21.2.19

J. LEAGUE ROUND-UP: Crescere (Part 2)

おはようございます!
Benvenuti alla nuova stagione in J. League: sarà il 27° anno in prima divisione, il 21° in seconda e il sesto per la terza categoria. E chissà che non sia la migliore di sempre, vista la tanta carne al fuoco che l'incombente annata proporrà. Volti nuovi, giovani in rampa d'ascesa, storie da raccontare: il 2019 sarà da ricordare. Ecco la prima parte di questa iper-preview.

La conferenza stampa di presentazione della stagione 2019 (via DAZN).

LE PREVISIONI

J1 League
Ci prepariamo forse alla stagione più bella nella storia della prima divisione nipponica, ma la favorita d'obbligo è una: il Kawasaki Frontale. I campioni in carica hanno vinto la Japanese Super Cup e puntano alla gloria continentale, ma non c'è dubbio che l'arrivo di Leandro Damião e la solidità mostrata sotto Oniki li mettano un filo avanti agli altri.
Dietro di loro, una serie di squadre che sperano di far bene per i motivi più disparati. C'è chi sarà impegnato in AFC Champions League, come Kashima Antlers e Urawa Red Diamonds: i primi dovranno rimediare ad alcune partenze, ma hanno una mentalità d'acciaio, vista in azione anche al Mondiale per club. I secondi, invece, contano sul tecnico Oswaldo de Oliveira per prolungare la forma del finale della scorsa stagione.
Un occhio va buttato anche al Nord, dove l'Hokkaido può finalmente sognare il titolo: persa la piazza d'onore - valida per l'ingresso in ACL -, il Consadole Sapporo ha chiuso la sua migliore stagione di sempre al quarto posto. Niente Champions, ma la rosa si è allargata e ora Petrovic può persino coltivare sogni di titolo, magari spezzando una sua personale maledizione.
E poi? Poi ci sono le grandi città, come Osaka e Yokohama. Il Gamba Osaka ha dato dei segnali importanti nel 2018, uscendo dalla zona retrocessione e resuscitando sotto Miyamoto: che siano loro il dark horse di questa stagione? Dall'altra parte, lo Yokohama F. Marinos è al secondo anno del progetto curato da Ange Postecoglou: l'anno scorso hanno sfiorato la retrocessione, ma i ragazzi guidati dal tecnico australiano vogliono di più in quest'annata.

Ange Postecoglou, 53 anni, al secondo anno del suo progetto Marinos a Yokohama.

Nel gruppone di mezzo, trovate la squadra che tutti i non-conoscitori di J. League segnalano come la più forte del campionato. Il Vissel Kobe - forte del progetto galattico di Mikitani, che ha aggiunto Villa a Iniesta e Podolski, oltre ad aver acquistato Nishi, Yamaguchi e Hatsuse - ha un attacco stellare, ma una mediana deboluccia e un pacchetto arretrato che non è certo da Top 4. Sarei sorpreso di vederli più in alto di questo.
Dietro di loro, il Nagoya Grampus spera di evitare l'andamento schizofrenico dell'anno scorso e di issarsi agevolmente a metà classifica. Per la squadra di Kazama vale lo stesso ragionamento del Vissel, seppur con minor stardom: l'enorme impatto offensivo non sembra poter reggere di fronte a un reparto arretrato meno stabile. Forse Jô sarà di nuovo capocannoniere, quello sì.
Alle loro spalle, mi sentirei di mettere due squadre di cui non si parlerà tanto in questa preview: il Cerezo Osaka si è notevolmente indebolito, ma proprio per questo piazzarsi a metà classifica sarebbe un buon risultato. Lotina è il tecnico giusto per far rendere adeguatamente una rosa indebolita; dall'altra parte, lo Shimizu S-Pulse ha cambiato qualcosa, ma ha guadagnato Elsinho e spera di salvarsi in anticipo.
Infine, due squadre dell'area del Kanto che vivranno però momenti notevolmente diversi. Se infatti l'11° posto sarebbe atteso, ma deludente per il FC Tokyo (che saluterà Takefusa Kubo a giugno e che ha fatto il mercato più deludente della J1), lo Shonan Bellmare viene da una stagione irripetibile e con i soldi del gruppo Rizap - nuovo proprietario del club - rischia seriamente di potersi stabilire in J1 come forza di metà classifica.

Dalla striscia positiva di metà anno alla quasi retrocessione: riusciranno i Nagoya Grampus a issarsi dalla zona retrocessione?

Questo gruppo, invece, dovrebbe preoccuparsi e guardarsi alle spalle. Il fatto di avere solo due posti per la retrocessione diretta - più uno per i play-off - dovrebbe lasciare un maggior spazio di manovra, ma queste sei squadre non devono stare tranquille per molteplici motivi.
Si parte dalla seconda miglior squadra della passata stagione: onestamente non mi aspetto il Sanfrecce Hiroshima ripetere l'incredibile annata del 2018, quando Jofuku e i suoi ragazzi sono arrivati ad avere due cifre di vantaggio in termini di punti sul Kawasaki, salvo buttar via tutto e completare l'annata con un finale terribile. Non ci sono stati grossi rinforzi e il preliminare di Champions League asiatica è stato un brutto aperitivo.
Diverso il problema per il Vegalta Sendai, che ha perso nuovamente alcuni giocatori durante l'inverno e spera ancora una volta di aver azzeccato il giusto mix per salvarsi e confermarsi in J1 per il decimo anno di fila. La speranza è sul mister, Susumu Watanabe, che è sottovalutato e ha fatto veramente un ottimo lavoro in questi anni.
Diverso il discorso dietro: molti vedono l'Oita Trinita come la vittima sacrificale di questa stagione e il loro reparto arretrato lascia parecchio a desiderare, ma il loro pacchetto offensivo e la guida di Tomohiro Katanosaka mi dà fiducia. Se la loro difesa si dimostrasse decente a questi livelli, si potrebbero salvare.
Diverso il discorso per il Matsumoto Yamaga, che è una squadra complessivamente più solida e che ha molte più speranze di rimanere in J1 rispetto alla prima annata nella massima divisione, datata 2015. L'allenatore è lo stesso, ma la spinta dei tifosi e i rinforzi arrivati in inverno potrebbero aiutare. E poi ci sono quelle che secondo me potrebbero andar giù.
Il Jubilo Iwata non ha fatto nulla durante quest'inverno: sette operazioni complessive sul mercato, Nanami confermato e sullo sfondo il play-out vinto contro il Tokyo Verdy a dicembre. A meno che i giovani non esplodano (Ogawa e Nakano su tutti), come possono cambiare il loro destino? Peggio va al Sagan Tosu, che non giocherà più quel football conservativo visto sotto Ficcadenti, ma non si sono rinforzati e Carreras mi pare una scelta poco ispirata.

L'Oita Trinita sembra destinato a retrocedere, ma ha tante risorse nel reparto offensivo.


J2 League
Nella rincorsa al ritorno in J1, c'è una squadra favorita sopra le altre: parliamo del Kashiwa Reysol, che ha deluso un po' tutti nel 2018, passando da club con possibilità persino di titolo a retrocessa eccellente. Tuttavia, il club ha trattenuto diversi asset fondamentali e ha riportato in panchina Nelsinho, quindi è certamente sopra le altre almeno sulla tabella di partenza.
Dietro di loro, vedo due club: da una parte il Tokushima Vortis, che - al terzo anno di gestione da parte di Ricardo Rodriguez - ha fatto un mercato interessante e propone sempre un gioco spumeggiante. Dall'altra, l'altra compagine appena retrocessa, il V-Varen Nagasaki, apparso solido e ora allenato da Makoto Teguramori.
Chi ha lasciato Nagasaki si è invece spostato a Saitama, sponda Omiya Ardija, che ha lasciato andare Masatada Ishii dopo una deludente stagione e si è affidato a Takuya Takagi, istituzione del V-Varen e ora col compito di riportare l'Omiya almeno ai play-off. Chiamato alla conferma anche lo Yokohama FC, che non ha ceduto nessuno e spera di ripetere l'ottima annata di cui è stato protagonista nel 2018.

Nelsinho Baptista, 68 anni, e la sua seconda esperienza al Kashiwa Reysol, pronta a iniziare.

Tra coloro che potrebbero sorprenderci, ci sono diverse squadre: a mio modo di vedere, Montedio Yamagata e Renofa Yamaguchi rappresentano due esperimenti interessanti, seppur con delle differenze. I primi hanno fatto un bel mercato, raccolto un buon ammontare di talento e sono allenati da un manager spesso sottovalutato come Takeshi Kiyama.
A Yamaguchi, invece, il luna park offensivo di Masahiro Shimoda - che aveva fruttato la testa della classifica fino alla cessione estiva di Onose al Gamba Osaka, ricordiamolo - ha cambiato interpreti in zone fondamentali del campo. Kudo si è infortunato, ma rappresenta una buona opzione per la J2, così come Tanaka dal Gifu. Basteranno a non modificare l'ecosistema offensivo?
Dietro di loro, il Ventforet Kofu si regge su un ottimo reparto avanzato: Junior Barros, Dudu, Peter Utaka, Koichi Sato e Hidetaka Kanazono. Personalmente mi è dispiaciuto l'addio di Nobuhiro Ueno, ma chissà. Assieme a loro un'altra delusa dalla passata stagione, l'Avispa Fukuoka, allenato da Fabio Pecchia e credo parecchio indebolito dopo la fine dell'era Ihara.
A completare questa potenziale catena di sorprese, due delle squadre che l'anno scorso arrivarono nelle prime sei, entrambe dalla capitale. Il Tokyo Verdy ha perso l'allenatore Lotina, ma la scelta di Gary White è la migliore per colmare le tante partenze che la rosa dovrà superare; dall'altra, il Machida Zelvia, che ha perso Hirato, ma si è rinforzato e soprattutto ha ancora il miglior manager della J2 2018, Naoki Soma.

Dostonbek Tursunov, 23 anni, un altro uzbeko pronto a giocarsi le sue chance in Giappone.

Nel gruppo di coloro che sperano di salvarsi senza troppi affanni (ricordiamo che ci sono due retrocessioni dirette anche quest'anno), sicuramente ci sono due giganti caduti che sperano di far meglio rispetto al 2018. Il primo è il JEF United Chiba, che ha cambiato diversi giocatori, ma non l'allenatore... e su Juan Esnaider - al terzo anno al JEF - mi tengo i miei dubbi.
Diverso il discorso per l'Albirex Niigata, che potrebbe avere qualche speranza in più di emergere dal gruppo di metà classifica. Gli acquisti sono interessanti, i giovani esplosi nel 2018 hanno in più d'esperienza e l'allenatore Koichiro Katafuchi - prima ad interim, ora confermato - ha fatto un'ottima seconda parte di stagione. Riuscirà a confermare quanto di buono ha fatto vedere?
Dietro di loro, Shigetoshi Hasebe spera di confermare il Mito HollyHock in quelle zone della classifica. L'anno scorso è stato probabilmente il migliore della storia del club per presenze allo stadio e risultati sul campo, ma sono cambiate diverse cose. A queste condizioni, è chiaro che mantenersi in J2 è la condizione minima.
Infine, due situazioni che più diverse non si potrebbe: da una parte il Kyoto Sanga, che ha un manager alla prima esperienza in solitaria (Ichizo Nakata) e dovrebbe dare alla vecchia capitale nipponica un motivo valido per entusiasmarsi per il calcio a quelle latitudini. Dall'altra, il Kagoshima United FC: neo-promosso, il club ha fatto un buon mercato e ha persino assunto Kim Jong-song, l'eroe che portato il FC Ryukyu in J2. Prevedo che possano salvarsi con largo anticipo.

Il Kagoshima United FC ai nastri di partenza, un'avventura da debuttante.

Tra le squadre candidate a occupare gli ultimi due posti, ci ho messo il FC Gifu, ma con un enorme asterisco, perché la squadra guidata da Takeshi Oki ha buone individualità e una proposta di gioco interessante: sono quelli elementi che probabilmente eviteranno una discesa che il club sembra rischiare ogni anno, salvo evitarla sempre.
A ruota, il Fagiano Okayama e l'Ehime FC: i primi hanno perso un'istituzione come Tetsu Nagasawa (l'uomo che li aveva portati ai play-off nel 2016) e dovranno ricostruire con un manager che non trovo così convincente. Dall'altra, a Ehime si teme l'arrivo del FC Imabari nel professionismo, eppure il club è riuscito miracolosamente a salvarsi nel 2018 grazie all'apporto di Kenta Kawai: il tecnico riuscirà a ripetere il miracolo?
Poi ci sono le ultime tre squadre, che stagliano sul fondo di questa preview per diversi motivi. Non avrei voluto metterci lo Zweigen Kanazawa - visto che la città meriterebbe di essere esposta il più possibile: un gioiello -, ma non so se Masaaki Yanagishita possa ottenere un'altra salvezza, visto quanto la rosa è uscita indebolita dal mercato.
Il discorso è diverso per il Tochigi SC, che ha il miglior marcatore di sempre in J2, ha fatto un discreto mercato e ha uno dei giocatori più eccitante della categoria (quel Kazuki Nishiya che l'anno scorso ha fatto benissimo da "10"). E anche la perdita di Yuji Yokoyama è stata impattata dall'arrivo di un manager preparato come Kazuaki Tasaka, però... il terreno di gioco è sempre in pessime condizioni e temo che il poco interesse locale per il club possa danneggiarlo a medio termine.
Infine, il FC Ryukyu, che è forse la squadra più a rischio per diversi motivi, tra cui non c'è la poca esperienza. Hanno perso il tecnico che li ha portati fin lì (dentro Yasuhiro Higuchi, che si è rifatto una verginità a Yokohama dopo il titolo perso con i Marinos nel 2013), hanno perso diversi giocatori-simbolo... ma chissà che l'enorme calderone di competenze portate in casa durante l'inverno - spuntano Koji Suzuki, Danny Carvajal e Keita Tanaka - possa fare il miracolo. Di sicuro, se il brand di football rimarrà lo stesso, ci divertiremo.

Ryoichi Maeda, 37 anni, pronto alla sua seconda stagione di sempre in J2.

J3 League
Sarà una stagione molto interessante per la J3 League, che vede ben tre nuove squadre, ovvero le due retrocesse e una neo-promossa. Non facciamo una vera e proprio graduatoria, ma citiamo qualche squadra. Nella corsa alla promozione, c'è una sola favorita, ovvero il Thespakusatsu Gunma, che ha fatto un mercato sontuoso per tornare in seconda divsione.
Alle sue spalle, un trio di squadre. La prima è il Kataller Toyama, che si è discretamente rinforzato e ha tenuto un buon tecnico come Ryo Adachi. La seconda è il Nagano Parceiro, che cerca di riprendersi dalle pesanti delusioni degli ultimi anni. La terza è una delle due retrocesse, ovvero il Roasso Kumamoto, che spera di regalare qualche soddisfazione ai suoi tifosi.
Nel gruppo delle squadre a rischio bassa classifica, invece, segnaliamo quattro casi. Il Fukushima United FC ha dovuto salutare diversi giocatori, tra cui Kazuto Ishido (storico capitano, ritiratosi) e Nildo (lasciato libero, un peccato). A seguire c'è il YSCC Yokohama, che non ha più né il tecnico né i giocatori che gli hanno fatto vivere 18 mesi sopra la media.

Kazuki Hara, 34 anni, ora al Roasso Kumamoto.

A seguire, c'è il Fujieda MYFC, guidato da Nobuhiro Ishizaki e soggetto all'ennesima rivoluzione invernale: dopo la terribile stagione 2018, il club ha bisogno di riprendersi. Infine, il Vanraure Hachinohe, neo-promosso dalla J3: non c'è la necessità di far bene fin da subito, ma il club allenato da Atsuto Oishi spera di ben figurare.

Infine, una riflessione sulla JFL: finalmente c'è stata una promozione, ma la speranza è che le evoluzioni non si fermino qui. Per ora la J3 è a 18 squadre con tre formazioni riserve: con la promozione di una tra FC Imabari, Tokyo Musashino FC e Nara Club, saremmo finalmente a 16 club per la terza divisione e forse ci si potrebbe liberare delle U-23.
Non solo, però, perché Tegevajaro Miyazaki e ReinMeer Aomori da qualche giorno si possono fregiare dello status iniziale nel 100-Year Plan, viatico per poi chiedere la licenza professionistica: che anche loro mirino alla scalata verso il professionismo? Lo scopriremo solo vivendo quest'annata. Buona J. League 2019 a tutti!

Yuichi Komano, 37 anni, e Hideo Hashimoto, 39, hanno rinforzato il FC Imabari.

20.2.19

J. LEAGUE ROUND-UP: Crescere (Part 1)

おはようございます!
Benvenuti alla nuova stagione in J. League: sarà il 27° anno in prima divisione, il 21° in seconda e il sesto per la terza categoria. E chissà che non sia la migliore di sempre, vista la tanta carne al fuoco che l'incombente annata proporrà. Volti nuovi, giovani in rampa d'ascesa, storie da raccontare: il 2019 sarà da ricordare. Ecco la prima parte di questa iper-preview.

La conferenza stampa di presentazione della stagione (via Japan Times).


IL MERCATO
Si fanno ancora sentire gli echi del maxi-accordo con DAZN, visto che la potenza di fuoco dei club della J. League è notevolmente aumentata. Persino club che non sono avvezzi a determinati colpi - penso al Kawasaki Frontale, al Consadole Sapporo o allo Shimizu S-Pulse - si sono potuti permettere colpi fuori dal proprio range. Sarà certamente eccitante vedere all'opera questi nuovi volti.

J1 League
Tra le tante squadre che hanno operato positivamente sul mercato, è stato difficile sceglierne tre. Pistola alla tempia, però, una prima copertina se la meritano i campioni in carica del Kawasaki Frontale. Molti penserebbero che il colpo maggiore sia quello di Leandro Damião, ma non è solo il centravanti brasiliano a nobilitare il contesto.
Toru Oniki sembra aver sostituito bene la partenza di Elsinho, visto che Maguinho promette bene e Mawatari è un colpo di cui si parla poco (il suo anno a Hiroshima ha cancellato la stagione da MVP a Tokushima?). Yamamura è un grimaldello necessario, ma in generale la squadra sembra molto più profonda, per cui pronta alla caccia dell'AFC Champions League.
L'Hokkaido Consadole Sapporo ha dato seguito alla grande stagione fatta nel 2018, dove ha ottenuto il miglior risultato di sempre in J1. Anzi, sarebbe potuto essere anche migliore, visto che dopo i primi 45' dell'ultima gara di campionato erano secondi; poi il pareggio del Sanfrecce Hiroshima li ha fatti scivolare in quarta posizione.
Ciò nonostante, la mancata qualificazione all'AFC Champions League potrebbe essere una blessing in disguise: senza l'impegno continentale e con una squadra rafforzata, a Sapporo possono sognare il titolo? Non lo escluderei, specie vista la lista di rinforzi: Musashi Suzuki, Iwasaki, la conferma di Komai, Nakano e Anderson Lopes sono ottime scelte.
Come ultimo club, avrei potuto premiare gli Urawa Red Diamonds o il rinnovamento a Yokohama, ma punto invece sull'Oita Trinita, dato da tutti non solo come retrocessa sicura, ma da ultima! Personalmente non capisco: la squadra ha un reparto arretrato inadeguato, ma la campagna di rafforzamento è stata notevole.
Quest'inverno all'Oita Dome sono arrivati - in prestito o a titolo definitivo - diversi giocatori interessanti:

Musashi Suzuki, 25 anni: back-up di Bothroyd o altra annata da rivelazione dopo Nagasaki?

Già la seconda parte del 2018 non è stata delle migliori per il FC Tokyo, che a metà stagione era la diretta rivale del Sanfrecce Hiroshima. Poi un crollo verticale delle prestazioni ha fatto scivolare la compagine della capitale nipponica al sesto posto, ma sembra improbabile che la squadra di Hasegawa possa ripetere questa corsa.
Anzi, ci sarebbe da guardarsi alle spalle: il mercato del FC Tokyo è stato forse il più deludente di tutti, a esclusione dell'arrivo di Kyosuke Tagawa dal Sagan Tosu. Con il rischio che però il giovane attaccante non trovi comunque spazio, chiuso da due attaccanti brasiliani. E Takefusa Kubo? A giugno sarà su un aereo diretto a Barcellona.
Stesse difficoltà per il Cerezo Osaka, che ha dovuto salutare diversi pezzi fondamentali del suo scacchiere: via Kenyu Sugimoto (agli Urawa Red Diamonds), via Kazuya Yamamura (ai campioni uscenti del Kawasaki Frontale) e via Hotaru Yamaguchi (riferimento di lungo corso, ma passato al progetto galactico del Vissel Kobe).
E chi è arrivato? Quasi nessuno. Dentro due stranieri -  Leandro Luis Desábato e Bruno Mendes - e diversi buoni mestieranti come Tokura, Okuno e Fujita. Ci sono delle consolazioni: l'arrivo di Miguel Ángel Lotina in panchina darà solidità al club, mentre profili come Souza, Kiyotake e Maruhashi sono ancora in rosa per garantire un minimo di qualità.
Last but not least, non capisco cosa stia succedendo al Jubilo Iwata. Avevo la sensazione che il sesto posto del 2017 fosse parte di una stagione in over-performing, ma il salto indietro è stato notevole: costretti ai play-out, i ragazzi di Hiroshi Nanami si sono salvati solo dopo una secca vittoria per 2-0 contro il Tokyo Verdy.
Purtroppo non sembra che il mercato abbia portato chissà quale consiglio. I movimenti sono stati al lumicino: quattro in entrata e tre in uscita, con l'arrivo del lussemburghese Gerson Rodrigues a movimentare l'ambiente. La mia speranza è che a questo punto una coppia di giovani come Koki Ogawa e Seiya Nakano si prenda la titolarità a scapito di Kawamata e Okubo.

Gerson Rodrigues, 23 anni, è il primo lussemburghese a giocare in J. League.

J2 League
Sembra incredibile, ma le tre squadre a essersi mosse meglio non sono tra le contendenti più chiaccherate per la promozione. Al massimo possono rivelarsi valide scelte per una corsa ai play-off: tra di esse, c'è sicuramente il Ventforet Kofu, che ha fatto un mercato di spicco, rinforzandosi soprattutto davanti.
Non tutti hanno Peter Utaka, Dudu, Kanazono, Koichi Sato e Junior Barros nel proprio pacchetto offensivo. Un peccato che non sia Nobuhiro Ueno a guidarli, visto che è stato lasciato andare. Poco male, però, perché le aggiunte di Yokotani, Uchida e Takeoka daranno anche un po' d'esperienza a una squadra che ne ha bisogno.
Che il terzo anno sia quello buono per il Tokushima Vortis di Ricardo Rodriguez? L'inverno ha visto tanti cambiamenti, ma è anche vero che ci sono stati diversi arrivi di livello, nonostante partenze che possano far male. Non avere la coppia Barral-Utaka sarà un colpo per il tecnico spagnolo, che però si può consolare con diversi movimenti di mercato.
La lista è lunga: Diego, Nomura, Kishimoto, Nagai, Kawata, Kiyotake, Bujis, Fujita e Akiyama. Tutti elementi che si riveleranno funzionali al gioco del manager spagnolo, che è riuscito pure a tenersi due playmaker unici come Sisinio e Ken Iwao. Non escluderei la promozione diretta a fine anno, ma tutti gli elementi dovranno esser al loro posto.
Infine, il Kagoshima United FC: promosso per la prima volta in seconda divisone dopo aver concluso la J3 alle spalle dei vicini del FC Ryukyu, il club ha pensato in grande. L'ha fatto in panchina, ma l'ha fatto anche sul mercato: confermato Sonoda dal Tokushima Vortis, Kim Jong-song potrà contare anche su altri rinforzi per costruire il suo luna park sotto il Sakurajima.
Dentro Rei Yonezawa, Yuichiro Edamoto, Noriyuki Sakemoto, Shunsuke Tsutsumi, Kohei Hattanda e Kazuya Sunamori: tutti nomi che hanno fatto esperienza dentro la piramide calcistica giapponese e che allungano la rosa, necessità di fronte a un campionato da 42 partite. Penso che il Kagoshima ci sorprenderà, salvandosi in anticipo grazie a questo mercato.

Atsushi Kawata, 26 anni: il no. 9 che cercavano a Tokushima?

Tra le squadre che si sono mosse peggio, c'è sicuramente il Tokyo Verdy. La smobilitazione c'è stata ed è inutile negarla: perdere i gol di Alan Pinheiro e Douglas Vieira avrà delle conseguenze, specie se non ci sarà la continuità tecnica garantita da Lotina sull'ultimo biennio. White è la scelta giusta per la successione, ma ripetere i play-off sarà dura.
Anche le partenze di capitan Ibayashi e Kagawa rischiano di indebolire quello che è stato un paradigma dei Verdy nell'ultimo biennio, ovvero la difesa (che è stata la seconda meno battuta, con soli 41 gol subiti nel 2018). Riusciranno i giovani a sopperire a questo rinnovamento? Lo scopriremo durante la stagione.
Seguono due casi simili tra loro: Zweigen Kanazawa ed Ehime FC possono contare su due guide tecniche che si sono rivelate solide - Masaaki Yanagishita nel primo caso, Kenta Kawai nel secondo -, ma non sappiamo quanto possa bastare per confermarsi in seconda divisione. C'è spesso tempo per aggiustare il tiro, ma non sempre è possibile.
Lo Zweigen ha perso Koichi Sato e Kiwara Miyazaki, liberandosi anche di ?, che ha scelto di trasferirsi in Corea del Sud. Basterà una squadra imbottita di prestiti, giovani e potenziali meteore (Giovanni Clunie, o la va o la spacca) a salvarsi? E riusciranno in casa Ehime a superare la perdita di alcuni senatori, come Jun Ando e Junki Koike?

Yoichi Naganuma, 21 anni, uno dei pochi volti nuovi a Ehime, in prestito dal Sanfrecce Hiroshima.

J3 League
Qui cerchiamo di esser più circoscritti: cito solo due squadre. Mi ha stupito il mercato del Thespakusatsu Gunma, in grandi difficoltà economiche giusto due anni fa, ma in grado quest'inverno di mettere insieme una corazzata per risalire in seconda divisione. Grazie alle mosse fatte in sede di mercato, mi sembrano i netti favoriti per la J3.
Basti guardare il reparto avanzato: Aoki, Tsuji, Okada, Kato e Nakamura. Una follia, nessuno si può neanche lontanamente paragonare a questa potenza di fuoco offensivo. Inoltre, la squadra si è ringiovanita - molti senatori hanno salutato, ritirandosi o passando ad altre categorie - e ha pure qualche innesto dalla cintola in giù.
Assieme al Thespa, considererei quanto fatto dal SC Sagamihara. La rivoluzione è stata notevole, ma ha portato un innalzamento della qualità-media, servendosi anche dell'esperienza di veterani come Inamoto, Tomisawa, Ito e Sueyoshi. Se anche solo uno dei tre brasiliani che hanno in squadra ingrana - con Joao Gabriel sempre presente -, potrebbero avere una chance per la promozione.
Note negative? Non mi sembra che il Gainare Tottori abbia dato seguito a quanto fatto nel 2018. La società non ha confermato l'allenatore che li ha portati al quarto posto, ha perso Kato e Leonardo - capo-cannoniere dell'ultima stagione -, il tutto senza averlo sostituito adeguatamente. Ha sì preso Misawa dal YSCC Yokohama, ma sembra poco.
Stessa cosa dalle parti della prefettura di Kagawa, dove il retrocesso Kamatamare Sanuki ha preferito impostare un mercato basato sulla gioventù e sui cavalli di ritorno (come Ryosuke Kojima, che l'anno scorso era al Maruyasu Okazaki). Non credo basterà a sognare un'immediata promozione in J2, ma forse sarà una strategia valida a medio-termine.

Shota Aoki, 28 anni, nuova arma a disposizione del Thespakusatsu Gunma.

LE PANCHINE
Anche qui andiamo con tre curiosità riguardanti panchine recentemente rinnovate, dividendoci tra ciò che ci incuriosirà con il passare della stagione e ciò che potrebbe rivelarsi una mossa avventata.

  • Non c'è un vero e proprio arrivo che entusiasmi in J1 League, ma vedere il Gamba Osaka in mano a Tsuneyasu Miyamoto fin dall'inizio potrebbe essere entusiasmante. Così come non mi stupirei nel vedere la squadra nerazzurra volare verso un improbabile titolo; eppure il mercato è stato buono, Miyamoto si è dimostrato capace e conosce benissimo l'ambiente. Sono molto curioso di vederlo all'opera per un'intera annata;
  • Ero indeciso tra lui e Kim Jong-son (passato da Ryukyu al Kagoshima United FC), ma l'arrivo di Gary White a Tokyo - sponda Verdy - attrae necessariamente attenzione. Dopo aver fatto miracoli con le nazionali di Guam e Hong Kong, il manager inglese arriva finalmente in J. League e lo fa con un club di grande tradizione. Per colmare i tanti profili persi sul mercato, non si poteva fare scelta migliore;
  • Ammetto che avrei parlato volentieri di Tetsu Nagasawa alla guida del FC Tokyo U-23, ma visto che non consideriamo l'esistenza delle squadre U-23, l'attenzione si sposta su Atsuto Oishi, che riparte quest'anno dal Vanraure Hachinohe. C'erano pochi allenatori migliori di Oishi liberi per guidare una squadra che debutterà nel professionismo; per anni il tecnico ha fatto miracoli al Fujieda MYFC, chissà che non si ripeta anche al Nord.
Tsuneyasu Miyamoto, 42 anni, è alla prova del nove con il Gamba Osaka.
  • Devo esser cieco, perché mi sembra che il Sagan Tosu - attacco stellare a parte: un trio formato da Shimaya, Torres e Kanazaki non è da tutti - mi sembra destinato a faticare clamorosamente nel 2019. E non vedo come la scelta di Lluís Carreras per la panchina debba migliorare questo scenario. La sua carriera iberica da allenatore sembra tutt'altro che positiva e l'affidamento dell'incarico all'ex Atlético Madrid sembra solo un modo per ingraziarsi i piaceri della stella indiscussa della squadra;
  • Per sostituire un'istituzione come Nagasawa - l'uomo che li ha portati ai play-off nel 2016 -, forse il Fagiano Okayama avrebbe potuto fare di meglio che scegliere Kenji Arima. Il nome del tecnico è legato inesorabilmente al terribile biennio allo YSCC Yokohama, arrivato ultimo con margine nelle prime due stagioni di J3. Il Fagiano è in continuo rinnovamento e cambiare allenatore sarà comunque complicato, sebbene il mercato non sia stato malvagio;
  • Lo YSCC Yokohama è notoriamente la squadra con il minor budget dell'intero arco professionistico. Così piccolo che potrebbe tranquillamente essere una squadra di JFL, visto che a Yokohama ci sono già due squadre. Eppure Yasuhiro Higuchi - ora al Ryukyu - ha fatto miracoli e ha cresciuto diversi talenti. La scelta per la successione - Yuki Stalph, ex giocatore tedesco di origini giapponesi con un passato al JEF United Chiba - potrebbe esser letale se l'ingranaggio non funzionasse al meglio, specie dopo le tante cessioni dell'ultimo inverno.
Kenji Arima, 46 anni, non è chiamato a un compito facile al Fagiano Okayama.

LA CHAMPIONS LEAGUE
Il Giappone è riuscito a tenersi il trofeo, con il Kashima Antlers che si è tolto il grosso peso di non aver mai vinto la competizione continentale. Nel farlo, gli Antlers hanno fatto anche una buona figura al Mondiale per club, prima che il ciclone Bale abbattesse qualunque sicurezza e di fatto rendesse la finale per il terzo posto un match facile per il River Plate.
Kashima Antlers e Urawa Red Diamonds sono sicuramente squadre da guardare, ma ancora più attenzione va posta al Kawasaki Frontale. A cosa saranno più interessati dalle parti del fiume Tama: un terzo titolo consecutivo - impresa riuscita solo al Kashima Antlers tra 2007 e 2009 - o finalmente la gloria sul massimo palcoscenico asiatico?
La quarta squadra rischiava di non esserci, perché il Sanfrecce Hiroshima ha rischiato tanto nei play-off. E nonostante un girone abbordabile - Guangzhou Evergrande, ma soprattutto Daegu FC e Melbourne Victory -, la squadra di Jofuku ha una brutta tradizione in ACL. Persino sotto Moriyasu i risultati non arrivavano mai: perché la tendenza dovrebbe cambiare con questo strano 2019?

Un rovinoso 0-0 per poco non esclude il Sanfrecce Hiroshima dalla fase a gironi. La squadra di Jofuku ha avuto la meglio del Chiangrai United solo ai rigori.