Tutto parte da Manchester: è lì dove il bello (e la follia) del calcio si manifesta in tutta la sua esplosività. Nell'ultima giornata di Premier League, le due squadre di Manchester si giocano il campionato: il City gioca in casa contro il perciolante QPR, lo United va in trasferta sul campo di un Sunderland che non più nulla da chiedere a questo campionato. Il primo tempo rispecchia l'andamento che ci si aspettava: 1-0 su entrambi i campi, sempre a favore delle due squadre di Manchester, con i gol rispettivamente di Zabaleta e Rooney. Ma se a Sunderland non succede più nulla di significativo, i SuperHoops si scatenano all'Etihad Stadium. Si devono salvare ed il Bolton, che sta vincendo sul campo dello Stoke, li supererebbe e li condannerebbe alla retrocessione in Championship. Così - nonostante l'ennesima brava con conseguente espulsione di Joey Barton - prima Djibril Cissé, poi Mackie portano in vantaggio il QPR, facendo sprofondare nel dramma i tifosi del City: onestamente, 44 anni attesi per prendere poi una fregatura del genere.. sarebbe tragico. Ed i miracoli di Paddy Kenny non aiutano. Fortunatamente per loro, ci sono alcune regole che nel calcio non sono scritte, ma valgono sempre: il Bolton viene raggiunto dallo Stoke proprio mentre Dzeko pareggia i conti al 90'. Mark Hughes, tecnico del QPR, fa segno che è tutto finito: sono salvi. E allora, nell'assalto all'arma bianca portato dai Citizens, un (fino a lì) orribile Aguero s'inventa la giocata della vita e segna il 3-2 che consegna la Premier League nelle mani della squadra di Mancini. Un momento straordinario, un momento di storia, uno di quelli che ti lascia il segno e, se vissuto, lo racconti ai tuoi nipoti 50 anni dopo. Dopo aver rischiato una replica del 5 Maggio di memoria interista, arriva una fine straordinaria per un campionato bello come pochi nella storia.
Lo stadio di Torino, dall'uscita di Del Piero, non ha più seguito la partita, preferendo assistere al giro di campo del capitano juventino: due mondi paralleli, in cui quello contenente Del Piero importava di più di quello avente per protagonisti i 22 in campo. Al gol di Inzaghi, invece, grandi le lacrime: la partita con il Novara non significava nulla, quel gol invece valeva anni di vittorie e di emozioni regalate dal numero 9 milanista. 11 anni di maglia rossonera onorati benissimo: su tutto, rimarranno i due gol di Atene ed una finale vinta praticamente da solo.
Due miti che ci mancheranno per la loro capacità d'essere decisivi.
Filippo Inzaghi, 38 anni, e Alessandro Del Piero, 37, salutano i fan di Milan e Juve.
E' ancor più incredibile pensando alla storia di questa squadra, che ha sede in una cittadina di 50.000 abitanti: il Villareal è arrivato in Liga nel 1998 e, escludendo la stagione 1998/1999, è sempre riuscita a salvarsi. Non solo: dal 2003 non è mai andata sotto l'8° posto, con un secondo, un terzo ed un quarto posto negli ultimi anni; ottimi anche i risultati europei, con tre semifinali europee (in UEFA nel 2004 e nel 2011, in Champions nel 2006, con il famoso rigore sbagliato da Riquelme contro l'Arsenal). Insomma, una granitica certezza costruita con la programmazione. Che ha fallito clamorosamente quest'anno, tanto da retrocedere.
Il capitano del Villareal, Marcos Senna (35 anni), piange dopo la retrocessione del Villareal.
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