Benvenuti alla nuova stagione in J. League: sarà il 27° anno in prima divisione, il 21° in seconda e il sesto per la terza categoria. E chissà che non sia la migliore di sempre, vista la tanta carne al fuoco che l'incombente annata proporrà. Volti nuovi, giovani in rampa d'ascesa, storie da raccontare: il 2019 sarà da ricordare. Ecco la prima parte di questa iper-preview.
La conferenza stampa di presentazione della stagione 2019 (via DAZN).
LE PREVISIONI
J1 League
Ci prepariamo forse alla stagione più bella nella storia della prima divisione nipponica, ma la favorita d'obbligo è una: il Kawasaki Frontale. I campioni in carica hanno vinto la Japanese Super Cup e puntano alla gloria continentale, ma non c'è dubbio che l'arrivo di Leandro Damião e la solidità mostrata sotto Oniki li mettano un filo avanti agli altri.
Dietro di loro, una serie di squadre che sperano di far bene per i motivi più disparati. C'è chi sarà impegnato in AFC Champions League, come Kashima Antlers e Urawa Red Diamonds: i primi dovranno rimediare ad alcune partenze, ma hanno una mentalità d'acciaio, vista in azione anche al Mondiale per club. I secondi, invece, contano sul tecnico Oswaldo de Oliveira per prolungare la forma del finale della scorsa stagione.
Un occhio va buttato anche al Nord, dove l'Hokkaido può finalmente sognare il titolo: persa la piazza d'onore - valida per l'ingresso in ACL -, il Consadole Sapporo ha chiuso la sua migliore stagione di sempre al quarto posto. Niente Champions, ma la rosa si è allargata e ora Petrovic può persino coltivare sogni di titolo, magari spezzando una sua personale maledizione.
Dietro di loro, una serie di squadre che sperano di far bene per i motivi più disparati. C'è chi sarà impegnato in AFC Champions League, come Kashima Antlers e Urawa Red Diamonds: i primi dovranno rimediare ad alcune partenze, ma hanno una mentalità d'acciaio, vista in azione anche al Mondiale per club. I secondi, invece, contano sul tecnico Oswaldo de Oliveira per prolungare la forma del finale della scorsa stagione.
Un occhio va buttato anche al Nord, dove l'Hokkaido può finalmente sognare il titolo: persa la piazza d'onore - valida per l'ingresso in ACL -, il Consadole Sapporo ha chiuso la sua migliore stagione di sempre al quarto posto. Niente Champions, ma la rosa si è allargata e ora Petrovic può persino coltivare sogni di titolo, magari spezzando una sua personale maledizione.
E poi? Poi ci sono le grandi città, come Osaka e Yokohama. Il Gamba Osaka ha dato dei segnali importanti nel 2018, uscendo dalla zona retrocessione e resuscitando sotto Miyamoto: che siano loro il dark horse di questa stagione? Dall'altra parte, lo Yokohama F. Marinos è al secondo anno del progetto curato da Ange Postecoglou: l'anno scorso hanno sfiorato la retrocessione, ma i ragazzi guidati dal tecnico australiano vogliono di più in quest'annata.
Nel gruppone di mezzo, trovate la squadra che tutti i non-conoscitori di J. League segnalano come la più forte del campionato. Il Vissel Kobe - forte del progetto galattico di Mikitani, che ha aggiunto Villa a Iniesta e Podolski, oltre ad aver acquistato Nishi, Yamaguchi e Hatsuse - ha un attacco stellare, ma una mediana deboluccia e un pacchetto arretrato che non è certo da Top 4. Sarei sorpreso di vederli più in alto di questo.
Dietro di loro, il Nagoya Grampus spera di evitare l'andamento schizofrenico dell'anno scorso e di issarsi agevolmente a metà classifica. Per la squadra di Kazama vale lo stesso ragionamento del Vissel, seppur con minor stardom: l'enorme impatto offensivo non sembra poter reggere di fronte a un reparto arretrato meno stabile. Forse Jô sarà di nuovo capocannoniere, quello sì.
Alle loro spalle, mi sentirei di mettere due squadre di cui non si parlerà tanto in questa preview: il Cerezo Osaka si è notevolmente indebolito, ma proprio per questo piazzarsi a metà classifica sarebbe un buon risultato. Lotina è il tecnico giusto per far rendere adeguatamente una rosa indebolita; dall'altra parte, lo Shimizu S-Pulse ha cambiato qualcosa, ma ha guadagnato Elsinho e spera di salvarsi in anticipo.
Infine, due squadre dell'area del Kanto che vivranno però momenti notevolmente diversi. Se infatti l'11° posto sarebbe atteso, ma deludente per il FC Tokyo (che saluterà Takefusa Kubo a giugno e che ha fatto il mercato più deludente della J1), lo Shonan Bellmare viene da una stagione irripetibile e con i soldi del gruppo Rizap - nuovo proprietario del club - rischia seriamente di potersi stabilire in J1 come forza di metà classifica.
Dietro di loro, il Nagoya Grampus spera di evitare l'andamento schizofrenico dell'anno scorso e di issarsi agevolmente a metà classifica. Per la squadra di Kazama vale lo stesso ragionamento del Vissel, seppur con minor stardom: l'enorme impatto offensivo non sembra poter reggere di fronte a un reparto arretrato meno stabile. Forse Jô sarà di nuovo capocannoniere, quello sì.
Alle loro spalle, mi sentirei di mettere due squadre di cui non si parlerà tanto in questa preview: il Cerezo Osaka si è notevolmente indebolito, ma proprio per questo piazzarsi a metà classifica sarebbe un buon risultato. Lotina è il tecnico giusto per far rendere adeguatamente una rosa indebolita; dall'altra parte, lo Shimizu S-Pulse ha cambiato qualcosa, ma ha guadagnato Elsinho e spera di salvarsi in anticipo.
Infine, due squadre dell'area del Kanto che vivranno però momenti notevolmente diversi. Se infatti l'11° posto sarebbe atteso, ma deludente per il FC Tokyo (che saluterà Takefusa Kubo a giugno e che ha fatto il mercato più deludente della J1), lo Shonan Bellmare viene da una stagione irripetibile e con i soldi del gruppo Rizap - nuovo proprietario del club - rischia seriamente di potersi stabilire in J1 come forza di metà classifica.
Dalla striscia positiva di metà anno alla quasi retrocessione: riusciranno i Nagoya Grampus a issarsi dalla zona retrocessione?
Questo gruppo, invece, dovrebbe preoccuparsi e guardarsi alle spalle. Il fatto di avere solo due posti per la retrocessione diretta - più uno per i play-off - dovrebbe lasciare un maggior spazio di manovra, ma queste sei squadre non devono stare tranquille per molteplici motivi.
Si parte dalla seconda miglior squadra della passata stagione: onestamente non mi aspetto il Sanfrecce Hiroshima ripetere l'incredibile annata del 2018, quando Jofuku e i suoi ragazzi sono arrivati ad avere due cifre di vantaggio in termini di punti sul Kawasaki, salvo buttar via tutto e completare l'annata con un finale terribile. Non ci sono stati grossi rinforzi e il preliminare di Champions League asiatica è stato un brutto aperitivo.
Diverso il problema per il Vegalta Sendai, che ha perso nuovamente alcuni giocatori durante l'inverno e spera ancora una volta di aver azzeccato il giusto mix per salvarsi e confermarsi in J1 per il decimo anno di fila. La speranza è sul mister, Susumu Watanabe, che è sottovalutato e ha fatto veramente un ottimo lavoro in questi anni.
Diverso il discorso dietro: molti vedono l'Oita Trinita come la vittima sacrificale di questa stagione e il loro reparto arretrato lascia parecchio a desiderare, ma il loro pacchetto offensivo e la guida di Tomohiro Katanosaka mi dà fiducia. Se la loro difesa si dimostrasse decente a questi livelli, si potrebbero salvare.
Diverso il discorso per il Matsumoto Yamaga, che è una squadra complessivamente più solida e che ha molte più speranze di rimanere in J1 rispetto alla prima annata nella massima divisione, datata 2015. L'allenatore è lo stesso, ma la spinta dei tifosi e i rinforzi arrivati in inverno potrebbero aiutare. E poi ci sono quelle che secondo me potrebbero andar giù.
Il Jubilo Iwata non ha fatto nulla durante quest'inverno: sette operazioni complessive sul mercato, Nanami confermato e sullo sfondo il play-out vinto contro il Tokyo Verdy a dicembre. A meno che i giovani non esplodano (Ogawa e Nakano su tutti), come possono cambiare il loro destino? Peggio va al Sagan Tosu, che non giocherà più quel football conservativo visto sotto Ficcadenti, ma non si sono rinforzati e Carreras mi pare una scelta poco ispirata.
Si parte dalla seconda miglior squadra della passata stagione: onestamente non mi aspetto il Sanfrecce Hiroshima ripetere l'incredibile annata del 2018, quando Jofuku e i suoi ragazzi sono arrivati ad avere due cifre di vantaggio in termini di punti sul Kawasaki, salvo buttar via tutto e completare l'annata con un finale terribile. Non ci sono stati grossi rinforzi e il preliminare di Champions League asiatica è stato un brutto aperitivo.
Diverso il problema per il Vegalta Sendai, che ha perso nuovamente alcuni giocatori durante l'inverno e spera ancora una volta di aver azzeccato il giusto mix per salvarsi e confermarsi in J1 per il decimo anno di fila. La speranza è sul mister, Susumu Watanabe, che è sottovalutato e ha fatto veramente un ottimo lavoro in questi anni.
Diverso il discorso dietro: molti vedono l'Oita Trinita come la vittima sacrificale di questa stagione e il loro reparto arretrato lascia parecchio a desiderare, ma il loro pacchetto offensivo e la guida di Tomohiro Katanosaka mi dà fiducia. Se la loro difesa si dimostrasse decente a questi livelli, si potrebbero salvare.
Diverso il discorso per il Matsumoto Yamaga, che è una squadra complessivamente più solida e che ha molte più speranze di rimanere in J1 rispetto alla prima annata nella massima divisione, datata 2015. L'allenatore è lo stesso, ma la spinta dei tifosi e i rinforzi arrivati in inverno potrebbero aiutare. E poi ci sono quelle che secondo me potrebbero andar giù.
Il Jubilo Iwata non ha fatto nulla durante quest'inverno: sette operazioni complessive sul mercato, Nanami confermato e sullo sfondo il play-out vinto contro il Tokyo Verdy a dicembre. A meno che i giovani non esplodano (Ogawa e Nakano su tutti), come possono cambiare il loro destino? Peggio va al Sagan Tosu, che non giocherà più quel football conservativo visto sotto Ficcadenti, ma non si sono rinforzati e Carreras mi pare una scelta poco ispirata.
L'Oita Trinita sembra destinato a retrocedere, ma ha tante risorse nel reparto offensivo.
J2 League
Nella rincorsa al ritorno in J1, c'è una squadra favorita sopra le altre: parliamo del Kashiwa Reysol, che ha deluso un po' tutti nel 2018, passando da club con possibilità persino di titolo a retrocessa eccellente. Tuttavia, il club ha trattenuto diversi asset fondamentali e ha riportato in panchina Nelsinho, quindi è certamente sopra le altre almeno sulla tabella di partenza.
Dietro di loro, vedo due club: da una parte il Tokushima Vortis, che - al terzo anno di gestione da parte di Ricardo Rodriguez - ha fatto un mercato interessante e propone sempre un gioco spumeggiante. Dall'altra, l'altra compagine appena retrocessa, il V-Varen Nagasaki, apparso solido e ora allenato da Makoto Teguramori.
Chi ha lasciato Nagasaki si è invece spostato a Saitama, sponda Omiya Ardija, che ha lasciato andare Masatada Ishii dopo una deludente stagione e si è affidato a Takuya Takagi, istituzione del V-Varen e ora col compito di riportare l'Omiya almeno ai play-off. Chiamato alla conferma anche lo Yokohama FC, che non ha ceduto nessuno e spera di ripetere l'ottima annata di cui è stato protagonista nel 2018.
Dietro di loro, vedo due club: da una parte il Tokushima Vortis, che - al terzo anno di gestione da parte di Ricardo Rodriguez - ha fatto un mercato interessante e propone sempre un gioco spumeggiante. Dall'altra, l'altra compagine appena retrocessa, il V-Varen Nagasaki, apparso solido e ora allenato da Makoto Teguramori.
Chi ha lasciato Nagasaki si è invece spostato a Saitama, sponda Omiya Ardija, che ha lasciato andare Masatada Ishii dopo una deludente stagione e si è affidato a Takuya Takagi, istituzione del V-Varen e ora col compito di riportare l'Omiya almeno ai play-off. Chiamato alla conferma anche lo Yokohama FC, che non ha ceduto nessuno e spera di ripetere l'ottima annata di cui è stato protagonista nel 2018.
Tra coloro che potrebbero sorprenderci, ci sono diverse squadre: a mio modo di vedere, Montedio Yamagata e Renofa Yamaguchi rappresentano due esperimenti interessanti, seppur con delle differenze. I primi hanno fatto un bel mercato, raccolto un buon ammontare di talento e sono allenati da un manager spesso sottovalutato come Takeshi Kiyama.
A Yamaguchi, invece, il luna park offensivo di Masahiro Shimoda - che aveva fruttato la testa della classifica fino alla cessione estiva di Onose al Gamba Osaka, ricordiamolo - ha cambiato interpreti in zone fondamentali del campo. Kudo si è infortunato, ma rappresenta una buona opzione per la J2, così come Tanaka dal Gifu. Basteranno a non modificare l'ecosistema offensivo?
Dietro di loro, il Ventforet Kofu si regge su un ottimo reparto avanzato: Junior Barros, Dudu, Peter Utaka, Koichi Sato e Hidetaka Kanazono. Personalmente mi è dispiaciuto l'addio di Nobuhiro Ueno, ma chissà. Assieme a loro un'altra delusa dalla passata stagione, l'Avispa Fukuoka, allenato da Fabio Pecchia e credo parecchio indebolito dopo la fine dell'era Ihara.
A completare questa potenziale catena di sorprese, due delle squadre che l'anno scorso arrivarono nelle prime sei, entrambe dalla capitale. Il Tokyo Verdy ha perso l'allenatore Lotina, ma la scelta di Gary White è la migliore per colmare le tante partenze che la rosa dovrà superare; dall'altra, il Machida Zelvia, che ha perso Hirato, ma si è rinforzato e soprattutto ha ancora il miglior manager della J2 2018, Naoki Soma.
A Yamaguchi, invece, il luna park offensivo di Masahiro Shimoda - che aveva fruttato la testa della classifica fino alla cessione estiva di Onose al Gamba Osaka, ricordiamolo - ha cambiato interpreti in zone fondamentali del campo. Kudo si è infortunato, ma rappresenta una buona opzione per la J2, così come Tanaka dal Gifu. Basteranno a non modificare l'ecosistema offensivo?
Dietro di loro, il Ventforet Kofu si regge su un ottimo reparto avanzato: Junior Barros, Dudu, Peter Utaka, Koichi Sato e Hidetaka Kanazono. Personalmente mi è dispiaciuto l'addio di Nobuhiro Ueno, ma chissà. Assieme a loro un'altra delusa dalla passata stagione, l'Avispa Fukuoka, allenato da Fabio Pecchia e credo parecchio indebolito dopo la fine dell'era Ihara.
A completare questa potenziale catena di sorprese, due delle squadre che l'anno scorso arrivarono nelle prime sei, entrambe dalla capitale. Il Tokyo Verdy ha perso l'allenatore Lotina, ma la scelta di Gary White è la migliore per colmare le tante partenze che la rosa dovrà superare; dall'altra, il Machida Zelvia, che ha perso Hirato, ma si è rinforzato e soprattutto ha ancora il miglior manager della J2 2018, Naoki Soma.
Nel gruppo di coloro che sperano di salvarsi senza troppi affanni (ricordiamo che ci sono due retrocessioni dirette anche quest'anno), sicuramente ci sono due giganti caduti che sperano di far meglio rispetto al 2018. Il primo è il JEF United Chiba, che ha cambiato diversi giocatori, ma non l'allenatore... e su Juan Esnaider - al terzo anno al JEF - mi tengo i miei dubbi.
Diverso il discorso per l'Albirex Niigata, che potrebbe avere qualche speranza in più di emergere dal gruppo di metà classifica. Gli acquisti sono interessanti, i giovani esplosi nel 2018 hanno in più d'esperienza e l'allenatore Koichiro Katafuchi - prima ad interim, ora confermato - ha fatto un'ottima seconda parte di stagione. Riuscirà a confermare quanto di buono ha fatto vedere?
Dietro di loro, Shigetoshi Hasebe spera di confermare il Mito HollyHock in quelle zone della classifica. L'anno scorso è stato probabilmente il migliore della storia del club per presenze allo stadio e risultati sul campo, ma sono cambiate diverse cose. A queste condizioni, è chiaro che mantenersi in J2 è la condizione minima.
Infine, due situazioni che più diverse non si potrebbe: da una parte il Kyoto Sanga, che ha un manager alla prima esperienza in solitaria (Ichizo Nakata) e dovrebbe dare alla vecchia capitale nipponica un motivo valido per entusiasmarsi per il calcio a quelle latitudini. Dall'altra, il Kagoshima United FC: neo-promosso, il club ha fatto un buon mercato e ha persino assunto Kim Jong-song, l'eroe che portato il FC Ryukyu in J2. Prevedo che possano salvarsi con largo anticipo.
Diverso il discorso per l'Albirex Niigata, che potrebbe avere qualche speranza in più di emergere dal gruppo di metà classifica. Gli acquisti sono interessanti, i giovani esplosi nel 2018 hanno in più d'esperienza e l'allenatore Koichiro Katafuchi - prima ad interim, ora confermato - ha fatto un'ottima seconda parte di stagione. Riuscirà a confermare quanto di buono ha fatto vedere?
Dietro di loro, Shigetoshi Hasebe spera di confermare il Mito HollyHock in quelle zone della classifica. L'anno scorso è stato probabilmente il migliore della storia del club per presenze allo stadio e risultati sul campo, ma sono cambiate diverse cose. A queste condizioni, è chiaro che mantenersi in J2 è la condizione minima.
Infine, due situazioni che più diverse non si potrebbe: da una parte il Kyoto Sanga, che ha un manager alla prima esperienza in solitaria (Ichizo Nakata) e dovrebbe dare alla vecchia capitale nipponica un motivo valido per entusiasmarsi per il calcio a quelle latitudini. Dall'altra, il Kagoshima United FC: neo-promosso, il club ha fatto un buon mercato e ha persino assunto Kim Jong-song, l'eroe che portato il FC Ryukyu in J2. Prevedo che possano salvarsi con largo anticipo.
Tra le squadre candidate a occupare gli ultimi due posti, ci ho messo il FC Gifu, ma con un enorme asterisco, perché la squadra guidata da Takeshi Oki ha buone individualità e una proposta di gioco interessante: sono quelli elementi che probabilmente eviteranno una discesa che il club sembra rischiare ogni anno, salvo evitarla sempre.
A ruota, il Fagiano Okayama e l'Ehime FC: i primi hanno perso un'istituzione come Tetsu Nagasawa (l'uomo che li aveva portati ai play-off nel 2016) e dovranno ricostruire con un manager che non trovo così convincente. Dall'altra, a Ehime si teme l'arrivo del FC Imabari nel professionismo, eppure il club è riuscito miracolosamente a salvarsi nel 2018 grazie all'apporto di Kenta Kawai: il tecnico riuscirà a ripetere il miracolo?
Poi ci sono le ultime tre squadre, che stagliano sul fondo di questa preview per diversi motivi. Non avrei voluto metterci lo Zweigen Kanazawa - visto che la città meriterebbe di essere esposta il più possibile: un gioiello -, ma non so se Masaaki Yanagishita possa ottenere un'altra salvezza, visto quanto la rosa è uscita indebolita dal mercato.
Il discorso è diverso per il Tochigi SC, che ha il miglior marcatore di sempre in J2, ha fatto un discreto mercato e ha uno dei giocatori più eccitante della categoria (quel Kazuki Nishiya che l'anno scorso ha fatto benissimo da "10"). E anche la perdita di Yuji Yokoyama è stata impattata dall'arrivo di un manager preparato come Kazuaki Tasaka, però... il terreno di gioco è sempre in pessime condizioni e temo che il poco interesse locale per il club possa danneggiarlo a medio termine.
Infine, il FC Ryukyu, che è forse la squadra più a rischio per diversi motivi, tra cui non c'è la poca esperienza. Hanno perso il tecnico che li ha portati fin lì (dentro Yasuhiro Higuchi, che si è rifatto una verginità a Yokohama dopo il titolo perso con i Marinos nel 2013), hanno perso diversi giocatori-simbolo... ma chissà che l'enorme calderone di competenze portate in casa durante l'inverno - spuntano Koji Suzuki, Danny Carvajal e Keita Tanaka - possa fare il miracolo. Di sicuro, se il brand di football rimarrà lo stesso, ci divertiremo.
J3 League
Sarà una stagione molto interessante per la J3 League, che vede ben tre nuove squadre, ovvero le due retrocesse e una neo-promossa. Non facciamo una vera e proprio graduatoria, ma citiamo qualche squadra. Nella corsa alla promozione, c'è una sola favorita, ovvero il Thespakusatsu Gunma, che ha fatto un mercato sontuoso per tornare in seconda divsione.
Alle sue spalle, un trio di squadre. La prima è il Kataller Toyama, che si è discretamente rinforzato e ha tenuto un buon tecnico come Ryo Adachi. La seconda è il Nagano Parceiro, che cerca di riprendersi dalle pesanti delusioni degli ultimi anni. La terza è una delle due retrocesse, ovvero il Roasso Kumamoto, che spera di regalare qualche soddisfazione ai suoi tifosi.
Nel gruppo delle squadre a rischio bassa classifica, invece, segnaliamo quattro casi. Il Fukushima United FC ha dovuto salutare diversi giocatori, tra cui Kazuto Ishido (storico capitano, ritiratosi) e Nildo (lasciato libero, un peccato). A seguire c'è il YSCC Yokohama, che non ha più né il tecnico né i giocatori che gli hanno fatto vivere 18 mesi sopra la media.
Kazuki Hara, 34 anni, ora al Roasso Kumamoto.
A seguire, c'è il Fujieda MYFC, guidato da Nobuhiro Ishizaki e soggetto all'ennesima rivoluzione invernale: dopo la terribile stagione 2018, il club ha bisogno di riprendersi. Infine, il Vanraure Hachinohe, neo-promosso dalla J3: non c'è la necessità di far bene fin da subito, ma il club allenato da Atsuto Oishi spera di ben figurare.
Infine, una riflessione sulla JFL: finalmente c'è stata una promozione, ma la speranza è che le evoluzioni non si fermino qui. Per ora la J3 è a 18 squadre con tre formazioni riserve: con la promozione di una tra FC Imabari, Tokyo Musashino FC e Nara Club, saremmo finalmente a 16 club per la terza divisione e forse ci si potrebbe liberare delle U-23.
Non solo, però, perché Tegevajaro Miyazaki e ReinMeer Aomori da qualche giorno si possono fregiare dello status iniziale nel 100-Year Plan, viatico per poi chiedere la licenza professionistica: che anche loro mirino alla scalata verso il professionismo? Lo scopriremo solo vivendo quest'annata. Buona J. League 2019 a tutti!
Yuichi Komano, 37 anni, e Hideo Hashimoto, 39, hanno rinforzato il FC Imabari.