Come ricorderemo Russia 2018? Forse come il Mondiale delle occasioni sprecate, del gioco reazionario e difensivo, delle gare tirate e finite in gran parte con un gol di scarto (31 su 64, quasi il 50%. Aggiungendoci i 13 pareggi, arriviamo a 44 gare su 64!). Ma soprattutto sarà il Mondiale di una generazione d'oro, un'altra, che ha riportato il Mondiale in Francia a vent'anni dal primo.
Didier Deschamps, 49 anni, ha vinto il Mondiale da giocatore e allenatore: il terzo a riuscirci dopo Zagallo e Beckenbauer.
Molti hanno parlato di una finale spettacolare, riferendosi all'ultimo atto tra Francia e Croazia. Nei gol non si può certo smentire tale assunto (4-2, sei gol: l'ultima volta nel 1966), ma sul campo - soprattutto il primo tempo - sembra aver smentito il concetto. La Francia ha giocato come in tutto questo Mondiale, attendendo l'avversario e sfruttando Giroud o Mbappé per ripartire.
Paradossalmente nell'ultimo atto è mancato uno dei candidati al MVP di questo Mondiale, ovvero N'Golo Kanté: decisivo per arrivare in finale, il mediano del Chelsea è stato ammonito e persino sostituito dopo 55' da N'Zonzi. Poco male, perché a quel punto la finale aveva preso la strada giusta, nonostante un 2-1 sofferto nella prima frazione.
La punizione di Griezmann spizzata in porta da Mandzukic (con il dubbio del fuorigioco passivo di Pogba, che disturba il suo ex compagno), il pareggio straordinario di Perisic (con l'esultanza a-là-CR7), il contestato rigore del 2-1 trasformato ancora da Griezmann (parere personale: c'era): il tutto senza che la Francia abbia fatto un vero tiro in porta nei primi 45'.
Al ritorno in campo, la Croazia ha comunque creato un pericolo con Rebic, prima di arrendersi alla potenza contropiedista dei francesi. Prima Pogba ha sventagliato per Mbappé e dallo sviluppo dell'azione è stato lo stesso uomo del Manchester United a segnare il 3-1, poi è arrivata la staffilata di Mbappé per la quarta rete (che azione Lucas Hernandez).
Da lì, neanche l'unico errore di Lloris in questo Mondiale - un tentativo di tunnel con il piede debole su Mandzukic, conclusosi con il gol del centravanti della Juventus - ha veramente riportato la partita in un equilibrio di qualche tipo. La Francia ha amministrato, sfiorando persino il quinto in due occasioni. Alla Croazia è rimasto l'onore delle armi.
La pioggia ha poi avvolto lo scenario di Mosca, con capitan Lloris che ha alzato la coppa e Modric miglior giocatore del torneo, seguito da Mbappé (miglior giovane), Courtois (miglior portiere) e Kane (capocannoniere, seppure gli autogol siano stati il doppio delle reti segnate dal centravanti del Tottenham e della nazionale inglese).
Il momento in cui finisce la finale 2018: Paul Pogba segna il 3-1.
Cosa rimarrà di questo Mondiale, quindi? Al di là di cosa accadrà nel suo futuro, Didier Deschamps ha creato una sua legacy: la Francia ha vinto due Mondiali e lui c'era in entrambi. Nel '98 era il capitano, oggi il commissario tecnico. Un allenatore contestato, a volte incomprensibile, ma che ha trovato in un assetto conservativo il miglior vestito per questa nazionale.
Dopo aver perso la finale dell'Europeo 2016 in casa, c'era timore che questa generazione di giocatori dovesse attendere per alzare un trofeo. Invece le aggiunte di Mbappé e Lucas Hernandez hanno completato il mosaico e ora la Francia si gode un titolo meritato, perché - in un Mondiale dal gioco reazionario - si è mostrata la squadra che si è adattata meglio allo scenario corrente.
La Croazia non ha vinto il Mondiale, ma ha saputo superare la classe del '98 e già questo è un miracolo, calcolando che a ottobre 2017 la squadra aveva ceduto la guida del suo girone all'Islanda e si giocava una sorta di primo spareggio in Ucraina. Poi l'arrivo di Dalic e la vittoria del play-off contro la Grecia ci ha condotto a questo momento.
La Croazia è stata la migliore squadra della fase a gironi, però mi è sembrata un po' mancare nella fase a eliminazione diretta. Paradossalmente, la Croazia sarebbe potuta uscire nelle gare in cui avrebbe anche meritato una punizione (contro Danimarca e Russia), mentre ha giocato al meglio la semifinale e il primo tempo della finale.
Se da una parte mi auguro che Luka Modric possa alzare il Pallone d'Oro a fine anno, dall'altra Belgio e Inghilterra hanno di che sorridere, seppur in modo diverso. La generazione d'oro del Belgio ha ottenuto il risultato tanto atteso (e forse Hazard sarebbe stato da MVP), mentre l'Inghilterra - seppur incompleta e ancora poco continua - può sorridere in vista di Qatar 2022.
Ma forse la lezione più importate di questo Mondiale è quella tattica. Se il 2006 è stato l'inizio di alcune tradizione (salida lavolpiana, primi semi del tiki-taka, i primi risultati del processo tedesco), questo 2018 potrebbe esser ricordato per le difese basse, i baricentri arretrati, le linee strette e l'attendismo. Che una Restaurazione sia in atto?
Antoine Griezmann, 27 anni, deus ex machina di una Francia da titolo.
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