Agüero con l'Independiente: sono passati sette anni dal suo arrivo in Europa.
Anche ieri, di fronte al Southampton rivelazione di quest'inizio di Premier League, il "Kun" è andato nuovamente a segno. Cifre spaventose quelle della sua stagione: 18 gol in 19 gare stagionali e siamo solo ad inizio dicembre. Viene da chiedersi se tutto questo fosse preventivabile quando questo piccolo talento venne dall'Argentina nel 2006 per giocare con la maglia dell'Atletico Madrid. All'Indipendiente fece bene, ma non era facile affrontare l'Europa a soli 18 anni: fortunatamente per il mondo del calcio, Agüero è un talento dalla classe pura e cristallina. Con l'Indipendiente ha giocato per un decennio, dalle giovanili sino alla prima squadra, per cui ha esordito a soli 15 anni. Un predestinato, che tra l'altro non ha mai dimenticato le sue radici: in un'intervista rilasciata al "The Sun", l'attaccante ha confermato come sarebbe anche tornato all'Indipendiente. Il motivo è facile: il club, retrocesso in seconda divisione, è sempre stata la squadra del cuore dell'argentino e lui avrebbe voluto aiutarla a risalire. Probabilmente ci tornerà a fine carriera, quando i fasti migliori saranno andati.
Bisogna comunque ricordare che l'Atletico Madrid pagò ben 23 milioni di euro per convincere Agüero a lasciare l'Argentina: una cifra che, a posteriori, si può considerare come ben spesa. All'argentino bastò una sola stagione d'ambientamento prima di cominciare ad essere decisivo: con la maglia dei "colchoneros", Agüero ha realizzato - in cinque anni - ben 101 reti in 234 partite a Madrid. Certo, l'addio con i tifosi non è stato dei migliori (alcuni di loro si auguravano la morte di Agüero in uno striscione), però tutti hanno vinto qualcosa. Agüero ha realizzato il desiderio di cambiare ambiente dopo cinque stagioni in Spagna, mentre l'Atletico ha vinto tantissimo grazie al talento dell'argentino. Tanto per fare un mezzo riepilogo: una finale di Coppa del Re, alcuni piazzamenti in Champions, ma sopratutto il "double" europeo tra Europa League e Supercoppa Europea vinte nel 2010.
Mancini, suo tecnico al City per due stagioni, l'ha paragonato una volta a Romario: in realtà, seppur i due giocatori si somiglino, l'argentino è il famoso "one of a kind". Qualcuno, un giorno, dirà che un giovane rampante assomiglia a quello che Agüero sta facendo vedere in questi anni. Difficile trovare un cruccio nel carriera dell'attaccante. A livello personale, le soddisfazioni sono state tante e basta consultare qualche numero per confermarlo: Agüero va in doppia cifra stagionale dal lontano 2007-2008 e non ha mai segnato meno di 17 reti da quella stagione. Oltre ai trofei portati a casa con l'Atletico Madrid e con la nazionale a livello giovanile, c'è anche quel magico titolo del 2012 vinto con la maglia del Manchester City. E non è detto che quest'anno l'argentino non possa ulteriormente arricchire la sua bacheca, magari con qualcosa che sia di respiro più europeo che inglese...
Agüero e l'Argentina: vedremo se l'attaccante farà grandi cose anche al Mondiale.
Il trasferimento al City ed il conseguente ambientamento all'Inghilterra non era automatico. La Premier è ben diversa dal calcio giocato per anni nella Liga e con l'Atletico. Eppure, l'argentino è stato bravo ad ambientarsi e, comunque vada, rimarrà nella storia per il gol decisivo per la conquista del titolo nel 2012. Quel pomeriggio di maggio, con la conclusione che batté Paddy Kenny del QPR, l'attaccante regalò la Premier League in un Etihad Stadium infuocato. Una rimonta come poche, concretizzato da uno dei migliori giocatori del City. Per altro, quell'anno fece 23 gol in campionato, per cui un buon pezzo di quel titolo è suo a pieno merito. Ora, le cose sono un po' cambiate: Pellegrini non lo ritiene solo importante, ma fondamentale. E come potrebbe essere altrimenti? Nel 4-3-3 del tecnico cileno, Agüero ci calza a perfezione. Inoltre, la partnership con Negredo si sta rivelando più buona del previsto.
Con la forma che sta dimostrando al Manchester, è inevitabile pensare anche alla nazionale. La sua Argentina, come ad ogni Mondiale che si rispetti, è tra le favorite per la vittoria finale. Sarebbe strano non pensarlo: non tutti hanno in squadra Messi, Agüero, Di Maria, Higuain, Tevez e compagnia bella. Del resto, qualche soddisfazione in nazionale manca. A livello giovanile, Agüero ha vinto parecchio: due Mondiali U-20 (il secondo, quello del 2007, da protagonista) e la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Pechino del 2008. Tuttavia, nei momenti più importanti, è mancato qualcosa: non solo da parte di Agüero, ma di tutta la squadra "albiceleste". La Copa America è andata male due anni fa, mentre al Mondiale sudafricano una super Germania detronizzò l'Argentina, allora guidata da Maradona. Ora si fa sul serio: Agüero ha segnato cinque gol nelle qualificazioni e se l'Argentina troverà un certo equilibrio in difesa, forse è la volta buona che i sudamericani possano andare in fondo. O, quanto meno, far meglio delle precedenti edizioni.
Insomma, è un periodo magico per Sergio Agüero. Un fenomeno che ormai può elevarsi a vette più alte di quelle passate. Oggi è al livello di Bale e Falcao, ma se continuasse così, chi metterebbe la mano sul fuoco per dire che sia peggio di Messi o Cristiano Ronaldo? Siamo troppo abituati a questa dicotomia ed è bello che ci sia qualcuno che possa anche lontanamente spezzarla. Il Pallone d'Oro vede Ribery pronto a fermare il duo che lo monopolizza da sei anni, ma chissà che non sia il "Kun" ad alzare l'ambito trofeo per il 2014. Del resto, anche la Coppa del Mondo è fatta d'oro: stessa sostanza, stessa gioia. E Agüero, di gioia, ne vuole provare tanta. Anche per dimostrare al più grande giocatore argentino della storia, Maradona, che non era solo un marito inadeguato per sua figlia, ma uno dei più grandi calciatori che l'Argentina abbia mai avuto.
Sergio Agüero, 25 anni, sempre più star del Manchester City.
Nessun commento:
Posta un commento