuHDOVAAejUCb_6rAKB_vQZHLcFQmaEYhfW2zDkQffLC/s1600/16x9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="478" data-original-width="850" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz-at3eNPARDHtlrPX63RuRc8nhx_dt1s440D5amCyuzl7ldUj7bpPQAa4nVAbV730h8cCjuihM94yn3JZEuHVq3NxOiCHxB8nuuHDOVAAejUCb_6rAKB_vQZHLcFQmaEYhfW2zDkQffLC/s400/16x9.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i>Ange Postecoglou, 53 anni, al secondo anno del suo progetto Marinos a Yokohama.</i></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel gruppone di mezzo, trovate la squadra che tutti i non-conoscitori di J. League segnalano come la più forte del campionato. Il <b>Vissel Kobe</b> - forte del progetto galattico di Mikitani, che ha aggiunto Villa a Iniesta e Podolski, oltre ad aver acquistato Nishi, Yamaguchi e Hatsuse - ha un attacco stellare, ma una mediana deboluccia e un pacchetto arretrato che non è certo da Top 4. Sarei sorpreso di vederli più in alto di questo.<br />
Dietro di loro, il <b>Nagoya Grampus</b> spera di evitare l'andamento schizofrenico dell'anno scorso e di issarsi agevolmente a metà classifica. Per la squadra di Kazama vale lo stesso ragionamento del Vissel, seppur con minor stardom: l'enorme impatto offensivo non sembra poter reggere di fronte a un reparto arretrato meno stabile. Forse Jô sarà di nuovo capocannoniere, quello sì.<br />
Alle loro spalle, mi sentirei di mettere due squadre di cui non si parlerà tanto in questa preview: il <b>Cerezo Osaka</b> si è notevolmente indebolito, ma proprio per questo piazzarsi a metà classifica sarebbe un buon risultato. Lotina è il tecnico giusto per far rendere adeguatamente una rosa indebolita; dall'altra parte, lo <b>Shimizu S-Pulse</b> ha cambiato qualcosa, ma ha guadagnato Elsinho e spera di salvarsi in anticipo.<br />
Infine, due squadre dell'area del Kanto che vivranno però momenti notevolmente diversi. Se infatti l'11° posto sarebbe atteso, ma deludente per il <b>FC Tokyo</b> (che saluterà Takefusa Kubo a giugno e che ha fatto il mercato più deludente della J1), lo <b>Shonan Bellmare</b> viene da una stagione irripetibile e con i soldi del gruppo Rizap - nuovo proprietario del club - rischia seriamente di potersi stabilire in J1 come forza di metà classifica.</div>
<div style="text-align: justify;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsp3vmV0gFnWZRpQbXgxH_GL-43KCgjag27EN3Q6jvoKCQQo5J8eo-UrKrQpwRcHaylM4nbMwMSe_Zk-GhSvCk4cu7oUOwN0Y1A5Q8gzF8BGpYyB4tm7MmaCdVcbf0t-fPDucD9WbkflRc/s1600/50532546_2006597226083631_3162314921480820019_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="809" data-original-width="1080" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsp3vmV0gFnWZRpQbXgxH_GL-43KCgjag27EN3Q6jvoKCQQo5J8eo-UrKrQpwRcHaylM4nbMwMSe_Zk-GhSvCk4cu7oUOwN0Y1A5Q8gzF8BGpYyB4tm7MmaCdVcbf0t-fPDucD9WbkflRc/s400/50532546_2006597226083631_3162314921480820019_n.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i>Dalla striscia positiva di metà anno alla quasi retrocessione: riusciranno i Nagoya Grampus a issarsi dalla zona retrocessione?</i></span></div>
<br /></div>
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Questo gruppo, invece, dovrebbe preoccuparsi e guardarsi alle spalle. Il fatto di avere solo due posti per la retrocessione diretta - più uno per i play-off - dovrebbe lasciare un maggior spazio di manovra, ma queste sei squadre non devono stare tranquille per molteplici motivi.<br />
Si parte dalla seconda miglior squadra della passata stagione: onestamente non mi aspetto il <b>Sanfrecce Hiroshima</b> ripetere l'incredibile annata del 2018, quando Jofuku e i suoi ragazzi sono arrivati ad avere due cifre di vantaggio in termini di punti sul Kawasaki, salvo buttar via tutto e completare l'annata con un finale terribile. Non ci sono stati grossi rinforzi e il preliminare di Champions League asiatica è stato un brutto aperitivo.<br />
Diverso il problema per il <b>Vegalta Sendai</b>, che ha perso nuovamente alcuni giocatori durante l'inverno e spera ancora una volta di aver azzeccato il giusto mix per salvarsi e confermarsi in J1 per il decimo anno di fila. La speranza è sul mister, Susumu Watanabe, che è sottovalutato e ha fatto veramente un ottimo lavoro in questi anni.<br />
Diverso il discorso dietro: molti vedono l'<b>Oita Trinita</b> come la vittima sacrificale di questa stagione e il loro reparto arretrato lascia parecchio a desiderare, ma il loro pacchetto offensivo e la guida di Tomohiro Katanosaka mi dà fiducia. Se la loro difesa si dimostrasse decente a questi livelli, si potrebbero salvare.<br />
Diverso il discorso per il <b>Matsumoto Yamaga</b>, che è una squadra complessivamente più solida e che ha molte più speranze di rimanere in J1 rispetto alla prima annata nella massima divisione, datata 2015. L'allenatore è lo stesso, ma la spinta dei tifosi e i rinforzi arrivati in inverno potrebbero aiutare. E poi ci sono quelle che secondo me potrebbero andar giù.<br />
Il <b>Jubilo Iwata</b> non ha fatto nulla durante quest'inverno: sette operazioni complessive sul mercato, Nanami confermato e sullo sfondo il play-out vinto contro il Tokyo Verdy a dicembre. A meno che i giovani non esplodano (Ogawa e Nakano su tutti), come possono cambiare il loro destino? Peggio va al <b>Sagan Tosu</b>, che non giocherà più quel football conservativo visto sotto Ficcadenti, ma non si sono rinforzati e Carreras mi pare una scelta poco ispirata.</div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i>L'Oita Trinita sembra destinato a retrocedere, ma ha tante risorse nel reparto offensivo.</i></span></div>
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<i><i><u>J2 League</u></i></i></div>
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Nella rincorsa al ritorno in J1, c'è una squadra favorita sopra le altre: parliamo del <b>Kashiwa Reysol</b>, che ha deluso un po' tutti nel 2018, passando da club con possibilità persino di titolo a retrocessa eccellente. Tuttavia, il club ha trattenuto diversi asset fondamentali e ha riportato in panchina Nelsinho, quindi è certamente sopra le altre almeno sulla tabella di partenza.<br />
Dietro di loro, vedo due club: da una parte il <b>Tokushima Vortis</b>, che - al terzo anno di gestione da parte di Ricardo Rodriguez - ha fatto un mercato interessante e propone sempre un gioco spumeggiante. Dall'altra, l'altra compagine appena retrocessa, il <b>V-Varen Nagasaki</b>, apparso solido e ora allenato da Makoto Teguramori.<br />
Chi ha lasciato Nagasaki si è invece spostato a Saitama, sponda <b>Omiya Ardija</b>, che ha lasciato andare Masatada Ishii dopo una deludente stagione e si è affidato a Takuya Takagi, istituzione del V-Varen e ora col compito di riportare l'Omiya almeno ai play-off. Chiamato alla conferma anche lo <b>Yokohama FC</b>, che non ha ceduto nessuno e spera di ripetere l'ottima annata di cui è stato protagonista nel 2018.</div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i>Nelsinho Baptista, 68 anni, e la sua seconda esperienza al Kashiwa Reysol, pronta a iniziare.</i></span><br />
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Tra coloro che potrebbero sorprenderci, ci sono diverse squadre: a mio modo di vedere, <b>Montedio Yamagata</b> e <b>Renofa Yamaguchi</b> rappresentano due esperimenti interessanti, seppur con delle differenze. I primi hanno fatto un bel mercato, raccolto un buon ammontare di talento e sono allenati da un manager spesso sottovalutato come Takeshi Kiyama.<br />
A Yamaguchi, invece, il luna park offensivo di Masahiro Shimoda - che aveva fruttato la testa della classifica fino alla cessione estiva di Onose al Gamba Osaka, ricordiamolo - ha cambiato interpreti in zone fondamentali del campo. Kudo si è infortunato, ma rappresenta una buona opzione per la J2, così come Tanaka dal Gifu. Basteranno a non modificare l'ecosistema offensivo?<br />
Dietro di loro, il <b>Ventforet Kofu</b> si regge su un ottimo reparto avanzato: Junior Barros, Dudu, Peter Utaka, Koichi Sato e Hidetaka Kanazono. Personalmente mi è dispiaciuto l'addio di Nobuhiro Ueno, ma chissà. Assieme a loro un'altra delusa dalla passata stagione, l'<b>Avispa Fukuoka</b>, allenato da Fabio Pecchia e credo parecchio indebolito dopo la fine dell'era Ihara.<br />
A completare questa potenziale catena di sorprese, due delle squadre che l'anno scorso arrivarono nelle prime sei, entrambe dalla capitale. Il <b>Tokyo Verdy</b> ha perso l'allenatore Lotina, ma la scelta di Gary White è la migliore per colmare le tante partenze che la rosa dovrà superare; dall'altra, il <b>Machida Zelvia</b>, che ha perso Hirato, ma si è rinforzato e soprattutto ha ancora il miglior manager della J2 2018, Naoki Soma.</div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i>Dostonbek Tursunov, 23 anni, un altro uzbeko pronto a giocarsi le sue chance in Giappone.</i></span><br />
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Nel gruppo di coloro che sperano di salvarsi senza troppi affanni (ricordiamo che ci sono due retrocessioni dirette anche quest'anno), sicuramente ci sono due giganti caduti che sperano di far meglio rispetto al 2018. Il primo è il <b>JEF United Chiba</b>, che ha cambiato diversi giocatori, ma non l'allenatore... e su Juan Esnaider - al terzo anno al JEF - mi tengo i miei dubbi.<br />
Diverso il discorso per l'<b>Albirex Niigata</b>, che potrebbe avere qualche speranza in più di emergere dal gruppo di metà classifica. Gli acquisti sono interessanti, i giovani esplosi nel 2018 hanno in più d'esperienza e l'allenatore Koichiro Katafuchi - prima ad interim, ora confermato - ha fatto un'ottima seconda parte di stagione. Riuscirà a confermare quanto di buono ha fatto vedere?<br />
Dietro di loro, Shigetoshi Hasebe spera di confermare il <b>Mito HollyHock</b> in quelle zone della classifica. L'anno scorso è stato probabilmente il migliore della storia del club per presenze allo stadio e risultati sul campo, ma sono cambiate diverse cose. A queste condizioni, è chiaro che mantenersi in J2 è la condizione minima.<br />
Infine, due situazioni che più diverse non si potrebbe: da una parte il <b>Kyoto Sanga</b>, che ha un manager alla prima esperienza in solitaria (Ichizo Nakata) e dovrebbe dare alla vecchia capitale nipponica un motivo valido per entusiasmarsi per il calcio a quelle latitudini. Dall'altra, il <b>Kagoshima United FC</b>: neo-promosso, il club ha fatto un buon mercato e ha persino assunto Kim Jong-song, l'eroe che portato il FC Ryukyu in J2. Prevedo che possano salvarsi con largo anticipo.</div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i>Il Kagoshima United FC ai nastri di partenza, un'avventura da debuttante.</i></span></div>
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Tra le squadre candidate a occupare gli ultimi due posti, ci ho messo il <b>FC Gifu</b>, ma con un enorme asterisco, perché la squadra guidata da Takeshi Oki ha buone individualità e una proposta di gioco interessante: sono quelli elementi che probabilmente eviteranno una discesa che il club sembra rischiare ogni anno, salvo evitarla sempre.<br />
A ruota, il <b>Fagiano Okayama</b> e l'<b>Ehime FC</b>: i primi hanno perso un'istituzione come Tetsu Nagasawa (l'uomo che li aveva portati ai play-off nel 2016) e dovranno ricostruire con un manager che non trovo così convincente. Dall'altra, a Ehime si teme l'arrivo del FC Imabari nel professionismo, eppure il club è riuscito miracolosamente a salvarsi nel 2018 grazie all'apporto di Kenta Kawai: il tecnico riuscirà a ripetere il miracolo?<br />
Poi ci sono le ultime tre squadre, che stagliano sul fondo di questa preview per diversi motivi. Non avrei voluto metterci lo <b>Zweigen Kanazawa</b> - visto che la città meriterebbe di essere esposta il più possibile: un gioiello -, ma non so se Masaaki Yanagishita possa ottenere un'altra salvezza, visto quanto la rosa è uscita indebolita dal mercato.<br />
Il discorso è diverso per il <b>Tochigi SC</b>, che ha il miglior marcatore di sempre in J2, ha fatto un discreto mercato e ha uno dei giocatori più eccitante della categoria (quel Kazuki Nishiya che l'anno scorso ha fatto benissimo da "10"). E anche la perdita di Yuji Yokoyama è stata impattata dall'arrivo di un manager preparato come Kazuaki Tasaka, però... il terreno di gioco è sempre in pessime condizioni e temo che il poco interesse locale per il club possa danneggiarlo a medio termine.<br />
Infine, il <b>FC Ryukyu</b>, che è forse la squadra più a rischio per diversi motivi, tra cui non c'è la poca esperienza. Hanno perso il tecnico che li ha portati fin lì (dentro Yasuhiro Higuchi, che si è rifatto una verginità a Yokohama dopo il titolo perso con i Marinos nel 2013), hanno perso diversi giocatori-simbolo... ma chissà che l'enorme calderone di competenze portate in casa durante l'inverno - spuntano Koji Suzuki, Danny Carvajal e Keita Tanaka - possa fare il miracolo. Di sicuro, se il brand di football rimarrà lo stesso, ci divertiremo.</div>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><i>Ryoichi Maeda, 37 anni, pronto alla sua seconda stagione di sempre in J2.</i></span></div>
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<i><u>J3 League</u></i></div>
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Sarà una stagione molto interessante per la J3 League, che vede ben tre nuove squadre, ovvero le due retrocesse e una neo-promossa. Non facciamo una vera e proprio graduatoria, ma citiamo qualche squadra. Nella corsa alla promozione, c'è una sola favorita, ovvero il <b>Thespakusatsu Gunma</b>, che ha fatto un mercato sontuoso per tornare in seconda divsione.</div>
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Alle sue spalle, un trio di squadre. La prima è il <b>Kataller Toyama</b>, che si è discretamente rinforzato e ha tenuto un buon tecnico come Ryo Adachi. La seconda è il <b>Nagano Parceiro</b>, che cerca di riprendersi dalle pesanti delusioni degli ultimi anni. La terza è una delle due retrocesse, ovvero il <b>Roasso Kumamoto</b>, che spera di regalare qualche soddisfazione ai suoi tifosi.</div>
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Nel gruppo delle squadre a rischio bassa classifica, invece, segnaliamo quattro casi. Il <b>Fukushima United FC</b> ha dovuto salutare diversi giocatori, tra cui Kazuto Ishido (storico capitano, ritiratosi) e Nildo (lasciato libero, un peccato). A seguire c'è il <b>YSCC Yokohama</b>, che non ha più né il tecnico né i giocatori che gli hanno fatto vivere 18 mesi sopra la media.<br />
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><i>Kazuki Hara, 34 anni, ora al Roasso Kumamoto.</i></span></div>
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A seguire, c'è il <b>Fujieda MYFC</b>, guidato da Nobuhiro Ishizaki e soggetto all'ennesima rivoluzione invernale: dopo la terribile stagione 2018, il club ha bisogno di riprendersi. Infine, il <b>Vanraure Hachinohe</b>, neo-promosso dalla J3: non c'è la necessità di far bene fin da subito, ma il club allenato da Atsuto Oishi spera di ben figurare.</div>
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Infine, una riflessione sulla JFL: finalmente c'è stata una promozione, ma la speranza è che le evoluzioni non si fermino qui. Per ora la J3 è a 18 squadre con tre formazioni riserve: con la promozione di una tra FC Imabari, Tokyo Musashino FC e Nara Club, saremmo finalmente a 16 club per la terza divisione e forse ci si potrebbe liberare delle U-23.</div>
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Non solo, però, perché Tegevajaro Miyazaki e ReinMeer Aomori da qualche giorno si possono fregiare dello status iniziale nel <i>100-Year Plan</i>, viatico per poi chiedere la licenza professionistica: che anche loro mirino alla scalata verso il professionismo? Lo scopriremo solo vivendo quest'annata. Buona J. League 2019 a tutti!</div>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><i>Yuichi Komano, 37 anni, e Hideo Hashimoto, 39, hanno rinforzato il FC Imabari.</i></span></div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-75780862796517070542019-02-20T22:48:00.002+01:002019-02-20T22:48:54.809+01:00J. LEAGUE ROUND-UP: Crescere (Part 1)<div style="text-align: justify;">
おはようございます!</div>
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Benvenuti alla nuova stagione in J. League: sarà il 27° anno in prima divisione, il 21° in seconda e il sesto per la terza categoria. E chissà che non sia la migliore di sempre, vista la tanta carne al fuoco che l'incombente annata proporrà. Volti nuovi, giovani in rampa d'ascesa, storie da raccontare: il 2019 sarà da ricordare. Ecco la prima parte di questa iper-preview.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNeIIpzwtGE6uHGA7FI2IVVmi6JFB1eJQ6otAZAj59s9WVxIySdF1KoMlAgz4bHSPbrz5agHIsbdcujf9BSkz2bNqnHyJVyPjrrkMoDkGTOPM4mLCcQyyIPGi8jAMDw2fizGrHwCgGOPoL/s1600/07369082-1024x647.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="602" data-original-width="1024" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNeIIpzwtGE6uHGA7FI2IVVmi6JFB1eJQ6otAZAj59s9WVxIySdF1KoMlAgz4bHSPbrz5agHIsbdcujf9BSkz2bNqnHyJVyPjrrkMoDkGTOPM4mLCcQyyIPGi8jAMDw2fizGrHwCgGOPoL/s400/07369082-1024x647.jpg" width="400" /></a></div>
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<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">La conferenza stampa di presentazione della stagione (via Japan Times).</span></i></div>
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<b>IL MERCATO</b></div>
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Si fanno ancora sentire gli echi del maxi-accordo con DAZN, visto che la potenza di fuoco dei club della J. League è notevolmente aumentata. Persino club che non sono avvezzi a determinati colpi - penso al Kawasaki Frontale, al Consadole Sapporo o allo Shimizu S-Pulse - si sono potuti permettere colpi fuori dal proprio range. Sarà certamente eccitante vedere all'opera questi nuovi volti.<br />
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<i><u>J1 League</u></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra le tante squadre che hanno operato positivamente sul mercato, è stato difficile sceglierne tre. Pistola alla tempia, però, una prima copertina se la meritano i campioni in carica del <b>Kawasaki Frontale</b>. Molti penserebbero che il colpo maggiore sia quello di Leandro Damião, ma non è solo il centravanti brasiliano a nobilitare il contesto.<br />
Toru Oniki sembra aver sostituito bene la partenza di Elsinho, visto che Maguinho promette bene e Mawatari è un colpo di cui si parla poco (il suo anno a Hiroshima ha cancellato la stagione da MVP a Tokushima?). Yamamura è un grimaldello necessario, ma in generale la squadra sembra molto più profonda, per cui pronta alla caccia dell'AFC Champions League.<br />
L'<b>Hokkaido Consadole Sapporo</b> ha dato seguito alla grande stagione fatta nel 2018, dove ha ottenuto il miglior risultato di sempre in J1. Anzi, sarebbe potuto essere anche migliore, visto che dopo i primi 45' dell'ultima gara di campionato erano secondi; poi il pareggio del Sanfrecce Hiroshima li ha fatti scivolare in quarta posizione.<br />
Ciò nonostante, la mancata qualificazione all'AFC Champions League potrebbe essere una blessing in disguise: senza l'impegno continentale e con una squadra rafforzata, a Sapporo possono sognare il titolo? Non lo escluderei, specie vista la lista di rinforzi: Musashi Suzuki, Iwasaki, la conferma di Komai, Nakano e Anderson Lopes sono ottime scelte.<br />
Come ultimo club, avrei potuto premiare gli Urawa Red Diamonds o il rinnovamento a Yokohama, ma punto invece sull'<b>Oita Trinita</b>, dato da tutti non solo come retrocessa sicura, ma da ultima! Personalmente non capisco: la squadra ha un reparto arretrato inadeguato, ma la campagna di rafforzamento è stata notevole.<br />
Quest'inverno all'Oita Dome sono arrivati - in prestito o a titolo definitivo - diversi giocatori interessanti:<br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><i>Musashi Suzuki, 25 anni: back-up di Bothroyd o altra annata da rivelazione dopo Nagasaki?</i></span></div>
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Già la seconda parte del 2018 non è stata delle migliori per il <b>FC Tokyo</b>, che a metà stagione era la diretta rivale del Sanfrecce Hiroshima. Poi un crollo verticale delle prestazioni ha fatto scivolare la compagine della capitale nipponica al sesto posto, ma sembra improbabile che la squadra di Hasegawa possa ripetere questa corsa.<br />
Anzi, ci sarebbe da guardarsi alle spalle: il mercato del FC Tokyo è stato forse il più deludente di tutti, a esclusione dell'arrivo di Kyosuke Tagawa dal Sagan Tosu. Con il rischio che però il giovane attaccante non trovi comunque spazio, chiuso da due attaccanti brasiliani. E Takefusa Kubo? A giugno sarà su un aereo diretto a Barcellona.<br />
Stesse difficoltà per il <b>Cerezo Osaka</b>, che ha dovuto salutare diversi pezzi fondamentali del suo scacchiere: via Kenyu Sugimoto (agli Urawa Red Diamonds), via Kazuya Yamamura (ai campioni uscenti del Kawasaki Frontale) e via Hotaru Yamaguchi (riferimento di lungo corso, ma passato al progetto galactico del Vissel Kobe).<br />
E chi è arrivato? Quasi nessuno. Dentro due stranieri - <span style="white-space: pre;"> </span>Leandro Luis Desábato e Bruno Mendes - e diversi buoni mestieranti come Tokura, Okuno e Fujita. Ci sono delle consolazioni: l'arrivo di Miguel Ángel Lotina in panchina darà solidità al club, mentre profili come Souza, Kiyotake e Maruhashi sono ancora in rosa per garantire un minimo di qualità.<br />
<i>Last but not least</i>, non capisco cosa stia succedendo al <b>Jubilo Iwata</b>. Avevo la sensazione che il sesto posto del 2017 fosse parte di una stagione in <i>over-performing</i>, ma il salto indietro è stato notevole: costretti ai play-out, i ragazzi di Hiroshi Nanami si sono salvati solo dopo una secca vittoria per 2-0 contro il Tokyo Verdy.<br />
Purtroppo non sembra che il mercato abbia portato chissà quale consiglio. I movimenti sono stati al lumicino: quattro in entrata e tre in uscita, con l'arrivo del lussemburghese Gerson Rodrigues a movimentare l'ambiente. La mia speranza è che a questo punto una coppia di giovani come Koki Ogawa e Seiya Nakano si prenda la titolarità a scapito di Kawamata e Okubo.<br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Gerson Rodrigues, 23 anni, è il primo lussemburghese a giocare in J. League.</span></div>
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<i><u>J2 League</u></i></div>
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Sembra incredibile, ma le tre squadre a essersi mosse meglio non sono tra le contendenti più chiaccherate per la promozione. Al massimo possono rivelarsi valide scelte per una corsa ai play-off: tra di esse, c'è sicuramente il <b>Ventforet Kofu</b>, che ha fatto un mercato di spicco, rinforzandosi soprattutto davanti.<br />
Non tutti hanno Peter Utaka, Dudu, Kanazono, Koichi Sato e Junior Barros nel proprio pacchetto offensivo. Un peccato che non sia Nobuhiro Ueno a guidarli, visto che è stato lasciato andare. Poco male, però, perché le aggiunte di Yokotani, Uchida e Takeoka daranno anche un po' d'esperienza a una squadra che ne ha bisogno.<br />
Che il terzo anno sia quello buono per il <b>Tokushima Vortis</b> di Ricardo Rodriguez? L'inverno ha visto tanti cambiamenti, ma è anche vero che ci sono stati diversi arrivi di livello, nonostante partenze che possano far male. Non avere la coppia Barral-Utaka sarà un colpo per il tecnico spagnolo, che però si può consolare con diversi movimenti di mercato.<br />
La lista è lunga: Diego, Nomura, Kishimoto, Nagai, Kawata, Kiyotake, Bujis, Fujita e Akiyama. Tutti elementi che si riveleranno funzionali al gioco del manager spagnolo, che è riuscito pure a tenersi due playmaker unici come Sisinio e Ken Iwao. Non escluderei la promozione diretta a fine anno, ma tutti gli elementi dovranno esser al loro posto.<br />
Infine, il <b>Kagoshima United FC</b>: promosso per la prima volta in seconda divisone dopo aver concluso la J3 alle spalle dei vicini del FC Ryukyu, il club ha pensato in grande. L'ha fatto in panchina, ma l'ha fatto anche sul mercato: confermato Sonoda dal Tokushima Vortis, Kim Jong-song potrà contare anche su altri rinforzi per costruire il suo luna park sotto il Sakurajima.<br />
Dentro Rei Yonezawa, Yuichiro Edamoto, Noriyuki Sakemoto, Shunsuke Tsutsumi, Kohei Hattanda e Kazuya Sunamori: tutti nomi che hanno fatto esperienza dentro la piramide calcistica giapponese e che allungano la rosa, necessità di fronte a un campionato da 42 partite. Penso che il Kagoshima ci sorprenderà, salvandosi in anticipo grazie a questo mercato.</div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Atsushi Kawata, 26 anni: il no. 9 che cercavano a Tokushima?</span></div>
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Tra le squadre che si sono mosse peggio, c'è sicuramente il <b>Tokyo Verdy</b>. La smobilitazione c'è stata ed è inutile negarla: perdere i gol di Alan Pinheiro e Douglas Vieira avrà delle conseguenze, specie se non ci sarà la continuità tecnica garantita da Lotina sull'ultimo biennio. White è la scelta giusta per la successione, ma ripetere i play-off sarà dura.<br />
Anche le partenze di capitan Ibayashi e Kagawa rischiano di indebolire quello che è stato un paradigma dei Verdy nell'ultimo biennio, ovvero la difesa (che è stata la seconda meno battuta, con soli 41 gol subiti nel 2018). Riusciranno i giovani a sopperire a questo rinnovamento? Lo scopriremo durante la stagione.<br />
Seguono due casi simili tra loro: <b>Zweigen Kanazawa</b> ed <b>Ehime FC</b> possono contare su due guide tecniche che si sono rivelate solide - Masaaki Yanagishita nel primo caso, Kenta Kawai nel secondo -, ma non sappiamo quanto possa bastare per confermarsi in seconda divisione. C'è spesso tempo per aggiustare il tiro, ma non sempre è possibile.<br />
Lo Zweigen ha perso Koichi Sato e Kiwara Miyazaki, liberandosi anche di ?, che ha scelto di trasferirsi in Corea del Sud. Basterà una squadra imbottita di prestiti, giovani e potenziali meteore (Giovanni Clunie, o la va o la spacca) a salvarsi? E riusciranno in casa Ehime a superare la perdita di alcuni senatori, come Jun Ando e Junki Koike?<br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Yoichi Naganuma, 21 anni, uno dei pochi volti nuovi a Ehime, in prestito dal Sanfrecce Hiroshima.</span></div>
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<i><u>J3 League</u></i></div>
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Qui cerchiamo di esser più circoscritti: cito solo due squadre. Mi ha stupito il mercato del <b>Thespakusatsu Gunma</b>, in grandi difficoltà economiche giusto due anni fa, ma in grado quest'inverno di mettere insieme una corazzata per risalire in seconda divisione. Grazie alle mosse fatte in sede di mercato, mi sembrano i netti favoriti per la J3.<br />
Basti guardare il reparto avanzato: Aoki, Tsuji, Okada, Kato e Nakamura. Una follia, nessuno si può neanche lontanamente paragonare a questa potenza di fuoco offensivo. Inoltre, la squadra si è ringiovanita - molti senatori hanno salutato, ritirandosi o passando ad altre categorie - e ha pure qualche innesto dalla cintola in giù.<br />
Assieme al Thespa, considererei quanto fatto dal <b>SC Sagamihara</b>. La rivoluzione è stata notevole, ma ha portato un innalzamento della qualità-media, servendosi anche dell'esperienza di veterani come Inamoto, Tomisawa, Ito e Sueyoshi. Se anche solo uno dei tre brasiliani che hanno in squadra ingrana - con Joao Gabriel sempre presente -, potrebbero avere una chance per la promozione.<br />
Note negative? Non mi sembra che il <b>Gainare Tottori</b> abbia dato seguito a quanto fatto nel 2018. La società non ha confermato l'allenatore che li ha portati al quarto posto, ha perso Kato e Leonardo - capo-cannoniere dell'ultima stagione -, il tutto senza averlo sostituito adeguatamente. Ha sì preso Misawa dal YSCC Yokohama, ma sembra poco.<br />
Stessa cosa dalle parti della prefettura di Kagawa, dove il retrocesso <b>Kamatamare Sanuki</b> ha preferito impostare un mercato basato sulla gioventù e sui cavalli di ritorno (come Ryosuke Kojima, che l'anno scorso era al Maruyasu Okazaki). Non credo basterà a sognare un'immediata promozione in J2, ma forse sarà una strategia valida a medio-termine.<br />
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Shota Aoki, 28 anni, nuova arma a disposizione del Thespakusatsu Gunma.</span></div>
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<b>LE PANCHINE</b></div>
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Anche qui andiamo con tre curiosità riguardanti panchine recentemente rinnovate, dividendoci tra ciò che ci incuriosirà con il passare della stagione e ciò che potrebbe rivelarsi una mossa avventata.<br />
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<li>Non c'è un vero e proprio arrivo che entusiasmi in J1 League, ma vedere il Gamba Osaka in mano a <b>Tsuneyasu Miyamoto</b> fin dall'inizio potrebbe essere entusiasmante. Così come non mi stupirei nel vedere la squadra nerazzurra volare verso un improbabile titolo; eppure il mercato è stato buono, Miyamoto si è dimostrato capace e conosce benissimo l'ambiente. Sono molto curioso di vederlo all'opera per un'intera annata;</li>
<li>Ero indeciso tra lui e Kim Jong-son (passato da Ryukyu al Kagoshima United FC), ma l'arrivo di <b>Gary White</b> a Tokyo - sponda Verdy - attrae necessariamente attenzione. Dopo aver fatto miracoli con le nazionali di Guam e Hong Kong, il manager inglese arriva finalmente in J. League e lo fa con un club di grande tradizione. Per colmare i tanti profili persi sul mercato, non si poteva fare scelta migliore;</li>
<li>Ammetto che avrei parlato volentieri di Tetsu Nagasawa alla guida del FC Tokyo U-23, ma visto che non consideriamo l'esistenza delle squadre U-23, l'attenzione si sposta su <b>Atsuto Oishi</b>, che riparte quest'anno dal Vanraure Hachinohe. C'erano pochi allenatori migliori di Oishi liberi per guidare una squadra che debutterà nel professionismo; per anni il tecnico ha fatto miracoli al Fujieda MYFC, chissà che non si ripeta anche al Nord.</li>
</ul>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Tsuneyasu Miyamoto, 42 anni, è alla prova del nove con il Gamba Osaka.</span></div>
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<ul>
<li>Devo esser cieco, perché mi sembra che il Sagan Tosu - attacco stellare a parte: un trio formato da Shimaya, Torres e Kanazaki non è da tutti - mi sembra destinato a faticare clamorosamente nel 2019. E non vedo come la scelta di <b>Lluís Carreras</b> per la panchina debba migliorare questo scenario. La sua carriera iberica da allenatore sembra tutt'altro che positiva e l'affidamento dell'incarico all'ex Atlético Madrid sembra solo un modo per ingraziarsi i piaceri della stella indiscussa della squadra;</li>
<li>Per sostituire un'istituzione come Nagasawa - l'uomo che li ha portati ai play-off nel 2016 -, forse il Fagiano Okayama avrebbe potuto fare di meglio che scegliere <b>Kenji Arima</b>. Il nome del tecnico è legato inesorabilmente al terribile biennio allo YSCC Yokohama, arrivato ultimo con margine nelle prime due stagioni di J3. Il Fagiano è in continuo rinnovamento e cambiare allenatore sarà comunque complicato, sebbene il mercato non sia stato malvagio;</li>
<li>Lo YSCC Yokohama è notoriamente la squadra con il minor budget dell'intero arco professionistico. Così piccolo che potrebbe tranquillamente essere una squadra di JFL, visto che a Yokohama ci sono già due squadre. Eppure Yasuhiro Higuchi - ora al Ryukyu - ha fatto miracoli e ha cresciuto diversi talenti. La scelta per la successione - <b>Yuki Stalph</b>, ex giocatore tedesco di origini giapponesi con un passato al JEF United Chiba - potrebbe esser letale se l'ingranaggio non funzionasse al meglio, specie dopo le tante cessioni dell'ultimo inverno.</li>
</ul>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Kenji Arima, 46 anni, non è chiamato a un compito facile al Fagiano Okayama.</span></div>
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<b>LA CHAMPIONS LEAGUE</b></div>
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Il Giappone è riuscito a tenersi il trofeo, con il <b>Kashima Antlers</b> che si è tolto il grosso peso di non aver mai vinto la competizione continentale. Nel farlo, gli Antlers hanno fatto anche una buona figura al Mondiale per club, prima che il ciclone Bale abbattesse qualunque sicurezza e di fatto rendesse la finale per il terzo posto un match facile per il River Plate.<br />
Kashima Antlers e <b>Urawa Red Diamonds</b> sono sicuramente squadre da guardare, ma ancora più attenzione va posta al <b>Kawasaki Frontale</b>. A cosa saranno più interessati dalle parti del fiume Tama: un terzo titolo consecutivo - impresa riuscita solo al Kashima Antlers tra 2007 e 2009 - o finalmente la gloria sul massimo palcoscenico asiatico?<br />
La quarta squadra rischiava di non esserci, perché il <b>Sanfrecce Hiroshima</b> ha rischiato tanto nei play-off. E nonostante un girone abbordabile - Guangzhou Evergrande, ma soprattutto Daegu FC e Melbourne Victory -, la squadra di Jofuku ha una brutta tradizione in ACL. Persino sotto Moriyasu i risultati non arrivavano mai: perché la tendenza dovrebbe cambiare con questo strano 2019?</div>
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/xAfLs1TO3Tk" width="500"></iframe>
</div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i>Un rovinoso 0-0 per poco non esclude il Sanfrecce Hiroshima dalla fase a gironi. La squadra di Jofuku ha avuto la meglio del Chiangrai United solo ai rigori.</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><i><br /></i></span></div>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-39804984880875915202019-01-05T16:36:00.003+01:002019-01-05T16:36:31.334+01:00Winter is coming: la Coppa d'Asia 2019 (Parte 2)Se il resto del mondo sembra viaggiare in direzione ostinata e contraria, ci sono due confederazioni che stanno facendo dei veri passi avanti nell'organizzazione delle proprie competizioni. Se la FIFA punta al Mondiale a 48 squadre già per il 2022 e la CONMEBOL invita squadre a caso per la Copa América, AFC e CONCACAF si comportano diversamente.<br />
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Se per la confederazione nord e centro-americana bisognerà attendere la prossima estate per vedere la nuova Gold Cup all'opera, la rinnovata versione della Coppa d'Asia - a 24 squadre e con un nuovo trofeo, seppur negli Emirati Arabi (che hanno qualche problemino di affluenza negli stadi) - promette molto bene.<br />
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Ecco la seconda parte della preview, con una revisione dei gironi D, E e F (in corsivo le mie qualificate, non mi pronuncerò sulle terze: meccanismo troppo complesso). In più, alcune considerazioni finali nell'ultima parte del pezzo.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYVtKTYUUzr6eVonzBuGT-ncGmbQwg__OEgt_lDLlkpZUGlJberl3QlPYxUJJ0yVVHNxekisOqRRFoC2tAMQwX__sfHUXpP2pXEO4OtCeAm8hRge8noY2ZCcHsiE-Xn35fhaK2jtQm1xSP/s1600/FROM-124-3-TO-165-ALL-OUT-32.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="628" data-original-width="1200" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYVtKTYUUzr6eVonzBuGT-ncGmbQwg__OEgt_lDLlkpZUGlJberl3QlPYxUJJ0yVVHNxekisOqRRFoC2tAMQwX__sfHUXpP2pXEO4OtCeAm8hRge8noY2ZCcHsiE-Xn35fhaK2jtQm1xSP/s400/FROM-124-3-TO-165-ALL-OUT-32.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Alireza Jahanbakhsh, 26 anni, stella dell'Iran di Queiroz.</span></div>
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<b><u>Gruppo D</u> - <i>Iran, Iraq</i>, Vietnam, Yemen</b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTOXmDqJxaZhxnbDivLU3QZhCzcSAvsKjRC6SNQQkmh-1xVrUknhcqhoFZYTZRZu7vJo-UfcDYYTKoQUXH6-PHg2HKqGYOEXzI3hSW4L4en4SXCKNAb09eGyiGIEe_7VCmV_tcI_MyYsfQ/s1600/Iran.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTOXmDqJxaZhxnbDivLU3QZhCzcSAvsKjRC6SNQQkmh-1xVrUknhcqhoFZYTZRZu7vJo-UfcDYYTKoQUXH6-PHg2HKqGYOEXzI3hSW4L4en4SXCKNAb09eGyiGIEe_7VCmV_tcI_MyYsfQ/s1600/Iran.png" /></a> Vado o non vado? Resto o non resto? Carlos <b>Queiroz </b>è stato in dubbio a lungo durante e dopo il Mondiale 2018. L'Iran ha fatto un figurone in Russia, rischiando persino di eliminare il Portogallo; proprio per questo, il <i>Team Melli </i>è tra i favoriti per la vittoria di quest'edizione. E il suo c.t. è uno dei motivi principali.</div>
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L'Iran pre-Queiroz ha sofferto enormi difficoltà, ma otto anni più tardi la squadra è tra le migliori d'Asia e viene da due Mondiali consecutivi giocati nel 2014 e nel 2018. La crescita è evidente, sia quella della squadra che quella dei singoli giocatori: pensate solamente alla carriera di ragazzi come di <b>Ansarifard</b>, Azmoun o <b>Jahanbakhsh</b>.</div>
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L'Iran è probabilmente la squadra con l'identità più definita, con i propri giocatori nel prime delle loro carriere e con uno dei migliori c.t. della competizione. Cosa potrebbe andar storto? Qualcosa può accadere, ma per me l'Iran è la nazionale favorita per alzare il trofeo il 1° febbraio.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiLtvjV3ADTR213fac5uP2uA_9ekkRtcA6Pizvegn7dL-OJNO4b7qW7yCZMtVBmglsm6cwd4HelQG4xZoXsQ8cz-hoRnTxo8QGtxGEBR5XPLKuH4J-8kd2Z24d4q6MplHvlpEvQXh1NilL/s1600/Iraq.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiLtvjV3ADTR213fac5uP2uA_9ekkRtcA6Pizvegn7dL-OJNO4b7qW7yCZMtVBmglsm6cwd4HelQG4xZoXsQ8cz-hoRnTxo8QGtxGEBR5XPLKuH4J-8kd2Z24d4q6MplHvlpEvQXh1NilL/s1600/Iraq.png" /></a> A distanza di quattro anni dalla partita più pazza della Coppa d'Asia 2015, l'Iraq ritrova l'Iran, stavolta nel girone. La crescita della nazionale si è un filo fermata, sebbene tornare a giocare negli impianti del proprio paese sia stata un'indubbia conquista. E anche la scelta del coach non mi sembra personalmente delle più felici.</div>
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Ricordo Srečko <b>Katanec </b>come uno dei primi ricordi legati alla mia squadra del cuore (la Sampdoria), ma la sua carriera da selezionatore mi sembra tutt'altro che fulgida. Quattro anni grigi con la Slovenia, poco o niente con gli Emirati Arabi; l'ultimo risultato di successo è proprio con la Slovenia, quando la portò a Euro 2000 e al Mondiale 2002.</div>
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Su cosa si possono poggiare le speranze dell'Iraq? Sostanzialmente su una certa tradizione, su alcuni giocatori di livello (il promettente Mohanad <b>Ali</b>, Ali Adnan, Ahmed <b>Yasin</b>) e su un gruppo ringiovanito dopo la mancata qualificazione a Russia 2018.</div>
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Molto del merito va a Park <b>Hang-seo</b>, di cui ho già scritto su <u><a href="http://www.mondofutbol.com/vietnam-u23-afc-championship-hanoi/">MondoFutbol.com</a></u> al tempo della loro incredibile avventura negli Asian Games dell'anno scorso. Non solo, perché ci sono giocatori interessanti come Trần Đình Trọng e soprattutto <b>Nguyễn Quang Hải</b>, di cui ho già scritto qui in un recente <u><a href="http://goldengoal2012.blogspot.com/2018/09/under-spotlight-nguyen-quang-hai.html">Under The Spotlight</a></u>.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq5mAMPk_1MiMPIkVZSR-Nn0ZT7ftWDk3wleSD7xNCOw93syFjVX8H50kUQa6nPt6d3qMAg_KjNT9IRJFqwyXtf92_GroLOLLV3F4POSqJuNtRpCdDZL3dVXv8n4sO6IPUCvhOGj7spubC/s1600/Yemen.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq5mAMPk_1MiMPIkVZSR-Nn0ZT7ftWDk3wleSD7xNCOw93syFjVX8H50kUQa6nPt6d3qMAg_KjNT9IRJFqwyXtf92_GroLOLLV3F4POSqJuNtRpCdDZL3dVXv8n4sO6IPUCvhOGj7spubC/s1600/Yemen.png" /></a> Lo Yemen è già felice di esser qui, dato che nel 2014 era al 186° posto del ranking FIFA. La qualificazione non è stata una sorpresa - nel terzo round di qualificazione era chiaro che ci fosse una chance -, ma data l'incredibile situazione di guerriglia che il paese vive... è un risultato straordinario. Tuttavia, un twist finale doveva esserci.</div>
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Sono rimasto sorpreso di non ritrovare l'etiope Abraham <b>Mebratu </b>alla guida della squadra, mentre il suo sostituto sarà Ján <b>Kocian</b>, che ha una carriera da giocatore di tutto rispetto, ma non mi è sembrato allo stesso livello da manager. Unica speranza? Se lo Yemen arrivasse secondo e l'Arabia Saudita vincesse il suo girone, sarebbe pazzesco.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOG_pBQCLFHqIcH-8Asb_CyWEpkqGUWD29_nvdVcOvuth8I73KpB6b69xflTNPm1NxSAfNd_h72Yof5t7-hT4eAuojOABCemR7O5BEzoY6XoJd2LaZvZICs839JaEdzeWTd3vm-JLCpmwV/s1600/world-cup-group-egypt-saudi-arabia-vs_7576f24e-7898-11e8-98f1-ed5cda4a01f0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="543" data-original-width="960" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOG_pBQCLFHqIcH-8Asb_CyWEpkqGUWD29_nvdVcOvuth8I73KpB6b69xflTNPm1NxSAfNd_h72Yof5t7-hT4eAuojOABCemR7O5BEzoY6XoJd2LaZvZICs839JaEdzeWTd3vm-JLCpmwV/s400/world-cup-group-egypt-saudi-arabia-vs_7576f24e-7898-11e8-98f1-ed5cda4a01f0.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Salman Al-Faraj, 29 anni, una delle note positive dell'Arabia Saudita al Mondiale,</span></div>
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<b><u>Gruppo E</u> - <i>Arabia Saudita, Qatar,</i> Libano, Corea del Nord</b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt5YKuWv1iZ0MNpcF2nFmrixJnOoXJvzO9JNvgScPyjsHW5cjVye3eY5Oefwf6TNMdHEyelQmB7aTGaWjnanGFRhv50vFjUa7KHrclqAkspDcaE4O4aOBe1n7xJHRy3nBZJWrX1iFldvLH/s1600/Saudi_Arabia.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt5YKuWv1iZ0MNpcF2nFmrixJnOoXJvzO9JNvgScPyjsHW5cjVye3eY5Oefwf6TNMdHEyelQmB7aTGaWjnanGFRhv50vFjUa7KHrclqAkspDcaE4O4aOBe1n7xJHRy3nBZJWrX1iFldvLH/s1600/Saudi_Arabia.png" /></a> L'Arabia Saudita ha vissuto su un otto volante emozionale nell'ultimo anno e mezzo: dal glorioso ritorno al Mondiale dopo 12 anni d'assenza grazie al lavoro di Bert <b>van Marwijk</b> all'addio del c.t. olandese, passando per l'inglorioso intermezzo di Edgardo Bauza e l'arrivo di Juan Antonio <b>Pizzi</b>, visto come una sorta di caso.</div>
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Eppure qualcosa di positivo in Russia si è visto, con l'Arabia Saudita capace di vincere l'ultima gara del girone con un buon calcio (seppur a un ritmo blando). Ci sono giocatori molto interessanti, come <b>Al-Muwallad</b>, Al-Faraj, <b>Al-Dawsari</b> e Al-Shahrani. Forse manca un centravanti per sperare nel trofeo finale, ma la testa del girone è un obiettivo fattibile.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-VogHxAuesXSAn4rDCr2AAM08dLDhehRqjrOuOORD2nq3IossMUS_trR3qVLLliHMtp4vZiPz9IlYqrSU4S-VljLuCUHoAKxh_0JuxAOnQ2YjWqwopLxVIojXaOsUUbJgdBl0X-XZkfW1/s1600/Qatar.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-VogHxAuesXSAn4rDCr2AAM08dLDhehRqjrOuOORD2nq3IossMUS_trR3qVLLliHMtp4vZiPz9IlYqrSU4S-VljLuCUHoAKxh_0JuxAOnQ2YjWqwopLxVIojXaOsUUbJgdBl0X-XZkfW1/s1600/Qatar.png" /></a> Chi segue questo blog sa dei mille dubbi che ho sull'avventura qatariota, partita con l'assegnazione del Mondiale 2022 e proseguita con l'implementazione dell'Aspire Academy e l'acquisto di diversi club. L'impressione è che qualche passo avanti ci sia stato, ma non quelli necessari per gli investimenti compiuti.</div>
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Il Qatar è a tre anni dal Mondiale e non sembra poter rientrare nell'élite del calcio asiatico, perché Giappone, Corea del Sud e Iran - senza contare l'Australia - sembrano lontane e irraggiungibili. Persino un santone da quelle parti come Jorge <b>Fossati </b>ha dovuto mollare a un certo punto, con il tecnico delle giovanili qatariote, Félix <b>Sánchez</b>, pronto a continuare l'andazzo.</div>
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C'è da dire che il Qatar ha ottenuto il miglior piazzamento della sua storia nel ranking Elo del dicembre 2018 (76° posto), sono arrivate vittorie prestigiose in amichevoli (contro Ecuador e Svizzera) e che alcuni profili sono interessanti (come Akram <b>Afif</b>). Mi tengo i miei dubbi e riparleremo di tutto il 31 dicembre 2022.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyWFVk59gx2FH74tPP1W-O1GJXfMCGnw2L873LfdYbirAzd2rkRIz-ln2bMUaRcar-lUsCZH-P83jkD-FhU7Q5SRAjsej6-P8SaEfFhZMfPNRgttShBk6WTjAO5QC9dnD-LoadC_v_Fjvq/s1600/Lebanon.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyWFVk59gx2FH74tPP1W-O1GJXfMCGnw2L873LfdYbirAzd2rkRIz-ln2bMUaRcar-lUsCZH-P83jkD-FhU7Q5SRAjsej6-P8SaEfFhZMfPNRgttShBk6WTjAO5QC9dnD-LoadC_v_Fjvq/s1600/Lebanon.png" /></a> A distanza di otto anni, il Libano è tornato alla Coppa d'Asia, pronto a vivere la sua seconda partecipazione alla Coppa d'Asia. Il merito va soprattutto a Miodrag <b>Radulović</b>, che lavora con la nazionale dal 2015 e ha portato la squadra a questa competizione per la prima volta tramite il percorso di qualificazione.</div>
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Non un'impresa facile, dato che l'ultima e unica partecipazione al torneo continentale risaliva al 2000; sono passati 19 anni e dubito che il Libano possa superare il gruppo, ma al tempo stesso questa squadra presenterà alcuni profili di valore (come il capitano Hassan <b>Maatouk</b>) e spera di poter centrare la prima vittoria di sempre (nel 2000 due pareggi e una sconfitta).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPe4g_btbS3WZrGlgUAzAy5s56WPimQC43GNVKvW7bCnzQIcbzorevGs3rw3ikzF-XxyXCkMSQzMBA1xJgT6DqiRm0i8OTWHXI1TvJrwlHPkZWJahjEhgJK7hsNMHWgsCwZC-LFALGfCzN/s1600/North_Korea.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPe4g_btbS3WZrGlgUAzAy5s56WPimQC43GNVKvW7bCnzQIcbzorevGs3rw3ikzF-XxyXCkMSQzMBA1xJgT6DqiRm0i8OTWHXI1TvJrwlHPkZWJahjEhgJK7hsNMHWgsCwZC-LFALGfCzN/s1600/North_Korea.png" /></a> La Corea del Nord è un punto interrogativo, se non altro perché il cambio in panchina - con l'addio di <b>Andersen </b>e l'arrivo di Kim <b>Yong-jun</b> (35 anni, era in campo nell'edizione 2011) - potrebbe aver compromesso la struttura del gruppo. Non è un caso che la Corea del Nord non sia riuscita a centrare la qualificazione all'EAFF E-1 Football Championship 2019.</div>
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Ci sono i soliti noti, come il capitano e portiere Ri <b>Myong-guk</b>; ci sono dei discreti profili, come Han Kwang-song e Pak <b>Kwang-ryong</b>; ci sono anche alcune assenze, come Pak Song-chol e An Byong-jun. Sarà la terza partecipazione di fila (la quinta assoluta in Coppa d'Asia), ma non vedo la Corea del Nord proseguire a lungo in quest'edizione.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRXMFQdxuVZeWiyOUvMQHfwdfJB4tndeIaLCYwfED3CYTIg6lS-A_mQn3Ea88HVcLslMdn8d1vIiU-fDs-KEy313a1SBtEI5i-7u0K3SApo0xgoCDpfj0UK7H0OEHMrVm45mjEf8VxgVZr/s1600/sp-friendly-a-20181013-870x569.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="569" data-original-width="870" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRXMFQdxuVZeWiyOUvMQHfwdfJB4tndeIaLCYwfED3CYTIg6lS-A_mQn3Ea88HVcLslMdn8d1vIiU-fDs-KEy313a1SBtEI5i-7u0K3SApo0xgoCDpfj0UK7H0OEHMrVm45mjEf8VxgVZr/s400/sp-friendly-a-20181013-870x569.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Takumi Minamino, 23 anni, colonna tecnica di un Giappone in evoluzione.</span></div>
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<b><u>Gruppo F</u> - <i>Giappone, Uzbekistan</i>, Oman, Turkmenistan</b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLmHA_B__ZYWZAxW75hhm7MMIzWbdNJVyPuFeoQ4oZ0U5kKam8AIqlkegbBwZrYuzZrQM_afDxD1d-xYeEIswGI2Dy9O4dCJObN8sPJ3mA7zsm5EDsVZhggKBKJpYUzfoTFe3Pug5FJ0mV/s1600/Japan.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLmHA_B__ZYWZAxW75hhm7MMIzWbdNJVyPuFeoQ4oZ0U5kKam8AIqlkegbBwZrYuzZrQM_afDxD1d-xYeEIswGI2Dy9O4dCJObN8sPJ3mA7zsm5EDsVZhggKBKJpYUzfoTFe3Pug5FJ0mV/s1600/Japan.png" /></a> La recente notizia della mancanza di Shoya <b>Nakajima </b>- infortunato, sarà sostituito da Takashi Inui - lascia un pochino di rammarico per il Giappone. Ciò nonostante, la Nippon Daihyo è pronta ad affrontare l'edizione 2019 con una discreta dose di fiducia: il Mondiale è stato un intermezzo positivo e ora viene il bello.</div>
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Il rinnovamento - quello che sarebbe dovuto arrivare con Vahid <b>Halilhodzic </b>e che non si è mai visto - potrebbe esser iniziato sotto Hajime <b>Moriyasu</b>. Seppur le prime uscite in amichevoli siano state contro avversari di poco conto, il Giappone ha raccolto quattro vittorie e un pareggio con il Venezuela. Non male per un gruppo cambiato rispetto a un anno fa.</div>
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<b>Hasebe </b>e <b>Honda </b>si sono ritirati, Kawashima e Kagawa non sono più sul radar, mentre <b>Shoji</b>, Kosuke Nakamura e Nakajima non ci saranno. Qualora il Giappone riuscisse veramente a vincere la competizione nonostante il rinnovamento e le assenze -, ci troveremmo di fronte a un lavoro eccellente e a un'iniezione di fiducia per il prossimo Mondiale.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqIkf0DC4xP9PAkSqRKnO1YV-xhDEAnY3ijqmYO8hyGJ0yA8lMwUI_sgzCtMLZbaHerhH3YAQ1oT0d6EPGN_iUHXHhsL-mibp4c-O_GiFS2XUiC3EMU06AhjkVbn6w_I_hgxo5Ovvw0rP3/s1600/Uzbekistan.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqIkf0DC4xP9PAkSqRKnO1YV-xhDEAnY3ijqmYO8hyGJ0yA8lMwUI_sgzCtMLZbaHerhH3YAQ1oT0d6EPGN_iUHXHhsL-mibp4c-O_GiFS2XUiC3EMU06AhjkVbn6w_I_hgxo5Ovvw0rP3/s1600/Uzbekistan.png" /></a> La mancata qualificazione a Russia 2018 ha rappresentato un altro melodramma per l'Uzbekistan, un movimento calcistico solido, ma a cui manca una vera gratificazione. Il quarto posto del 2011 sembrava l'inizio di qualcosa, ma è mancato l'ultimo passo. E ora c'è da coltivare una nuova generazione, che si spera possa tenere un certo passo.</div>
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Per dire, l'Uzbekistan è stato in grado di fare meglio rispetto a movimenti calcistici che hanno speso molte più risorse - Cina e Qatar, per esempio -, ma ora c'è bisogno di un risultato. Se guardiamo il breve termine, l'arrivo di Hector <b>Cuper</b> è la mossa giusta. Personalmente non credo sia l'uomo migliore per far crescere i giovani, ma per puntare alle Top 4 negli Emirati... quello sì.</div>
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Non ci saranno molti senatori - Denisov, Haydarov, Tursunov -, così come non ci sarà un attaccante giovane e prolifico come Sergeev. Basteranno Rashidov, Ahmedov e Shomurodov a far brillare la nazionale di Cuper?</div>
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Alla quarta partecipazione assoluta, l'Oman è ormai una presenza fissa come forza media dello scacchiere calcistico in Asia. Il calendario delle recenti amichevoli è stato molto positivo: l'Oman ha giocato 19 partite dal settembre 2017 e ne ha perse solamente due, vincendo per altro la Gulf Cup 2017. Potrebbero rivelarsi un ostico avversario nel girone.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvcGvpiJ_cGvgiGeerdJHKOJUsOoOT06S_BI_hzVzFmzsLFCJ1Cy3jkhhOUQDnFtgaHikMQyQ-R_vdbEHi-WSuJ8sVBwITR2mPeBfcCsZw5dUgYoUYkhkIaj8uRfjZEm_nnVHg3U6UMDn7/s1600/Turkmenistan.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvcGvpiJ_cGvgiGeerdJHKOJUsOoOT06S_BI_hzVzFmzsLFCJ1Cy3jkhhOUQDnFtgaHikMQyQ-R_vdbEHi-WSuJ8sVBwITR2mPeBfcCsZw5dUgYoUYkhkIaj8uRfjZEm_nnVHg3U6UMDn7/s1600/Turkmenistan.png" /></a> Come lo Yemen e il Kirghizistan, il Turkmenistan festeggia anche solo la presenza a questa competizione, la seconda in assoluto e la prima a distanza di 15 anni. La squadra allenata da Ýazguly <b>Hojageldyýew</b> sarà contenta anche di strappare un punto in un gruppo del genere e non è nemmeno detto che non ci riesca. </div>
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La squadra conterà soprattutto sulla stella del gruppo, quel Ruslan <b>Mingazow </b>che da anni gioca in Repubblica Ceca e che ora potrà mostrarsi sul palcoscenico continentale.</div>
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/oY9VikaCqA8" width="500"></iframe>
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<div style="text-align: justify;">
Non me la sento di fare pronostici, mentre quello che posso fare è creare tre gruppi nei quali inserire altrettante squadre a seconda di come usciranno da questa competizione e delle aspettative di cui sono riposte.</div>
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<i><b>A RISCHIO</b> - Qatar, Cina, Corea del Sud</i></div>
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Per motivi diversi, nessuna delle tre può fallire nei suoi obiettivi per quest'edizione. Sarebbe particolarmente grave per le ultime due di queste tre squadre, visto che il Qatar lavora in vista del Mondiale 2022 e ha ancora un residuo spazio di sterzata.</div>
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<i><b>IN CORSO D'OPERA</b> - Iran, Thailandia, Australia</i></div>
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L'Iran deve cogliere l'attimo, ma il lavoro fatto da Queiroz porterà benefici anche per i prossimi 5-10 anni. La Thailandia ha dei giocatori molto interessanti, ma l'attitudine difensiva di Rajevac rischia di snaturare il loro marchio di calcio. L'Australia, invece, ha bisogno di capire come ripartire dopo un ciclo che ha dato molto, ma che ha svuotato i Socceroos dei propri interpreti principali.</div>
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<i><b>IN FIDUCIA</b> - Giappone, Vietnam, India</i></div>
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Sicuramente il Giappone ha dovuto iniziare un processo di rinnovamento a lungo rinviato, ma c'è molto entusiasmo e il potenziale è lì, a disposizione di Moriyasu. Il Vietnam viene da un bellissimo percorso nell'ultimo biennio e potrà solo fare esperienza negli Emirati; infine, l'India deve sfruttare questo ritorno per lanciare definitivamente il calcio nel proprio paese.</div>
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/ItDQ6u-c_zs" width="500"></iframe>
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<br />Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-39725461402932831452019-01-05T00:35:00.003+01:002019-01-05T16:16:57.888+01:00Winter is coming: la Coppa d'Asia 2019 (Parte 1)<div style="text-align: justify;">
Se il resto del mondo sembra viaggiare in direzione ostinata e contraria, ci sono due confederazioni che stanno facendo dei veri passi avanti nell'organizzazione delle proprie competizioni. Se la FIFA punta al Mondiale a 48 squadre già per il 2022 e la CONMEBOL invita squadre a caso per la Copa América, AFC e CONCACAF si comportano diversamente.</div>
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Se per la confederazione nord e centro-americana bisognerà attendere la prossima estate per vedere la nuova Gold Cup all'opera, la rinnovata versione della Coppa d'Asia - a 24 squadre e con un nuovo trofeo, seppur negli Emirati Arabi (che hanno qualche problemino di affluenza negli stadi) - promette molto bene. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco la prima parte della preview, con una revisione dei gironi A, B, e C (in corsivo le mie qualificate, non mi pronuncerò sulle terze: meccanismo troppo complesso).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEged_4hwAcUAuxpqHCxG9z-pnd_Zv-cyqPWNKJKN4Gmz8AmX7BgtpOOf091U88_mL51GQvGfINCBCq1XZpozJvxbKsntSMg-1vesY4eQvGexanoO4_0KxIxyuCLxusgs9UZv9n1QklVdyHK/s1600/756625-01-02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEged_4hwAcUAuxpqHCxG9z-pnd_Zv-cyqPWNKJKN4Gmz8AmX7BgtpOOf091U88_mL51GQvGfINCBCq1XZpozJvxbKsntSMg-1vesY4eQvGexanoO4_0KxIxyuCLxusgs9UZv9n1QklVdyHK/s400/756625-01-02.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: x-small;">Alberto Zaccheroni, 65 anni, pronto all'avventura con gli Emirati Arabi.</span></div>
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<b><u>Gruppo A</u> - <i>Emirati Arabi Uniti, Thailandia</i>, India, Bahrain</b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicNw_xFhaJcd182XkP5LfpoppJjHY63THFmRBzAgoRpRiU0Jvu3J75d90BIPZk4KbaQ43UxLLxuzdEhuK3Xc92TUfOLQ8SdEbp4lYvO1beLLw1i0mWsIycFcRa6-zWpo86ozneLQv2xHCl/s1600/UAE.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicNw_xFhaJcd182XkP5LfpoppJjHY63THFmRBzAgoRpRiU0Jvu3J75d90BIPZk4KbaQ43UxLLxuzdEhuK3Xc92TUfOLQ8SdEbp4lYvO1beLLw1i0mWsIycFcRa6-zWpo86ozneLQv2xHCl/s1600/UAE.png" /></a> A distanza di quattro anni da un'incredibile terzo posto in Australia, tutto sembra esser cambiato per gli Emirati Arabi Uniti. Il treno per la grande generazione è passato, niente Mondiale in Russia e niente da fare per Mahdi Ali, che ha dovuto rinunciare all'incarico dopo un fallimentare percorso verso Russia 2018.</div>
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L'attesa che questa squadra lasciava intravedere quattro anni fa è alle spalle e ora si spera che Alberto <b>Zaccheroni</b> - nuovo c.t. e vincitore di questa competizione nel 2011 - possa portare la squadra almeno alle semifinali, se non vincere. Ho dei seri dubbi al riguardo, sebbene il c.t. italiano <u><a href="https://www.thenational.ae/sport/football/alberto-zaccheroni-bullish-on-uae-s-2019-asian-cup-prospects-despite-ismail-ahmed-injury-worry-1.809442">si dica fiducioso</a></u> sulla sua squadra.</div>
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Questa squadra ha un'età media piuttosto alta, con soli quattro U-23 su 23 convocati. Mancherà Omar <b>Abdulrahman</b>, uno dei giocatori più talentuosi del panorama asiatico, purtroppo infortunatosi nel novembre scorso. E non inganni l'ottimo percorso dell'Al-Ain al Mondiale per club: la Coppa d'Asia rischia di essere un brusco risveglio per la nazionale.</div>
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<img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgESzZi0Jt_v56MyzlmjRewJ-lUTmQ40jp7R4DrG8pSNG7H9bO6cQZOFEM7tEW69xiUElWkW2SViAdXJx-sa8TTD53nFxy8pxLOgamriDJAFjqW0t3DYhd8mIxEv6JqlAm5XUULDKb-Y7M_/s1600/Thailand.png" /> A modo suo, anche la Thailandia rischia qualcosa a questa Coppa d'Asia. In realtà, si è formato un grosso <i>hype</i> per questa nazionale, ma le dimissioni di Kiatisuk <b>Senamuang</b> e l'assenza di Kawin Thamsatchanan - in una competizione falcidiata dagli infortuni di grosse e medie star - rischiano di rovinare i piani della Thailandia.</div>
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I giocatori che possono esser decisivi ci sono, come <b>Chanathip</b> Songkrasin e Teerasil Dangda, capaci di ritargliarsi uno spazio importanti in J. League, ma la nuova leadership del c.t. serbo Milevan Rajovac sembra aver imposto un impianto troppo conservativo per una squadra che invece si è evoluta soprattutto grazie al suo brand offensivo. Basterà?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYUMZHXbrJWuW0iWCE306CFo3UUGCcFGDE6tFvsNGBAiHNcux30v-Alt4mGjxjpmQnUkLgEMu12yXdJv4uBCMC-zuNvc4Kr30c8z-v9yxXioP1ZkC4wtuC7pNylGYfsmlSyR_8vPhIbGRw/s1600/India.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYUMZHXbrJWuW0iWCE306CFo3UUGCcFGDE6tFvsNGBAiHNcux30v-Alt4mGjxjpmQnUkLgEMu12yXdJv4uBCMC-zuNvc4Kr30c8z-v9yxXioP1ZkC4wtuC7pNylGYfsmlSyR_8vPhIbGRw/s1600/India.png" /></a> Non sembrava così scontato vedere l'India a questa competizione, alla quale torna a distanza di otto anni. Nel 2011, la nazionale indiana fece sostanzialmente da sparring partner per le rivali nel girone; stavolta, invece, l'obiettivo e il sogno sono quelli di passare il turno, sfruttando anche la nuova struttura della competizione.</div>
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Con la possibilità per le terze di passare il girone, l'India di Stephan <b>Constantine</b> - vero guru di questo miracolo calcistico - vorrebbe raggiungere gli ottavi di finale. Per dov'era il calcio indiano anche solo due-tre anni fa, sarebbe già un enorme successo. Molto dipenderà anche dalla classe di Sunil <b>Chhetri</b>, vero portabandiera del movimento indiano.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPTntK0WRUUOnryeVrOGpUAAU3tZNWYK8bappmHkIhJkcQeFD6fHand3Vt9h3F6fjerpaE0ndpqDTZ9V0_LJE2qjGSL9jvRc3SpqiyMzuEJqy7QjDgttfY0w2xRBtKbuh-HBNc8i6G7qcw/s1600/Bahrain.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPTntK0WRUUOnryeVrOGpUAAU3tZNWYK8bappmHkIhJkcQeFD6fHand3Vt9h3F6fjerpaE0ndpqDTZ9V0_LJE2qjGSL9jvRc3SpqiyMzuEJqy7QjDgttfY0w2xRBtKbuh-HBNc8i6G7qcw/s1600/Bahrain.png" /></a> Il Bahrain parte da fanalino di coda, anche perché la situazione nel paese non è migliorata e la <i>golden generation</i> - quella che per intenderci ha sfiorato la partecipazione al Mondiale 2010 - non è più nel prime dei suoi anni. La vera chiave potrebbe essere il c.t., quel Miroslav <b>Soukup</b> che ha portato la Repubblica Ceca U-20 quasi sul tetto del mondo e che ha aiutato lo Yemen a sopravvivere dal punto di vista calcistico per più di due anni.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGdmDCPaTnelFGrH8bQwVihqQf_UVqmbyBc3CHZYUD0U83qKhCnTQtMdKMxai8Pi6hZqq0zmyQfbrssPYM3EAe4n4vWhwnS2T98XyZ9O-lYBzYd5Mhi5k0r7MaKSDyo9GXNHUpnWhrFldC/s1600/Robbie%252BKruse%252BKuwait%252Bvs%252BAustralia%252BInternational%252BGocZf1W1L6Nl.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="442" data-original-width="600" height="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGdmDCPaTnelFGrH8bQwVihqQf_UVqmbyBc3CHZYUD0U83qKhCnTQtMdKMxai8Pi6hZqq0zmyQfbrssPYM3EAe4n4vWhwnS2T98XyZ9O-lYBzYd5Mhi5k0r7MaKSDyo9GXNHUpnWhrFldC/s400/Robbie%252BKruse%252BKuwait%252Bvs%252BAustralia%252BInternational%252BGocZf1W1L6Nl.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">L'Australia si appoggerà ancora su Robbie Kruse, 30 anni.</span></div>
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<b><u>Gruppo B</u> - <i>Australia</i>, <i>Siria</i>, Palestina, Giordania</b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP0Ekln9wMAk68VazPXaNxtz9E7TwgVb3T1yMYJWsxyl8Orcb7D64l8vc29l9omVeo7MS4RLOYYTbgxkejAkrNCxYhbJLVZEc5xLk8bzD6vu58YK62QnBEAnf1sENtZGnuhCfLpJgZldG1/s1600/Australia.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP0Ekln9wMAk68VazPXaNxtz9E7TwgVb3T1yMYJWsxyl8Orcb7D64l8vc29l9omVeo7MS4RLOYYTbgxkejAkrNCxYhbJLVZEc5xLk8bzD6vu58YK62QnBEAnf1sENtZGnuhCfLpJgZldG1/s1600/Australia.png" /></a> Già dall'addio di Ange <b>Postecoglou</b> - avvenuto appena raccolta la qualificazione a Russia 2018 -, avevo immaginato come il futuro dell'Australia sarebbe stato difficile. Postecoglou ha portato a termine un lavoro complicato: rinnovare la nazionale, superare il trauma dell'addio della miglior generazione di sempre e persino vincere la Coppa d'Asia in casa.</div>
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Gli è riuscito tutto, ma il cammino per qualificarsi al Mondiale 2018 è stato tremendo e ha messo a fuoco le difficoltà del calcio australiano di saper proporre nuovi talenti, capaci di eguagliare quelli della precedente generazione. E tutto è ancora più difficile se uno dei pochi in grado di farlo, come Aaron <b>Mooy</b>, si infortuna e deve saltare la Coppa d'Asia.</div>
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L'Australia può chiaramente passare il girone sotto la guida dell'esperto Graham Arnold, ma è IMHO quella che rischia di più tra le grandi di subire un grosso contraccolpo. Con Jedinak e <b>Cahill</b> ritiratisi prima della competizione e Arzani lasciato a casa, faccio fatica a trovare motivi di entusiasmo per i Socceroos.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI7lCsqubQLbux2dyi8uyjhsQKj4yINeXHXrHO-wKrB44oMBIrWCLHLSY1jI4tfgz8sAfjb9d2KM3TjeVzjC41tIGtjSM7xcS_0kxCpLPjhug1JQlrW-cO8zdi6PS-JyKND69AeXl_XZ8n/s1600/Syria.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI7lCsqubQLbux2dyi8uyjhsQKj4yINeXHXrHO-wKrB44oMBIrWCLHLSY1jI4tfgz8sAfjb9d2KM3TjeVzjC41tIGtjSM7xcS_0kxCpLPjhug1JQlrW-cO8zdi6PS-JyKND69AeXl_XZ8n/s1600/Syria.png" /></a> A proposito di Australia, chissà se la Siria avrà voglia di prendersi una rivincita. Molti dei giocatori che saranno negli Emirati per la Coppa d'Asia erano lì, a Sydney, quando in un pomeriggio d'ottobre i sogni di andare in Russia si sono infranti su un palo. Nei supplementari, all'ultimo minuto; eppure alcune cose sono cambiate da allora.</div>
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Il c.t. non è più Ayman Hakeem, ma il tedesco Bernd <b>Stange</b>, passato dal ritiro alla nuova esperienza con la Siria. E ora alcuni di quei ragazzi sono andati all'estero: mancherà lo storico capitano Firas <b>Al-Khatib</b>, ma Omar Kharbin e Omar Al-Soma sono pronti a prendere in mano la squadra. In cinque precedenti partecipazioni, la Siria non ha mai superato la fase a gironi: che sia la volta buona per provarci?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2T9_1nj9eTahZjh4YcFg-l1B1SKxjvUBE-gvv-93qOJEwh896lTmLiyq4mxrBFzn8hKYpKLqFadI4KEmeqS7PYlX6Un4hLzz-42fjftxZtQEwam86FOn7ZZyAmmQflKzCYhH9GSj3aoT6/s1600/ps.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="11" data-original-width="16" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2T9_1nj9eTahZjh4YcFg-l1B1SKxjvUBE-gvv-93qOJEwh896lTmLiyq4mxrBFzn8hKYpKLqFadI4KEmeqS7PYlX6Un4hLzz-42fjftxZtQEwam86FOn7ZZyAmmQflKzCYhH9GSj3aoT6/s1600/ps.png" /></a> Quattro anni possono cambiare diverse cose. La Palestina è arrivata alla prima storica qualificazione in Coppa d'Asia nel 2015, ma solo dopo aver vinto la Challenge Cup, una competizione riservata alle nazioni in via di sviluppo. La prima esperienza è stata un trauma, ma è arrivato il primo gol nella storia della competizione.</div>
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Nel 2019, la nazionale si ripresenta molto più esperta e pronta addirittura a sperare in un salto nelle ultime 16 (re-incrociando proprio la Giordania nel girone). Guidata dall'algerino Noureddine <b>Ould Ali</b>, la Palestina ha svolto una preparazione fitta, con diverse amichevoli. Basterà per superare il turno e sognare gli ottavi?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrKT38hePSp6Ad4XtmcXG9Qov1x0XafRQ7ddF-ZqVTMiujOJ6UNezC1b0ogvKj_voI25Ev4Lw52JbGMmGMr94B-vf_OAowo_hEGemGVni6RinU-YFv5gbYByE5OdiRW44ZR1Ci-3zZ7U_u/s1600/Jordan.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrKT38hePSp6Ad4XtmcXG9Qov1x0XafRQ7ddF-ZqVTMiujOJ6UNezC1b0ogvKj_voI25Ev4Lw52JbGMmGMr94B-vf_OAowo_hEGemGVni6RinU-YFv5gbYByE5OdiRW44ZR1Ci-3zZ7U_u/s1600/Jordan.png" /></a> La Giordania è diventata ormai una squadra abituata a presenziare a questa competizione. Dopo l'exploit del percorso di qualificazione a Brasile 2014 (quando sfidò l'Uruguay, pareggiando stoicamente nella gara di Montevideo), la nazionale guidata da Vital <b>Borkelmans</b> (ex assistente di Wilmots nel Belgio) spera di centrare la qualificazione al turno successivo.</div>
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I risultati delle ultime amichevoli non sono tra i più incoraggianti - otto gare giocate, una sola vittoria -, ma è anche vero che l'abitudine a certi palcoscenici potrebbe giocare a favore della Giordania, visto che è la loro ? partecipazione consecutiva. Personalmente attendo al varco Musa <b>Al-Taamari</b>, classe '97 molto promettente, al momento impegnato a Cipro con l'Apoel.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtEpDDTUERKP13vvGfs___jPIk5c-OG0ZwvvBF2rSBOy6F-mn0fm8rIF_MBZ2ADiiSYCDEVITSIgzbVbk23xixdwtjVsSGeF1nrJDQ5RnkGLoBGlpmyuR1bdcq4wJhIAYwR_cTcR8wmGRV/s1600/20180817_uijo_article.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="481" data-original-width="700" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtEpDDTUERKP13vvGfs___jPIk5c-OG0ZwvvBF2rSBOy6F-mn0fm8rIF_MBZ2ADiiSYCDEVITSIgzbVbk23xixdwtjVsSGeF1nrJDQ5RnkGLoBGlpmyuR1bdcq4wJhIAYwR_cTcR8wmGRV/s400/20180817_uijo_article.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Hwang Ui-jo, 26 anni, ha vissuto un'annata straordinaria tra club e nazionale.</span></div>
<br />
<b><u>Gruppo C</u> - <i>Corea del Sud, Cina</i>, Kirghizistan, Filippine</b><br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib1L1uNCOV6qVfnh6PrGN0rtbezXhmppOPe56rKLfRoqnX3YQcf9j1r8wzzFlAQBcU1vVsNenmT6FkXyYf5as4LkBS7lwMrnfr_BEvS4wP4HTVzcSFrsGuVauKjckXkXBIYe2cneodlXjL/s1600/South_Korea.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib1L1uNCOV6qVfnh6PrGN0rtbezXhmppOPe56rKLfRoqnX3YQcf9j1r8wzzFlAQBcU1vVsNenmT6FkXyYf5as4LkBS7lwMrnfr_BEvS4wP4HTVzcSFrsGuVauKjckXkXBIYe2cneodlXjL/s1600/South_Korea.png" /></a> Ci sono due nazionali che portano con sé una pressione spaventosa a questa Coppa d'Asia. Due tipi diversi di pressioni, <i>but still</i>... la Corea del Sud è una delle due. Dopo che molti hanno evitato la leva militare tramite il successo agli Asian Games dell'ultimo autunno, la logica vorrebbe che i <i>Taeguk Warriors</i> puntino dritti al successo.</div>
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Il trofeo continentale manca in Corea del Sud dal 1960; nel frattempo, diverse nazionali si sono imposte. Alcune, come il Giappone, han persino creato delle dinastie. Eppure alla Corea del Sud non mancano le stelle; molti direbbero <b>Son Heung-min</b>, io aggiungere Hwang Ui-jo, Jung Woo-young e Lee Jae-sung.</div>
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Se Uli Stielike è andato a un passo dal vincerla in Australia quattro anni fa, può <b>Paulo Bento</b> riuscire dove altri hanno fallito? Mi tengo i miei personali dubbi, ma è certa una cosa: con la situazione contingente, per la Corea del Sud è un'occasione d'oro. E se Son non dovesse esser decisivo, più di una domanda sarebbe da porre sulla sua capacità d'incidere a livello internazionale.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ6qSkCXNq4QoMSX8Tuz1oEEi5fz-cS5Dxy1Kdu6n751KqkfCN9AoIveAqoEbkYvY4gpW-hazhEog9D6DCxEBzldcOlVHlxj1RJjECHL8imfMaxEsNbMgZ9igG-ve4pWKx9BztPg67Mz_J/s1600/China.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ6qSkCXNq4QoMSX8Tuz1oEEi5fz-cS5Dxy1Kdu6n751KqkfCN9AoIveAqoEbkYvY4gpW-hazhEog9D6DCxEBzldcOlVHlxj1RJjECHL8imfMaxEsNbMgZ9igG-ve4pWKx9BztPg67Mz_J/s1600/China.png" /></a> Dicevamo della pressione? E che dire della Cina? Il gruppo scelto da Marcello <b>Lippi</b> - anche lui in fuga da quello che ormai sembra essere un paradiso in decadimento - è uno dei più vecchi della competizione e la situazione non sembra granché diversa da quattro anni fa, sebbene nel frattempo il calcio cinese abbia vissuto diverse situazioni.</div>
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Il terribile cammino per Russia 2018, l'addio di un c.t. che avrebbe dovuto costituire l'ossatura del futuro, l'incertezza sul futuro economico di uno scenario che sembra poco sostenibile... cosa ne sarà del calcio cinese dopo questa Coppa d'Asia? Un risultato negativo - che IMHO è un'eliminazione prima dei quarti di finale - potrebbe essere la spinta finale verso l'implosione (a meno che <b>Wu Lei</b> non salvi tutti un'altra volta).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCiltGcLETgt5PQhEI1s5SBNYDh9s85CMzjcEIy4xUox4U1QDkQ6bNHN6nCpjJ3dIxYXRhEccNBe35QOsB7w4V137aMrJLBB9y6WcPTMCyZuhRLcFm0uYENZHygmoPB0w7nSvBpinGHzRK/s1600/Kyrgyzstan.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCiltGcLETgt5PQhEI1s5SBNYDh9s85CMzjcEIy4xUox4U1QDkQ6bNHN6nCpjJ3dIxYXRhEccNBe35QOsB7w4V137aMrJLBB9y6WcPTMCyZuhRLcFm0uYENZHygmoPB0w7nSvBpinGHzRK/s1600/Kyrgyzstan.png" /></a> Ecco, nel caso del Kirghizistan bisogna essere onesti: parliamo di una delle poche squadre che potrebbe tornare a casa con tre sconfitte e aver comunque imparato qualcosa. La nazionale allenata da Aleksandr <b>Krestinin</b> - allenatore russo con un 48,8% di vittorie da quando è alla guida - ha fatto un miracolo a esserci.</div>
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Per altro, la federazione ha anche perseguito un pesante programma di naturalizzazione per rafforzarsi, soprattutto sulla sponda ghanese e tedesca. Viktor Maier si è fatto male prima della Coppa d'Asia, ma il Kirghizistan potrà contare su Daniel Tagoe, Vitalij Lux ed Edgar Behrnardt, tutti facenti parte della nazionale da diversi anni.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUGD2F0CSr5VnVq-NVmP_jY0mB_Ek6I7bVC_dWjQn6H2rgEDzJmHGg0FPuE9dSZXnGt2VGfg1RMYdofjYHoIMz0m9pa8JkIZKx32xeSXntroRNIotKCRkLMVFvplBclYjFEAGTMJBYGhHe/s1600/Philippines.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUGD2F0CSr5VnVq-NVmP_jY0mB_Ek6I7bVC_dWjQn6H2rgEDzJmHGg0FPuE9dSZXnGt2VGfg1RMYdofjYHoIMz0m9pa8JkIZKx32xeSXntroRNIotKCRkLMVFvplBclYjFEAGTMJBYGhHe/s1600/Philippines.png" /></a> Ciò che poteva essere un successo assoluto è diventato un esperimento a metà: le Filippine han sorpreso tutti, qualificandosi alla Coppa d'Asia sotto la guida di Thomas Dooley. Purtroppo, il tecnico statunitense non è stato confermato e al suo posto ci sarà Sven-Goran <b>Eriksson</b>, in un cambio che sembra soltanto una pensione dorata.</div>
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E che dire della gestione di Neil <b>Etheridge</b>, portiere che oggi gioca in Premier League, ma che non ci sarà in Coppa d'Asia con le Filippine? Una terribile mancanza, che mina molto del potenziale che la nazionale avrebbe portato negli Emirati. Sarà comunque una buona occasione per vedere all'opera Phil Younghusband, uno dei simboli nascosti del calcio asiatico.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNZv1QEGLrJ7idiICE9bRbzmfsFP_uGWCLM1iXc-acls7y7ZaF2RHr7TXetiWn1KI2BIfklHKkqLO8q7ykh2qu82jEJb2g09Ew1n1DDTYlFMkaBQXiD45EUVAuiDI689SaRFhVNfG7Ir4V/s1600/bzkevq8ip6eapejt98sm.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="765" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNZv1QEGLrJ7idiICE9bRbzmfsFP_uGWCLM1iXc-acls7y7ZaF2RHr7TXetiWn1KI2BIfklHKkqLO8q7ykh2qu82jEJb2g09Ew1n1DDTYlFMkaBQXiD45EUVAuiDI689SaRFhVNfG7Ir4V/s400/bzkevq8ip6eapejt98sm.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Phil Younghusband, 31 anni, capitano e simbolo delle Filippine.</span></div>
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(continua domani...)</div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-63625259348078562652018-09-27T16:07:00.000+02:002018-10-21T10:32:49.866+02:00ROAD TO JAPAN: Hayato Nakama (仲間 隼斗)<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti al nono numero del 2018 per "Road To Japan", la rubrica che tenta di farvi scoprire talenti e giocatori che si stanno distinguendo nel panorama nipponico. Oggi ci spostiamo in una zona insolita del Giappone, Okayama: lì c'è il Fagiano, club di seconda divisione nel quale milita Hayato <b>Nakama</b>, una wild card non più giovanissima.</div>
<br />
<i><u>SCHEDA</u></i><br />
Nome e cognome: Hayato Nakama (<span style="font-size: x-small;">仲間 隼斗</span>)<br />
Data di nascita: 16 maggio 1992 (età: 26 anni)<br />
Altezza: 1.70 m<br />
Ruolo: Mezzala, esterno di centrocampo, box-to-box<br />
Club: Fagiano Okayama (2018-?)<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAuVqUBMXciIHdjkmtHSVAHav3xBvRdu9_FgJqQBN8fCc762EpBnrh8ICgGxx-YjU8-VO7oR6GGiQDZRPjb23pflye9ijTzkqMOmV8ZtjImrYTehyjlNnBd4YQBXjJfsP01YBjkgDdgWuV/s1600/RTJ+-+2018.09.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1200" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAuVqUBMXciIHdjkmtHSVAHav3xBvRdu9_FgJqQBN8fCc762EpBnrh8ICgGxx-YjU8-VO7oR6GGiQDZRPjb23pflye9ijTzkqMOmV8ZtjImrYTehyjlNnBd4YQBXjJfsP01YBjkgDdgWuV/s400/RTJ+-+2018.09.jpg" width="400" /></a></div>
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<i>STORIA</i></div>
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Nato a Higashiagatsuma (prefettura di Gunma) nel maggio 1992, Hayato Nakama è stato per cinque anni nelle giovanili dei Kashiwa Reysol, uno dei vivai più floridi nell'ultimo decennio di calcio giapponese. Uno dei suoi compagni di squadra era Kosuke <b>Taketomi</b>, poi diventato giocatore della prima squadra e oggi agli Urawa Red Diamonds.<br />
Tuttavia, il suo talento non è bastato ad aprirgli le porte nel top team, che per altro stava per cominciare la stagione che avrebbe portato il primo titolo nazionale a Chiba. Tuttavia, c'è chi ha notato il suo potenziale: il Roasso Kumamoto lo vuole, ma lui deve prima completare la cerimonia per il diploma e resta in panchina al debutto.<br />
A credere in lui è Takuya <b>Takagi</b>, oggi tecnico storico del V-Varen Nagasaki, ma all'epoca al lavoro in quel di Kumamoto. Le prime due stagioni sono d'apprendimento, ma poi Nakama trova un posto da titolare e 10 gol in 72 presenze complessive con il Roasso. Tuttavia, lo attende un'avventura un po' più a nord, nella prefettura di Kagawa.<br />
Lì gioca infatti il Kamatamare Sanuki, guidato da Makoto <b>Kitano</b>. La squadra si è appena salvata in un sanguinoso doppio relegation play-off contro il Nagano Parceiro. C'è bisogno di corsa, intelligenza tattica e applicazione: il profilo perfetto, visto che Nakama s'integra bene nel club e gli permette tre permanenze in J2 piuttosto tranquille.<br />
In particolare, è il 2016 la stagione giusta per mostrarsi alla J2: Nakama realizza nove reti, ma soprattutto si dimostra duttile e funzionale alla causa del club. Viste le difficoltà di classifica, però, nell'ultimo inverno Nakama si è trasferito al Fagiano Okayama, dove sta confermando quanto di buono ha fatto vedere negli ultimi anni.<br />
<br /></div>
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<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i><br />
<b>La caratteristica peculiare di Nakama è la sua duttilità</b>: il centrocampista non è mai stato solamente questo. Anzi, è stato in grado di adattarsi a diversi ruoli, specie nel periodo trascorso al Kamatamare. Partito come ala o esterno di centrocampo a Kumamoto, in quel di Kagawa è stato provato da "10", centravanti d'emergenza, mezzala. <u><a href="https://www.transfermarkt.com/hayato-nakama/leistungsdaten/spieler/177131/plus/0?saison=2015">Un po' ovunque</a></u>.<br />
Ciò che sorprende di Nakama è l'ottima capacità di reazione e <i>decision making</i> rispetto alle sue doti naturali. Il centrocampista ha un discreto tiro, una buona lettura del gioco e una sufficiente tecnica, ma eleva il suo rendimento con l'intuito, la comprensione anticipata di come l'azione potrebbe svilupparsi da lì a pochi momenti.<br />
Il tutto è avvenuto nonostante Nakama non abbia certo il fisico dalla sua: minuto ed esiguo, l'ex Roasso è però riuscito a imporsi in un campionato frenetico come la J2 League. E non è detto che in futuro non abbia finalmente la sua chance nel massimo campionato giapponese; in alternativa, riscriverà i libri dei record in J2 (quasi 250 gare all'attivo).</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2011 - Roasso Kumamoto: 16 presenze, 1 rete</div>
<div style="text-align: justify;">
2012 - Roasso Kumamoto: 17 presenze, 1 rete</div>
<div style="text-align: justify;">
2013 - Roasso Kumamoto: 42 presenze, 6 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2014 - Roasso Kumamoto: 30 presenze, 4 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2015 - <span style="font-size: xx-small;">→</span> Kamatamare Sanuki: 41 presenze, 4 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2016 - Kamatamare Sanuki: 40 presenze, 7 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2017 - Kamatamare Sanuki: 41 presenze, 2 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2018 - Fagiano Okayama (in corso): 31 presenze, 7 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>NAZIONALE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
In questo momento (e forse anche in futuro), la nazionale è un traguardo irraggiungibile per Hayama. Almeno per ora, rimanendo in una squadra di seconda divisione, sarà così: gli unici a esser convocati in nazionale nonostante la J2 sono stati i giocatori di Gamba Osaka e FC Tokyo nei rispettivi anni di purgatorio. Difficile che possa accadere per un ragazzo che gioca a Okayama.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Per Nakama, viene in mente un paragone eccellente, ma giusto per alcuni tratti: Shinji <b>Kagawa</b>. I due non condividono lo stesso ruolo, né la stessa età in cui sono potenzialmente andati via dal Giappone. Ma Kagawa - come Nakama ora - ha firmato per il Borussia Dortmund non da giocatore dominante in J1, ma da 21enne che aveva tante presenze in seconda divisione.</div>
<div style="text-align: justify;">
E allora un altro paragone può venire in mente, accostando Nakama stavolta a un ragazzo più giovane di lui: Yuya <b>Toyokawa </b>ha firmato per l'Eupen e sta impressionando in questi primi mesi in Belgio. Il talento scuola Antlers ha lasciato proprio Okayama per teoricamente tornare agli Antlers, salvo prendere un aereo per l'Europa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nakama ha le potenzialità per il salto europeo, magari proprio in un campionato di seconda fascia come il Belgio. Il costo del suo cartellino e un eventuale proposta dal Vecchio Continente rappresentano un buon incrocio stellare per prendersi un centrocampista duttile e affidabile a pochi spicci.</div>
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/T7grjWXuMHI" width="500"></iframe>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-64302629782293755532018-09-18T12:00:00.000+02:002018-09-19T08:51:34.721+02:00UNDER THE SPOTLIGHT: Nguyễn Quang Hải<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti al nono numero del 2018 per "Under The Spotlight", la rubrica che ci consente di esplorare i talenti che stanno emergendo in giro per il mondo. Oggi ci spostiamo in Vietnam, un paese che recentemente ha mostrato una crescita a livello calcistico. Tra i loro talenti, c'è sicuramente <b>Nguyễn Quang Hải</b>, fantasista della nazionale maggiore.</div>
<br />
<i><u>SCHEDA</u></i><br />
Nome e cognome: Nguyễn Quang Hải<br />
Data di nascita: 12 aprile 1997 (età: 21 anni)<br />
Altezza: 1.68 m<br />
Ruolo: Trequartista, seconda punta, mezzala<br />
Club: Hà Nội FC (2016-?)<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix8djfg18fXO8m2-e2i23VQ1EKbUvEgbYOQHxlqmjBR5RccAB1fF5QySMS-5ng6QWVsHrsvDxgnTpf9fPuJQM-bm19aBXNGq_8n-4mkSIdoywA_gzDyAEjaunJQ1qnjNpcHeH9sxvh3xWj/s1600/UTS+-+2018.09.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="660" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix8djfg18fXO8m2-e2i23VQ1EKbUvEgbYOQHxlqmjBR5RccAB1fF5QySMS-5ng6QWVsHrsvDxgnTpf9fPuJQM-bm19aBXNGq_8n-4mkSIdoywA_gzDyAEjaunJQ1qnjNpcHeH9sxvh3xWj/s400/UTS+-+2018.09.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="text-align: justify;"><i>STORIA</i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
Nato nel distretto rurale di Đông Anh nell'aprile del 1997, Nguyễn Quang Hải ha lasciato presto la sua casa per trasferirsi all'accademia del <b>Hà Nội Football Club</b>: a nove anni, nel 2006 (casualmente lo stesso anno di fondazione della società), il ragazzo entra nel vivaio per rimanerci per quasi un decennio.<br />
L'opportunità di crescere non arriva però dal club della capitale, bensì a Ho Chi Minh, dove il <b>Sài Gòn Football Club</b> ha la chance di poterlo vedere all'opera per una stagione. Sembra una sorta di prestito, ma non è chiarissima la forma del trasferimento: in ogni caso, il talento di Nguyễn è fondamentale per vincere la seconda divisione.<br />
Il club centra la promozione in V. League 1 ed è un caso particolare, perché il Sài Gòn FC aveva già vinto la seconda divisione nel 2011, ma non aveva potuto esser promossa perché seconda squadra del Hà Nội FC. Lo è stata fino al passaggio di proprietà - la società è stata comprata dalla Quang Huy Plastics Joint Stock Company - e ha persino cambiato sede nel 2016.<br />
Tornato dall'anno di gloria a Ho Chi Minh, Nguyễn viene inserito in squadra dal tecnico <b>Phan Thanh Hùng</b>, che lo lancia in prima squadra. Non importa che abbia solo 19 anni, perché il talento del ragazzo è oggetto di conversazione in tutto il paese. E se nel primo titolo del 2016 il ragazzo gioca un ruolo secondario, ultimamente è esploso.<br />
La consacrazione internazionale con il Vietnam gli ha dato sicurezza anche nelle gare con il club: la stagione 2018 della V. League 1 deve ancora finire, ma l'Hà Nội FC è già campione. A quattro gare dalla fine, la squadra ha già accumulato un vantaggio di 15 punti sulla seconda classificata, Sanna Khánh Hòa BVN Football Club.<br />
In questo scenario, il fantasista vietnamita si è portato a casa gli onori della cronaca: nove gol, sei assist e giocatore del mese a giugno. Il tutto dopo un 2017 nel quale si era già intravisto qualcosa: <b>Nguyễn è stato il miglior giovane del campionato e il terzo miglior giocatore della stagione</b>, vincendo la <i>Bronze Ball</i>.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i><br />
La prima cosa che salta all'occhio, volendo trovare un difetto al ragazzo, è l'enorme mancanza di requisiti fisici: un'assenza che lo condannerebbe in qualunque calcio europeo, ma che forse può esser aggiustata e levigata anche grazie alle grandi capacità tecniche che lo contraddistinguono. E non è un caso che ci sia molto <i>hype </i>per il suo sviluppo.<br />
Il Vietnam è in una fase di grande progresso calcistico: sebbene il c.t. <b>Park Hang-seo</b> abbia impostato una formazione difensiva nelle cavalcate continentali (per annullare il gap tecnico, altrimenti non batti Corea del Sud e Australia), l'intero trend del calcio del Sud-Est asiatico va in un'altra direzione, come dimostrato già dalla Thailandia.<br />
In quella zona del mondo, non ci sono giocatori massicci e quindi si gioca (giustamente, aggiungerei) palla a terra per sopperire alle mancanze fisiche. Anche il Vietnam segue questo trend e Nguyễn ne sembra impersonare la massima rappresentazione.<br />
Parliamo di un ragazzo che è stato provato ovunque sul campo - trequartista, seconda punta o estero d'attacco; persino prima punta o mezzala -, ma che è contraddistinto da un buon trattamento di palla e da un piede mancino importante. Ci metterei dentro anche l'enorme proprietà tecnica, la sicurezza in certe giocate e un discreto fiuto su calcio piazzato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2015 - Sài Gòn FC*: 13 presenze, 4 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2016 - Hà Nội FC: 35 presenze, 4 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2017 - Hà Nội FC: 34 presenze, 5 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2018 - Hà Nội FC (in corso): 26 presenze, 10 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>* = in V. League 2 (la seconda divisione vietnamita)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>NAZIONALE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Nguyễn Quang Hải ha giocato in tutte le rappresentative giovanili del Vietnam ed è proprio in questo tipo di contesto che sta costruendo la sua reputazione: è sempre stato così, fin da quando - nel 2011 - il c.t. dell'U-16 lo chiamò per giocare con loro, nonostante avesse soli 14 anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Recentemente, è stata soprattutto la selezione U-23 la perfetta vetrina per il ragazzo: Nguyễn ha stupito tutti al campionato asiatico di categoria, svoltosi a inizio anno e conclusosi con il Vietnam in finale, battuto dall'Uzbekistan solo nei supplementari. Il trequartista ha fatto bene anche agli Asian Games, dove il Vietnam U-23 è arrivato quarto.</div>
<div style="text-align: justify;">
E l'esordio in nazionale maggiore? A giugno 2017, quando il ragazzo è stato mandato in campo dal c.t. <i>ad interim</i> <b>Mai Đức Chung</b> per la prima volta contro la Giordania. Solo qualche mese più tardi, a settembre dello stesso anno, Nguyễn ha realizzato il <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=9VF48o7Mgzk">primo gol</a></u>, decisivo per vincere in Cambogia. Nonostante i soli 21 anni, sembra già una colonna.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Sembra chiaro come l'Europa sia lontana dalle possibilità di Nguyễn Quang Hải (almeno per ora) e che quindi la miglior opzione sia quella di spostarsi in giro per l'Asia. E non è un caso che diverse squadre <u><a href="https://twitter.com/soccervietnam/status/1039433528486768640">siano sul trequartista</a></u>: dai thailandesi del Muangthong United ai qatarioti dell'Al-Sadd, fino alla proposta del Renofa Yamaguchi, club di seconda divisione giapponese. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per quanto le prime due possibili offerte siano affascinanti (giocherebbe in Champions League asiatica), sarebbe ottimo per Nguyễn crescere in J2 League, specie in una società che in questo momento storico sta giocando in maniera tecnica e spettacolare. <b>A breve ne sapremo di più sul suo futuro</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
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</div>
</div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-35929581824049291562018-08-28T09:30:00.000+02:002018-08-28T16:51:27.858+02:00ROAD TO JAPAN: Kyosuke Tagawa (田川 亨介)<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti a "Road To Japan", la rubrica che vi permette di scoprire i ragazzi più promettenti del panorama nipponico. Nell'ottavo numero del 2018, ci spostiamo nel Kyushu e precisamente al Sagan Tosu. Tutti si concentrano su Fernando Torres, ma prima del suo arrivo Kyosuke <b>Tagawa </b>si è dimostrato molto promettente.</div>
<br />
<i><u>SCHEDA</u></i><br />
Nome e cognome: Kyosuke Tagawa (<span style="font-size: x-small;">田川 亨介</span>)<br />
Data di nascita: 11 febbraio 1999 (età: 19 anni)<br />
Altezza: 1.81 m<br />
Ruolo: Prima punta<br />
Club: Sagan Tosu (2017-?)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkgpufIhltC1wbq3iY2yKIXEeUDA5i7LmdSxa9OPhV49_nxANPjOHrRmORZGR_LVWJKfLmMlC73b3x8_4Mm_2lnaC5RmsfpJZoR_LpgqHUll7eoOGa3qJ0-1aWLPl-FVOAgYR6hyphenhyphenbVB3K6/s1600/RTJ+-+2018.08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="533" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkgpufIhltC1wbq3iY2yKIXEeUDA5i7LmdSxa9OPhV49_nxANPjOHrRmORZGR_LVWJKfLmMlC73b3x8_4Mm_2lnaC5RmsfpJZoR_LpgqHUll7eoOGa3qJ0-1aWLPl-FVOAgYR6hyphenhyphenbVB3K6/s400/RTJ+-+2018.08.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>STORIA</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Nato nel febbraio '99 nella prefettura di Nagasaki, Kyosuke Tagawa ha vissuto praticamente tutta la sua (fin qui breve) carriera nella parte più meridionale del Giappone. Infatti, è il Sagan Tosu a inserirlo nella sua formazione U-18, con il tecnico Massimo <b>Ficcadenti </b>che arriva a promuoverlo in prima squadra nel <u><a href="https://web.gekisaka.jp/news/detail/?198711-198711-fl">maggio 2017</a></u>.<br />
Nelle prime gare del 2017, il manager del Sagan l'aveva comunque coinvolto nella rotazione. Forse poco convinto da Toyoda (che rimane comunque un attaccante da 90 gol in J. League), Tagawa guadagna gradualmente spazio: nelle prime sette in J1, il classe '99 entra dalla panchina per poi esordire dal 1' il 2 luglio, quando il Sagan pareggia sul campo del Ventforet Kofu.<br />
La sorpresa arriva nella seconda parte di stagione, quando Tagawa diventa un titolare accanto a Ibarbo: ha già segnato il <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=m_epQUMuO4Q">primo gol da pro</a></u> contro l'Albirex Niigata a marzo, ma ne trova altri tre nel finale di campionato (tra cui <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=XWz0pNkJcdc">una doppietta</a></u> sul campo degli Urawa Red Diamonds, poi campioni continentali qualche mese più tardi).<br />
Anche in questa stagione, Tagawa ha dimostrato utilità e creatività, come quando <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=EUJ8I03n2wY">ha deciso</a></u> la gara contro il Nagoya Grampus all'ultimo secondo. Tuttavia, gli arrivi di Fernando <b>Torres</b> e Mu <b>Kanazaki </b>- uniti al ritorno di Yohei Toyoda, andato in prestito in Corea del Sud, ma tornato a Saga - gli hanno ristretto il minutaggio (31' giocati nelle ultime sei gare).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Non fatevi ingannare da una struttura fisica che sembra quella di un fenicottero elegante: Tagawa ha segnato un tempo di <u><a href="https://www.saga-s.co.jp/articles/-/99865">6" netti sui 50 metri</a></u>. Il che aiuta anche in ottica futura, potendo così lavorare su un ragazzo ancora giovanissimo - 19 anni sono pochi, anche per la J. League -, ma che può migliorare esponenzialmente a medio-lungo termine.<br />
Tatticamente parlando, c'è anche spazio per capire come il ragazzo potrà giocare in cmapo: Ficcadenti l'ha provato un po' ovunque (persino da ala, magari alternando la sua posizione in campo con Ibarbo), ma spero che Tagawa possa evolversi in una prima punta capace di leggere bene il campo e di spezzare le difese avversarie in transizione.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2017 - Sagan Tosu: 28 presenze, 4 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2018 - Sagan Tosu (in corso): 24 presenze, 2 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>NAZIONALE</i><br />
L'esperienza guadagnata al Sagan Tosu ha permesso a Tagawa di presenziare per le varie rappresentative giovanili: l'attaccante ha giocato per diverse formazioni under, dall'U-16 all'U-20, con cui ha giocato il Mondiale del 2017. Non nego che ho grosse attese per l'U-23, visto che le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono dietro l'angolo e Tagawa è un prospetto interessante per quella competizione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Penso che per giudicare il futuro di Tagawa - un futuro che in ogni caso ritengo promettente - serva soprattutto capire come si concluderà il campionato del Sagan Tosu. Qualora il club retrocedesse, ho dei dubbi che possano rimanere Toyoda, Kanazaki e Torres tutti insieme. Più probabile che i primi due possano trovare un'altra sistemazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
In tal modo, forse, rimanere a Saga avrebbe un senso. Ma qualora il Sagan si riuscisse a salvare da una retrocessione che sembrava certa, allora le permanenze nel reparto d'attacco si farebbero certe. E Tagawa dovrebbe cercare un'altra squadra: <b>in ogni caso, il giovane attaccante ha bisogno di un altro anno in Giappone prima di lanciarsi altrove</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/sHsfvYTekSw" width="500"></iframe>
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</div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-15389845887058786902018-08-24T11:30:00.000+02:002018-08-25T13:12:57.530+02:00UNDER THE SPOTLIGHT: Justen GladBuongiorno a tutti e benvenuti a un altro numero di "Under The Spotlight", la rubrica che permette di visionare i talenti che sono sparsi sul globo terrestre. Per l'ottavo numero del 2018, ci spostiamo negli Stati Uniti e precisamente nello Utah, dove Justen <b>Glad </b>potrebbe essere tra i nuovi protagonisti del cruciale ciclo che dovrà rimettere l'USMNT sulla mappa del calcio mondiale.<br />
<br />
<i><u>SCHEDA</u></i><br />
Nome e cognome: Justen Thomas Glad<br />
Data di nascita: 28 febbraio 1997 (età: 21 anni)<br />
Altezza: 1.85 m<br />
Ruolo: Difensore centrale<br />
Club: Real Salt Lake (2017-?)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv1yWqPz-PWNwDU5FhfnYKf_Us1iLoeN1OeAbLXx60nloN5eGVUBFam5j1kOcB3bK7NfbpGH0RYmpBHwoJeBmn1V81PX_J6uucq4KQEysWZ8cBpoaHQj5EJt9C2llTc8GOs5W1syjH1m3h/s1600/UTS+-+2018.08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1200" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv1yWqPz-PWNwDU5FhfnYKf_Us1iLoeN1OeAbLXx60nloN5eGVUBFam5j1kOcB3bK7NfbpGH0RYmpBHwoJeBmn1V81PX_J6uucq4KQEysWZ8cBpoaHQj5EJt9C2llTc8GOs5W1syjH1m3h/s400/UTS+-+2018.08.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>STORIA</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Nato a Pasadena (la città che ospitò la finale del Mondiale del 1994) nel 1997, Justen Glad firma con la Real Salt Lake Arizona Academy nel 2012. A 15 anni, il giovane difensore entra a far parte delle maglie di un club di MLS, il Real Salt Lake. Si fa notare contribuendo alla vittoria del 2012-13 U.S. Soccer Developmental Academy.<br />
Dopo aver preso parte al ritiro pre-campionato del 2014, è il tecnico Jeff <b>Cassar </b>- appena arrivato per sostituire Jason <b>Kreis</b>, che ha portato la franchigia alla finale di MLS Cup - a decidere di firmare il ragazzo per la prima squadra. Tuttavia, la sua carriera è dovuta passare prima dalla squadra riserve, i Real Monarchs, con i quali segna persino una rete.<br />
Eppure, solo qualche settimana prima, Glad ha esordito in prima squadra in una gara di MLS, giocando l'intera gara persa per 2-1 a Vancouver contro i Whitecaps. Bastano i due anni d'apprendistato per far parte dell'undici titolare nella stagione 2016, la prima con un numero significativo di presenze (31).<br />
Gioca appena una gara con la squadra-B prima di comparire in tutte le competizioni possibili (tra cui la CONCACAF Champions League) e soprattutto di segnare il suo <u><a href="https://youtu.be/ooQVoobQTro?t=27s">primo gol</a></u> da professionista, realizzato sul campo dello Sporting Kansas City e decisivo per la vittoria in trasferta per 2-1.<br />
Un infortunio e la conseguente partecipazione al Mondiale U-20 con gli Stati Uniti hanno limitato il suo impegno nella MLS 2017, ma - una volta rientrato nello Utah - è stato di nuovo messo in campo da titolare. Così come nel 2018, <b>dove Glad ha giocato per ora 26 partite ed è un punto di riferimento per il club nonostante la giovane età</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Per i soli 21 anni sulla carta d'identità, Glad ha già accumulato notevole esperienza nella sua carriera: il manager Cassar l'ha provato anche da terzino, anche se la velocità e la tecnica del ragazzo non sembrano adatte a uno schieramento sul fronte destro della difesa. Meglio da centrale o anche da centrale destro in una difesa a tre (non vista, però, al RSL).<br />
Tuttavia, spunta un dato che indica come si possa lavorare su Glad: la precisione dei passaggi, molto alta per un difensore (84,4% nel 2017). Poi andrebbe studiata la qualità dei passaggi - in verticale o semplicemente scambi con i compagni di reparto -, ma di certo c'è la possibilità di lavorare bene su un classe '97 con così tanta esperienza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2014 - Real Salt Lake: 0 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2015 - Real Salt Lake: 8 presenze, 0 reti / → Real Monarchs: 7 presenze, 1 rete<span style="background-color: #f8f9fa; font-family: sans-serif; font-size: 12.32px; white-space: nowrap;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
2016 - Real Salt Lake: 31 presenze, 2 reti / → Real Monarchs: 1 presenza, 0 reti<span style="background-color: #f8f9fa; font-family: sans-serif; font-size: 12.32px; white-space: nowrap;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
2017 - Real Salt Lake: 18 presenze, 0 reti</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
2018 - Real Salt Lake (in corso): 26 presenze, 0 reti</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>NAZIONALE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Glad ha giocato con diverse rappresentative giovanili, dall'U-17 all'U-20: basti pensare come il centrale sia diventato protagonista degli Stati Uniti nel 2017, quando Glad segna e fornisce un assist negli ottavi di finale del Mondiale U-20 contro la Nuova Zelanda. Il difensore è stato anche parte della squadra vittoriosa nel CONCACAF Championship. </div>
<div style="text-align: justify;">
Già chiamato dalla nazionale maggiore per un'amichevole contro la Bosnia, Glad non ha esordito a gennaio scorso, ma ci sarà più di una chance nel futuro. Con buona parte del gruppo storico lasciato alle spalle dopo la mancata qualificazione a Russia 2018, Glad potrà comunque sfidare gli eccellenti colleghi di reparto (da <b>Brooks </b>a <b>Miazga</b>, passando per Carter-Vickers).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Con un contratto rinnovato fino alla fine di questa stagione, Glad diventa una potenziale occasione soprattutto per i campionati di seconda fascia. Sarebbe interessante vedergli fare un salto in una lega come quella scozzese, dove tutte le squadre - tranne il Celtic - potrebbero beneficiare dell'arrivo di Glad nel proprio club.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pensate anche solo a un'eventuale passaggio del centrale statunitense ai Rangers di Glasgow e a quanto il ragazzo imparerebbe sotto la guida di Steven <b>Gerrard</b>. Insomma, lo spazio per un salto europeo c'è, così come per quello per diventare un punto di riferimento degli Stati Uniti del futuro.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/UUHVfv6BvJ4" width="500"></iframe>
</div>
</div>
</div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-23840748541073822242018-07-31T11:00:00.000+02:002018-07-31T12:27:19.563+02:00ROAD TO JAPAN: Koji Miyoshi (三好 康児)<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti al settimo numero di "Road to Japan", la rubrica che ci consente di scoprire nuovi talenti che si nascondono nella terra del Sol Levante. Oggi ci spostiamo a Sapporo, dove il Consadole si sta godendo - in prestito - un giovane molto interessante, cresciuto dal Kawasaki Frontale: si tratta di Koji <b>Miyoshi</b>, sgusciante folletto classe '97.</div>
<br />
<i><u>SCHEDA</u></i><br />
Nome e cognome: Koji Miyoshi (<span style="font-size: x-small;">三好 康児</span>)<br />
Data di nascita: 26 marzo 1997 (età: 21 anni)<br />
Altezza: 1.68 m<br />
Ruolo: Ala, trequartista<br />
Club: Consadole Sapporo (2018-?)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPq7WysANonTuArTDYejNtJD8AI6AG90azG4SZ8I3X2phyTgNqOEBT9edJtaZVmCmVqK9VkDr6if9H4Ea4h41imzSZANkRz2XFXx4UcEHj_nYZzBulW996nJx8yJ2CgJLUXejURi_6C0Md/s1600/RTJ+-+2018.07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPq7WysANonTuArTDYejNtJD8AI6AG90azG4SZ8I3X2phyTgNqOEBT9edJtaZVmCmVqK9VkDr6if9H4Ea4h41imzSZANkRz2XFXx4UcEHj_nYZzBulW996nJx8yJ2CgJLUXejURi_6C0Md/s400/RTJ+-+2018.07.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>STORIA</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Originario di Tama-ku (un piccolo distretto nella città di Kawasaki, nella prefettura di Kanagawa, costeggiato dal fiume Tama, per l'appunto), Koji <b>Miyoshi </b>nasce nel marzo del 1997. Comincia a giocare a pallone spinto dall'influenza del fratello, ma non è un errore chiamare il ragazzo un "figlio del Kawasaki Frontale", perché la sua carriera è legata al club.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non solo Miyoshi è nato sulle rive del Tama, ma dal 2007 - ovvero dall'età di 10 anni - viene inserito nelle giovanili del club nero-azzurro. Una lunga maturazione, che arriva fino al 2014, quando il 17enne <u><a href="http://www.frontale.co.jp/info/2014/0809_1.html">viene ufficialmente inserito</a></u> nei ranghi della prima squadra. Assieme a lui, c'è Shintaro <b>Kurumaya</b>, una colonna oggi per il club.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'esordio arriva l'anno dopo: il 4 aprile 2015, al termine di una rotonda vittoria (4-1) in casa contro l'Albirex Niigata, il manager Yahiro <b>Kazama </b>manda in campo Miyoshi per un minuto, al posto dell'eroe locale Yoshito Okubo. Nell'ultima gara giocata in prestito per la selezione U-22 in J3, Miyoshi trova anche il primo da professionista contro il Fujieda MYFC.</div>
<div style="text-align: justify;">
Durante l'inverno 2015-16, il club si libera di diversi profili in attacco, tra cui Kenyu Sugimoto e soprattutto <b>Renatinho</b>, venduto a peso d'oro al Guangzhou R&F. A quel punto, Miyoshi ha molto più spazio nella seconda parte della stagione e trova persino quattro gol in appena 11 gare di J1 (tra cui <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=0r6OUSkOySs">il gol che illude il Kawasaki</a></u> sulla possibilità di vincere il titolo).</div>
<div style="text-align: justify;">
Con il cambio di manager (da Kazama a Toru <b>Oniki</b>), le presenze di Miyoshi non sono salite, nonostante il club sia stato impegnato anche in una buona annata in AFC Champions League, chiusa con l'incredibile uscita ai quarti di finale sul campo dei futuri campioni degli Urawa Red Diamonds. Purtroppo, la corsa al titolo ha messo da parte Miyoshi.</div>
<div style="text-align: justify;">
C'è di peggio, perché di sole 13 presenze in J. League, solo sei di esse arrivano dal 1'. Nonostante il premio di miglior giovane in J. League Cup e l'eredità numerica della maglia di Yoshito <b>Okubo </b>(trasferitosi al FC Tokyo), Miyoshi ha preso la decisione di trasferirsi, seppur in prestito, per trovare più spazio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Visto l'affollato reparto offensivo (Ienaga e <b>Abe</b>, senza contare il ritorno di Okubo e l'arrivo di <b>Saito</b>), il classe '97 è passato al Consadole Sapporo, bisognoso di giocatori fantasiosi nel reparto offensivo. La partnership con Chanathip Songkrasin è molto interessante, da vedere all'opera.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
La prima cosa che si può notare è la duttilità del ragazzo: ha giocato da ala, esterno di centrocampo, trequartista e seconda punta. Eviterei di schierarlo da prima punta, anche in emergenza, sebbene quest'epoca calcistica si presti sempre più agli esperimenti. In ogni caso, Miyoshi ha già giocato in differenti posizioni a vent'anni appena compiuti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con questa versatilità, rimane quasi il dubbio su dove sia meglio schierarlo. Personalmente mi piace molto la posizione che sta occupando al Consadole Sapporo: nel classico 3-4-2-1 di Mihailo Petrović, Miyoshi agisce come uno dei due trequartisti dietro il terminale offensivo (uno tra Tokura e Bothroyd). Qualora pensasse a un passaggio in Europa, il ragazzo dovrà necessariamente rinforzarsi dal punto di vista fisico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2015 - Kawasaki Frontale: 5 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2016 - Kawasaki Frontale: 25 presenze, 4 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2017 - Kawasaki Frontale: 20 presenze, 3 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2018 - Consadole Sapporo (in corso): 15 presenze, 1 rete</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>NAZIONALE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Miyoshi ha avuto il merito di farsi tutta la trafila delle giovanili: ha giocato un Mondiale di categoria sia con l'U-17 nel 2013 (con Kento Misao e Taro Sugimoto) che con l'U-20 nel 2017 (con Yuta Nakayama, Ritsu Doan, Takefusa Kufo, Takehiro Tomiyasu e tanti altri). Non solo, perché Miyoshi sarà ancora in età nel 2020 per esser convocato per l'Olimpiade di Tokyo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La nazionale senior potrebbe aspettarlo a breve. Penso che sia difficile vederlo in squadra prima della Coppa d'Asia di gennaio 2019, ma se continuasse a crescere - specie con l'aiuto del Consadole Sapporo e gli insegnamenti di Mihailo <b>Petrović </b>-, il neo-c.t. Hajime <b>Moriyasu </b>potrebbe dargli una chance.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Miyoshi è uno di quei giocatori che può crescere molto e può farlo all'improvviso. Penso che qualunque squadra europea - anche quelle di metà classifica dei campionati più prestigiosi - sarebbe fortunata a portare a casa un ragazzo del genere. Miyoshi è una delle gemme della prossima generazione e presto avrà le potenzialità per farcela anche in Europa.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/NJ4fa3-MHbg" width="500"></iframe>
</div>
</div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-8852402317433666162018-07-23T14:30:00.000+02:002018-07-24T14:47:15.429+02:00UNDER THE SPOTLIGHT: Alphonso Davies<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti a una nuova puntata di "Under The Spotlight", la rubrica con la quale spaziamo nel mondo per scoprire i vari talenti sul globo. Con una puntata leggermente in ritardo (causa finale del Mondiale in Russia), ci spostiamo in Canada, dove un anno fa si è rivelato un potenziale crack: Alphonso <b>Davies </b>può rappresentare il nuovo che avanza.</div>
<br />
<i><u>SCHEDA</u></i><br />
Nome e cognome: Alphonso Boyle Davies<br />
Data di nascita: 2 novembre 2000 (età: 17 anni)<br />
Altezza: 1.81 m<br />
Ruolo: Ala, seconda punta<br />
Club: Vancouver Whitecaps (2016-?)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcqyV0G1DxhzmZURrrXmwQ5b22x4oWEDpYXDTZ1obY_ySWjh9qb0jyNDCRqbuF8eOxKTth0sLGK_DXFMH016WfbyPHno71wXpPUR4uWFxeweT3ui5z4GCIFsRQiYEP2FYavSMEQ_bhXOo-/s1600/UTS+-+2018.07.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="460" data-original-width="815" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcqyV0G1DxhzmZURrrXmwQ5b22x4oWEDpYXDTZ1obY_ySWjh9qb0jyNDCRqbuF8eOxKTth0sLGK_DXFMH016WfbyPHno71wXpPUR4uWFxeweT3ui5z4GCIFsRQiYEP2FYavSMEQ_bhXOo-/s400/UTS+-+2018.07.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<span style="text-align: justify;"><i>STORIA</i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
Buduburam non è una piccola città all'interno del Canada, bensì un campo di rifugiati aperto dall'UNHCR nel 1990. Si trova nel Gomoa East District, affacciato sull'Oceano Atlantico. Inizialmente il campo è stato aperto per accogliere rifugiati in fuga dalle guerre civili che hanno devastato la Liberia tra il 1989 e il 2003, ma è diventato altro.<br />
Oltre ad accogliere ulteriori rifugiati - stavolta in fuga dalla Sierra Leone, anch'essa dilaniata dalla guerra civile durante gli anni '90 -, Buduburam è diventato il luogo di nascita di Alphonso Davies. Il campo ha chiuso le proprie attività nel febbraio 2011, ma nel novembre 2000 ha visto la nascita di questo ragazzino di origini liberiane.<br />
I suoi genitori erano scappati durante la seconda guerra civile (durata dal '99 al 2003): solo quando Alphonso ha cinque anni, la famiglia decide di trasferirsi in Canada. La prima destinazione è Windsor, quasi al confine con gli Stati Uniti e non lontano da Toronto; poi il passaggio a Ovest e lo spostamento a Edmonton, prima di arrivare a Vancouver.<br />
Nel 2015, i Whitecaps lo scoprono: i genitori <u><a href="https://www.sportsnet.ca/soccer/alphonso-davies-canada-national-team-vancouver-whitecaps-mls-major-league-soccer/">sono già felici</a></u> di quanto il Canada abbia cambiato loro la vita, ma indubbiamente approdare a Vancouver rappresenterebbe un'enorme opportunità. Nonostante non abbia nemmeno 16 anni, i Whitecaps inseriscono il giovane Davies nel <i>pre-season </i>tour dell'inverno 2016 e gli danno anche qualche chance in prima squadra.<br />
Mentre Alphonso gioca con le riserve, il club si è già convinto: contratto fino al 2018, con possibilità di allungamento per le stagioni 2019 e 2020. Intanto, arriva anche l'esordio in prima squadra e la prima rete da pro, realizzata al Children's Mercy Park in CONCACAF Champions League per una vittoria allo scadere contro lo Sporting Kansas City.<br />
In più, Davies è diventato il secondo più giovane di sempre a comparire in una gara di MLS: la sua entrata in campo contro Orlando City a luglio 2016 <u><a href="https://www.sportsnet.ca/soccer/youngster-alphonso-davies-impresses-mls-debut-whitecaps/">è seconda</a></u> solo all'intramontabile record di Freddy Adu. La crescita è continuata gradualmente, fino ad arrivare a prestazioni pazzesche: ancora contro Orlando, stavolta due anni più tardi. Risultato? <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=Gto5Uk13JnY">Tre assist e un gol</a></u>, praticamente inarrestabile.</div>
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<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i></div>
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Per la sua conformazione fisica e atletica, lo scatto e la velocità insensata sono sempre state ovvie caratteristiche del calcio di Davies. Le si poteva vedere già nel 2016, quando i primi semi del suo calcio <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=sCgXbesE8GY">erano stati intravisti</a></u> per i campi d'America. Tuttavia, a un gioco così veloce si accompagnava un controllo molto confusionario della sua corsa e potenza.<br />
Oggi l'entropia assoluta ha lasciato spazio alla crescita e quindi a un calcio più ragionato, sia nelle scelte di gioco che (e non era scontato) nell'approccio difensivo. Sebbene le sue capacità tecniche sembrino ancora grezze, esse lasciano comunque <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=D4nN3VFVpmY">intravedere un ottimo avvenire</a></u> per Davies, visto che sulla tecnica si può tranquillamente lavorare. Specie se hai di fronte un ragazzo di neanche 18 anni.<br />
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<i>STATISTICHE</i></div>
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2016 - Vancouver Whitecaps: 15 presenze, 1 rete / Whitecaps FC 2: 11 presenze, 2 reti</div>
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2017 - Vancouver Whitecaps: 33 presenze, 3 reti</div>
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2018 - Vancouver Whitecaps (in corso): 20 presenze, 3 reti</div>
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<i>NAZIONALE</i></div>
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La sua storia con il Canada sembra avere le stimmate del predestinato: nato in Ghana, Davies ha dovuto passare un test di cittadinanza per giocare con la squadra senior del Canada. Dopo aver giocato per l'U-16 e l'U-20, l'ala dei Whitecaps ha esordito con il Canada <u><a href="https://twitter.com/CanadaSoccerEN/status/874791489787875330">nel giugno 2017</a></u>, comparendo in un'amichevole contro Curaçao.<br />
Dopo esser diventato il più giovane di sempre a giocare per il Canada, Davies è stato convocato - a sorpresa - per la Gold Cup del mese successivo. La scelta dell'allora c.t. Octavio <b>Zambrano </b>ha pagato: nonostante la giovane età, Davies ha segnato due gol nella gara inaugurale contro la Guiana francese e poi un'altra rete contro la Costa Rica. A fine torneo, sarà miglior giovane, uno dei capocannonieri e verrà incluso nella Top 11.</div>
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Con il Mondiale del 2026 ormai assegnato al trittico Stati Uniti, Messico e Canada - nonché pensando alla probabile automatica qualificazione della nazionale canadese -, che Davies possa essere il primo giocatore a segnare il primo gol di sempre per <i>Les Rouges</i> in Coppa del Mondo? Avrà solo 25 anni in quel momento per vendicare l'edizione in bianco del 1986.</div>
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<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
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Visti che la MLS sta salendo di livello e la sua giovane età, è giusto che Davies per ora rimanga in Canada. I Whitecaps sono un ambiente tranquillo per crescere, magari per un paio d'anni: all'inizio del 2020, se le premesse saranno state mantenute, allora si potrà pensare a un salto europeo, magari partendo da una lega di seconda fascia (Belgio, Olanda, Svizzera).<br />
In questi giorni <u><a href="https://www.mlssocceritalia.com/alphonso-davies-al-bayern-per-una-cifra-record/">si parla addirittura di Bayern e PSG</a></u>, chissà che questo passaggio non possa diventare realtà, anche a cifre importanti. L'importante è evitare di diventare un altro Julian Green, fermo restando che un'eventuale esperienza a questi livelli farebbe bene non solo a Davies, ma a tutto il movimento canadese.</div>
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/2Dpcz_7KiJg" width="500"></iframe>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-47060647070940654282018-07-16T10:04:00.000+02:002018-07-16T10:04:06.114+02:00Una giovane Restaurazione.<div style="text-align: justify;">
Come ricorderemo Russia 2018? Forse come il Mondiale delle occasioni sprecate, del gioco reazionario e difensivo, delle gare tirate e finite in gran parte con un gol di scarto (31 su 64, quasi il 50%. Aggiungendoci i 13 pareggi, arriviamo a 44 gare su 64!). <b>Ma soprattutto sarà il Mondiale di una generazione d'oro, un'altra, che ha riportato il Mondiale in Francia a vent'anni dal primo</b>.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUkZQ_hM6_WhPsWcDhyeBkF3VB10U3bQ6hJ_5XyjUVf5CqSQ19mQUeUzMdGH_nLvdzKDYGfpr1-XkI4otsYn5UWT19h6_kZPVEx2lD3IpIHpQjliCFdGYUWs0oFmcEubmF4DaWJ1A_vWlY/s1600/Francia_Deschamps_Getty.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="462" data-original-width="738" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUkZQ_hM6_WhPsWcDhyeBkF3VB10U3bQ6hJ_5XyjUVf5CqSQ19mQUeUzMdGH_nLvdzKDYGfpr1-XkI4otsYn5UWT19h6_kZPVEx2lD3IpIHpQjliCFdGYUWs0oFmcEubmF4DaWJ1A_vWlY/s400/Francia_Deschamps_Getty.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Didier Deschamps, 49 anni, ha vinto il Mondiale da giocatore e allenatore: il terzo a riuscirci dopo Zagallo e Beckenbauer.</span></div>
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Molti hanno parlato di una finale spettacolare, riferendosi all'ultimo atto tra Francia e Croazia. Nei gol non si può certo smentire tale assunto (4-2, sei gol: l'ultima volta nel 1966), ma sul campo - soprattutto il primo tempo - sembra aver smentito il concetto. La Francia ha giocato come in tutto questo Mondiale, attendendo l'avversario e sfruttando <b>Giroud </b>o Mbappé per ripartire.</div>
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Paradossalmente nell'ultimo atto è mancato uno dei candidati al MVP di questo Mondiale, ovvero N'Golo <b>Kanté</b>: decisivo per arrivare in finale, il mediano del Chelsea è stato ammonito e persino sostituito dopo 55' da <b>N'Zonzi</b>. Poco male, perché a quel punto la finale aveva preso la strada giusta, nonostante un 2-1 sofferto nella prima frazione.</div>
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La punizione di <b>Griezmann </b>spizzata in porta da Mandzukic (con il dubbio del fuorigioco passivo di Pogba, che disturba il suo ex compagno), il pareggio straordinario di <b>Perisic </b>(con l'esultanza <i>a-là-CR7</i>), il contestato rigore del 2-1 trasformato ancora da Griezmann (parere personale: c'era): il tutto senza che la Francia abbia fatto un vero tiro in porta nei primi 45'.</div>
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Al ritorno in campo, la Croazia ha comunque creato un pericolo con Rebic, prima di arrendersi alla potenza contropiedista dei francesi. Prima <b>Pogba </b>ha sventagliato per Mbappé e dallo sviluppo dell'azione è stato lo stesso uomo del Manchester United a segnare il 3-1, poi è arrivata la staffilata di <b>Mbappé </b>per la quarta rete (che azione Lucas Hernandez).</div>
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Da lì, neanche l'unico errore di <b>Lloris </b>in questo Mondiale - un tentativo di tunnel con il piede debole su <b>Mandzukic</b>, conclusosi con il gol del centravanti della Juventus - ha veramente riportato la partita in un equilibrio di qualche tipo. La Francia ha amministrato, sfiorando persino il quinto in due occasioni. Alla Croazia è rimasto l'onore delle armi.</div>
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La pioggia ha poi avvolto lo scenario di Mosca, con capitan Lloris che ha alzato la coppa e <b>Modric </b>miglior giocatore del torneo, seguito da Mbappé (miglior giovane), <b>Courtois </b>(miglior portiere) e Kane (capocannoniere, seppure gli autogol siano stati il doppio delle reti segnate dal centravanti del Tottenham e della nazionale inglese).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVbMWyIgqkBhGF5GS4ZAByfoVZaQ_oe0IQ_P4zY6Q9WP1Co7fkysltbYAoJU3VMFZbvXXIYyxr89U-YLPBuNmwgy6xLx59b441Rf9MF0NQXd0OV0ovGjfEJU6fGuV6XScQcdSVo_cIUSP1/s1600/c2f6dbe5-066e-4c41-b42c-fff9ca92cce0.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="296" data-original-width="525" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVbMWyIgqkBhGF5GS4ZAByfoVZaQ_oe0IQ_P4zY6Q9WP1Co7fkysltbYAoJU3VMFZbvXXIYyxr89U-YLPBuNmwgy6xLx59b441Rf9MF0NQXd0OV0ovGjfEJU6fGuV6XScQcdSVo_cIUSP1/s400/c2f6dbe5-066e-4c41-b42c-fff9ca92cce0.gif" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Il momento in cui finisce la finale 2018: Paul Pogba segna il 3-1.</span></div>
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Cosa rimarrà di questo Mondiale, quindi? Al di là di cosa accadrà nel suo futuro, Didier <b>Deschamps </b>ha creato una sua <i>legacy</i>: la Francia ha vinto due Mondiali e lui c'era in entrambi. Nel '98 era il capitano, oggi il commissario tecnico. Un allenatore contestato, a volte incomprensibile, ma che ha trovato in un assetto conservativo il miglior vestito per questa nazionale.</div>
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Dopo aver perso la finale dell'Europeo 2016 in casa, c'era timore che questa generazione di giocatori dovesse attendere per alzare un trofeo. Invece le aggiunte di Mbappé e Lucas <b>Hernandez </b>hanno completato il mosaico e ora la Francia si gode un titolo meritato, perché - in un Mondiale dal gioco reazionario - si è mostrata la squadra che si è adattata meglio allo scenario corrente.</div>
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La Croazia non ha vinto il Mondiale, ma ha saputo superare la classe del '98 e già questo è un miracolo, calcolando che a ottobre 2017 la squadra aveva ceduto la guida del suo girone all'Islanda e si giocava una sorta di primo spareggio in Ucraina. Poi l'arrivo di <b>Dalic </b>e la vittoria del play-off contro la Grecia ci ha condotto a questo momento.</div>
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La Croazia è stata la migliore squadra della fase a gironi, però mi è sembrata un po' mancare nella fase a eliminazione diretta. Paradossalmente, la Croazia sarebbe potuta uscire nelle gare in cui avrebbe anche meritato una punizione (contro Danimarca e Russia), mentre ha giocato al meglio la semifinale e il primo tempo della finale.</div>
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Se da una parte mi auguro che Luka Modric possa alzare il Pallone d'Oro a fine anno, dall'altra Belgio e Inghilterra hanno di che sorridere, seppur in modo diverso. La generazione d'oro del Belgio ha ottenuto il risultato tanto atteso (e forse <b>Hazard </b>sarebbe stato da MVP), mentre l'Inghilterra - seppur incompleta e ancora poco continua - può sorridere in vista di Qatar 2022.</div>
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Ma forse la lezione più importate di questo Mondiale è quella tattica. Se il 2006 è stato l'inizio di alcune tradizione (salida lavolpiana, primi semi del tiki-taka, i primi risultati del processo tedesco), questo 2018 potrebbe esser ricordato per le difese basse, i baricentri arretrati, le linee strette e l'attendismo. Che una Restaurazione sia in atto?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxnx7Ej_IU-s7vNpAZqVjbxYJaAOqphU04li1kp9X2TQr5bhKvQ0rd_nKuQGzb4RoMgmhmECkRml63t1kllPrIg64Zt9hchn6N5564b0hOi8Y6mF4PRbY7oYLMGrofz1dKxC3zDi16XI9v/s1600/world-cup-final-france-v-croatia_4c1a6e46-8863-11e8-a662-45bbb3f001dc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="960" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxnx7Ej_IU-s7vNpAZqVjbxYJaAOqphU04li1kp9X2TQr5bhKvQ0rd_nKuQGzb4RoMgmhmECkRml63t1kllPrIg64Zt9hchn6N5564b0hOi8Y6mF4PRbY7oYLMGrofz1dKxC3zDi16XI9v/s400/world-cup-final-france-v-croatia_4c1a6e46-8863-11e8-a662-45bbb3f001dc.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Antoine Griezmann, 27 anni, <i>deus ex machina</i> di una Francia da titolo.</span></div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-15268423603496122622018-07-03T14:25:00.001+02:002018-07-03T14:25:12.069+02:00Questa volta.<div style="text-align: justify;">
«<i>Travolta dalle diatribe interne e da un vero ricambio generazionale (ci si aspettava qualcosa in questo senso), la nazionale giapponese ha staccato il biglietto per la sesta Coppa del Mondo consecutiva, ma non sembra avere le potenzialità per uscire dal girone. [...] Il rischio che Russia 2018 sia una brutta copia di Brasile 2014 è alto</i>».</div>
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Questa la mia preview sul Giappone prima dell'inizio del Mondiale. Dopo ieri sera, però, forse qualcosina va rimesso in ordine.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRvRhXg1io2kcSXscOSY4Sge-0UlNo0jJyCw0kSIiphV__ojH4Wv8k4RW8pibWFruGbhUfC8SsTOvCSo4R_qZh_HjxLx-6F5ULnITExQQWyt4MeCrqlPHAcAbes3GmCjhiWzfF5hLSdz13/s1600/Belgium-Japan-03072018071333-1000x0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="562" data-original-width="1000" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRvRhXg1io2kcSXscOSY4Sge-0UlNo0jJyCw0kSIiphV__ojH4Wv8k4RW8pibWFruGbhUfC8SsTOvCSo4R_qZh_HjxLx-6F5ULnITExQQWyt4MeCrqlPHAcAbes3GmCjhiWzfF5hLSdz13/s400/Belgium-Japan-03072018071333-1000x0.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Minuto 93: Chadli ha appena chiuso in gol il contropiede belga. Gli ottavi finiscono qui, così come l'avventura del Giappone a Russia 2018.</span><br />
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La realtà ha fatto più male di quello che si poteva pensare: l'eliminazione non è arrivata al girone, bensì a 30 secondi dai supplementari degli ottavi di finale, dopo aver condotto con un doppio vantaggio una gara che poteva essere decisamente gestita meglio. Il finale - 3-2 per un Belgio che è sembrato comunque vulnerabile - fa malissimo.</div>
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La partita ha ricordato per diversi tratti il 4-3 subito dal Giappone nella seconda gara del girone della Confederations Cup, quella giocata contro l'Italia. All'epoca, i nipponici andarono in vantaggio per 2-0 con i gol di Kagawa e Honda prima di esser scavalcati sul 3-2, rimontare sul 3-3 e infine perire per una rete di Giovinco nel finale.</div>
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In quella gara, nel caldo torrenziale di Manaus e sostenuto dal tifo di diversi brasiliani (in Brasile c'è la maggiore comunità nipponica in un paese estero), il Giappone mostrò tutte le sue forze e pecche. Un calcio scintillante, fatto di possesso e palla a terra, ma anche di distrazioni, mancanze di concentrazione e forse anche di cattiveria.</div>
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La gara contro il Belgio ha riassunto - seppur in un'epoca diversa - tutti questi punti: se dopo cinque anni i problemi rimangono gli stessi, vuol dire che la JFA non ha lavorato al meglio. Nonostante gli aggiustamenti, i cambi e le prospettive negative pre-Mondiale, quando si è in doppio vantaggio a mezz'ora dalla fine, la gara va portata a casa.</div>
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Anche perché "portarla a casa" avrebbe voluto dire giocare il primo quarto di finale nella propria storia a un Mondiale. E quanto avrebbe significato per una nazione che trent'anni fa non era neanche lontanamente vicino al Mondiale, anzi giocava la prima Coppa d'Asia di sempre? Tantissimo. Ma la gestione della partita è stata tremenda.</div>
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Dopo un ottimo game plan in campo, eseguito bene e senza grossi rischi (se escludiamo il palo di Hazard), Nishino avrebbe forse dovuto reagire all'entrata di Chadli e Fellaini a mezz'ora dalla fine. Un cambio sarebbe servito più di altri, ovvero inserire un terzo centrale e passare a un 3-5-1-1, inserendo Ueda al posto di Haraguchi.</div>
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Il centrale dei Kashima Antlers - molto forte nel gioco aereo - avrebbe permesso di respirare nei duelli aerei, che sono stati la chiave della rimonta belga. Una squadra super-spinta per il suo gioco e le sue stelle ha dovuto ricorrere alla forza bruta per rimontare, sfruttando l'ingenuità giapponese e i cambi tardivi di Nishino.</div>
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<iframe frameborder="0" height="281px" scrolling="no" src="//gifs.com/embed/takashi-inui-goal-belgium-v-japan-match-54-qYqJg7" style="-webkit-backface-visibility: hidden; -webkit-transform: scale(1);" width="500px"></iframe>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Un momento bellissimo, il 2-0 di Inui. Poi il pata-trac e la rimonta.</span></div>
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Un trio difensivo con Ueda, Shoji e Yoshida avrebbe magari faticato in fase d'impostazione, ma con il doppio vantaggio dalla propria, poco sarebbe importato. E invece il gollonzo di Vertonghen - secondo me voluto dal centrale del Tottenham, complice anche la poca attenzione di Kawashima - ha cambiato l'inerzia della gara. Per sempre.</div>
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Guardate il 2-2: c'è qualcosa che il Giappone potrebbe aver fatto diversamente? No. Quello è forse l'unico dei sette gol subiti a questo Mondiale su cui i Samurai Blue non potevano far nulla. Fellaini è accoppiato a Hasebe, che gli rende più di 10 centimetri. E a parte Hazard (destinato a battere i corner), non era rimasto più nessun "piccolo" da difendere. </div>
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Il finale è stato agonico, con la sensazione che il Giappone pensasse ai supplementari, ma che al tempo stesso potesse trovare un guizzo tramite il suo giocatore più iconico. Keisuke Honda è entrato e ha giocato appena 15', ma ha avuto due palloni pesanti sul suo piede per svoltare la gara, tra cui una splendida punizione da 30-35 metri.</div>
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Sventato il pericolo sul fendente del mancino nipponico, il Belgio ha raccolto la palla dal conseguente angolo e ha liberato i suoi centometristi. Kevin de Bruyne, limitato ottimamente da Osako e Kagawa per tutta la gara, si è ritrovato con campo libero e superiorità numerica: da lì, palla a Meunier e poi a Chadli, che ha chiuso la partita.</div>
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L'uscita è forse giusta, sia per le ingenuità che per le occasioni create. Ma sul 2-0 e con la situazione al 60', fa malissimo aver visto quanto successo ieri a Rostov sul Don. Il Giappone deve ripartire con la consapevolezza che c'è del materiale su cui lavorare e che la Coppa d'Asia è vicina, ma i rimpianti rimarranno. Così come sono rimasti per il 2010 e per il 2002.</div>
<div style="text-align: justify;">
E adesso? Adesso la JFA dovrà decidere cosa fare. Keisuke Honda pare aver optato per il ritiro dalla nazionale, così come Gotoku Sakai. Ma la scelta più importante sarà quella dell'allenatore: <u><a href="https://twitter.com/nellosplendor/status/1014061781487112192">ho un'idea sul futuro</a></u> e sul successore di Nishino (che ha comunque fatto un buon lavoro), ma c'è anche la possibilità che l'ex tecnico del Gamba Osaka veda il suo contratto rinnovato.</div>
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Il Giappone ha segnato i primi gol in un match della fase a eliminazione diretta. Ha segnato il maggior numero di gol mai fatti a un Mondiale. Ha raggiunto gli ottavi per la terza volta nella sua storia (prima asiatica a farlo), sfiorando un upset da capogiro. Ma ci vuole molto più per stabilizzarsi a questi livelli, è bene ricordar(se)lo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2Co9ptj39NtfBATkrL8cF6qIc2rAB73_KL28mj2O23A5mFNJdTXpeJt7iJSneRtNl32Qf6I0IrU5BisYwFdgeNvNXH1puuIB886FHnJXqgwtwyPeqJQqPxMN1rPwRo6ihK_ZgfIkDxB0V/s1600/2018-07-02T180948Z_1438555454_RC16CFEEE720_RTRMADP_3_SOCCER-WORLDCUP-BEL-JPN.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="657" data-original-width="1000" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2Co9ptj39NtfBATkrL8cF6qIc2rAB73_KL28mj2O23A5mFNJdTXpeJt7iJSneRtNl32Qf6I0IrU5BisYwFdgeNvNXH1puuIB886FHnJXqgwtwyPeqJQqPxMN1rPwRo6ihK_ZgfIkDxB0V/s320/2018-07-02T180948Z_1438555454_RC16CFEEE720_RTRMADP_3_SOCCER-WORLDCUP-BEL-JPN.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Akira Nishino, 63 anni, ha fatto un lavoro deegno di applausi.</span></div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-14135924811032814682018-06-30T11:45:00.000+02:002018-07-01T13:14:37.685+02:00ROAD TO JAPAN: Takuma Nishimura (西村 拓真)<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti al sesto numero di "Road to Japan", la rubrica che ci consente di scoprire i talenti sparsi per il panorama nipponico. Oggi ci spostiamo a Sendai, dove il Vegalta è la squadra di riferimento. Un club ogni anno pronosticato per la retrocessione e che anche quest'anno si sta allontanando da questo rischio. Anche grazie ai gol di Takuma <b>Nishimura</b>.</div>
<br />
<i><u>SCHEDA</u></i><br />
Nome e cognome: Takuma Nishimura (西村 拓真)<br />
Data di nascita: 22 ottobre 1996 (età: 21 anni)<br />
Altezza: 1.78 m<br />
Ruolo: Seconda punta, ala<br />
Club: Vegalta Sendai (2015-?)<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQVe4efA6tHfDNLYd_IAnphRw23UyLTcAT7CAjLBXAcpneF-ka0Ux6eRsiZ-6IwT1atY2WNYa-X7YNQGtajqJ98P-ELw7ow-sXLNkDgqBbo1S3eUnnsATWSuwBdK3PD5T8N9ADMzBF2KIP/s1600/RTJ+-+2018.06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="719" data-original-width="1080" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQVe4efA6tHfDNLYd_IAnphRw23UyLTcAT7CAjLBXAcpneF-ka0Ux6eRsiZ-6IwT1atY2WNYa-X7YNQGtajqJ98P-ELw7ow-sXLNkDgqBbo1S3eUnnsATWSuwBdK3PD5T8N9ADMzBF2KIP/s400/RTJ+-+2018.06.jpg" width="400" /></a></div>
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<i>STORIA</i></div>
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Nato a Nagoya (città principale della prefettura di Aichi) nell'ottobre '96, Takuma Nishimura viene introdotto al calcio alla giovanissima età di quattro anni. La sua infanzia dovrebbe svilupparsi nella città d'origine, ma poi si ritrova a Toyama per frequentare lì il liceo, visto che l'omonima prefettura è anche il posto in cui vivono i suoi nonni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Presente con la squadra persino alla Prince Takamado Cup (una prestigiosa competizione per squadre U-18 e U-15), Nishimura viene selezionato per giocare in una selezione proveniente dalla macro-regione del Hokushinetsu, disputando qualche gara nel 92° torneo nazionale. Finiti i propri doveri, è il Vegalta Sendai a selezionarlo per entrare in squadra.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel suo primo anno da professionista, di fatto Nishimura non gioca mai. Esordisce nei pro con la selezione J. League U-22, che è al primo anno in J3. Gioca contro il Renofa Yamaguchi, poi tre giorni più tardi esordsice anche con il Vegalta, giocando ben 78' dell'ultima gara del girone in J. League Cup contro il Kawasaki Frontale.</div>
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Mentre molti vengono sballottati tra prima squadra e J. League U-22, Nishimura rimane per giocarvi almeno tre-quattro mesi. E proprio in una trasferta vittoriosa sul campo dello YSCC Yokohama, il giovane attaccante trova il primo gol da professionista: Nishimura segna il 3-0, con la stessa squadra che vede Shindo e Miyoshi tra i ranghi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Al Vegalta Sendai, l'allenatore è Susumu <b>Watanabe</b>, ancora oggi alla guida della squadra della prefettura di Miyagi. Tornato al Vegalta a pieno regime, il tecnico decide di dare più fiducia al classe '96: 15 presenze in tutte le competizioni, compresa la <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=vcYlDdG8u7I">prima rete</a></u> con il Vegalta, realizzata contro il Ventforet Kofu per l'1-1 finale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per la stagione 2017, però, Watanabe perde quasi tutto il reparto offensivo: salutano Wilson, Kanazono e soprattutto Ramon <b>Lopes</b>, l'uomo che di fatto aveva messo il suo marchio sulla salvezza della stagione precedente. Arrivano Ishihara, Crislan e il veterano Hirayama. Tuttavia, Watanabe sa che è tempo di lanciare Nishimura.</div>
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Le presenze si impennano improvvisamente, diventando 39 nel 2017: Nishimura non segna molto (appena quattro reti), ma ha solo 21 anni e il suo compito è principalmente quello di ruotare attorno a Crislan o <b>Ishihara </b>per consentire di loro concentrarsi sulla realizzazione, mentre il numero 30 pressa tutto ciò che c'è nella sua zona di competenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il 2017 è stato un anno di importante apprendimento per Nishimura: quando <b>Crislan </b>- 13 gol, fondamentale per la salvezza - saluta per andare allo Shimizu S-Pulse e Hirayama si ritira, Watanabe non fa altro che dare più compiti a Nishimura. Che sta ripagando la fiducia del suo allenatore: 21 presenze, già 11 reti (di cui sei in campionato).</div>
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<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i></div>
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Vincitore del "New Hero Award" nella J. League Cup 2017 (dove il Vegalta ha sfiorato la semifinale), Nishimura è tatticamente collocabile in diverse posizioni: la sua capacità di sacrificio gli permette di giocare da ala e non escludo che possa schierarsi anche da esterno di centrocampo in una linea a quattro in situazioni di vera emergenza.</div>
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Al Vegalta, in realtà, Watanabe lo schiera davanti, schierandolo da seconda o prima punta a seconda del compagno d'attacco. Ciò che colpisce è la fluidità dei suoi movimenti, consequenziali ma sempre ben pensati. La facilità di tiro, che quest'anno sta uscendo fuori con prepotenza: basti guardare i gol contro il Nagoya Grampus <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=pvyn_Npkj-Q">per capirlo al volo</a></u>.</div>
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Su cosa può migliorare? Certamente ha bisogno di rinforzare il proprio fisico, perché in Europa farebbe fatica. E forse anche un miglioramento del <i>decision-making</i> aiuterebbe. Ma nulla che un classe '96 non possa veramente aggiustare.</div>
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<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2015 - Vegalta Sendai: 1 presenza, 0 reti / → J. League U-22: 14 presenze, 1 rete</div>
<div style="text-align: justify;">
2016 - Vegalta Sendai: 15 presenze, 1 rete</div>
<div style="text-align: justify;">
2017 - Vegalta Sendai: 39 presenze, 4 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2018 - Vegalta Sendai (in corso): 21 presenze, 11 reti</div>
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<br /></div>
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<i>NAZIONALE</i></div>
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Peccato che Nishimura non sia in età da Tokyo 2020, altrimenti sarebbe stato uno da chiamare senza alcun dubbio. E invece dovrà rinunciarvi, a meno che non partecipi come fuori quota. Poco male, perché dopo il Mondiale inizierà un nuovo ciclo, con sei amichevoli pre-Coppa d'Asia. Onestamente una chiamata la farei se le prestazioni continuano a esser di questo tipo.</div>
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<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
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Nishimura è una di quelle operazioni che si può fare a costi bassi e ragionevoli: vedrei bene una squadra belga a prelevarlo alla fine della stagione, specie se confermasse la forma su cui si sta attestando.</div>
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Per altro, un'esperienza all'esterno non sarebbe nemmeno una novità per Nishimura, che ne ha già fatta una: sul finire del 2016, il Vegalta ha scelto lui e altri cinque giocatori per un <u><a href="https://www.sponichi.co.jp/soccer/news/2016/11/24/kiji/K20161124013784030.html">erasmus calcistico</a></u> al Fortuna Köln. Una doppia cifra di reti in J1 League potrebbe spingere qualche club a osservare più attentamente le sue prestazioni.</div>
<div style="color: black; font-family: "times new roman"; font-size: medium; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin: 0px; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/g0clFOZLBm0" width="500"></iframe>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-68146801175190865502018-06-20T10:47:00.000+02:002018-06-24T12:51:57.711+02:00UNDER THE SPOTLIGHT: Alex Gersbach<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti a "Under the Spotlight", la rubrica che ci consente di scoprire i talenti che si aggirano per il globo. Con notevole ritardo, arriva il sesto numero di questo 2018, che stavolta ci porta in Francia. Scopriamo un ragazzo che ha preso un aereo da Sydney per trasferirsi prima in Norvegia e poi nel nord della Francia: Alex <b>Gersbach</b>.</div>
<br />
<u><i>SCHEDA</i></u><br />
Nome e cognome: Alexander Joseph Gersbach<br />
Data di nascita: 8 maggio 1997 (età: 21 anni)<br />
Altezza: 1.83 m<br />
Ruolo: Terzino sinistro<br />
Club: RC Lens (2018-?)<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLz14VV8MZpZ9N3izfmwh1-TU1P4wLEPMRn5Axm-MFkkIYRDDJjgD3nBKC0UWiXI-1tBKVzLwxwXb-EfLTxkZmA7rs3M7cblyaCRIQwdpnN4Q855v6YDQBbNptpJqVft0h-RfioklLXs19/s1600/RTJ+-+2018.06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="759" data-original-width="1350" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLz14VV8MZpZ9N3izfmwh1-TU1P4wLEPMRn5Axm-MFkkIYRDDJjgD3nBKC0UWiXI-1tBKVzLwxwXb-EfLTxkZmA7rs3M7cblyaCRIQwdpnN4Q855v6YDQBbNptpJqVft0h-RfioklLXs19/s400/RTJ+-+2018.06.jpg" width="400" /></a></div>
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<i>STORIA</i></div>
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Alex Gersbach nasce nei dintorni attorno alla metropoli di Sydney, nello stato del New South Wales: qualcuno parla di <b>Sutherland </b>(cittadina di 10 mila anime), altri di <b>Auburn </b>(più grande: 38 mila cittadini), ma la grande città australiana rappresenta il suo inizio. E come molti australiani, ha origini estere: da parte materna c'è quella greca, dal padre quella tedesca.</div>
<div style="text-align: justify;">
Cresciuto effettivamente a Sutherland, Gersbach frequenta il St. Patrick's College prima di trasferirsi a Canberra, dove si alterna la high school locale e sopratutto l'<b>Australian Institute of Sport</b>, capace di generare diversi atleti dello sport australiano. Un'eccellenza come l'AIS può permettersi anche una squadra di calcio, dove Gersbach esordisce.</div>
<div style="text-align: justify;">
Cresciuto come centravanti, il ragazzo viene trasformato in un terzino fluidificante: anzi, Gersbach è uno degli ultimi prodotti del FFA Centre of Excellence, poi chiuso nel 2017. Parliamo di un'istituzione in grado di produrre diversi nazionali e che ha avuto come ultimo manager - dal 2012 al 2017 - Tony <b>Vidmar</b>, ex nazionale australiano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gersbach gioca appena 16 gare nella seconda divisione australiana - la National Premier Leagues Capital Football, che però (come in MLS) non ha retrocessioni o promozioni - e queste apparizioni bastano <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=BFSqfcJPAew">per farlo notare</a></u> agli occhi del Sydney FC, che lo tessera nel 2014 con un contratto biennale. Il tecnico Graham <b>Arnold </b>non ha paura di lanciarlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
A 17 anni, appena arrivato, Gersbach gioca parecchio: 23 presenze nella prima stagione, 10 nella seconda. Un <u><a href="https://www.smh.com.au/sport/soccer/sydney-fc-sign-alex-gersbach-one-of-australias-best-young-footballers-20140720-zv1m6.html">biglietto da visita</a></u> che lo mette in luce non solo in Australia, ma anche all'estero: nel gennaio 2016, è il Rosenborg a prelevarlo per una cifra attorno ai 500 mila dollari. Anche in quel caso, i norvegesi non impiegano molto a metterlo in campo.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'allenatore è Kåre <b>Ingebrigtsen</b>, che ha capito quali siano le potenzialità di Gersbach e lo schiera come titolare. L'impatto è di buon livello e la scelta del giocatore è stata intelligente: il Rosenborg è tornato a dominare in patria, vincendo due campionati, una coppa nazionale e una Supercoppa in appena due anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vinto così tanto, però, Gersbach capisce che forse sia il caso di fare un altro salto in avanti: qui entra in gioco il RC Lens, finito in Ligue 2, ma capace di notare il talento del terzino australiano. L'accordo è su un prestito che porti poi al riscatto alla fine del 2017-18 e a un contratto triennale (patti poi rispettati a fine stagione).</div>
<div style="text-align: justify;">
Schierato inizialmente come centrale nelle sue prime gare, Gersbach <u><a href="https://www.theleader.com.au/story/5267510/gersbach-move-to-french-league-paying-dividends/">sembra aver trovato</a></u> un bell'ambiente nel Passo di Calais: «<i>Mi sto trovando bene in Francia: l'obiettivo era trovare minutaggio e un club che mi permettesse di crescere. Non abbiamo avuto grandi risultati, ma sto giocando molto e sto bene. L'Australia rimane comunque nei miei pensieri</i>».</div>
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<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i></div>
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Uomo di spinta, Gersbach è un terzino che ha bisogno di una corsa dinamica per rendere al meglio: non è un terzino che possa saltare con facilità l'uomo da fermo, bensì ha bisogno di spazio e corsa palla al piede per rendersi pericoloso. La comprensione del gioco sembra discreta e anche come mezzi tecnici non ci si può lamentare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sembra che manchi un po' d'intensità: va un po' a folate e forse in questo il passo di trasferirsi in Francia - seppur in Ligue 2 - può giovargli per capire quale sia il livello d'intensità richiesto in certi contesti. Atleticamente interessante, mi sembra debba irrobustirsi, mancando della classica forza fisica di cui molti australiani mi sembrano dotati (meno quelli della nuova generazione).</div>
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<br /></div>
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<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2013 - Australian Institute of Sport: 16 presenze, 1 rete</div>
<div style="text-align: justify;">
2014/15 - Sydney FC: 23 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2015/16 - Sydney FC: 10 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2016 - Rosenborg: 27 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2017 - Rosenborg: 24 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2017/18 - → RC Lens: 14 presenze, 0 reti</div>
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<br /></div>
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<i>NAZIONALE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Convocato per le varie rappresentative giovanili (dall'U-17 all'U-20), Gersbach ha ricevuto la prima chiamata senior nel marzo 2016, nell'ambito delle gare di qualificazione al Mondiale 2018 contro Tagikistan e Giordania. Tre mesi più tardi, l'esordio sotto il c.t. <b>Postecoglou</b>, subentrando nell'amichevole contro la Grecia e <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=98J3ofqIR1Q">fornendo l'assist</a></u> per il gol di Leckie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un po' a sorpresa, nonostante i progressi fatti in Europa, Gersbach è stato inserito nella pre-lista per Russia 2018, ma il neo-c.t. Bert <b>van Marwijk</b> l'ha poi lasciato a casa, preferendogli alternative come Behich e Meredith. Sono però sicuro che Gersbach troverà spazio già dalla prossima Coppa d'Asia di gennaio 2019.</div>
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<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Il percorso di Gersbach in Europa è stato intelligente: sbocciato nel Sydney FC, il terzino ha optato per la Norvegia prima e per la seconda divisione francese negli ultimi tempi. Un buon modo per acclimatarsi al calcio europeo; mi auguro che possa rimanere al Lens per poi magari <b>tentare il grande salto in Ligue 1, con la maglia giallorossa o senza</b>.</div>
</div>
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/NmJE8YYYCr8" width="500"></iframe>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-35107104617806960282018-06-06T09:00:00.000+02:002018-06-06T10:04:37.204+02:002018 FIFA World Cup - Goodbye My Lover (Parte III)<span style="text-align: justify;">L'ultimo Mondiale. Come l'ultimo? Beh, l'ultimo che avrà un qualche senso. Dopo l'addio alla Confederations Cup, prepariamoci a salutare la Coppa del Mondo al suo meglio. La forma simmetrica delle 32 squadre lascerà spazio a edizioni co-ospitate, all'aumento del 50% delle partecipanti e alla conseguente morte della competizione. </span><b style="text-align: justify;">Tuttavia, quello di Russia 2018 sarà un Mondiale eccitante: qui la prima parte della preview, con i gironi G, H e le previsioni</b><span style="text-align: justify;">.</span><br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/TWpFi-GKSyQ" width="500"></iframe>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Per farci del male, l'ultima partita che abbiamo giocato al Mondiale. E lo sarà (almeno) fino al 2022.</span></div>
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<b><u>Girone G</u> - <i>Belgio, Inghilterra, <strike>Panama</strike>, <strike>Tunisia</strike></i></b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcDLt8sIW4_z84t-aTeixXF1FJRtjOYNpnFnJh9HYuiQubsUAonVhnI7Kg45VTqBW3Zq28f0L4PmAr9SSP18e4A50eFkL5BV3zfjwUr20Wvn3CEXBSymy14GbbrvEzv8wCB1etoHPMb07A/s1600/Belgium.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcDLt8sIW4_z84t-aTeixXF1FJRtjOYNpnFnJh9HYuiQubsUAonVhnI7Kg45VTqBW3Zq28f0L4PmAr9SSP18e4A50eFkL5BV3zfjwUr20Wvn3CEXBSymy14GbbrvEzv8wCB1etoHPMb07A/s1600/Belgium.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Quattro anni fa erano una potenziale sorpresa e sono arrivati ai quarti di finale, sbattendo contro il monolite Argentina. Dopo un Europeo deludente, il Belgio ha il dovere quanto meno di riprovarci. Si parla molto dell'esclusione di <b>Nainggolan</b>, ma meno del fatto che questo gruppo è al picco delle sue potenzialità e non avrà un'altra occasione così.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sui nomi neanche c'è bisogno di dire qualcosa: una nazionale che può lasciare a casa Benteke, J. Lukaku e Origi non è da titolo, ma ha certamente doti importanti. Starà al c.t. Roberto <b>Martinez</b> dimostrare che non solo è possibile fare meglio del suo predecessore Wilmots, ma che questo Belgio - nella giornata migliore - può dar fastidio a chiunque.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ0tNnkLCb4bLX0r6fcrzKY-aYYBf9c-6b7rv1TNcfuunDCu7naU76wX6XvTPMhmiqRO12poHJzKrmVYjYGhEK8wbqWEOich2JRxsKF2LKJJX5m95VJlffNpm7gM8mXBLnJszhVOnn6fsU/s1600/england.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="11" data-original-width="16" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ0tNnkLCb4bLX0r6fcrzKY-aYYBf9c-6b7rv1TNcfuunDCu7naU76wX6XvTPMhmiqRO12poHJzKrmVYjYGhEK8wbqWEOich2JRxsKF2LKJJX5m95VJlffNpm7gM8mXBLnJszhVOnn6fsU/s1600/england.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo aver annunciato la squadra per l'evento della prossima estate con <u><a href="https://twitter.com/England/status/996737073418784770">un'idea geniale</a></u>, l'Inghilterra ha un girone nel quale può virtualmente dominare. Il c.t. Gareth <b>Southgate </b>ha fatto un buon percorso di qualificazione, ma questa non è una novità per i <i>Tre Leoni</i>. Ciò che sarebbe una novità è essere di nuovo nella Top 8 (dove l'Inghilterra manca dal 2006).</div>
<div style="text-align: justify;">
La squadra è promettente, potenzialmente sarà piena di giovani promettenti nei prossimi anni ed è fondata sul blocco di Tottenham e delle due squadre di Manchester (ci sono 12 giocatori tra <i>Spurs, Red Devils </i>e<i> Citizens</i>). Ci sono solo tre over-30: il futuro è luminoso, ma per cementarlo ci vogliono risultati anche per la nazionale maggiore.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV8UMUjGeVB8fe41E-YXrhV2NRkRcFayNd8is11BdIHCxocuFCRPUEe_xEuMfqrKPF5Hylg3-roT4uhBPQczoKKsVKcIgA0m2PqnmuyRQwbPkZbtBamxhWo8-bQUqIMDDPWfQCXfYp0uoZ/s1600/Panama.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV8UMUjGeVB8fe41E-YXrhV2NRkRcFayNd8is11BdIHCxocuFCRPUEe_xEuMfqrKPF5Hylg3-roT4uhBPQczoKKsVKcIgA0m2PqnmuyRQwbPkZbtBamxhWo8-bQUqIMDDPWfQCXfYp0uoZ/s1600/Panama.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Diciamoci la verità: per Panama il viaggio in Russia è un premio. Non importa come finirà, perché i <i>Canaleros </i>- guidati dal c.t. Hernán Darío <b>Gómez</b>, al suo terzo Mondiale -<i> </i>potrebbero anche concludere a zero. La gara-chiave sarà quella contro la Tunisia per strappare una vittoria e sopratutto segnare dei gol, ma per il resto il traguardo è già esserci.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo Mondiale e l'incredibile qualificazione che l'ha preceduta sono il premio per un gruppo che ha i suoi simboli nei giocatori ultra-trentenni e con più di 100 presenze in nazionale), che meritavano un'uscita d'onore di questo genere: Jaime <b>Penedo </b>(36 anni), Román <b>Torres </b>(32), Felipe Baloy (37), Gabriel <b>Gómez </b>(34), Blas Pérez (37) e Luis <b>Tejada </b>(36) saranno felicissimi comunque vada.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK6XgWhdthRy167UJHHIyVc6_WPPcJD2__x18jHu5hGxWZjpmAFe51RbMPJM7E_Lgu5TS-Ir19tRVwZhKRwyYSKnpNJ8a6gzrhXEJsT0B2zOvdCCAtx9dAcwlLc-k4KY_OvgZUVZxds-FG/s1600/Tunisia.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK6XgWhdthRy167UJHHIyVc6_WPPcJD2__x18jHu5hGxWZjpmAFe51RbMPJM7E_Lgu5TS-Ir19tRVwZhKRwyYSKnpNJ8a6gzrhXEJsT0B2zOvdCCAtx9dAcwlLc-k4KY_OvgZUVZxds-FG/s1600/Tunisia.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Forse sarò un po' duro con la squadra allenata dal c.t. Nabil <b>Maâloul</b>, ma credo che la Tunisia sia la compagine più debole del Mondiale (a pari merito con la mal gestita Arabia Saudita). Merito comunque alle <i>Aquile di Cartagine</i>, che sono arrivate in Russia eliminando a sorpresa la RD Congo, squadra superiore a loro, ma meno continua.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il mio cuore piange all'assenza di uno dei potenziali giocatori-feticcio - quel Youssef <b>Msakni</b>, che purtroppo si è infortunato e ha dovuto saltare il viaggio -, ma la Tunisia torna al Mondiale dopo 16 anni ed è già un grandissimo risultato, perché i risultati dell'ultimo decennio non sembravano spingere in quella direzione.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOkNN9ySBkFmiiNJ44H85MQNYlYFnyzC-LUaqlv741gqO_w_qCocanIT7kgoH7F0DpDnEis-5FC4fGkZ7epeInXq_A5ATxU0BH4VuNMSgrXyc74ZN1Jiip5NNAsLUlcH92_hYZ-h6YvpXt/s1600/VincentKompany-walks180604G1050.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="580" data-original-width="1050" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOkNN9ySBkFmiiNJ44H85MQNYlYFnyzC-LUaqlv741gqO_w_qCocanIT7kgoH7F0DpDnEis-5FC4fGkZ7epeInXq_A5ATxU0BH4VuNMSgrXyc74ZN1Jiip5NNAsLUlcH92_hYZ-h6YvpXt/s400/VincentKompany-walks180604G1050.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Vincent Kompany, 32 anni, leader e capitano del Belgio.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<b><u>Girone H</u> - <i>Colombia, Polonia, <strike>Senegal</strike>, <strike>Giappone</strike></i></b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitjJVXosQkUFpxwrEXbF3KSF8P4AXz0crx3KrihhmQug5Hrf9h2LuWrkDcp9N7DENxhEM-UxjHALbw7jYc1REa6UQkNcEci8H4OvKSRg455jXMHJHtBn0oCEQN9O8faTtpH2tyhWoq3F-_/s1600/Colombia.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitjJVXosQkUFpxwrEXbF3KSF8P4AXz0crx3KrihhmQug5Hrf9h2LuWrkDcp9N7DENxhEM-UxjHALbw7jYc1REa6UQkNcEci8H4OvKSRg455jXMHJHtBn0oCEQN9O8faTtpH2tyhWoq3F-_/s1600/Colombia.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Un quadriennio più tardi, la Colombia è più o meno nella stessa situazione del Belgio: ripetere i quarti di finale del 2014 sarà difficile, l'hype è diminuito e il gruppo è nel suo prime, da sfruttare al meglio. In mezzo, proprio come i <i>Diavoli Rossi</i>, c'è l'enorme delusione della precedente Copa América, dove i <i>Cafeteros</i> non hanno brillato (no, il <i>markettone</i> del 2016 onestamente non me la sento di metterlo nel conto).</div>
<div style="text-align: justify;">
La soddisfazione principale di José <b>Pékerman</b> - al suo terzo Mondiale da c.t. - sarà avere stavolta a disposizione Radamel <b>Falcao</b>, rinato dopo un biennio straordinario al Monaco. Rimane una squadra temibile, capace di rimontare il doppio svantaggio in un'amichevole contro la Francia e vincere. Con Sánchez e Mina in più, chissà...</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh78bIceBCo6OGIfI1_8Pw3aKUJ18ibaYNY4fQQH5NrMhny0sAw17CLV5sp2ETy16FGggaptlCalyG_dHdSzDwuvDPvBWfc8sJsx9LxQwn0hKKI3GruMYlBE2Qah7iOhQVj2tZhMhyphenhyphenwGEQl/s1600/Poland.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh78bIceBCo6OGIfI1_8Pw3aKUJ18ibaYNY4fQQH5NrMhny0sAw17CLV5sp2ETy16FGggaptlCalyG_dHdSzDwuvDPvBWfc8sJsx9LxQwn0hKKI3GruMYlBE2Qah7iOhQVj2tZhMhyphenhyphenwGEQl/s1600/Poland.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il lavoro del c.t. Adam <b>Nawałka</b> è stato silenzioso, lungo, ma sta portando i suoi frutti: la Polonia si presenta in Russia come una potenziale sorpresa e ha beccato anche un girone fattibile per i suoi standard. Sarebbe facile citare Robert <b>Lewandowski</b> - capitano e giocatore-copertina -, ma anche il resto del gruppo è stato valorizzato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se escludiamo lo strano caso di Krychowiak (due anni fa pagato a suon di milioni dal PSG, reduce quest'anno dal prestito incolore al WBA), tutti i giocatori hanno fatto un salto di qualità rispetto a Euro 2016. Ci sono ben sette giocatori dalla Serie A, mentre solo uno è reduce dall'ultima avventura Mondiale del 2006, ovvero Łukasz <b>Fabiański</b> (Błaszczykowski rinunciò per infortunio).</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYn4XE5Xcg2v2GOaYOIl_CPprhYZKwwrcBuGR4OOeHalUG6_7Q9y0kQ4gXsaKlRWN1LQHYHDuQu8Cw-9SiB5N2So49EtMFwC-CC_uPrtMcNjPBabvn3_PfPnodiS7zaE2mm7WrIB3Wt3Jv/s1600/Senegal.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYn4XE5Xcg2v2GOaYOIl_CPprhYZKwwrcBuGR4OOeHalUG6_7Q9y0kQ4gXsaKlRWN1LQHYHDuQu8Cw-9SiB5N2So49EtMFwC-CC_uPrtMcNjPBabvn3_PfPnodiS7zaE2mm7WrIB3Wt3Jv/s1600/Senegal.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Tornare al Mondiale dopo 16 anni è bellissimo, ma farlo con un c.t. che era tra quei protagonisti è forse ancora meglio. Aliou <b>Cissé </b>ha fatto un ottimo lavoro e ora spera di raccogliere qualche frutto, magari centrando una sorprendente qualificazione agli ottavi e replicando anche solo in parte quanto fatto in Corea e Giappone nel 2002.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il reparto offensivo è molto interessante - non tutti hanno <b>Mané</b>, Sakho, <b>Keita</b>, Diouf e Sow - e <b>Koulibaly </b>sarà uno dei migliori difensori presenti in Russia, però mi sembra che manchi quel qualcosa in più per superare due squadre come le precedenti. In Africa può bastare, ma sullo scenario internazionale mi sembra mancante di un ultimo passo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy7J3vw3swF5JhMDiMVS4uqWQaecBWo7nMpO-TeZPjJIZWoiKghbf-RB0-X1tBwqsIuxA8C3KLyDqCuaAT-ZrC7ZcABo7rl-ZA6w6GW734pPGXLsUKHbdWo5-H5pvshNUq00Rs2SxC3ubR/s1600/Japan.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy7J3vw3swF5JhMDiMVS4uqWQaecBWo7nMpO-TeZPjJIZWoiKghbf-RB0-X1tBwqsIuxA8C3KLyDqCuaAT-ZrC7ZcABo7rl-ZA6w6GW734pPGXLsUKHbdWo5-H5pvshNUq00Rs2SxC3ubR/s1600/Japan.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Travolta dalle diatribe interne e da un vero ricambio generazionale (ci si aspettava qualcosa in questo senso), la nazionale giapponese ha staccato il biglietto per la sesta Coppa del Mondo consecutiva, ma non sembra avere le potenzialità per uscire dal girone. I leader sono sempre gli stessi, nonostante la forma non sia delle migliori.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il cambio da Vahid <b>Halilhodžić </b>- esonerato a marzo, anche a sorpresa dello stesso bosniaco - ad Akira <b>Nishino </b>ha prodotto un cambio di modulo e una visione diversa di calcio, ma cambiare tutto a tre mesi dai Mondiali non è sembrata una gran mossa della JFA, sebbene ci fossero degli argomenti. Il rischio che Russia 2018 sia una brutta copia di Brasile 2014 è alto.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfnfId9WjFr81uKDVF0DSCCespbhroyTAURwPfgvXbPGf6LnVY9-Vue220NJ-pefijs9U7kFnwzb7Awh6hHYaKY_smsV09Uclg7uqVJpQUR1QVbjxjPel7grJfQkM0GCCpgqwVW5Ii0NG6/s1600/Robert-Lewandowski-Poland-Reuters-social.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfnfId9WjFr81uKDVF0DSCCespbhroyTAURwPfgvXbPGf6LnVY9-Vue220NJ-pefijs9U7kFnwzb7Awh6hHYaKY_smsV09Uclg7uqVJpQUR1QVbjxjPel7grJfQkM0GCCpgqwVW5Ii0NG6/s400/Robert-Lewandowski-Poland-Reuters-social.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Nessuno mi toglie dalla testa che la Polonia di Robert Lewandowski, 29 anni, sarà una delle sorprese del torneo.</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
La regola delle previsioni rimane sempre la stessa: solo chi si astiene non le sbaglia, quindi buttiamoci come al solito nella mischia. Ho preso la palla al balzo e ho provato persino ad appoggiarmi sul sito della Fifa, che ha pensato di far partecipare chiunque con il proprio <i>bracket</i>. Ecco quindi in un primo fotogramma come penso che i gironi possano svilupparsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sorprese? La <b>Russia </b>che esce al primo turno (manco troppo: ditemi dopo la prima gara se non vi sarà venuta la tentazione anche a voi), l'Islanda ridimensionata (Argentina e Croazia mi sembrano avanti per talento), la <b>Svizzera </b>ultima (conto che la moneta caschi dalla parte giusta per la Serbia) e il dominio assoluto della Polonia.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOmZ1Ooz99IAYln3zpCJ0cs9foxoYrR9bIzs8b97Dj3kCdTjat7NxDjEGjcr02Q2b4b_PqBe03aZ9N8SrvlxZE8oVBCC7gVGw36STYG6ixYlg5XOsrB1wq3BsZlR0T6hyTs5toDj9lhQcA/s1600/wc2018_bracket01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="873" data-original-width="1434" height="294" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOmZ1Ooz99IAYln3zpCJ0cs9foxoYrR9bIzs8b97Dj3kCdTjat7NxDjEGjcr02Q2b4b_PqBe03aZ9N8SrvlxZE8oVBCC7gVGw36STYG6ixYlg5XOsrB1wq3BsZlR0T6hyTs5toDj9lhQcA/s400/wc2018_bracket01.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sotto, invece, la composizione della fase a eliminazione diretta. Non ci sono vere outsider, perché le stesse quattro semifinaliste che ho indicato sono quelle che poi alla fine possono puntare a vincere davvero il Mondiale. E anche nei quarti di finale le uniche squadre un po' fuori asse sono la <b>Polonia </b>e l'<b>Uruguay</b> (perché la grinta <i>charrúa </i>non va mai sottovalutata).</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando conta, credo che la Germania verrà fuori, magari anche vendicando l'eliminazione in semifinale del 2010 e superando una Spagna che mi sembra a metà del guado: forte, ma non invincibile come otto anni fa. Dall'altra parte, il Brasile è più solido della Francia, ma sicuri che non verrà il gomito del tennista al momento della verità?</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivZjCAi_OE4qOxiuxM1PneGlbGgDn67pwQeabR5xaqjLCANuAI0elSB7eX9EfCB645JuJf6CWN1Zct7-Yx_ib1HuFzfAob-5NwMPbAiSJbXTSW4UEnWaMb-TvAM7falSx9Woh4KfMmfQ7-/s1600/wc2018_bracket02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="932" data-original-width="1393" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivZjCAi_OE4qOxiuxM1PneGlbGgDn67pwQeabR5xaqjLCANuAI0elSB7eX9EfCB645JuJf6CWN1Zct7-Yx_ib1HuFzfAob-5NwMPbAiSJbXTSW4UEnWaMb-TvAM7falSx9Woh4KfMmfQ7-/s400/wc2018_bracket02.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Vi lascio con un appello finale: godetevi questa Coppa del Mondo. Perché sarà in chiaro dopo tanto tempo, perché presenta una situazione incerta per tante nazionali, ma soprattutto perché la Fifa è in procinto di smantellare quanto di buono fatto per questa competizione, trasformando il tutto in un lucrativo parco giochi, senza arte né parte. <i>Enjoy</i>.Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-49245427104139530482018-06-05T10:30:00.000+02:002018-06-05T16:28:55.076+02:002018 FIFA World Cup - Goodbye My Lover (Parte II)<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: justify;">L'ultimo Mondiale. Come l'ultimo? Beh, l'ultimo che avrà un qualche senso. Dopo l'addio alla Confederations Cup, prepariamoci a salutare la Coppa del Mondo al suo meglio. La forma simmetrica delle 32 squadre lascerà spazio a edizioni co-ospitate, all'aumento del 50% delle partecipanti e alla conseguente morte della competizione. </span><b style="text-align: justify;">Tuttavia, quello di Russia 2018 sarà un Mondiale eccitante: qui la prima parte della preview, con i gironi D, E e F</b><span style="text-align: justify;">.</span></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/0B_Lu-Im408" width="500"></iframe>
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Come sarà la sigla d'introduzione dei match? Eccovela.</span></div>
<br />
<b><u>Girone D</u> - <i>Argentina, Croazia, <strike>Islanda</strike>, <strike>Nigeria</strike></i></b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuVg6p6IJ6ycT74wJ_ez6FQTLiFk9dUGu1-ZOGzqX3FocAg7auJbmcQ2Tnk_UgOmgNVFtfNFb8vniaX28AJQPQD-brq0wxAlimfb7BD0dNnA4UMkzWNOBvCZz4aOkyhZaSXEwyis_1R6dt/s1600/Argentina.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuVg6p6IJ6ycT74wJ_ez6FQTLiFk9dUGu1-ZOGzqX3FocAg7auJbmcQ2Tnk_UgOmgNVFtfNFb8vniaX28AJQPQD-brq0wxAlimfb7BD0dNnA4UMkzWNOBvCZz4aOkyhZaSXEwyis_1R6dt/s1600/Argentina.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Quattro anni più tardi - con un c.t. diametralmente opposto e tre finali perse sulle spalle -, l'Argentina ci riprova. A differenza del 2014, con dei gradi ben diversi: l'<i>Albiceleste</i> non è nel gruppone delle favorite assolute, ma non può nemmeno permettersi un altro clamoroso passaggio a vuoto. Per diversi motivi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tra essi, la finale clamorosamente persa della Copa América Centenario 2016, l'ultimo (?) Mondiale di <b>Messi</b>, un gruppo che ha il suo <i>prime </i>alle spalle, ma che rimane temibile. E il genio paranoide di <b>Sampaoli </b>dovrà mettere tutto assieme. Curiosità: con l'infortunio che costringerà Romero a saltare la manifestazione, spero di vedere <b>Armani </b>in porta.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii6oGcXprGhd8C06nYwAkB-8NY3fy_Y3eSW1xJLQHsNA_h4Z0bGH3gNgjovq6Myy8ZWKMy3G2q-6QZ0vmFrBBatuYZoqcTDHy20yMlc1b7Lz11H6SODT2ECCBWpRZnzN46g0mCZt5PukIX/s1600/Croatia.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii6oGcXprGhd8C06nYwAkB-8NY3fy_Y3eSW1xJLQHsNA_h4Z0bGH3gNgjovq6Myy8ZWKMy3G2q-6QZ0vmFrBBatuYZoqcTDHy20yMlc1b7Lz11H6SODT2ECCBWpRZnzN46g0mCZt5PukIX/s1600/Croatia.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Dall'inferno al purgatorio, perché il paradiso c'è tempo (e non è nemmeno detto che sia raggiungibile). La Croazia ha dissipato il vantaggio nel girone di qualificazione, facendosi rimontare e superare dall'Islanda (che affronterà nel girone D), per poi vincere lo spareggio contro l'Ucraina dopo aver cambiato il c.t., affidandosi a Zlatko <b>Dalić</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non sarà facile mettere a posto una nazionale che sembra in difficoltà, ma il talento è talmente tanto che sembra esserci un piccolo margine d'errore. Non c'è più Darijo <b>Srna</b>, ma i vari Perišić, Rakitić e <b>Modrić </b>cercheranno di annullare quel gap inversamente proporzionale che c'è tra la concentrazione dei croati e il loro immenso potenziale.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdQUJyG-LlEGgp4RRUOtnERSXhhEW3qXaA96IIXeWUlEDdKagLIqNvCyGEWBJQRXr2pslBuPHVkomtD8ATfuLZ1qPtBMuKzp5bnWfpV80N_oeDkL5pVvbhGIQPkPrHdy9nzV_QeBMeL0ck/s1600/Iceland.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdQUJyG-LlEGgp4RRUOtnERSXhhEW3qXaA96IIXeWUlEDdKagLIqNvCyGEWBJQRXr2pslBuPHVkomtD8ATfuLZ1qPtBMuKzp5bnWfpV80N_oeDkL5pVvbhGIQPkPrHdy9nzV_QeBMeL0ck/s1600/Iceland.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
C'è molta attesa per la prima Coppa del Mondo dell'Islanda, specie dopo la splendida cavalcata di Euro 2016, chiusasi con l'eliminazione ai quarti di finale per mano della Francia padrone di casa. Non è cambiato molto: stessa impostazione, <b>Hallgrímsson </b>promosso a c.t. e qualche volto tornato in nazionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia, non mi sembra di vedere il potenziale per sparigliare le carte. Come quattro anni fa, l'Argentina sarà la prima sfidante di una debuttante al Mondiale (all'epoca toccò alla Bosnia sfidare l'<i>Albiceleste</i> al Maracanà), ma ci si gioca molto - se non tutto - nella sfida contro la Croazia. Riusciranno nuovamente a beffarli, come accaduto nel girone? Curiosità: mancherà <b>Sigþórsson</b>, vera minaccia aerea nel torneo di due anni fa.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiChw11ryyUQP8eGEW_x9IR4IGI0bdHHfKt0Pigq2v_PrHuTMJ3JUXg6jUFzCE3cFLO1Gi1PfBHqReOvWBJ-bzNUzzBmD7h7Yzz3dpE1VBPp957C0_m8h0lQgJVL5huOlnsW9eETt2Rx9cT/s1600/Nigeria.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiChw11ryyUQP8eGEW_x9IR4IGI0bdHHfKt0Pigq2v_PrHuTMJ3JUXg6jUFzCE3cFLO1Gi1PfBHqReOvWBJ-bzNUzzBmD7h7Yzz3dpE1VBPp957C0_m8h0lQgJVL5huOlnsW9eETt2Rx9cT/s1600/Nigeria.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante l'<u><a href="https://www.bbc.com/sport/football/44333440">enorme attenzione</a></u> attirata dal loro kit e la qualificazione ottenuta con un discreto anticipo, mi sembra che la Nigeria manchi di qualcosa. Davanti sono fortissimi (e c'è persino la curiosità della convocazione di <b>Simy</b>), ma la transizione dalla vecchia generazione alla nuova ha perso qualcosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se le <i>Super Eagles</i> hanno un ottimo parco attaccanti, risalendo il campo manca qualcosa. Il c.t. <b>Rohr </b>è rammaricato dall'assenza di Carl <b>Ikeme</b>, portiere che sta combattendo contro una terribile malattia, mentre in retroguardia non ci sono interpreti come Yobo o Enyeama, presenti quattro anni fa.<br />
Sono curioso anche per la presenza di Francis <b>Uzoho</b>, giovane e poderoso portiere del <i>Depor</i>, nonché prodotto dell'Aspire Academy.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoJop36yP_5z9-x4HfMEQ81F2b2VEgfiWqFJ1oAav6R9ohgxwAjlssIDV0dPchyphenhyphenNsYgXMUVx0nomilq4mia1ArsdZ_coIKP-Uz_4sR0HWKdYAufPGl0F6lIiSpD4aOcajMW5aoFfXMUxcV/s1600/messi.argentina.2018.esulta.750x450.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="750" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoJop36yP_5z9-x4HfMEQ81F2b2VEgfiWqFJ1oAav6R9ohgxwAjlssIDV0dPchyphenhyphenNsYgXMUVx0nomilq4mia1ArsdZ_coIKP-Uz_4sR0HWKdYAufPGl0F6lIiSpD4aOcajMW5aoFfXMUxcV/s400/messi.argentina.2018.esulta.750x450.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">I dolori e le giocate di Leo Messi, 30 anni, determineranno il percorso dell'Argentina in questo torneo.</span></div>
<br />
<b><u>Girone E</u> - <i>Brasile, Serbia, <strike>Svizzera</strike>, <strike>Costa Rica</strike></i></b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh27_ObzWwHobyM8QagtLg8byvhY9eCOgfD2GUcQL_NxXK0ZEmNb_5CTFz-OmcQN9qWNsf-JevOt1jfE5Jb8w-RWYj1eaE9m88d0g5mAqUwzrr3Cn1xuEaLwMwHprm8ZEs6ddePV1rIAZit/s1600/Brazil.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh27_ObzWwHobyM8QagtLg8byvhY9eCOgfD2GUcQL_NxXK0ZEmNb_5CTFz-OmcQN9qWNsf-JevOt1jfE5Jb8w-RWYj1eaE9m88d0g5mAqUwzrr3Cn1xuEaLwMwHprm8ZEs6ddePV1rIAZit/s1600/Brazil.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Non c'è che dire: prima squadra qualificata, dominatrice del girone di qualificazione della Conmebol e forse reale favorita per questo Mondiale. Io qualche dubbio me lo tengo, se non altro perché non mi sembra la squadra nettamente più forte in Russia e perché - al momento buono - i fantasmi vengono fuori.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Tite </b>ha fatto un lavoro straordinario, ha un'ossatura chiara per la sua nazionale e ha alcuni giocatori reduci da una stagione eccellente. Già il fatto di esser passati in porta dall'ormai sfitto Julio Cesar del 2014 a un duello tra <b>Alisson </b>ed <b>Ederson </b>dice molto sui passi in avanti fatti dal Brasile. Unico neo? Non ci sarà Dani Alves per infortunio e a destra non mi sembrano fornitissimi.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJXHUA9Zj8vIxE6CAjwWGEm7rMSu3dVgLdxHXRK5cmNzsUN9_cvnohA3fqEG7Vz59djiKcCd0tO5OxxawfKa6Dn7JYkxJ_qV-8w4TVAlmQ9qrhBgqFIJIz5ozEmwM6jxuBPEKssiAFkslb/s1600/rs.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="11" data-original-width="16" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJXHUA9Zj8vIxE6CAjwWGEm7rMSu3dVgLdxHXRK5cmNzsUN9_cvnohA3fqEG7Vz59djiKcCd0tO5OxxawfKa6Dn7JYkxJ_qV-8w4TVAlmQ9qrhBgqFIJIz5ozEmwM6jxuBPEKssiAFkslb/s1600/rs.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
La Serbia ha veramente tanto terreno da recuperare. Per questo il viaggio a Russia 2018 DEVE portare qualche risultato, a.k.a. BISOGNA passare il girone. Le mancate qualificazioni agli ultimi due Europei e la terribile gestione sia del Mondiale 2006 che quello del 2010 (entrambi conclusi con un'uscita al girone) non possono ripetersi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche per questo è un bene che la squadra sia in mano a Mladen <b>Krstajić</b>, ex centrale che era nella spedizione di Germania '06 e che ha sostituito in corsa Slavoljub <b>Muslin</b>, l'uomo che ha tecnicamente ottenuto la qualificazione. Purtroppo, è anche lo stesso che non avrebbe chiamato Sergej <b>Milinković-Savić</b>, il giocatore che concentrerà su di sé diverse attenzioni e da cui passano i destini serbi in questo torneo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgytCzkz6p-UNPz_zYYcRad4AQ-uRpxF2vBGWXbvOx0kuZzrRYU9w3oaQvZlGz3kWfnIr64qwBgqrajNucxBmpup4eODo0FBsE5-8Hz7rafG72f67r1R9qWqTna3K7UbVCU7pfdGDyF48yw/s1600/Switzerland.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgytCzkz6p-UNPz_zYYcRad4AQ-uRpxF2vBGWXbvOx0kuZzrRYU9w3oaQvZlGz3kWfnIr64qwBgqrajNucxBmpup4eODo0FBsE5-8Hz7rafG72f67r1R9qWqTna3K7UbVCU7pfdGDyF48yw/s1600/Switzerland.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Sarò io pessimista, ma la Svizzera sembra avere più di un problema. Il favoloso <i>melting-pot</i> che ha stupito quattro anni fa in Brasile non ha avuto avanzamenti di carriera nei suoi membri più conosciuti: date un'occhiata alla traiettoria delle carriere di <b>Shaqiri</b>, Embolo, Ricardo <b>Rodríguez</b>, Schär. Capirete lo scetticismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il c.t. Vladimir <b>Petkovic</b> ha fatto un buon lavoro, ma la sua Svizzera rischia di esser travolta in un girone così tosto. Tutte le tre squadre che gli elvetici affronteranno sono toste, per un motivo o per un altro: già uscire dal girone sarebbe un miracolo. Basta guardare anche com'è arrivata la qualificazione, in uno spareggio dall'arbitraggio contestabile.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrcl1-qRosMJD515tBzfBV4uLeLOZEVihueUlPP-Ie3hc2b_N_UlHbRnx6GdyvValvV8yNo8ET1109biDloDsPPRzWiOSCL2aLwcqc8_mQ4hw5KjEMZZOaCxRDV4LGefrIvGASj5zeBDoz/s1600/Costa_Rica.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrcl1-qRosMJD515tBzfBV4uLeLOZEVihueUlPP-Ie3hc2b_N_UlHbRnx6GdyvValvV8yNo8ET1109biDloDsPPRzWiOSCL2aLwcqc8_mQ4hw5KjEMZZOaCxRDV4LGefrIvGASj5zeBDoz/s1600/Costa_Rica.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
L'ho messa tra le eliminate, ma in realtà spero che la Costa Rica possa sorprendermi ancora. Reduci dall'incredibile risultato del 2014 (a un rigore dall'eliminare l'Olanda e prendersi la semifinale! Non sottolineeremo mai abbastanza il miracolo di Jorge Luis <b>Pinto</b>), <i>Los Ticos</i> sono stati la miglior formazione vista nella Concacaf.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il c.t. Óscar <b>Ramírez</b> ha sostanzialmente mantenuto lo stesso gruppo e ci ha aggiunto qualche giocatore che negli ultimi anni è cresciuto (Ureña) o è sbocciato (Matarrita), più Oviedo (che non c'era nel 2014 per infortunio). Non hanno la stessa potenza della Serbia, ma sono una delle formazioni più organizzate del prossimo Mondiale. E chissà che non faccia la differenza.</div>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Neymar, 26 anni, ha una semifinale Mondiale da recuperare ed è cresciuto ancora in questi quattro anni.</span></div>
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<b><u>Girone F</u> - <i>Germania, Messico, <strike>Svezia</strike>, <strike>Corea del Sud</strike></i></b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggiDKVaMxOIJ4Skn1-fNcTXI7mtm059RjoKl5825xl2yrnQYZe3WtbBWYKPSjBCav74DAEiIrdnZaVbmYgJm38vD-A01NMjFkEjEw7QSInh1dJkTIDoaXzYJHF0kn9X8WUkLUet9tgtq6T/s1600/Germany.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggiDKVaMxOIJ4Skn1-fNcTXI7mtm059RjoKl5825xl2yrnQYZe3WtbBWYKPSjBCav74DAEiIrdnZaVbmYgJm38vD-A01NMjFkEjEw7QSInh1dJkTIDoaXzYJHF0kn9X8WUkLUet9tgtq6T/s1600/Germany.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Non è la miglior versione possibile della Germania, visto che le amichevoli stanno rivelando uno stato di forma incerto e il c.t. - fresco di rinnovo fino al giugno 2022 - ha optato per delle scelte forti: a casa Tah, Leno e soprattutto <b>Sané</b>, lasciati fuori dalla lista dei 23. Tuttavia, non è che Joachim <b>Löw</b> sia un uomo a cui si possa rimproverare qualcosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Germania è stata la nazionale più continua dell'ultimo decennio in campo internazionale e continentale. E sono certo che i tedeschi difenderanno alla grande il titolo ottenuto in Brasile nel 2014. Occhi puntati su due davanti: <b>Werner</b> è al primo Mondiale, mentre <b>Müller</b>... sarà capace di superare Miro Klose nell'<i>all-time list</i> dei goleador in Coppa del Mondo?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhImgBg0ZNmMkkdVlFoeKt2fCsizX1Ds_eK23bWqmdGHmvi6iETzl4DAIAbcAjtv9pmckrPujXm3JeiwpVFdaYmJCtezO5S6xJTde5cg3jhalfvPg6xvgAB0MpKERAt2YjqgEoei-4fnw53/s1600/Mexico.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhImgBg0ZNmMkkdVlFoeKt2fCsizX1Ds_eK23bWqmdGHmvi6iETzl4DAIAbcAjtv9pmckrPujXm3JeiwpVFdaYmJCtezO5S6xJTde5cg3jhalfvPg6xvgAB0MpKERAt2YjqgEoei-4fnw53/s1600/Mexico.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
L'obiettivo è chiaro per il Messico: dopo aver dominato facilmente la zona Concacaf delle qualificazioni e aver centrato l'obiettivo Russia 2018 con largo anticipo, il punto è di superare lo scoglio degli ottavi di finale, contro i quali la nazionale s'incaglia da tempo immemore (dal 1986, quando arrivò ai quarti prima di mancare Italia '90).</div>
<div style="text-align: justify;">
Le potenzialità ci sono, anche se il gruppo è un filo invecchiato: il Messico è alla 16° partecipazione al Mondiale e il c.t. <b>Osorio</b> si è dimostrato più che un ottimo tecnico. Passare il gruppo non dovrebbe essere difficile. La curiosità è soprattutto in un vecchio: a 39 anni, Rafael <b>Márquez</b> parteciperà al suo quinto Mondiale, come Carabajal, Matthaus e Buffon. Mancheranno invece i gioiellini Damn, Gutiérrez e Pizarro.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8WuWQXj77fWAtAvkzHeXDkD0jbRjW6Nv0_7T5B-YrCMW3LXKbbWJ1DEa5DODLyjSMTCjjbNZoFgiavj8hVoMMzt1TB5OGIKKdl0BppwUjUFPYkcEcgzOeMC0XWvJdU9IVy8L2-oMam91M/s1600/Sweden.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8WuWQXj77fWAtAvkzHeXDkD0jbRjW6Nv0_7T5B-YrCMW3LXKbbWJ1DEa5DODLyjSMTCjjbNZoFgiavj8hVoMMzt1TB5OGIKKdl0BppwUjUFPYkcEcgzOeMC0XWvJdU9IVy8L2-oMam91M/s1600/Sweden.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Dobbiamo esser sinceri: non mi sembra che la Svezia possa causare grossi problemi alle avversarie nel prossimo Mondiale. Un risultato positivo contro il Messico potrebbe sbloccare la grana qualificazione, ma non vedo il gruppo del c.t. Janne <b>Andersson </b>proseguire oltre il girone, dopo aver eliminato l'Italia nei play-off di novembre 2017.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo perché ad Andersson vanno riconosciuti molti meriti: ha riportato la Svezia al Mondiale dopo 12 anni, l'ha fatto senza Zlatan <b>Ibrahimovic </b>(che GIUSTAMENTE non ci sarà in Russia) e con un gruppo che è molto giovane e potrà migliorare. Tuttavia, mi sembra che - <b>Forsberg </b>a parte - manchi quel tocco di fantasia per sfangare un girone da tre gare.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-T1QF-3bdfDxv3tZ5ydjSLTyZSfyLtIUyQ6XBMtYg-tAn4KCAxQVqYiTjDqnqAeVWlZlYz-BCZfIZD3xoOrmPsArrWIhlVol9vqucrdL-fKPhyphenhyphen09LjK4HoYNdKq5_i8g80OsBuQgtrcdJ/s1600/South_Korea.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-T1QF-3bdfDxv3tZ5ydjSLTyZSfyLtIUyQ6XBMtYg-tAn4KCAxQVqYiTjDqnqAeVWlZlYz-BCZfIZD3xoOrmPsArrWIhlVol9vqucrdL-fKPhyphenhyphen09LjK4HoYNdKq5_i8g80OsBuQgtrcdJ/s1600/South_Korea.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il regno di Shin <b>Tae-young</b> rischia di finire in rovina dopo esser iniziato in fretta. Come nel 2014, la qualificazione della Corea del Sud è stata tutt'altro che convincente, con il rischio di non arrivarci nemmeno alla fase finale del Mondiale. La striscia di nove partecipazioni continua (per ora), ma la squadra non sembra nel suo miglior momento storico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci si muove tra vecchie glorie e nuova linfa, giovane e vitale, reduce dal Mondiale U-20 giocato in casa l'anno scorso. E poi? Poi c'è lui, il miglior giocatore asiatico, quel Son <b>Heung-min</b> che ha incantato con il Tottenham e dovrà coprire l'assenza di diversi giocatori, non convocati. Perché lasciare a casa Hong Jeong-ho, Kwon Chang-hoon, Nam Tae-hee e soprattutto uno come Lee Dong-gook sono mosse difficilmente comprensibili.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilO-oKn0oTTQ9Bh4RW6t-x6mFgFD8r-hfLk_1HNk1ehE1a6UrnGDOtV9m7fJulaMwjPuMGCBf3i8G6wZ_Hca1j9yIgNHar4940N4Xm_K2CmtBrVqbSUXIm7TPZhO1D_KuaO766paPjOxX-/s1600/220508088-34f3ae52-670d-43ab-8612-66826b5355f3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="404" data-original-width="728" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilO-oKn0oTTQ9Bh4RW6t-x6mFgFD8r-hfLk_1HNk1ehE1a6UrnGDOtV9m7fJulaMwjPuMGCBf3i8G6wZ_Hca1j9yIgNHar4940N4Xm_K2CmtBrVqbSUXIm7TPZhO1D_KuaO766paPjOxX-/s400/220508088-34f3ae52-670d-43ab-8612-66826b5355f3.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">La Germania è apparsa tutt'altro che brillante, ma guai a sottovalutare i teutonici.</span></div>
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<div style="text-align: right;">
<i>(continua domani...)</i></div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-62317205045248442262018-06-05T09:00:00.000+02:002018-06-05T09:43:08.631+02:002018 FIFA World Cup - Goodbye My Lover (Parte I)<div style="text-align: justify;">
L'ultimo Mondiale. Come l'ultimo? Beh, l'ultimo che avrà un qualche senso. Dopo l'addio alla Confederations Cup, prepariamoci a salutare la Coppa del Mondo nel suo meglio. La forma simmetrica delle 32 squadre lascerà spazio a edizioni co-ospitate, all'aumento del 50% delle partecipanti e alla conseguente morte tecnica della competizione. <b>Tuttavia, quello di Russia 2018 sarà un Mondiale eccitante: qui la prima parte della preview, con i gironi A, B e C</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/ffAYByv2pLc" width="500"></iframe>
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Come ci eravamo lasciati? Con un gol decisivo ai supplementari.</span></div>
<br />
<b><u>Girone A</u> - <i><strike>Russia</strike>, Uruguay, Egitto, <strike>Arabia Saudita</strike></i></b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzZQZdmotyfPZJiPbiyzp4UVtO-M0-1SWalUw7Tm0Eq-oOSh9uEaafFResPNa3MKiS6kC3OFwkSl9FeToIvuHLzFTxC_2qfMS6j0QF3EHV-iMiFaVPlbKsuqIRfUqtZopuhc-DCzttRxc2/s1600/Russia.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzZQZdmotyfPZJiPbiyzp4UVtO-M0-1SWalUw7Tm0Eq-oOSh9uEaafFResPNa3MKiS6kC3OFwkSl9FeToIvuHLzFTxC_2qfMS6j0QF3EHV-iMiFaVPlbKsuqIRfUqtZopuhc-DCzttRxc2/s1600/Russia.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono squadre peggiori della Russia a questo Mondiale. Ci sono stati (e ci saranno, già nel 2022) padroni di casa meno forti di questa Russia. Ma nessuna nazione ospitante ha visto una gap così inversamente proporzionale tra il tanto tempo per prepararsi a una competizione così importante e le potenzialità nelle <i>preview</i> pre-Mondiale.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Russia vede in prodigi mai sbocciati e giocatori riciclati il proprio top. Già la Confederations Cup dell'anno scorso ha lasciato poche certezze al c.t., lo Stanislav <b>Cherchesov</b> che due Mondiali l'ha anche giocati ('94 e 2002) e che ha la percentuale più bassa di vittorie nella storia dei c.t. della Russia (26,3%!).<br />
Tra l'<u><a href="https://worldcup2018.tass.ru/articles/3528968">insano obiettivo</a></u> delle semifinali, la figuraccia di Euro 2016 e l'infortunio di Kokorin, persino il compito di passare il gruppo è a rischio.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghVIsva9IaCYIRqxDQ8FWm1PUCLw8jBUC61iqqAH82F_f9LYaSppYhJTTlRBjHnA4t7wRMecWPbpah7fFKC20hyZBKmuK_UDwYwkVsb7db5agcGNlm8NzpAGYYhsnhhkJ1EswA0zfOsBac/s1600/Uruguay.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghVIsva9IaCYIRqxDQ8FWm1PUCLw8jBUC61iqqAH82F_f9LYaSppYhJTTlRBjHnA4t7wRMecWPbpah7fFKC20hyZBKmuK_UDwYwkVsb7db5agcGNlm8NzpAGYYhsnhhkJ1EswA0zfOsBac/s1600/Uruguay.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Quattro anni dopo il Mondiale 2014 (dove superò il girone di ferro, ma sbatté pesantemente contro la meravigliosa Colombia agli ottavi), l'Uruguay è all'ultimo giro di giostra per alcuni dei suoi giocatori più esperti. Gli stessi <b>Cavani </b>e <b>Suárez </b>saranno in Qatar nel 2022? Intanto, però, la testa del girone non sembra in dubbio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per altro, la fortuna per la <i>Celeste </i>è che dietro sta crescendo una generazione molto interessante di nuove leve: oltre al già conosciuto <b>Giménez </b>(23 anni, già quasi 40 presenze con la nazionale!), ci sono <b>Torreira</b>, Nández, <b>Bentancur</b>, Laxalt e Maxi Gómez, oltre agli esclusi come <b>Valverde </b>(perché?), Lemos e Gastón Pereiro.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL6HQaP0tPR-xVmKnhPBt50CYCGexDolQ4JLY7BtllO61eWRZVTKFHxPUR-SfyP-4khccpILcDGhsRY6hhaHAE9W_jvJjZAtyVRuFJ99hgWvkoWpH61-xyuNC32YXfbXrDfUPVy8BMHBFn/s1600/Egypt.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL6HQaP0tPR-xVmKnhPBt50CYCGexDolQ4JLY7BtllO61eWRZVTKFHxPUR-SfyP-4khccpILcDGhsRY6hhaHAE9W_jvJjZAtyVRuFJ99hgWvkoWpH61-xyuNC32YXfbXrDfUPVy8BMHBFn/s1600/Egypt.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
La finale di Coppa d'Africa persa nel gennaio 2017 poteva sembrare l'antipasto di un boccone più amaro, invece... alla fine l'Egitto ce l'ha fatta: potendo contare su un Mohamed <b>Salah</b> in forma da Pallone d'Oro e su un'organizzazione tattica rigidissima (forse anche troppo), i <i>Faraoni</i> si preparano a giocare il terzo Mondiale della loro storia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo faranno sempre in Europa, dopo i due disputati in Italia (nel '34 e nel '90): a guidarli ci sarà Héctor <b>Cúper</b>, che per una volta si è tolto una soddisfazione invece di perdere l'ennesimo treno. Lo stint in Egitto ha rivitalizzato la sua carriera; in più, Essam <b>El Hadary</b> - portiere e capitano - dovrebbe diventare il giocatore più vecchio a scendere in campo per la fase finale di un Mondiale (45 anni!).</div>
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<div style="text-align: justify;">
Tra l'affare (mal riuscito) con la federazione spagnola e i tre diversi c.t. in un solo anno solare, c'è da dire che il ritorno dell'Arabia Saudita a un Mondiale - a 12 anni da Germania 2006 - è fonte di poca soddisfazione. Il rischio serio è quello di una figuraccia, anche perché ci sono dei profili interessanti, ma l'ambiente pare sfilacciato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Giocatori come <b>Al-Dawsari</b> e <b>Al-Muwallad</b> - che avrebbero (e possono) ben figurare in Russia - sono arrivati in condizioni pessime a questo Mondiale. Al di là di come finirà quest'avventura, il calcio saudita dovrà guardarsi in faccia e mostrare più serietà. Lo sa anche il c.t. Juan Antonio <b>Pizzi</b>, che nove mesi fa ha giocato una finale di Confederations Cup sulla panchina del Cile.</div>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Quando campare di rendita è possibile, se hai davanti Edinson Cavani e Luis Suárez, 31 anni.</span></div>
<br />
<b><u>Girone B</u> - <i>Spagna, Portogallo, <strike>Marocco</strike>, <strike>Iran</strike></i></b><br />
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<div style="text-align: justify;">
La Spagna si presenta senza pressioni, con un gruppo parzialmente rinnovato e diverse certezze per il futuro. Forse, tra le grandi, è quella che assieme alla Germania sta meglio dal punto di vista del ricambio generazionale. Certo, l'eliminazione nel girone al Mondiale 2014 e quella per mano dell'Italia agli ottavi di finale di Euro 2016 spingono affinché le <i>Furie Rosse</i> arrivino almeno nelle Top 4. </div>
<div style="text-align: justify;">
E possono farlo, visto che a centrocampo ci saranno l'ultimo <b>Iniesta</b>, (forse) gli ultmi Ramos, Piqué, e Silva, un <b>de Gea</b> in versione mostro e tanti, tantissimi potenziali campioni. <b>Isco</b>, Carvajal e Koke già lo sono, <b>Asensio </b>è in procinto di diventarlo e Odriozola e Vázquez potrebbero arrivarci. Ci si può persino permettere di lasciare a casa Marcos Alonso e Morata.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il Portogallo arriva sereno a questo Mondiale 2018: il credito accumulato dopo Euro 2016 è ancora da spendere e in fondo non era nemmeno detto che i lusitani fossero a Russia 2018. Hanno passato tutto il girone di qualificazione dietro alla Svizzera, finendo per sorpassare gli elvetici proprio nell'ultima gara, allo scontro diretto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Cristiano <b>Ronaldo </b>è (forse) all'ultimo Mondiale e anche diversi membri rappresentativi della nazionale - Quaresma, <b>Pepe</b>, Bruno Alves - sono all'ultimo giro. L'obiettivo alla portata è quello di passare il girone, per poi magari regalarsi un quarto di finale pescando un buon accoppiamento. Non c'è Rúben <b>Neves </b>ed è una (brutta) sorpresa.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il Marocco ha già fatto un miracolo nell'esser qui. Ha eliminato la Costa d'Avorio, è tornato al Mondiale dopo vent'anni e ora spera solamente di fare bella figura, contando sulla propria solidità difensiva. Tutto grazie a Hervé <b>Renard</b>, che è uno che si merita - come riconoscimento alla carriera - la gioia di allenare a un Mondiale. </div>
<div style="text-align: justify;">
Trionfatore in due Coppe d'Africa con due diverse nazionali (Zambia 2012 e Costa d'Avorio 2015), Renard ha sostanzialmente già vinto, tanto da potersi permettere di lasciare a casa due come Zakaria Labyad e soprattutto Sofiane <b>Boufal</b>. Molto dipenderà dalla forma di Mehdi <b>Benatia</b>, apparso appannato nel finale di stagione.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Tra i tecnici che arrivano al Mondiale con un credito immenso, c'è di sicuro Carlos <b>Queiroz</b>. Anzi, vado oltre: l'ex assistente di Sir Alex Ferguson è forse uno dei 4-5 tecnici che tornerà dalla Russia comunque con la reputazione intaccata, perché l'Iran è al secondo Mondiale di fila (da miglior asiatica del lotto) ed è un risultato straordinario.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il <i>Team Melli</i> ha reputazione di squadra solida: se lo era quattro anni fa (l'Argentina ha avuto la meglio solo grazie a una magia di Messi al 90'), figuriamoci ora. C'è anche una generazione di giocatori - <b>Azmoun</b>, Rezaeian, Hajsafi, <b>Ansarifard</b>, Jahanbakhsh, Ghoochannejhad - che sarà fondamentale per il futuro post-Russia.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0-72hytni3NPHG14T_R9-tnLN0X4D9E7GKUxvqrgSdFJHgRrvBObcTb1s883ahM1RHpltftiOsxOh7o8do72m1g0hwm-mZiH4GVVsHeLbpD99SM5JvRVA_IpAqLkFYgXZPzDs1265-ltK/s1600/1528053189_996196_1528057177_noticia_normal.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0-72hytni3NPHG14T_R9-tnLN0X4D9E7GKUxvqrgSdFJHgRrvBObcTb1s883ahM1RHpltftiOsxOh7o8do72m1g0hwm-mZiH4GVVsHeLbpD99SM5JvRVA_IpAqLkFYgXZPzDs1265-ltK/s400/1528053189_996196_1528057177_noticia_normal.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Andres Iniesta, 34 anni, all'ultima recita con la Spagna.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<b><u>Girone C</u><i> - Francia, <strike>Perù</strike>, Danimarca, <strike>Australia</strike></i></b><br />
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<div style="text-align: justify;">
La Francia deve necessariamente tirare fuori qualcosa da questo Mondiale. Non è nella situazione d'emergenza di Argentina e Brasile, ma in Russia arriverà un gruppo molto più maturo rispetto a quello che si è affacciato all'ultimo Mondiale. Le scelte sono andate nella direzione delle conferme, ma a leggere la lista degli assenti c'è un certo effetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Zouma, Kurzawa, Rabiot, Coman, Martial e Lacazette sono i principali, mentre tra i 23 ci sono poche sorprese: solo Benjamin <b>Pavard </b>è un'inclusione inaspettata, sebbene fosse stato già chiamato. Anche qui, l'obiettivo è la Top 4, perché la ferita della finale persa nell'Europeo di casa va cancellata in una qualche maniera. Se <b>Deschamps </b>non dovesse farcela, sarà addio? Zidane è libero...</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXiL7qohCxwRlOLOSWzcZIEt7kIAUX3sWi3Iyo-4Ljthb5FZBeJiDPeaXsh1dZo3VszvXnoHSQy4QNX-sDMqox6wGFtEe5sVqJqfp7te2yoDLMwkRgTbR3scduqikEfwokh0DjZZOMhZa2/s1600/Peru.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXiL7qohCxwRlOLOSWzcZIEt7kIAUX3sWi3Iyo-4Ljthb5FZBeJiDPeaXsh1dZo3VszvXnoHSQy4QNX-sDMqox6wGFtEe5sVqJqfp7te2yoDLMwkRgTbR3scduqikEfwokh0DjZZOMhZa2/s1600/Peru.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Queiroz, Gómez, Löw... e poi? Quanti altri c.t. possono uscire da questo Mondiale con la propria reputazione intatta, al di là del risultato finale? Ricardo <b>Gareca</b> ci va molto vicino. Alla guida del Perù dal 2015, ha all'attivo un terzo posto nella Copa América 2015 e un'insperata qualificazione al Mondiale di Russia 2018.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il ritorno della <i>Blanquirroja</i> alla fase finale di una Coppa del Mondo dopo 36 anni è un bellissimo evento, ma la nazionale peruviana è lì per andare avanti: il ritorno di <b>Guerrero</b> - che ha avuto finalmente il via libera dalla Fifa per disputare il Mondiale - è un altro motivo per spingere e provare a centrare gli ottavi. Sono dispiaciuto per le esclusioni di <b>Benavente</b> e <b>Pizarro</b>, che per motivi diversi avrebbero meritato la kermesse.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYoPZcAnFNaz0eD0Rn2H2mhf45cCJvMqQGwv7L1yTX0h2AG0rDUqEzow2jFkAweTWFZ31Z0NtuJ8lhZOerSe0pK2l0U_TUHiT3BHH0EoNgmb3X5G9ojn2Xk5og4axntlLfGGy4dcvZjnea/s1600/Denmark.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYoPZcAnFNaz0eD0Rn2H2mhf45cCJvMqQGwv7L1yTX0h2AG0rDUqEzow2jFkAweTWFZ31Z0NtuJ8lhZOerSe0pK2l0U_TUHiT3BHH0EoNgmb3X5G9ojn2Xk5og4axntlLfGGy4dcvZjnea/s1600/Denmark.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Attenzione ai danesi, attenzione alla squadra allenata da Åge <b>Hareide</b>, già autore di miracoli con il Malmö e il Molde. La Danimarca si è qualificata solo tramite gli spareggi, ma ha in squadra una quantità di talento impressionante, tanto che neanche l'infortunio di <b>Bendtner </b>diminuisce le loro potenzialità ai miei occhi.</div>
<div style="text-align: justify;">
I danesi hanno un "10" che vede e provvede, quel Cristian <b>Eriksen </b>che è cresciuto tanto dal 2010, quando giocò qualche scampolo in Sudafrica all'età di 18 anni. Poi ci sono tanti alla prima esperienza, che daranno tutto, come Kasper <b>Schmeichel</b>, Fischer, Delaney, <b>Christiensen</b>, Vestergaard e <b>Dolberg</b>. Nonostante l'hype per il Perù, li vedo come favoriti al secondo posto.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0XSz5MrrCi5sgiFpN7zOOe-qA8adj555UvTr2yA8rkWnvVsp507ihRjFxbW4oAOkceomR93Mds0FyD21Qj_VKC2M1y2toTdbbBMx5sqHWZz5jw3PPOBDZQCPm6qSyzjfjj1N1Ae0g0M-l/s1600/Australia.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="20" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0XSz5MrrCi5sgiFpN7zOOe-qA8adj555UvTr2yA8rkWnvVsp507ihRjFxbW4oAOkceomR93Mds0FyD21Qj_VKC2M1y2toTdbbBMx5sqHWZz5jw3PPOBDZQCPm6qSyzjfjj1N1Ae0g0M-l/s1600/Australia.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Gli unici due vincitori meritati di questa spedizione in Russia saranno un olandese e un samoano. L'olandese è Bert <b>van Marwijk</b>, che prima ha miracolosamente portato l'Arabia Saudita al Mondiale e poi si è stancato delle interferenze della federazione, decidendo di lasciare. Allenerà l'Australia e sarà comunque una ricompensa per il lavoro fatto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il samoano è Tim <b>Cahill</b>, che giocherà il suo quarto Mondiale (come Mark <b>Milligan</b>) e spera di segnare anche questa volta, sebbene il suo <i>stint</i> al Millwall sia stato tutt'altro che entusiasmante. La generazione che doveva crescere in Brasile nel 2014 è maturata, ha vinto la Coppa d'Asia, ma non è andata oltre. Ed è difficile che lo faccia questa volta.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOPbjUSTZyJlbCMi_27zQekDj3ymYUcNcnfEnOJjWljM_9-mfE5xxZyAlj27iq5Y87b5hhzlGnuDQciT3TUwLijd5kMD207mJN3RAfrzSsXngwAsMdQ-waAPzb9Dhp9qNNnbsUO4EAjzrV/s1600/international-friendly-france-vs-italy_13225f58-6618-11e8-b4a9-2154dcd09999.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="960" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOPbjUSTZyJlbCMi_27zQekDj3ymYUcNcnfEnOJjWljM_9-mfE5xxZyAlj27iq5Y87b5hhzlGnuDQciT3TUwLijd5kMD207mJN3RAfrzSsXngwAsMdQ-waAPzb9Dhp9qNNnbsUO4EAjzrV/s400/international-friendly-france-vs-italy_13225f58-6618-11e8-b4a9-2154dcd09999.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">La Francia spera di andare oltre il quarto di finale ottenuto all'ultimo Mondiale.</span></div>
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<div style="text-align: right;">
<i>(continua domani...)</i></div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-38335760799193260702018-05-31T09:30:00.000+02:002018-05-31T14:02:07.426+02:00ROAD TO JAPAN: Taro Sugimoto (杉本太郎)<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti al quinto numero del 2018 per "Road to Japan", la rubrica che vi porta a scoprire i possibili talenti che sbocciano nel panorama giapponese. Oggi ci spostiamo a Tokushima, dove un prodigio cresciuto dai Kashima Antlers si sta lentamente imponendo, crescendo bene sotto la guida di Ricardo Rodríguez: Taro <b>Sugimoto</b>.</div>
<br />
<u><i>SCHEDA</i></u><br />
Nome e cognome: Taro Sugimoto (<span style="font-size: x-small;">杉本太郎</span>)<br />
Data di nascita: 28 dicembre 1996 (età: 21 anni)<br />
Altezza: 1.62 m<br />
Ruolo: Trequartista<br />
Club: Tokushima Vortis (2017-?)<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd8WhhsO7D9Gyjas6YhVYz50V38spcyxaoUUoruHudj22dwQLPwv5F_5LaxqxMkuaYrYyF4v7L2WTIsp32QTRSVSlPErXhPYaGmldMY7orsKysrFx4m9NedYWGK-oKafBva6mwfG98J4-u/s1600/RTJ+-+2018.05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="782" data-original-width="1200" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd8WhhsO7D9Gyjas6YhVYz50V38spcyxaoUUoruHudj22dwQLPwv5F_5LaxqxMkuaYrYyF4v7L2WTIsp32QTRSVSlPErXhPYaGmldMY7orsKysrFx4m9NedYWGK-oKafBva6mwfG98J4-u/s400/RTJ+-+2018.05.jpg" width="400" /></a></div>
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<i>STORIA</i></div>
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Nato nell'estrema coda del 1996 nella prefettura di Gifu, precisamente a Tajimi (famosa soprattutto per la produzione di un particolare tipo di ceramiche, le <i>Mino ware</i>), Sugimoto ha avuto modo di girare il Giappone. Fin da piccolo è stato notato per le sue capacità, tanto che non sono stati pochi i club che hanno messo gli occhi su di lui.</div>
<div style="text-align: justify;">
Passato per le formazioni giovanili di Nagoya Grampus e FC Gifu, Sugimoto si è poi iscritto a un liceo di Kani, città situata nella prefettura dov'è nato. Tuttavia, qualcun altro aveva messo gli occhi su di lui: i <b>Kashima Antlers</b>, da sempre attenti sul territorio nazionale, lo tesserano a soli 17 anni per inserirlo direttamente in prima squadra.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non solo: dopo aver giocato un paio di gare con la selezione J. League U-22 (molto sotto-età per i suoi standard), <b>Sugimoto riesce persino a esordire in campionato</b>. Gioca due partite di fila subentrando a gara in corso sia sul campo degli Urawa Red Diamonds che contro i campioni uscenti del Sanfrecce Hiroshima.</div>
<div style="text-align: justify;">
A lanciarlo è Toninho <b>Cerezo</b>, che ha un certo intuito per i talenti. Qualcosa cambia, però, quando Cerezo viene esonerato: al suo posto c'è Masatada <b>Ishii</b>, promosso alla guida della prima squadra dal settore giovanile. Conosce bene Sugimoto, ma nel 2015 non gli concede troppo spazio: eppure il fantasista trova il primo gol da pro in Coppa dell'Imperatore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Conscio delle potenzialità dei suoi giovani, Ishii ha poi dato molto più spazio a Sugimoto: 21 presenze e due reti nel 2016, ma il ragazzo si è reso conto di avere troppe stelle davanti. E allora si è trasferito in prestito a Tokushima, dove il Vortis ha appena ingaggiato Ricardo <b>Rodriguez</b>, voglioso di implementare il suo gioco di posizione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sugimoto è un elemento perfetto e così il ragazzo è cresciuto gradualmente, in un ambiente più tranquillo e con un buon maestro di calcio. Quest'anno si è anche preso il "10", dato che Junya <b>Osaki </b>si è trasferito al Renofa Yamaguchi e lui - seppur infortunato nelle ultime gare - promette benissimo.</div>
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<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i></div>
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Non è solo bardato con il "10" da quest'anno, ma è un <i>diez </i>a tutti gli effetti: Sugimoto preferisce spaziare sulla trequarti, muoversi liberamente per poi concludere l'azione o magari trovare lo spazio giusto per servire un compagno. Ha delle capacità tecniche fuori dal comune (specialmente nel corto) e rappresenta <u><a href="http://www.soccerdigestweb.com/news/detail/id=553">alla perfezione</a></u> il classico fantasista nipponico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fisicamente e atleticamente, deve ovviamente migliorare, specie se dovesse decidere un giorno di scavallare il continente e trasferirsi in Europa. Per il modo di giocare, è uno di quei giocatori che mi piacerebbe forse vedere di più in Sud America, magari in qualche club del calcio brasiliano. Persino la <b>Nike</b> <u><a href="https://web.gekisaka.jp/news/detail/?114093-118057-fl">si è accorta di lui</a></u>...</div>
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<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2014 - Kashima Antlers: 4 presenze, 0 reti / <span style="font-size: xx-small;">→</span> J. League U-22 Selection: 6 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2015 - Kashima Antlers: 3 presenze, 1 rete</div>
<div style="text-align: justify;">
2016 - Kashima Antlers: 21 presenze, 2 reti</div>
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2017 - <span style="font-size: xx-small;">→</span> Tokushima Vortis: 41 presenze, 6 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2018 - <span style="font-size: xx-small;">→</span> Tokushima Vortis (in corso): 9 presenze, 1 rete</div>
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<i>NAZIONALE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
La sfortuna è che non sarà disponibile - se non come fuori-quota - per le Olimpiadi di Tokyo 2020, dato che è nato nel dicembre '96 (quattro giorni out!). Nel frattempo, però, Sugimoto ha attratto l'attenzione delle nazionali giovanili: ha giocato il Mondiale U-17 nel 2013 ed è stato il miglior giocatore del campionato asiatico U-16 nel 2012.</div>
<div style="text-align: justify;">
Forse è un peccato non averlo visto con l'U-23 in questi anni, visto che il suo talento era già visibile. <b>Quando lo potremo vedere in nazionale maggiore? Semmai questo dovesse accadere, tutto passerà dal ritorno in J1</b>. Se sarà con il Tokushima Vortis o rientrando ai Kashima Antlers, questo potrà dircelo soltanto il futuro.</div>
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<br /></div>
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<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Chiunque abbia a disposizione uno scout concentrato sul mondo del Sud-Est asiatico, dovrebbe buttare un occhio sul ragazzo. Che è un classe '96, ma ha già diversa esperienza tra i professionisti ed è stato cresciuto da una delle scuole di calcio migliori in Giappone, ovvero quella residente a Ibaraki, dove sfornano professionisti con la P maiuscola.</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Dove potrebbe andare Sugimoto? La Portuguese Liga sarebbe la destinazione migliore. Se c'è una lezione che ci hanno lasciato le avventure di <b>Kanazaki </b>e <b>Nakajima </b>al Portimonense - entrambi giocatori con un notevole QI calcistico -, è che quella lega lascia spazio al talento, libero di crescere. Proprio ciò che serve a Taro.</div>
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/KgIamV3UWnE" width="500"></iframe>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-41670425907037505042018-05-22T09:00:00.000+02:002018-05-22T10:09:53.153+02:00La Muralla.<div style="text-align: justify;">
Ci saranno due esordienti al prossimo Mondiale di Russia 2018. Se dell'Islanda sappiamo parecchio grazie alla recente partecipazione a Euro 2016 (e l'hype non li ha mai veramente abbandonati), diverso è il discorso per Panama. La qualificazione dei centro-americani ha raggiunto tutti grazie soprattutto al gol decisivo, siglato dal simbolo e capitano Román <b>Torres</b>.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7SAltOrKGKEFazBVvRscpsUvwZt3XxVVc-vzbD3ejiU50bfW2WOsOvVOjw6pehVRavXlWAryCukqg2UwfN3IdfoaQMo9SyHBzyef9wX-vWHngAk_oV_1LPhrcTtxZ5QkXjfmviF1EUT2d/s1600/aptopix_panama_costa_rica_soccer_wcup_43431_c0-175-5326-3280_s885x516.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="516" data-original-width="885" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7SAltOrKGKEFazBVvRscpsUvwZt3XxVVc-vzbD3ejiU50bfW2WOsOvVOjw6pehVRavXlWAryCukqg2UwfN3IdfoaQMo9SyHBzyef9wX-vWHngAk_oV_1LPhrcTtxZ5QkXjfmviF1EUT2d/s400/aptopix_panama_costa_rica_soccer_wcup_43431_c0-175-5326-3280_s885x516.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Román Torres e la gioia incontrollabile dopo la qualificazione a Russia 2018.</span></div>
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Già, Román. Una leggenda assoluta, chiamato <i>La Muralla</i> dai suoi tifosi: un nomignolo piuttosto azzeccato, se pensiamo che il centrale panamense abbina 188 centimetri d'altezza e un corpo che è largo probabilmente il doppio. Statuario, pieno di muscoli e tatuaggi, Torres sembra uno di quei guerrieri che difendevano le terre centro-americane in una vita passata.</div>
<div style="text-align: justify;">
E pensare che non era scontata la presenza di Torres a questi livelli: la sua carriera è iniziata grazie al <b>Chepo Fútbol Club</b>, un club che oggi non esiste più e che ha avuto una vita di appena 17 anni. Fondato nel '99, il Chepo FC venne chiamato anche <i>Proyecto 2000</i>, con lo scopo di sviluppare giovani giocatori per il calcio di Panama.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non è un caso che diversi giocatori visti in nazionale negli ultimi anni abbiano iniziato proprio dai <i>Tigrillos</i>: per Torres, dopo un breve passaggio al <b>San Francisco Fútbol Club</b>, la vera occasione arriva nel 2006, quando il centrale firma per il <b>Cortuluá</b>, squadra colombiana. Basta un anno perché un altro trasferimento, quello più importante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 2007, infatti, il difensore firma per <b>La Equidad</b>, club di Bogotà. Non è una società tra quelle più importanti del panorama locale, ma Torres vince una coppa nazionale e ha anche più occasioni di partecipare alla Copa Sudamericana. Non solo, perché qualche prestito lo porta anche in altre squadre, sempre legate all'America Latina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo ben otto anni di contratto con gli <i>Aseguradores</i> - intervallati dai prestiti all'Atlético Junior, all'Atlético Nacional e a uno strano triennio con i <b>Millionarios</b>, ma non come giocatore di proprietà -, Román spicca finalmente il volo all'estero. Alcune squadre inglesi si erano interessate a lui, ma gli affari non erano mai andati in porto.</div>
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Invece, il 2015 è l'anno buono per lasciare il continente latino. A 29 anni, Torres si trasferisce ai <b>Seattle Sounders</b> in Major Soccer League. Lo fa ad agosto, nel bel mezzo della stagione, ma ci mette poco a integrarsi in un calcio superiore, ma sempre in via di sviluppo come quello americano. Anzi, farà molto di più.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo appena un mese, Torres si rompe il crociato anteriore e deve sostanzialmente rimanere fuori dal campo per ben nove mesi, rientrando solo nel giugno 2016. Meglio però, perché un suo rigore - nella lotteria dei penalty contro il Toronto FC, nella finale della MLS Cup - regala il titolo a Seattle e ai Sounders, capaci di vincerla per la prima volta. </div>
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/cZ1VeXIEjew" width="500"></iframe>
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<i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Leyenda</span></i>.</div>
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Se raccontassimo però solo la carriera di club di Torres, saremmo riduttivi. Il centrale è infatti il simbolo della nazionale panamense, che può contare su un gruppo esperto - Blas <b>Pérez</b>, Luis <b>Tejada</b>, Jaime Penedo, Gabriel <b>Gómez </b>e Felipe Baloy, per fare qualche nome - pronto a prendersi una meritata ricompensa, partecipando al prossimo Mondiale.</div>
<div style="text-align: justify;">
La sua carriera con <i>Los Canaleros</i> è iniziata da lontano: Torres era infatti tra i ragazzi che parteciparono al Mondiale U-20 del 2005, quello in cui Messi si fa conoscere al mondo. La nazionale guidata allora da Victor <b>Mendieta </b>viene eliminata nel girone con Cina, Ucraina e Turchia, ma per Torres è l'inizio di una grande avventura.</div>
<div style="text-align: justify;">
Panama si fa notare soprattutto nella Gold Cup. La <i>Marea Roja</i> ha centrato il secondo posto nel 2005 e nel 2013, perdendo in entrambi i casi la finale contro gli Stati Uniti. Sono però due storie molto diverse: nel 2005, Torres è giovanissimo e Panama conta ancora su Jorge <b>Dely Valdés</b>, con i suoi che <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=r_GMDGSDG5Q">perdono solo ai rigori</a></u>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Diversamente va nel 2013, quando Panama <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=jQGAIrtBQEk">elimina il Messico</a></u> in semifinale e perde la finale <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=8r3z1app7yM">per 1-0</a></u>. E poi c'è il 2015 e il <i>roblo</i>, ovvero il furto della semifinale del 2015: un gol di Torres porta avanti Panama, ma un rigore inesistente - fischiato per un <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=oHt-g3AxjoE">presunto fallo del capitano</a></u>, con tanto di rissa e sospensione - porta la gara ai supplementari, dove il Messico vincerà.</div>
<div style="text-align: justify;">
E i Mondiali? Panama è cresciuta, ma è arrivata da lontano. Pensate che, nelle qualificazioni per Germania 2006, <i>Los Canaleros</i> arrivano ultimi nel girone finale, l'Hexagonal, con appena due punti conquistati. Nel percorso per Sudafrica 2010, Panama esce addirittura al primo turno, perdendo la doppia sfida con El Salvador per 3-2.</div>
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Nelle qualificazioni a Brasile 2014, invece, arriva un'altra beffa: con Stati Uniti, Costa Rica e Honduras già qualificate, Panama può qualificarsi per lo spareggio intercontinentale con una serie di risultati. Un Messico in crisi sta perdendo in Costa Rica, mentre Panama va in vantaggio contro gli USA con un gol di <b>Tejada</b>.</div>
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Sembra tutto fatto grazie alla differenza reti, se non fosse che <b>Klinsmann </b>e i suoi ragazzi hanno altre idee. Le reti di Zusi e Johansson spostano gli equilibri e mandano Panama all'inferno, mentre il Messico supererà agilmente la Nuova Zelanda in 180'. Il Mondiale sembrava maledetto per Panama, ma qualcosa è cambiato nell'ultimo percorso di qualificazione.</div>
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La crisi degli Stati Uniti ha rimesso in discussione certi equilibri. Mentre Messico e Costa Rica hanno veleggiato verso la Russia, USA, Panama e Honduras si sono giocati l'ultimo posto all'ultima giornata. Gli USA stanno perdendo in Trinidad, mentre Honduras stava facendo il suo battendo il Messico in casa.</div>
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E Panama? Sotto in casa contro la selezione costaricana. Il pareggio è arrivato con un gol-fantasma di <b>Pérez</b>, convalidato seppur la palla non avesse passato la linea. All'88' è ancora tutto fermo e ci vuole un miracolo: quel miracolo ha la forma e le sembianze di un guerriero, <u><a href="https://youtu.be/5mcP2hayOGs">lanciatosi all'attacco</a></u>. Torres realizza <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=uNKzN7wysj8">un gol storico</a></u> e porta Panama in Russia.</div>
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Torres ha recentemente ricordato le emozioni che prova in vista dell'evento estivo in Russia: «<i>Ho lavorato duro e ho sacrificato tante cose per essere al Mondiale, voglio esserci senza alcun dubbio</i>». Del resto, una Coppa del Mondo con Panama, ma senza il suo capitano e leader, la sua <i>Muralla</i>, sarebbe riduttiva.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPTkCabIQqZpqct3dlE9PuG5ur9ueIrzj-6bDW9YDixfv1CX_mQICrwGbrvmoXVCPhyphenhyphenweJ3Jvs8gfXS50L7uYa3wUKU7IuxWrZj8jNAoI3nMJja6shMVH8sL0spJB_ALTMEMuuVdd-SrWJ/s1600/Panameno-Roman-Torres-Seattle-Agencias_11834847.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="569" data-original-width="1011" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPTkCabIQqZpqct3dlE9PuG5ur9ueIrzj-6bDW9YDixfv1CX_mQICrwGbrvmoXVCPhyphenhyphenweJ3Jvs8gfXS50L7uYa3wUKU7IuxWrZj8jNAoI3nMJja6shMVH8sL0spJB_ALTMEMuuVdd-SrWJ/s400/Panameno-Roman-Torres-Seattle-Agencias_11834847.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Román Torres, 32 anni, con la maglia dei Seattle Sounders.</span></div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-53586902239536448522018-05-18T10:00:00.000+02:002018-05-18T13:28:09.756+02:00UNDER THE SPOTLIGHT: Viktor Tsyhankov (Виктор Цыганков)<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti al quinto numero di "Under the Spotlight", la rubrica che prova a farvi conoscere i talenti che si aggirano per l'Europa. Oggi ci spostiamo in Ucraina e precisamente alla Dinamo Kiev, che tenta come può di giocarsi il campionato con lo Shakhtar Donetsk. Tra le sue fila, c'è un ragazzo interessante che risponde al nome di Viktor <b>Tsyhankov</b>.</div>
<br />
<i><u>SCHEDA</u></i><br />
Nome e cognome: Viktor Vitaliyovych Tsyhankov (Виктор Цыганков)<br />
Data di nascita: 15 novembre 1997 (età: 20 anni)<br />
Altezza: 1.77 m<br />
Ruolo: Ala, centrocampista esterno<br />
Club: Dinamo Kiev (2016-?)<br />
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<i>STORIA</i><br />
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La curiosa storia di Tsyhankov inizia non in Ucraina, bensì in Israele: infatti Viktor è nato nel settembre '97 a Nahariya, piccola città dello stato israeliano, collocata nel nord del paese, quasi al confine con il Libano. Il motivo? Il padre <b>Vitaliy</b>, anche lui giocatore (un portiere), stava in quel momento militando nel campionato locale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finita la carriera del padre, la famiglia Tsyhankov torna a Vinnycja, in Ucraina. Lì il piccolo Viktor può crescere nelle giovanili della società locale, il FC Nyva-V Vinnytsia. Gli allenatori delle giovanili lo formano come esterno, prima a destra, poi sul settore mancino del campo. Gli osservatori dei grandi club ucraini - Dinamo e Shakhtar - osservano il ragazzo.<br />
A Donetsk sono insistenti, ma alla fine Viktor decide di andare a Kiev. Un primo passo lo compie il d.s. delle giovanili, Olexandr <b>Ishchenko</b>, che è decisivo per la carriera del ragazzo, <u><a href="http://www.fcdynamo.kiev.ua/en/allnews/about_us/vitaliy_tsigankov_oleksandr_ischenko_zigrav_vazhlivu_rol_v_kareri_sina/?media=print">come ricorda</a></u> il padre Vitaliy: «<i>Lo facevano giocare da mediano, ma fu il d.s. a cambiargli ruolo e a rimetterlo esterno: è stato un cambio fondamentale</i>».<br />
Persino quando le giovanili della Dinamo non fanno una gran figura, Tsyhankov si mette in mostra: lo fa in un torneo per U-17 a Mosca, dove ci sono anche i pari-età di grandi club come Barcellona, Tottenham e Benfica. Se la Dinamo arriva ultima, lui vince il premio di miglior centrocampista del breve torneo.<br />
Il celeberrimo scout della Dinamo Kiev, Andriy <b>Biba</b>, prima lo sposta in un gruppo di un anno più grande (per testarlo maggiormente), poi lo promuove nella seconda squadra della Dinamo, allenata dal compianto Valyantsin <b>Byalkevich</b>. Nell'estate 2014, arriva anche la prima chiamata per un training camp estivo con la prima squadra in Austria.<br />
Intanto, però, Tsyhankov respira un po' d'aria europea con la UEFA Youth League giocata nel 2015-16: il ragazzo segna il gol decisivo contro il Maccabi Tel Aviv per il passaggio ai play-off, poi persi contro il Middlesbrough. Tuttavia, sembra ormai chiaro che il suo avvento in prima squadra sia solo questione di tempo.<br />
E infatti l'esordio da professionista arriva nella stagione successiva. Dopo esser comparso in panchina per una <u><a href="https://www.transfermarkt.com/spielbericht/index/spielbericht/2479073">sfida dell'agosto 2014</a></u>, due anni più tardi Tsyhankov gioca la sua prima partita nel campionato locale contro il PFK Stal (13' in trasferta). Il ragazzo si rivela anche in Europa, dove mette un assist contro il Napoli e segna al Besiktas.<br />
Di fatto, Tsyhankov si è preso il posto da titolare, diventando una colonna nel 2017-18: quest'anno, infatti, il classe '97 ha giocato ben 39 gare e si è preso pure la fascia di capitano nelle ultime gare. Nominato in tale posizione da Alyaksandr <b>Khatskevich</b>, il ragazzo ha guidato il club al secondo posto e a un buon cammino europeo (la Dinamo è uscita per mano della Lazio in Europa League).</div>
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<br /></div>
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<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i><br />
Quando il suo nome ha cominciato a circolare tra gli addetti ai lavori ucraini, qualcuno ha parlato di un paragone con Serhiy <b>Rebrov</b>, l'allenatore che poi l'ha lanciato tra i grandi. Tatticamente parlando, l'esterno è la posizione che preferisce, specie se può giocare da ala: ha imparato a esser schierato su entrambe le fasce, ma la destra è quella che probabilmente preferisce.<br />
Suo padre, così diversi scout alla Dinamo Kiev, <u><a href="http://footclub.com.ua/news/Ukraina/Premer-liga/324994086/Kart-blansh-na-kreativ-i-mif-kotoryy-hotelos-by-razveyat">vi direbbero</a></u> che è schierabile anche da "10", ma è indubbio come Tsyhankov sprigioni il meglio delle sue possibilità sull'out esterno. Bisognerà fare attenzione ai diversi infortuni che l'hanno tormentato, probabilmente dovuti ai tanti tornei giovanili giocati da piccolo.<br />
I suoi modelli sono Lionel <b>Messi </b>e Mario <b>Götze</b>: soprattutto con il tedesco, ci sono delle similitudini. Il punto sarà formare Tsyhankov tatticamente e fisicamente, perché le doti tecniche e l'atletismo non sembrano mancare al giovane esterno ucraino.</div>
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<br /></div>
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<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2016/17 - Dinamo Kiev: 29 presenze, 5 reti</div>
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2017/18 - Dinamo Kiev (in corso): 39 presenze, 17 reti</div>
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<br /></div>
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<i>NAZIONALE</i><br />
Comparso in tutte le Under possibili, Tsyhankov ha potuto debuttare in nazionale maggiore nel novembre 2016: Andriy <b>Shevchenko</b>, c.t. ucraino, gli ha fatto fare una comparsata contro la Finlandia e poi l'ha schierato titolare contro la Serbia, in due gare vinte. Fermo per ora a cinque presenze con l'Ucraina, Tsyhankov potrebbe rappresentare il futuro, seppur in un ruolo già pieno di star (<b>Yarmolenko</b> e <b>Konoplyanka</b>, tanto per dirne due).</div>
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<br /></div>
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<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Tsyhankov ha un contratto fino al giugno 2023 con la Dinamo Kiev, che si è saggiamente tutelata per evitare di perdere il ragazzo per due spicci. Penso che quest'estate avrà mercato, perché non è un momento storico facile per l'Ucraina e dove si può, si cerca di monetizzare. Sarebbe curioso vedere una squadra italiana su di lui.</div>
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<br /></div>
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/AX7dcw1eqBo" width="500"></iframe>
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</div>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-63628103439190577032018-05-10T10:00:00.000+02:002018-05-10T15:01:30.770+02:00C'è speranza per la middle class.<div style="text-align: justify;">
Ci sono due storie da raccontare. La prima riguarda le top 5 leghe in Europa, dove l'alternanza è ormai bandita nella vittoria finale (se escludiamo quella ricca eccezione che è la Premier League). <b>La seconda riguarda alcuni campionati medi, dove il calcio non è ancora governato dall'incoerenza dell'Uefa ed è possibile avere delle sorprese. </b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIrh9rgRu36vkmP3nPZJqIGy4XQzYXkE1ppxf2zTpw_uqMLi7Rx_szqqQaWgKsee_ZlHzohwzE7H2TfeeTzqxo_RXHfrrhGGzoMC-pdm8lhHoJq-u-RO645BDCiiH1jtUBHPhxO8zEJsSn/s1600/I-AEK-AXIA-PROTATHLITRIA-2018-denlarge.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="420" data-original-width="775" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIrh9rgRu36vkmP3nPZJqIGy4XQzYXkE1ppxf2zTpw_uqMLi7Rx_szqqQaWgKsee_ZlHzohwzE7H2TfeeTzqxo_RXHfrrhGGzoMC-pdm8lhHoJq-u-RO645BDCiiH1jtUBHPhxO8zEJsSn/s400/I-AEK-AXIA-PROTATHLITRIA-2018-denlarge.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">L'AEK Atene è tornato sul trono di Grecia dopo 24 anni.</span></div>
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Per nessuna di queste storie c'è stata una prima assoluta, ma la Superleague greca racconta la favola più bella di tutte. <u><a href="http://goldengoal2012.blogspot.it/2015/05/la-marea-giallonera.html">Non è la prima volta</a></u> che su questo blog si menzionano le sorti dell'<b>AEK Atene</b>, sparito dopo una tragica annata (<u><a href="http://goldengoal2012.blogspot.it/2013/04/atene-citta-scoperta.html">quella 2012-13</a></u>, con la retrocessione) nei meandri del calcio greco. Eppure, un lungo lavoro ha riportato i gialloneri sul trono nazionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un titolo importante non solo per la lunga assenza sulla bacheca dell'AEK (che ne ha vinti 12 e l'ultimo era datato 1994), ma anche perché nelle ultime 23 edizioni della Superleague greca l'Olympiacos aveva trionfato 19 volte. E nelle altre quattro, il titolo era andato ai diretti rivali del Panathinaikos, ora in disgrazia.</div>
<div style="text-align: justify;">
In questo scenario, sono dispiaciuto che il PAOK Salonicco non abbia approfittato della storica occasione, con il suo presidente - Ivan <b>Savvidis</b>, russo ma con origini greche - sceso in campo con una pistola per protestare contro un episodio arbitrale. In una stagione con Olympiacos e Panathinaikos ai margini, la conseguente deduzione di punti per il PAOK è stata fatale.</div>
<div style="text-align: justify;">
All'AEK Atene è bastato crescere gradualmente: non solo fuori (il nuovo impianto, l'Agia Sophia Stadium, sarà pronto per il 2019), ma anche in campo, dove l'AEK - appena tornato in prima divisione, nel 2015 - si è subito portato a casa la coppa nazionale. Poi è tornato in Europa e infine ha vinto il campionato grazie al tecnico Manolo <b>Jiménez</b>.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se l'AEK ha atteso parecchio, allo <b>Young Boys</b> han dovuto aspettare ancora di più: 32 anni erano passati dall'ultimo titolo nazionale, conquistato in uno scenario calcistico ben diverso (per dire: il campionato svizzero all'epoca si giocava con 16 squadre). La squadra di Berna non è proprio un volto nuovo per il calcio europeo, ma è comunque una sorpresa.<br />
Li abbiamo intravisti ogni tanto in Europa League. Io stesso me li ricordo giocare un preliminare di Champions League contro il Tottenham nell'estate 2010, quando in squadra avevano gente come Senad <b>Lulic </b>e in panchina Vladimir <b>Petkovic</b>. Ne è passato di tempo, ma alla fine qualcuno è riuscito a spezzare l'egemonia del Basilea.<br />
Da otto anni, infatti, il titolo elvetico era in mano al Basilea, capace di vincere 11 delle ultime 15 edizioni della Swiss Super League, creando di fatto una dinastia. Tuttavia, il lavoro di Adi <b>Hütter </b>- tecnico austriaco, formato e lanciato dalla Red Bull in quel di Salisburgo - è stato fondamentale per ribaltare le carte.<br />
Già all'inizio della primavera, tutto sembrava pronto per una sorpresa. Il Basilea è rimasto lontano dalla testa, concentrato sulla Champions League. In campo, invece, non c'è stato qualcuno che sia emerso nettamente: già avere quattro giocatori in doppia cifra - rivelazioni come <b>Assalé </b>e Nsame, accanto a sempreverdi come Hoarau e <b>Sulejmani </b>- ha aiutato Berna a riassaporare il titolo.</div>
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/UDh-DLZbJx0" width="500"></iframe>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;">Per il primo campionato vinto in 32 anni, lo Young Boys non ha badato a spese nel celebrare la vittoria in campionato.</span></div>
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Altri ritorni si sono visti anche nel resto d'Europa. Mi viene da menzionare la Danimarca, che è stata spesso oggetto di scambio tra diversi club nella vittoria del campionato, ma che quest'anno ha visto un grande ritorno di un'antica decaduta: il <b>Brøndby </b>è vicino alla riconquista della Superliga danese dopo 13 anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
AaB, Midtjylland e Nordsjælland hanno vinto a sorpresa, ma di fatto una padrona del campionato c'è ed è il FC Copenhagen, vittorioso in otto delle ultime 12 edizioni della Superliga. Allenato da un manager tosto come Ståle <b>Solbakken </b>e aiutato dalla presenza di giocatori come Kvist e <b>Fischer</b>, il Copenhagen sembrava favorito per la vittoria finale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il Brøndby, invece, ha fatto la voce grossa fino a metà anni 2000, sparendo poi di fatto dall'albo d'oro: l'ultimo alloro risaliva al 2006. Per altro, la rivalità con il Copenhagen è segnata anche da una differenza d'età: il Brøndby è un club nato a metà degli anni '60, mentre il FC Copenhagen ha appena 25 anni di vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante un pronostico sfavorevole, Alexander <b>Zorniger </b>ha saputo guidare fino a qui. Già, proprio l'<u><a href="http://goldengoal2012.blogspot.it/2014/07/red-bull-uber-alles.html">ex allenatore del RB Lipsia</a></u>, quello che ha portato il club dalla quarta divisione tedesca alla Zweite Bundesliga in tre anni. In un campionato dove il Copenhagen ha mollato (-22 dal Brøndby!), il Brøndby si gioca tutto nelle ultime due giornate, tentando di conservare un margine di appena tre punti sul Midtjylland.</div>
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Chi invece può già festeggiare perché i giochi sono fatti è la <b>Lokomotiv Mosca</b>, che si è ripresa la Premier League russa dopo 14 anni. Un successo inaspettato, sebbene le gerarchie del calcio russo stiano ormai cambiando: dopo anni di dominio in tandem tra CSKA Mosca e Zenit San Pietroburgo, le grandi della capitale stanno tornando.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'anno scorso è stato lo Spartak Mosca di Massimo <b>Carrera </b>a vincere il titolo; nel 2017-18, invece, è toccato alla Lokomotiv, che alza il suo terzo trofeo nazionale da quando esiste la nuova Russian Premier League (quindi dal 1992). Il tutto con una giornata d'anticipo, battendo in casa proprio lo Zenit San Pietroburgo di Roberto <b>Mancini</b>.</div>
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Alla guida dei <i>Zheleznodorozhniki</i>, Yuri <b>Semin </b>ha conquistato il campionato, replicando gli altri due titoli nazionali, vinti con il club nel 2002 e nel 2004. Proprio perché Vico c'aveva visto giusto, il 71enne tecnico è tornato alla Lokomotiv per il suo quarto stint da <i>head coach</i>, vincendo ancora (l'anno scorso aveva alzato la coppa nazionale).</div>
<div style="text-align: justify;">
Tra i protagonisti del successo, potremmo menzionare tanti nomi: dal portiere naturalizzato <b>Guillherme </b>al capitano Igor Denisov, passando per i fratelli <b>Miranchuk</b>, l'esperienza di Ćorluka e i gol dei lusitani Manuel Fernandes ed Eder (sì, quello della finale di Euro 2016). Ma uno che va certamente ricordato è Jefferson <b>Farfán</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il calciatore peruviano ha costruito una carriera ricca e soddisfacente in Europa, legandosi soprattutto a due realtà: PSV Eindhoven e Schalke 04. Ha firmato poi per l'Al Jazira nel 2015, sperando di godersi gli ultimi giorni da calciatore in una pensione dorata. Poi c'è stato qualche ripensamento e allora, nel gennaio 2017, la Lokomotiv ha puntato su di lui.</div>
<div style="text-align: justify;">
Inattivo da tempo e fuori dal gioco, Farfán si è ripreso e ha trascinato la squadra al titolo. Non solo, perché lo vedremo ancora in campo quest'estate. Sempre in Russia, sì, ma con la maglia del Perù, anch'esso bisognoso delle sue giocate. <b>La lezione è che la <i>middle class</i> europea regala emozioni e novità, a differenza di chi regna sulla vetta</b>.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNzcjEbDqPDX22rl-ZqbmZGuHDUnVDlHxADUdZYpHQb7S26Upizl6mO0gIMeF6ODqpf8H04k5gj1x-xYO73kXbf1dP2SuJbobEIs2FFZ3hBf9NXMYtmk0k-E1ci73L7ONjrLYh8BJ1DOpK/s1600/orig.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="535" data-original-width="1010" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNzcjEbDqPDX22rl-ZqbmZGuHDUnVDlHxADUdZYpHQb7S26Upizl6mO0gIMeF6ODqpf8H04k5gj1x-xYO73kXbf1dP2SuJbobEIs2FFZ3hBf9NXMYtmk0k-E1ci73L7ONjrLYh8BJ1DOpK/s400/orig.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Jefferson Farfán, 33 anni, festeggia il titolo nazionale vinto dalla Lokomotiv Mosca.</span></div>
Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-45828204668433663462018-04-29T09:00:00.000+02:002018-04-29T10:54:15.350+02:00ROAD TO JAPAN: Riki Harakawa (原川 力)<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti al quarto numero del 2018 di "Road to Japan", la rubrica che vi guida tra i maggiori talenti del calcio giapponese. Oggi ci spostiamo in un'insolita e felice isola della J1, ovvero il Sagan Tosu. Guidato da Massimo Ficcadenti, il club sopravvive in prima divisione e sviluppa diversi talenti. Il prossimo nella lista per un salto in Europa è Riki <b>Harakawa</b>.</div>
<br />
<i><u>SCHEDA</u></i><br />
Nome e cognome: Riki Harakawa (<span style="font-size: x-small;">原川 力</span>)<br />
Data di nascita: 18 agosto 1993 (età: 24 anni)<br />
Altezza: 1.75 m<br />
Ruolo: Regista, centrocampista centrale<br />
Club: Sagan Tosu (2017-?)<br />
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<div style="text-align: justify;">
<i>STORIA</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Nato a Yamaguchi (capitale dell'omonima prefettura) nel luglio del '93, il giovane Riki entra nel vivaio dell'oggi Renofa Yamaguchi. All'epoca il club non era neanche lontanamente vicino al professionismo, ma era certamente il punto più vicino per sviluppare le proprie capacità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Iscrittosi alla Yamaguchi Shiritsu Konan Junior High School, Harakawa incrocia sulla sua strada un altro grande talento della sua generazione, coetaneo e conterraneo: Yuya <b>Kubo</b>. Negli spazi del Ishinhyakunen Memorial Park, i due maturano e crescono assieme. E non solo, perché finiranno per condividere anche la prima parte di carriera.</div>
<div style="text-align: justify;">
Infatti entrambi vengono tesserati dal Kyoto Sanga, in cerca di talento fresco per tentare una risalita in prima divisione. Da qui, però, le traiettorie dei due divergono: Kubo esordisce presto, fa un figurone nella corsa del Kyoto Sanga nella Coppa dell'Imperatore 2011 (il club perde in finale contro il FC Tokyo) e di fatto crea i presupposti per un trasferimento in Europa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Diverso il discorso per Harakawa, che deve aspettare il luglio 2012 per esordire in seconda divisione e non trova molto spazio nel primo biennio da pro sotto Takeshi <b>Oki</b>: appena 11 presenze tra il 2012 e il 2013. Così il giovane centrocampista opta per il prestito in una piazza sicura: a Ehime, Hirakawa risplende e torna a Kyoto forte delle sue nuove consapevolezze.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il periodo passato sotto Kiyotaka <b>Ishimaru</b> gli ha fatto bene e, inoltre, il suo nuovo allenatore a Kyoto è proprio lo stesso del prestito a Ehime. Sotto Ishimaru, il centrocampista diventa un perno centrale del nuovo Kyoto Sanga, che però non riesce a risalire la china. Anzi, la stagione è tragicomica (17°!) e Harakawa opta per un trasferimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il Kawasaki Frontale di Yahiro <b>Kazama</b> ha deciso di assicurarsi le sue prestazioni, ma Harakawa non sembra ancora pronto per quel tipo di salto e non c'è troppo spazio in squadra. Appena otto presenze in tre competizioni e così il giovane Riki decide per un altro prestito. Stavolta si va nel Kyushu, al Sagan Tosu, bisognoso di un centrocampista talentuoso.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'apprendistato sotto Massimo <b>Ficcadenti</b> dura poco: Harakawa si rivela un perno centrale del progetto calcistico dell'ex tecnico di Cagliari e Cesena, trovando anche continuità sotto porta (sette reti in campionato). A fine anno, il Sagan Tosu ha deciso di riscattare il classe '93 e oggi Harakawa spera di confermarsi in prima divisione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Molti hanno fatto fatica nel capire quali fossero le vere potenzialità del ragazzo. Ai tempi del Kawasaki Frontale, Yahiro Kazama non voleva sacrificare la forza e l'equilibrio di Eduardo <b>Neto</b>, così comincio a testare Harakawa come terzino destro: una mossa folle, che forse ci ha quasi fatto perdere un ottimo talento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per recuperarlo, Ficcadenti ha sostanzialmente deciso quanto Ishimaru aveva stabilito anni prima, tra Ehime e Kyoto: Harakawa è un regista, tuttalpiù una mezzala, e così va schierato. I risultati si sono visti: buone doti tecniche, corsa, visione di gioco ben applicata sul campo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le doti balistiche del ragazzo - unite a una rinnovata convinzione nelle sue doti - gli hanno anche permesso di aumentare il contributo sotto porta. Solo così si può passare dal segnare una rete in cinque anni di carriera alle sette del 2017.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2012* - Kyoto Sanga: 3 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2013* - Kyoto Sanga: 8 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2014* - <span style="font-size: xx-small;">→ </span>Ehime FC: 32 presenze, 1 rete</div>
<div style="text-align: justify;">
2015* - Kyoto Sanga: 32 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2016 - Kawasaki Frontale: 8 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2017 - <span style="font-size: xx-small;">→ </span>Sagan Tosu: 36 presenze, 7 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2018 - Sagan Tosu (in corso): 12 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
* = in J2 League</div>
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<i>NAZIONALE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Forse ha pagato la reputazione da <i>late bloomer</i> in nazionale: questo talento manifesto, ma che fatica a emergere, ha limitato anche la sua presenza con le rappresentative giovanili. Presente nel trionfo dell'U-23 in Qatar nel gennaio 2016 al campionato di categoria, Harakawa era anche a Rio, ma di fatto ha giocato solo la prima gara contro la Nigeria.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da lì, è stato ignorato. La sua crescita non è stata premiata nemmeno nell'EAFF Asian Cup del dicembre scorso, dove tutti i giocatori della J. League hanno avuto una chance. A breve ci sarà la Coppa del Mondo, che sarà il canto del cigno per capitan <b>Hasebe</b>: la speranza è che ci sia spazio per testarlo nel nuovo corso che verrà.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Harakawa sta crescendo a ritmi vertiginosi e non mi stupirei se si ritrovasse in nazionale nel gruppo post-Mondiale 2018. Ciò nonostante, è importante che prosegua la sua crescita a Saga, dove Ficcadenti gli ha cucito addosso un vestito adatto: il prossimo passo è riuscire a emergere per più stagioni, magari contribuendo a un'altra salvezza miracolosa del Tosu.</div>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2434892821424332617.post-25751807986644919192018-04-18T10:30:00.000+02:002018-04-19T09:52:54.871+02:00UNDER THE SPOTLIGHT: Samuel Tetteh<div style="text-align: justify;">
Buongiorno a tutti e benvenuti al quarto capitolo di "Under the Spotlight", la rubrica che vuole presentarvi alcuni dei possibili nuovi protagonisti del calcio futuro. Oggi ci spostiamo in Austria, dove il Red Bull Salisburgo si gode le semifinali di Europa League, ma ha mandato in prestito un ragazzo di cui (credo) risentiremo parlare: <b>Samuel Tetteh</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<i><u>SCHEDA</u></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Nome e cognome: Samuel Tetteh</div>
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Data di nascita: 28 luglio 1996 (età: 21 anni)</div>
<div style="text-align: justify;">
Altezza: 1.80 m</div>
<div style="text-align: justify;">
Ruolo: Seconda punta, prima punta</div>
<div style="text-align: justify;">
Club: LASK Linz (2018-?)</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNs8SnfOM5myzFJucZel9GbNMs6Xeeg-XI5NMpZQyqAHLVA-EKQZAnMHlA01Aj8S7BmdS5oSkPBURw1wjvRI9Dr-AGnJBxk_rC0YF8owXgug9celD5_LUi1hfXLbuQi7hEweUcBM7kpF13/s1600/DYhAaVzXkAEVjL6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="731" data-original-width="1200" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNs8SnfOM5myzFJucZel9GbNMs6Xeeg-XI5NMpZQyqAHLVA-EKQZAnMHlA01Aj8S7BmdS5oSkPBURw1wjvRI9Dr-AGnJBxk_rC0YF8owXgug9celD5_LUi1hfXLbuQi7hEweUcBM7kpF13/s400/DYhAaVzXkAEVjL6.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<br />
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<i>STORIA</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Nato in Ghana nel 1996, Tetteh è cresciuto nella <b>West African Football Academy</b>: fondata nel '98 e parte della Ghana Football Premier League, la WAFA ha tesserato il giovane nel 2014, lanciandolo quasi subito nella massima divisione ghanese. Situata a Sogakope, la WAFA è stata un'accademia legata al Feyenoord (che ha lanciato Adiyiah, Afful, <b>Atsu</b>).</div>
<div style="text-align: justify;">
Tetteh fa in tempo a giocare qualche gara, segnando cinque reti in 13 presenze a soli vent'anni. La Red Bull - che avrà tanti difetti, ma che ha capito come il calcio del futuro è fatto di plusvalenze e giovani da rivendere - lo adocchia e lo prende per portarlo a Salisburgo. Non subito però, perché il ghanese passerà prima dal <b>Liefering</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con la squadra-B del Red Bull Salisburgo, Tetteh fa quel che vuole: gioca in seconda divisione e segna 10 reti in 20 gare, con di fianco un altro prodotto dei Tori, quel Mërgim <b>Berisha </b>che adesso è con lui in prestito a Linz. Convinta dalle sue prestazioni, la Red Bull offre un contratto al ghanese fino al giugno 2020.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ora viene il difficile, però, perché imporsi in prima squadra è molto più difficile. Il RB Salisburgo ha voglia di lanciare i suoi giovani, reduci dalla vittoria in UEFA Youth League nel 2016-17: purtroppo, per Tetteh c'è poco spazio. Fa in tempo a giocare una gara in coppa austriaca e quattro minuti da subentrante in una partita dei gironi di Europa League.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'ultima gara in panchina con il Red Bull Salisburgo è contro il neo-promosso LASK Linz, che sarà anche il club a cui verrà prestato qualche settimana più tardi. La pausa invernale ha restituito un Tetteh pienamente coinvolto nella prima divisione austriaca: <b>cinque reti in 10 presenze</b>, cinque vittorie nelle ultime cinque gare per il LASK (otto nelle ultime dieci).</div>
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<br /></div>
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<i>CARATTERISTICHE TECNICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Come per molti talenti africani, ciò che colpisce è lo spunto atletico di cui il ragazzo è dotato: Tetteh ha una velocità notevole e uno scatto secco che non perdona. Tuttavia, mi piace il lavoro che il RB Salisburgo sta facendo sul ragazzo. Mi spiego.</div>
<div style="text-align: justify;">
Teoricamente Tetteh nasce come ala: funambolico, quasi entropia allo stato puro, con finte e dribbling che fanno sognare <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=V687wXOPiTE">accostamenti con il primo Cristiano Ronaldo e Bale</a></u>. Invece, pare che gli austriaci stiano lavorando per trasformare il ragazzo da esterno a seconda punta, facendolo giocare molto più vicino all'area di rigore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi auguro e spero che questo lavoro porti risultati: le cifre tra Liefering e Linz sembrano esser incoraggianti, ma ci vorrà tempo per valutare il tutto. Anche fisicamente gli va dato un rinforzo, perché Tetteh sembra ancora leggerino per potersi imporre in un tipo di calcio più impegnativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>STATISTICHE</i></div>
<div style="text-align: justify;">
2016 - West African Football Academy: 13 presenze, 5 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2016/17 - <span style="font-size: xx-small;">→ </span>Liefering: 20 presenze, 10 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2017/18 - Red Bull Salisburgo: 2 presenze, 0 reti</div>
<div style="text-align: justify;">
2017/18 - <span style="font-size: xx-small;">→ </span>Liefering: 6 presenze, 2 reti</div>
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2017/18 - <span style="font-size: xx-small;">→ </span>LASK Linz (in corso): 10 presenze, 5 reti</div>
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<i>NAZIONALE</i></div>
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Qui la sorpresa forse più grande: nonostante non giochi ancora con la prima squadra dei campioni d'Austria, Tetteh ha già giocato in nazionale maggiore. Dopo un buon torneo giocato con il Ghana U-20 al Mondiale di categoria del 2015 (un assist e un rigore guadagnato nel <u><a href="https://www.youtube.com/watch?v=Dn8oS0wjLM8">3-2 sull'Argentina</a></u>), l'attaccante è stato chiamato in prima squadra dal ct Avram <b>Grant</b>.</div>
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Nel settembre 2016 ha persino segnato la prima rete in nazionale, in una gara di qualificazione alla Coppa d'Africa 2017 contro il Ruanda. Rete che gli è valsa ancora più attenzione, dato che lo stesso Grant ha poi deciso di portarlo in Gabon tra i 23 del torneo. Due presenze in due gare senza particolare significato, ma comunque sono lì.</div>
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<i>LA SQUADRA PER LUI</i></div>
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In questo momento, Tetteh gioca in una squadra di bassa classifica della massima divisione austriaca. Dobbiamo quindi esser realisti e dirci che attualmente l'attaccante può emergere in questo contesto, ma ha bisogno di maturare nella calma più assoluta. Magari tornando alla base, dove la Red Bull beneficerà certamente del suo talento.</div>
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Tuttavia, sarei curioso di capire se a Lipsia stiano già osservando i progressi del ragazzo, visto che proprio la casa madre si sta dotando di attaccanti come <b>Werner </b>e <b>Augustin</b>, agili e veloci: un profilo che ricalca parecchio quello che Tetteh potrebbe avere tra qualche tempo. O arriverà prima qualcun altro?</div>
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Gabriele Anellohttp://www.blogger.com/profile/01224546637944117561noreply@blogger.com0