Walter Mazzarri, 51 anni, sarà il nuovo allenatore dell'Inter dopo 4 anni di Napoli.
Si potrebbe parlare finalmente di "anno zero" in casa nerazzurra, visto il ripulisti in corso; tuttavia, la cacciata del tecnico fa parte di un processo di rigetto che l'Inter non ha ancora digerito, quello del "post-triplete". Benitez, Leonardo, Gasperini, Ranieri e Stramaccioni: tranne il brasiliano, forse nessuno di questi ha trasmesso la tranquillità e la continuità necessaria ad iniziare un ciclo che fosse anche lontanamente accostabile a quello avuto con il tecnico portoghese. Inoltre, eguagliare i risultati dello "Special One" sarebbe stato quasi impossibile anche per la stessa squadra che portò a casa - nel 2010 - scudetto, Coppa Italia e Champions League. Tuttavia, ci sono delle motivazioni del perché l'Inter faccia così fatica: dopo esser stati vice-campioni d'Italia nel 2011, l'anno scorso è arrivato un sesto posto e quest'anno, complici molti infortuni ed una preparazione iniziata presto, la squadra è giunta solo nona in Serie A.
Un posizionamento che complicherà ulteriormente la ripartenza nella prossima annata, visto che così si entrerà in Coppa Italia sin dall'estate. E pensare che l'annata era iniziata in tutt'altro modo, con l'entusiasmo di Stramaccioni, conscio dell'avere la chance della vita, nonostante la giovane età (classe 1976). Del resto, il suo curriculum a livello giovanile era molto incoraggiante. Nonostante qualche sconfitta in casa, la stagione interista arriva all'apice a novembre, quando l'Inter sbanca lo "Juventus Stadium": grazie ai gol di Milito e Palacio, la squadra registra una striscia di dieci vittorie consecutive, portandosi porta a meno tre dai bianconeri in classifica. Poi, un punto nelle sette successive partite in trasferta comincia a far vacillare lo status di "anti-Juve". Quando il mercato invernale è ormai passato, l'Inter non si riprende più: la grana infortuni è già iniziata ed il tecnico non sa opporre resistenza dal punto di vista tattico a chiunque gli capiti a tiro; in Europa League, la squadra mette a segno una quasi-impresa contro il Tottenham, rimontando il 3-0 subito a "White Hart Lane". Purtroppo per i tifosi nerazzurri, il gol di Adebayor chiude la porta a qualsiasi passaggio del turno. L'Inter - nelle ultime dieci giornate - vince due sole gare, contro Samp e Parma, e chiude il campionato malamente, lontano dall'Europa.
In tutto questo, c'è da chiedersi dove siano le colpe di Stramaccioni. A livello di gioco, il nuovo Mou è stato portato sul palmo di una mano. Indubbiamente ha fatto bene sia con i giovani della Roma che con la Primavera dell'Inter, con la quale ha vinto la Champions League di categoria; tuttavia, il suo gioco è sembrato fatto di sola concretezza: un po' poco per chi vorrebbe puntare a traguardi più alti del nono posto. La butto lì: il gioco di Stramaccioni ha fatto sembrare interessante l'Inter di Cupér. E ho detto tutto. Tuttavia, dare la croce solo al tecnico sembra esagerato: gli infortuni - sopratutto di tipo muscolare - hanno travolto la squadra nel momento più delicato della stagione e hanno condizionato parzialmente il risultato finale. Inoltre, è sembrata mancare la società: dichiarazioni di conferma a parte, il mercato non ha portato quei giocatori che Stramaccioni sperava di avere. Se ti partono Sneijder (un caso, gestito malissimo dall'allenatore) e Coutinho (che a Liverpool incanta nello stesso ruolo in cui all'Inter non aveva convinto), non può arrivare solo Kovacic, che per altro non è un fantasista. Insomma, si è sentita l'assenza del cosiddetto "uomo forte", il braccio armato del presidente Moratti.
Marco Branca, 48 anni, direttore tecnico nerazzurro: molte sue operazioni sono sotto accusa.
Quel braccio armato sul campo che, nel 2010, era rappresentato da Gabriele Oriali, allora responsabile di mercato e dei rapporti con la prima squadra; poi l'addio con polemiche al veleno e le dichiarazioni astiose contro Marco Branca, attuale direttore tecnico nerazzurro. Nonostante gli appelli dei tifosi, però, Branca rimane al suo posto, mentre Oriali ha raccontato come sia stato lo stesso d.t. a convincere Moratti a cacciarlo nell'estate del 2010. Insomma, si è depurato dalla parte sbagliata. E qui arrivano anche le perplessità su Massimo Moratti, presidente-tifoso: quant'è la sua voglia di continuare, dopo vent'anni di reggenza sul timone della nave? Nessuno nega che il Fair-Play Finanziario (visti i casi Malaga e Monaco, per ora, una leggenda) sia importante e che ci sia bisogno di abbassare gli ingaggi, ma bisogna farlo con parsimonia ed attenzione: se uno non vende Maicon il giorno dopo la finale di Champions al Real, non può poi svenderlo al City l'estate scorsa, pur di diminuire il suo ingaggio. Si può fare come si è fatto con Eto'o, ma non sempre passa il magnate russo di turno.
O forse sì, a giudicare dalle voci di questi giorni: si mormora, infatti, che il milionario indonesiano Erick Thohir voglia acquisire il 100% dell'Inter, mentre Moratti vorrebbe disimpegnarsi gradualmente, concedendo una quota importanta a Thohir, ma rimanendo presidente della società nerazzurra. Tuttavia, l'offerta di 300 milioni di euro da parte dell'attuale proprietario del D.C. United sta facendo vacillare Moratti: dopo i cinesi, sono arrivati gli indonesiani. Insomma, sembra che l'Inter sia destinata a passare dalle parti del sud-est asiatico, magari aprendosi a quel mercato con tanto di tournée estiva. Staremo a vedere.
Intanto, con la cacciata di Stramaccioni, è arrivato Walter Mazzarri: personalmente, avevo previsto questa mossa sin da quando l'allenatore toscano ha comunicato che non sarebbe più stato a Napoli. Stanco dopo tre anni e mezzo di grandi emozioni, ma anche di stress dovuto ad una piazza non facile, l'Inter è la sfida giusta per lui. Fateci caso, ma Mazzarri non rimane più di due-tre stagioni nella stessa città: una a Livorno, tre a Reggio Calabria, due a Genova e tre e mezzo a Napoli. Sarà così all'Inter, dove arriva per ricostruire e, chissà, magari vincere il suo primo scudetto, dopo aver rimesso a posto i pezzi del puzzle. Del resto, Mazzarri è fatto così: se riesce a far arrivare Aronica e Cannavaro in Champions League, è perché il tecnico di San Vincenzo basa molto del suo lavoro sulle motivazioni, oltre che sul 3-5-2 di ferro. Per questo, a Napoli non poteva più restare: non poteva dare più di così all'ombra del Vesuvio.
Ora riparte con una nuova avventura e non escludo che possa centrare la zona Champions League l'anno prossimo, visto la mancanza dell'impegno europeo, che l'Inter non affronterà dopo ben 14 anni. In questo modo, i nerazzurri dell'era Mazzarri avranno la possibilità di prepararsi al meglio alla stagione del riscatto. Per non finire un'altra volta strama-zzati al suolo.
Andrea Stramaccioni, 37 anni: la sua avventura si è conclusa con un 9° posto.
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