31.3.17

ROAD TO JAPAN: Shinnosuke Nakatani (中谷進之介)

Buon pomeriggio a tutti e benvenuti al terzo numero di Road To Japan del 2017, la rubrica che prova a segnalare i maggiori talenti del panorama nipponico. Oggi ci spostiamo in quel di Chiba per parlare di un home made-talent di cui il Giappone dovrebbe cominciare a seguire i progressi: Shinnosuke Nakatani potrebbe esser il partner ideale di Maya Yoshida in nazionale.

SCHEDA
Nome e cognome: Shinnosuke Nakatani (中谷進之介)
Data di nascita: 24 marzo 1996 (età: 20 anni)
Altezza: 1.84 m
Ruolo: Difensore centrale
Club: Kashiwa Reysol (2013-?)



STORIA
Nato nel marzo '96 a Sakura (città della prefettura di Chiba), Shinnosuke Nakatani ha cominciato a giocare a calcio fin dalle elementari, quando il Giappone ospitava il Mondiale del 2002. E i Kashiwa Reysol non hanno perso tempo, mettendo immediatamente gli occhi sopra al ragazzo.
I progressi non si fanno attendere; inoltre, il Kashiwa ha uno dei vivai più floridi dell'intero Giappone. L'U-18 vince il campionato di categoria nel 2012 sui pari-età dello Yokohama F. Marinos: tra di loro, Hiroki Akino è il MVP, mentre Nakatani è una colonna. Per l'esordio, però, bisognerà ancora aspettare.
Tuttavia, la Coppa dell'Imperatore del 2012 mostra l'incredibile, quanto meno per noi: l'U-18 del Kashiwa vince la competizione della prefettura di Chiba per presentarsi ai nastri di partenza della coppa nazionale e al primo turno affronta... il Kashiwa Reysol. Un 3-0 per i grandi, ma ci sono già 5-6 giocatori che oggi sono in prima squadra.
Nakatani diventa il capitano di quella squadra, ma nel frattempo Nelsinho ordina il suo inserimento nel registro della prima squadra. Nel 2013 non esordisce, ma è un inizio: la sua crescita è evidente, tanto che nelle ultime sette gare del 2014 - tutte vittorie, che portano Kashiwa al 4° posto - Nakatani ne gioca cinque. Ormai è lanciato.
L'anno successivo lo si vede ancora la rappresentativa U-22 della J. League che disputa la terza divisione, ma Tatsuma Yoshida - subentrato al posto di Nelsinho - lo lancia anche in Champions League e nelle coppe nazionali. Tuttavia, nell'inverno 2016 i due centrali di riferimento - Naoya Kondo e Daisuke Suzuki, che hanno anche delle presenze in nazionale - lasciano rispettivamente per trasferirsi al JEF United e al Gimnàstic.
In questo panorama, Milton Mendes decide di promuovere Nakatani titolare in un rinnovato 4-4-2 (prima si giocava con la difesa a tre). È tempo di rinnovamenti, anche se il tecnico cambia, con la promozione di Tomohiro Shimotaira: l'esperto Masushima finisce in panchina, mentre accanto a Nakatani c'è Yuta Nakayama, classe '97.
Nella versione di leader difensivo, l'ormai numero 4 dei Reysol se la cava bene: solo nel 2017 colleziona più presenze da professionista che nel resto della sua breve carriera. Nakatani si toglie anche lo sfizio di segnare i primi gol e ora si attende una sua conferma per quest'anno, che sarà comunque fondamentale per la sua crescita.

CARATTERISTICHE TECNICHE
Per essere difensore (e per giunta di scuola nipponica), la tecnica di base lo aiuta a distinguersi: è capace di cercare l'altro lato con un lungo lancio, anche da 50-60 metri. La personalità non gli manca, tanto da cercare l'anticipo anche a metà campo, e non è facile vedere questi tratti nei giocatori giapponesi, specie in quelli più giovani.
Fisicamente ben messo (185 cm), dovrebbe comunque migliorare la conduzione palla al piede con il mancino e irrobustirsi, perché in Europa non avrebbe una chance con un fisico così. Quel che però è interessante è che il Giappone fa fatica a produrre giocatori di questo calibro tra i centrali: solo per questo, Nakatani merita attenzione e la massima cura.

STATISTICHE
2013 - Kashiwa Reysol: 0 presenze, 0 reti
2014 - Kashiwa Reysol: 5 presenze, 0 reti
2014 - → J. League U-22 Selection: 6 presenze, 0 reti
2015 - Kashiwa Reysol: 9 presenze, 0 reti
2015 - → J. League U-22 Selection: 7 presenze, 0 reti
2016 - Kashiwa Reysol: 37 presenze, 2 reti
2017 - Kashiwa Reysol (in corso): 5 presenze, 0 reti

NAZIONALE
Qui c'è un discorso molto importante per il futuro della Nippon Daihyo. Non stiamo parlando del solito ragazzo dotato tecnicamente, ma destinato a un paio di presenze con il Giappone perché schierato in ruolo già in sovraffollamento. Qui parliamo di un centrale difensivo, ruolo da sempre ostico di interpreti per la nazionale.
Con le notevoli difficoltà mostrate da Morishige e il CV di Nakatani (che ha giocato per tutte le rappresentative giovanili giapponesi), Halilhodzic dovrebbe forse ruotare gli uomini dietro per trovare altre soluzioni. Invece, Yoshida-Morishige han giocato rispettivamente 16 e 18 delle ultime 18 partite; eppure le soluzioni ci sono.
Nakatani dovrà continuare a lavorare duramente e cogliere il momento giusto; servirà anche una dose di fortuna, perché il difensore del Kashiwa non è neanche andato alle Olimpiadi di Rio, dove meritava almeno la convocazione e Teguramori vi ha rinunciato.

LA SQUADRA PER LUI
Parliamo di un ruolo delicato, nel quale la comunicazione è importante e l'intuito è qualcosa di innato piuttosto che lavorato. Nakatani, in questo, ha le stimmate per entrare nella leggenda del calcio giapponese come uno dei difensori più forti mai prodotti: più di Naomichi Ueda, più di Takuya Iwanami, persino più di Gen Shoji (il più convincente finora).
Tuttavia, la pazienza è fondamentale per un eventuale passaggio altrove. Personalmente sarei curioso di vederlo in Sud America come tappa intermedia, perché l'Europa rischia di mangiarlo vivo senza l'adeguata preparazione. Attualmente transfermarkt segnala che il suo costo è sui 250mila euro: comunque un'occasione da cogliere se vogliamo parlare di programmazione.

19.3.17

Sorpresa DOP.

Non è la prima volta che una città viene associata con un particolare prodotto: mi viene in mente Marsala per il vino, così come tanti altri casi in un panorama come quello italiano, pieno di produzioni artigianali. Ma forse per Gorgonzola è diverso: qui c'è l'unica società professionistica d'Italia a portare come denominazione un antroponimo, la Giana Erminio.

Cesare Albè, 67 anni, deus ex machina della Giana Erminio.

Fino all'estate 2014, probabilmente, della Giana Erminio si sapeva poco o nulla. Eppure il calcio a Gorgonzola c'è sempre stato: dal 1909 l'Unione Sportiva Argentia ha cominciato a calcare i campi di pallone, trasformandosi nel 1931 in Unione Sportiva Gorgonzola e l'anno successivo nella definitiva versione di Giana Erminio. E qui viene il curioso.
Già, perché un po' come il Baracca Lugo - dedicato a Francesco Baracca, famoso aviatore nato in Emilia - il Giana Erminio prende tale nome da Erminio Giana, 19enne di Gorgonzola che partecipò alla Prima Guerra Mondiale da sottotenente del 4º Reggimento del Battaglione alpino "Aosta". Giana morì sul Monte Zugna nel 1916 e venne insignito della medaglia d'argento al valor militare.
Dopo che la madre decise di seguire la squadra, la Giana ha adottato una divisa nera, ma soprattutto ha vissuto la sua normalità, fatta di stagioni in Prima Categoria, Promozione ed Eccellenza. Fino a qualche anno fa, quando la Giana ha cominciato a scalare le gerarchie del calcio italiano: tre promozioni in altrettante stagioni tra il 2011 e il 2014. E pensare che in Serie D, la Giana non ci aveva nemmeno mai militato.
Eppure tutto è stato possibile e così la Giana Erminio ha esordito in Lega Pro nel settembre 2014: il timore di poter scendere nuovamente nel dilettantismo c'era e ci sono voluti sette mesi per adeguare l'impianto di Gorgonzola, ma la squadra ha sorpreso ancora, tenendosi la categoria. Tuttavia, questa favola non si è fermata nemmeno alla mera sopravvivenza nei pro.
Dopo aver vivacchiato (un 14° e un 12° posto) nelle prime due stagioni, quest'anno la Giana Erminio si è presa la ribalta: ieri i lombardi hanno pareggiato per 1-1 contro il Racing Roma, ma soprattutto sono reduci da una striscia di 20 punti nelle ultime dieci partite; non solo, perché la Giana è anche la squadra che ha fatto più punti in trasferta (29 in 15 gare).

Il risultato più prestigioso della Giana Erminio quest'anno? L'1-0 a Livorno, con i labronici in corsa per la promozione in B. Ma ci sarebbe anche il 3-1 all'Alessandria in Coppa Italia di Lega Pro dopo 120'.

Il tratto veramente fuori dal comune, però, sta fuori dal campo. Oreste Bamonte è il presidente del club dal 1985 e vive a Gorgonzola da mezzo secolo, ma si diverte ancora: «La Giana mi riempie di gioia e i risultati ci sono. Non possiamo guardare al futuro che con ottimismo». Assieme a lui, anche il d.g. Angelo Colombo (quarant'anni tra campo e scrivania), nonché Enrico Albè, ormai da vent'anni allenatore delle giovanili.
La conduzione del club a carattere familiare si vede anche nel ruolo più importante dal punto di vista tecnico, ovvero quello dell'allenatore: Cesare Albè - sì, il fratello di Enrico - è a Gorgonzola dal 1994. Per fare un esempio che potrà sembrare sconcertante: persino Arsene Wenger è arrivato dopo all'Arsenal. Ma a differenza del francese (che tutti vorrebbero lasciasse), Albè è un'istituzione per la Giana Erminio.
Quest'anno la squadra ha persino dei veterani come Alex Pinardi in squadra, che si è aggiunto a Salvatore Bruno, ma Albè sapeva di dover dare di più in questo 2016-17: «Sappiamo che è tutto difficile perché ci sono tante squadre forti, ma dobbiamo fare di più rispetto agli scorsi due anni, perché crediamo di avere allestito una squadra, non solo nei primi undici, che ha le possibilità di inserirsi nei play-off».
E ora si sogna: difficile centrare la B, anzi... conoscendo i casi Gallipoli e Portogruaro, potrebbe essere un boomerang. La realtà di Gorgonzola è più solida, ma è un bel salto. Tuttavia, l'obiettivo potrebbe essere anche quello di centrare i play-off: attualmente la Giana è quinto a quota 50 punti, -3 da Arezzo e Livorno, +1 su un Piacenza arrembante. Per ora il carattere di "sorpresa di origine protetta" sembra quello più adatto.

Salvatore Bruno, 37 anni, a Gorgonzola dall'estate 2015.

18.3.17

UNDER THE SPOTLIGHT: Sébastien Haller

Buongiorno a tutti e benvenuti al terzo numero del 2017 di "Under the Spotlight", la rubrica che ci fa scoprire alcuni talenti sparsi in giro per il mondo. Oggi ci spostiamo in Olanda, precisamente a Utrecht, patria natia di Marco van Basten, ma oggi casa di Sébastien Haller, francese che si sta affermando in Eredivisie dopo un passato all'Auxerre.

SCHEDA
Nome e cognome: Sébastien Haller
Data di nascita: 22 giugno 1994 (età: 22 anni)
Altezza: 1.90 m
Ruolo: Centravanti
Club: FC Utrecht (2014-?)



STORIA
Nato a Ris-Orange (nord della Francia, nella regione dell'Île-de-France) nel giugno '94, Haller ha avuto la fortuna di crescere in uno dei vivai migliori dell'intera Francia, ovvero quello dell'Auxerre. La sua esperienza nelle giovanili coincide con la fase di discesa dell'Auxerre, che retrocede dalla Ligue 1 nel 2011-12, ponendo così fine a una striscia di 35 stagioni nella massima serie.
Se la promozione dalla Ligue 2 non è ancora arrivata, l'Auxerre ha comunque continuato la sua politica con i giovani. Haller è tra i primi a esser inserito in squadra in seconda divisione: gioca gradualmente e il 2013-14 vede qualche segnale di esplosione (sei reti in 28 presenze). Quando però il giovane centravanti diventa praticamente titolare, s'inceppa: per tutta la prima parte del 2014-15, non la mette mai dentro.
Quando il manager Jean-Luc Vannuchi comincia a schierarlo di meno, Haller capisce che è il momento di cambiare strada. E l'opportunità giusta arriva nel dicembre 2014: ancor prima dell'apertura del mercato, Haller viene ceduto in prestito al FC Utrecht: l'Olanda potrebbe esser il posto giusto per ripartire, specie con un club che ha avuto tra le sue fila Kuyt, Willaarts, van Wolfswinkel.
Il tecnico Rob Alflen non esita a mandarlo immediatamente in campo, ma il francese sembra comunque soffrire: non segna, per cinque gare rimane a secco. Fino a che non sfida il FC Dordrecht: Haller segna un poker, liberandosi delle tante attese. Da quel momento in poi, non si ferma più: 11 gol in 17 gare, il premio di giocatore dell'anno per i tifosi e il riscatto da parte del club olandese.
Sulla panchina arriva un tecnico in ascesa come Erik ten Hag, che ha appena allenato la squadra riserve del Bayern Monaco e ha fatto bene al Go Ahead Eagles. L'arrivo a Utrecht è una benedizione per Haller, che tiene una media-gol impressionante: 24 gol in 42 presenze, con il club che sfiora l'Europa e disputa la finale di coppa, perdendola contro il Feyenoord.
Ripartito nel 2016-17, Haller continua a esser seguito da diversi club, ma non smette di segnare: finora 11 gol in 28 partite, con la speranza di riportare il club in Europa, visto che l'Utrecht è attualmente quarto, ma non può andare a riprendere quelle davanti (-17 dal PSV terzo!). Il suo contratto scade nel giugno 2019, chissà se quest'estate qualcuno si muoverà...

CARATTERISTICHE TECNICHE
Tatticamente Haller è il classico centravanti, capace di sportellate e di trovare il giusto spazio nell'area di rigore. In questo, l'Eredivisie è stato l'accoppiamento perfetto, perché il campionato olandese e l'ossessiva riproposizione del 4-3-3 hanno favorito un inserimento veloce. In più, l'Utrecht aveva bisogno di un attaccante così.
Anche il fisico ripropone il classico profilo del centravanti: 190 centimetri, Haller può usare discretamente entrambi i piedi e aprirsi spazi con l'enorme fisicità che lo contraddistingue. La vera domanda è se una tecnica solamente discreta basterà con la pressione maggiore che si applica sugli attaccanti in altre leghe.

STATISTICHE
2012/13 - Auxerre: 18 presenze, 2 reti
2013/14 - Auxerre: 28 presenze, 6 reti
2014/15 - Auxerre: 11 presenze, 0 reti / FC Utrecht: 17 presenze, 11 reti
2015/16 - FC Utrecht: 42 presenze, 24 reti
2016/17 - FC Utrecht (in corso): 28 presenze, 11 reti

NAZIONALE
Parlare di nazionale per uno come Haller è complicatissimo. In questo momento, la Francia sta vivendo una sorta di rinascimento: l'altro giorno è uscita una lista dei possibili convocati per il Mondiale 2018 e c'è l'imbarazzo della scelta.
Basta guardare il ruolo di centravanti, ci sono Benzema, Mbappé e Lacazette. Senza contare Giroud (criticato, ma 12 gol in 27 partite stagionali) e i due adattabili Dembelé e Griezmann. Purtroppo per Haller l'U-21 francese non sarà al prossimo Europeo di categoria, nonostante il centravanti abbia segnato 13 reti in 20 partite con la rappresentativa giovanile.
Tecnicamente Haller potrebbe giocare per un'altra nazionale: la madre è ivoriana. Chissà che non gli venga l'idea di cambiare lungo la strada della sua carriera.

LA SQUADRA PER LUI
Vale sempre la stessa regola del campionato olandese: se prendete quattro attaccanti, uno poco affidabile lo troverete. Non sappiamo se quello possa Haller, se il francese abbia beneficiato del contesto più di quanto valga, però è una prova che può esser fatta solo vedendolo altrove. La Premier - anzi, la Champioship! - sembrerebbe un buon banco di prova, ma anche rivederlo in Ligue 1 sarebbe interessante.

10.3.17

MLS Calling.

La MLS 2017 ha aperto i battenti da poco, eppure si guarda già al futuro. Se i Seattle Sounders devono difendere il proprio titolo, il commissioner Don Garber ha già fatto sapere come a metà di quest'anno verranno scelti altri due team che porteranno il conto delle squadre di questa lega emergente a 24. Un'espansione che costerà 150 milioni di dollari per ogni team.


Ma soprattutto il piano ultimo è quello di portare tutto a 26 squadre, in avvicinamento alla NBA (che si attesta sulle 30 franchigie). E magari sognare di diventare una delle prime dieci leghe al mondo, obiettivo fattibile per chi sta lavorando bene negli ultimi anni come la MLS. Abbiamo studiato le 12 proposte sul tavolo di Garber, magari consigliando un marquee player per il 2018 o il 2020, nonché un ambasciatore per la proposta. Ecco i risultati.


  • Raleigh, NC | Giocatore simbolo: Gary Cahill | Ambasciatore: Roy Lassiter
In North Carolina ci stanno pensando: stadio da 24mila posti più il rebranding del North Carolina FC, che milita nella NASL. Tra le proposte arrivate alla MLS, è forse una di quelle che più difficilmente si realizzerà, però sarebbe bello vedere Roy Lassiter - ex Genoa, ma soprattutto uno che ha segnato la storia della MLS negli anni '90 - presentare l'arrivo di Gary Cahill, centrale del Chelsea che starebbe bene nel panorama del North Carolina, magari dopo aver chiuso il contratto che lo lega ai Blues fino al 2019.
  • Charlotte, NC | Giocatore simbolo: Memphis Depay | Ambasciatore: Stephen Curry
Qui andiamo su una delle favorite, perché Charlotte - che ha già gli Hornets in NBA e i Panthers nella NFL - potrebbe attirare molti verso il calcio in quella zona, forse anche più di Raleigh. Inoltre, potrebbe crearsi una rivalità con il neonato Atlanta United, vista la vicinanza tra le due eventuali franchigie. 
Paradossalmente, Memphis Depay non sta facendo bene nonostante i tanti soldi spesi dallo United su di lui: se rinascesse a Charlotte, visto che il suo contratto scade nel giugno 2021 e al Lione le cose stanno andando così così? Con Michael Jordan già impegnato con gli Hornets, che Stephen Curry possa battere i tamburi alla prima gara del club della città in cui è cresciuto?
  • Tampa/St. Petersburg, FL | Giocatore simbolo: Sergio Romero | Ambasciatore: John Cena
Con Miami che dovrebbe entrare nella MLS (ma non si sa ancora quando, mentre Los Angeles avrà di nuovo una seconda squadra dalla stagione 2018), non sarà facile sbloccare questa possibilità. A crederci è soprattutto Bill Edwards, proprietario dei Tampa Bay Rowdies (che fa parte dell'USL). Il marquee player potrebbe essere quel Sergio Romero che vive lo strano paradosso di non giocare nei club, ma essere titolare dell'Albiceleste; John Cena è di Tampa, ma si potrebbe prestare a una entrance indimenticabile.

Immaginate l'esordio della MLS in Florida.

  • Cincinnati, OH | Giocatore simbolo: Mario Götze | Ambasciatori: Steven Spielberg feat. The National
Cincinnati stimola l'interesse della MLS per il potenziale che ha: il Football Club Cincinnati  - alla sua prima stagione in USL - ha sfondato il record di presenze medie in un'annata, raggiungendo 17,296 persone (quasi 6000 in più dei secondi in classifica, il Sacramento Republic FC). Guidata da Carl Lindner III - capo dell'American Financial Group, con sede proprio in città - la realtà sta attirando molta attenzione. Inutile dire che Garber è già andato in visita a fine 2016, cercando di capire i margini di crescita di un club del genere.
Nonostante in città ci siano già i Reds della MLB (la più vecchia franchigia della lega) e i Bengals per la NFL, l'influenza tedesca nella storia della città (più il gemellaggio con Monaco di Baviera) potrebbe portare Mario Götze in Ohio, visto che la sua carriera sembra in difficoltà: tre estati fa decideva la finale del Mondiale, oggi soffre di miopatia e sembra fuori da tutto.
Götze ha un contratto fino al giugno 2020 con il BVB, ma riprendersi e ricominciare altrove forse è plausibile; a presentare il tutto, ci starebbe bene la regia di Steven Spielberg con The National a suonare all'apertura della prima gara. C'è da dire che entrambi ora vivono altrove - il regista in California, la band a Brooklyn -, ma sarebbe un esordio col botto.
  • Indianapolis, IN | Giocatore simbolo: James Milner | Ambasciatrice: Lauren Holiday (feat. David Letterman)
Va detto che a Indianapolis c'è una squadra che sta facendo molto bene nella NASL, quegli Indy Eleven che hanno tra le loro fila un elemento esperto come Gerardo Torrado, ex capitano della nazionale messicana. Oltretutto, Indianapolis è un mercato abnorme: parliamo di una città da 850mila abitanti, di un progetto appoggiato da molti e con un potenziale stadio da 20mila posti che sembra un'astronave.
L'influenza irlandese nella storia della città chiamerebbe un giocatore britannico a rappresentare una realtà così importante: un buon compromesso potrebbe essere James Milner, il cui contratto a Liverpool scadrà... in realtà nessuno lo sa, è un dato misterioso. Tuttavia, nel 2020 avrà 34 anni e finire la carriera a Indianapolis - magari presentato da Lauren Holiday (che ha vinto tutto con gli USWNT prima di ritirarsi a 28 anni) con la collaborazione di David Letterman - potrebbe esser un buon compromesso. Uno così, poi, dura fino a 120 anni.
  • Detroit, MI | Giocatore simbolo: Daniel Sturridge | Ambasciatori: D12
Il piano era quello di trasformare l'ormai abbandonato Pontiac Silverdome - casa dei Pistons e dei Lions, ma che dovrebbe esser demolito a breve - in un nuovo impianto, ma alla fine si è scelto di costruire un nuovo stadio da 23mila posti. Garber ha detto che Detroit potrebbe entrare nella MLS nel 2020, ma qui c'è la concorrenza del Detroit City FC, che sarà pure un club di quarta divisione, ma i cui tifosi hanno il timore che l'arrivo della MLS distruggerebbe questa realtà.
Eppure quest'area - non solo la città di Detroit, ma l'intera Metro Detroit - ha 4,3 milioni di persone, che potrebbero rappresentare un boost per una franchigia. Anche perché nel frattempo la città ha perso il 60% della sua popolazione dal 1950: inutile dire che l'arrivo di un club potrebbe essere un piccolo segnale di speranza per l'intera realtà. Non sarà comunque facile, perché Detroit è una delle poche città con quattro team professionistici in città: Pistons in NBA, Lions in NFL, Red Wings nella NHL e Tigers in MLB.
A potenziare una possibile franchigia - oltre che l'appoggio di Dan Gilbert, attuale owner dei Cleveland Cavaliers in NBA - potrebbe esserci un marquee player come Daniel Sturridge (il suo contratto con il Liverpool è in scadenza nel giugno 2019, quando avrà trent'anni... ma già adesso le cose non vanno bene), anche per ingraziarsi la Motown, che ormai è composta all'80% da afro-americani, mentre da ambasciatore potrebbero funzionare i D12, che sono in difficoltà, ma che hanno avuto tra le loro fila quell'Eminem che ha raccontato Detroit nel suo "8 Mile".

In fondo chi ha dimenticato tutto questo?

  • St. Louis, MO | Giocatore simbolo: Samir Nasri | Ambasciatori: Jon Hamm & Taylor Momsen
Dicevamo di città che hanno subito enormi diminuzioni della propria popolazione? Detroit è seconda solo a St. Louis, dove il calo è stato del 62%! Non solo, perché St. Louis ha perso anche i Rams - franchigia NFL tornata a Los Angeles dopo vent'anni - e ora punta forte sul soccer. Anche perché la storia del calcio in questa città è piuttosto lunga.
Il progetto dello stadio è stato quasi approvato (20mila posti), visto che manca l'ultimo passaggio con il voto della comunità il prossimo 4 aprile. Samir Nasri a Siviglia va e viene e la sua carriera appare tutt'altro che luminosa arrivati a questo punto: nel 2020, il francese avrebbe 32 anni - mentre il suo contratto con il City, da cui è in prestito al Siviglia, scade nel giugno 2019 - e l'impatto francese nella storia di St. Louis è molto importante.
  • Nashville, TN | Giocatore simbolo: Olivier Giroud | Ambasciatori: Hank Williams III & Shania Twain
Qui l'intenzione è diversa: a Nashville vorrebbero subito un team da MLS piuttosto che prenderne uno già iscritto in qualche divisione inferiore. Tuttavia, lo stesso gruppo è dietro la nascita e il prossimo esordio del Nashville SC, che debutterà nell'USL dal 2018. E il problema più grande è lo stadio, perché bisogna costruirne uno. Chissà se il supporto del sindaco Megan Barry basterà...
Patria della musica country, un ticket musicale composto da un Nashvillian d'eccezione come Hank Williams III e da Shania Twain potrebbe raccogliere molti consensi in un eventuale opening game. A fare da marquee player, Olivier Giroud in abiti country farebbe la sua figura, oltre che essere un'abile minaccia per le difese avversarie in MLS.
  • San Antonio, TX | Giocatore simbolo: Javier Hernández | Ambasciatori: Tim Duncan & Michelle Rodriguez
In questo caso, la curiosità diventa quasi morbosa. Già, perché il Texas fino a vent'anni fa vedeva in Dallas e Houston riferimenti insuperabili. Finché non è spuntata una franchigia - NBA, perché The System è vivo e lotta insieme a noi - che ha sconvolto tutti: i San Antonio Spurs hanno vinto cinque titoli nazionali e ancora oggi sono una contender con Gregg Popovich.
Trasferire questo tipo di mentalità a una squadra della MLS è difficile, ma desta attenzione. Se RC Buford all'improvviso si ritrovasse nella veste di GM, ma nello sport in cui palla rotola piuttosto che rimbalzare? Sarebbe folle, ma intrigante. Atteniamoci alle parole dell'uomo a cui è dedicata la fondazione della città, quel San Antonio da Padova che disse: «La pazienza è il baluardo dell'anima, e la presidia e difende da ogni perturbazione».
L'accostamento agli Spurs non è casuale, perché dietro all'operazione MLS a San Antonio c'è il Spurs Sports & Entertainment, proprio l'organizzazione che gestisce l'unica franchigia professionista in città. Per far spazio a una possibile entrata in MLS si sono persino dissolti i San Antonio Scorpions, la cui eredità è stata raccolta dal San Antonio Football Club, che gioca al Toyota Field (8000 posti, ma con la promessa di espanderlo a 18mila).
Città a forte carattere ispanico, Javier Hernández potrebbe essere il marquee player perfetto, anche perché persino la federazione messicana vede di buon occhio l'arrivo della MLS in città, visto che è così vicina al confine messicano. Inoltre, El Chicharito è persino nato a Guadalajara (città sorella di SA!) e avrà 32 anni nel 2020: il Bayer Leverkusen per ora vuole venderlo in Europa, ma dopo... chissà. 
L'ambasciatore potrebbe essere un ruolo condiviso tra Tim Duncan (laurea in psicologia, ma anche uomo-franchigia degli Spurs che sarebbe capace di riciclarsi ovunque) e Michelle Rodriguez (nata e parzialmente cresciuta a SA, ormai famosa per la saga di Fast and Furious). Inutile dire che questa è una delle bid più intriganti delle 12 a disposizione.

Entrata in pompa magna con un macchinone di Fast & Furious 9 (figuratevi se non si farà...); scende Tim Duncan; here we go.
  • Phoenix, AZ | Giocatore simbolo: Nuri Şahin | Ambasciatrice: Emma Stone
Per Phoenix il discorso è appena iniziato: la città ha sì presentato una proposta per entrare nella MLS, che sarà ascoltata e vagliata, ma appare molto più indietro rispetto ad altre candidate. Il piano è quello di potenziare il Phoenix Rising FC - ex Arizona United Soccer Club, dove giocano oggi gli ex nazionali Omar Bravo e Shaun Wright-Phillips - che gioca nell'USL e soprattutto dovrà convincere la comunità a costruire uno stadio.
Oltre a questo, il mercato è saturo, perché Phoenix ospita già quattro team professionisti (i Cardinals nella NFL, i Suns nella NBA, i Coyotes in NHL e i Diamondbacks in MLB). Il giocatore simbolo potrebbe essere quel Nuri Şahin che ormai sembra esseri un po' perso nel calcio europeo e potrebbe vivere un sereno finale di carriera a Phoenix (anche qui: a 32 anni), magari presentato da Emma Stone, cresciuta nella vicina Scottsdale.
  • Sacramento, CA | Giocatore simbolo: Andrea Barzagli | Ambasciatrice: Brie Larson
Se guardiamo a Ovest, Sacramento è uno dei posti in cui la MLS potrebbe arrivare più facilmente. Un po' perché l'unica franchigia professionista non si sta coprendo di gloria - quei Kings che ormai sono il banter della NBA -, un po' perché Don Garber si aspetta di vedere Sacramento in MLS già dal 2018. Il market pool televisivo è ampio, il sindaco Kevin Johnson si è schierato apertamente in favore dell'ipotesi: insomma, è tutto apparecchiato.
C'è lo stadio (un piano per un impianto da 20mila posti), ci sono le grandi affluenze allo stadio (circa 10mila: un record fino all'arrivo di Cincinnati) e c'è soprattutto un team già pronto, perché il Sacramento Republic Football Club entrerebbe in MLS senza cambiare nemmeno denominazione. Il tutto nonostante in California ci siano Los Angeles, San Francisco (che appoggia questa candidatura) e San Diego.
Per una franchigia praticamente fatta, ci vorrebbero due nomi da urlo. Il primo è quello di Brie Larson, nata a Sacramento e cresciuta comunque in California, nonché Premio Oscar 2016. Proprio la sua voce introduce l'arrivo di un ormai 36enne, ma che nel giugno 2018 potrebbe aver concluso la sua avventura con la Juventus e tentare la stessa strada di Pirlo: Andrea Barzagli. Magari come Steven Gerrard, che ha chiuso la sua stagione al Liverpool ed è immediatamente passato ai Galaxy.
  • San Diego, CA | Giocatore simbolo: Shinji Kagawa | Ambasciatori: Steve Cherundolo & Alex Morgan
In realtà, la presenza di Sacramento dovrebbe scoraggiare la presenza degli avversari. Tuttavia, San Diego è la culla della California, nonché una patria in cerca di rinascite sportive, dopo che i Chargers - franchigia NFL - si sono trasferiti (pure loro!) a Los Angeles. In fondo, San Diego ha già perso anche la NBA e rimangono solo i Padres della MLB. Anche qui molto passa dallo stadio, anche se la presenza di uno come Landon Donovan nel progetto aiuta.
La forte presenza asiatica potrebbe spingere per l'arrivo di un giocatore di rilievo, magari quel Shinji Kagawa che appare ormai triste a Dortmund e che non sembra aver un altro posto in cui rinascere in Europa. L'ambasciatore potrebbe esser doppio e comunque a tema calcistico: Steve Cherundolo è stato uno dei giocatori USA di maggior successo in Europa (ancora oggi è a Hanover), mentre Alex Morgan... beh, non che ci sia molto da aggiungere.