14.6.19

La grande prima: Concacaf Gold Cup (Part 1)

In un'epoca di devastazione calcistica, le competizioni continentali rischiano di essere il prossimo sacrificio all'altare del potenziale economico. Fortunatamente, ci sono eccezioni che sfuggono a quest'inevitabile regola. Assieme all'AFC, la CONCACAF è forse la confederazione che meglio si è mossa negli ultimi anni.

Proprio per questo la Gold Cup 2019 rischia di essere affascinante, soprattutto per due motivi: a) sarà la prima edizione a 16 squadre (finalmente); b) una parte della fase a gironi - quattro gare tra gruppo B e C - saranno giocate in Costa Rica e Giamaica, aprendo le porte della competizione ad altri paesi. Per questo, ho rispolverato il blog e dedico una preview a questa competizione. Sotto troverete la prima parte.

Come ci eravamo lasciati nel 2017? Con gli Stati Uniti vittoriosi, stavolta per 2-1 sulla Giamaica.


Gruppo A - Messico, Canada, Martinica, Cuba

Il Messico è la favorita d'obbligo per questo torneo. Dopo l'ennesimo Mondiale disputato tra sogni e illusione - il 3-0 subito dalla Svezia e l'eliminazione per mano del Brasile si sono alternate alla vittoria sulla Germania -, i messicani hanno bisogno di riprendersi la corona continentale, specie ora che alla loro guida c'è El Tata Martino, reduce dall'ottima esperienza di Atlanta.
Nella rosa convocata, c'è certamente molta qualità. Senza l'impegno della Copa América, però, colpiscono le assenze: non ci saranno Lozano e Layun per infortunio, mentre Vela, Herrera e Hernández si sono tirati indietro per diversi motivi personali. Ci saranno comunque Salcedo, Fabián, Gutiérrez e Pizarro, oltre ai senatori Ochoa e Guardado.  

Il Canada si presenta a questa Gold Cup con uno spirito rinnovato, un ottimo coach (John Herdman merita attenzione) e il miglior ranking della sua storia calcistica. Nel frattempo, Alphonso Davies è andato al Bayern Monaco, Toronto ha vinto il suo primo titolo in MLS e tanti giovani si stanno distinguendo. Sono favoriti d'obbligo almeno per il passaggio del turno; sul dopo, si dovrà vedere quanto lontano si potranno spingere.

Martinica torna alla competizione continentale per la sesta volta, ricordando l'incredibile risultato del 2002 (quando raggiunse i quarti di finale). Puntare al passaggio del turno sembra molto complicato, perché il distacco dalle prime due sembra notevole. Di contro, sarà bello vedere ancora in azione Kévin Parsemain, uomo dall'invidiabile bilancio di 34 gol in 51 presenze con Martinica (a segno persino contro USA e Messico).

Cuba è il fanalino di coda di questo gruppo, ma spera di strappare una vittoria e godersi l'undicesima partecipazione al torneo (dopo aver mancato la fase finale nel 2017). La squadra di Raúl Mederos ha un'età media piuttosto bassa e l'esperienza non è molta, per cui l'obiettivo diventa accumularne il più possibile in vista del futuro, specie se l'allargamento a 48 squadre per il Mondiale dovesse regalare qualche clamorosa occasione.

Gruppo B - Costa Rica, Haiti, Nicaragua, Bermuda

Dopo un difficile Mondiale, la Costa Rica ha l'obbligo di ripartire in maniera positiva e puntare al bersaglio grosso. Già nel 2017 c'era l'eco di qualche possibilità, smentito dalla complicata condizione nella quale arrivò il gruppo al torneo principale. Dopo un biennio di ulteriore crescita - parliamo sempre della squadra che si è assicurata la qualificazione a Russia 2018 con largo anticipo -, si deve mirare in alto.
Ticos hanno vinto tre Gold Cup, ma l'ultima è del 1989 e non si sono più avvicinati a quel traguardo. Il nuovo manager Gustavo Matosas ha l'obbligo di proseguire il buon lavoro lasciato da Ramirez. Il gruppo è quello storico (c'è persino Álvaro Saborío!), capace di giocare due Mondiali e pieno di senatori ancora in una forma decente. Possono andare fino in fondo, nonostante la clamorosa assenza di Keylor Navas? Lo scopriremo solo vivendo.

Probabilmente Haiti si giocherà il secondo posto in uno scontro deciso dai dettagli con il Nicaragua, ma Les Grenadiers sono tornati alla Gold Cup dopo aver mancato l'accesso alla fase finale nel 2017 e sperano di poter tornare tra le Top 8 del continente. La squadra guidata da Marc Collat ha messo il peggio alle spalle e potrebbe affrontare la Costa Rica all'ultimo turno con la qualificazione già in tasca.

Nicaragua spera di potersi assicurare l'accesso ai quarti di finale per la prima volta in assoluto. Guidati già dal costaricano Henry Duarte nell'ultima edizione, la nazionale è alla quinta partecipazione in sessant'anni di storia della competizione, la seconda di fila: un risultato senza precedenti, ottenuto tramite l'ultimo posto disponibile nella Nations League (qualificazione guadagnata a scapito di Montserrat, la cui presenza alla Gold Cup avrebbe meritato notevoli fiumi d'inchiostro).

Azzarderei LA storia di questa Gold Cup. Bermuda ha ottenuto una qualificazione inaspettata, ma meritatissima: nei round preliminari della Nations League, la squadra di Kyle Lightbourne ha finito al quinto posto, qualificandosi addirittura per la Division A. Parliamo di una nazionale che, nel 2017, non si è qualificata per la Coppa Caraibica.
Una storia straordinaria, con una squadra con un solo over-30 e quattro svincolati; la nazionale debutterà in senso assoluto nella fase finale della competizione e ha in Nahki Wells forse la storia più bella. L'attaccante del QPR si ritrova bandiera di un paese che forse non avrebbe mai rappresentato e di cui invece, oggi, è simbolo più conosciuto.

Nahki Wells, 29 anni, e la gioia di rappresentare Bermuda in un momento così storico.

Cinque da seguire
  • Noble Okello (Canada, 2000) - Sarà uno dei due giocatori ancora senza debutto con il Canada, ma la storia di Okello ricorda da vicino quella di Alphonso Davies. Coetanei, entrambi arrivati in nazionale senza particolare esperienza nel club e pronti a stupire. Okello si è fatto spazio a Toronto nel 2019 e qualcuno ha lanciato paragoni eccellenti (Paul Pogba, per intenderci): ci sarà la stessa esplosione?
  • Duckens Nazon (Haiti, 1994) - Dopo il passaggio al Wolverhapton e l'arrivo al Sint-Truiden, la sua carriera sembra essersi un attimo bloccata. Eppure il suo record con la nazionale è straordinario: 29 gare giocate con Haiti, 15 gol. Gli avversari vanno soppesati, ma ha già giocato una Gold Cup da protagonista a 21 anni: si potrà ripetere nel 2019?
  • Andre Blake (Giamaica, 1990) - La sua Gold Cup 2017 fu talmente straibiliante da portare a strane modifiche della sua pagina Wikipedia. Oggi ai Philadelphia Union che stanno giocando una grande stagione in MLS, Blake è la chiave per rivedere la Giamaica non solo in finale, ma persino al prossimo Mondiale.
  • Zack Steffen (Stati Uniti, 1995) - Promosso da Berhalter in prima squadra (che l'ha avuto a Columbus), Steffen è stato recentemente comprato dal Manchester City, che lo avrà tra i suoi tesserati dal prossimo luglio. Già miglior portiere della MLS 2018 e inserito nella Top XI di quell'anno, l'estremo difensore spera ora di farsi onore con la nazionale.
  • José Luis Rodríguez (Panama, 2000) - Uno dei pochi reduci del Mondiale di Russia 2018, l'ala del Deportivo Alavés gioca attualmente per la squadra riserve, ma il suo acquisto è arrivato nel febbraio 2019 e non c'è dubbio che gli scout del club spagnolo abbiano preso appunti sei mesi prima. Una buona Gold Cup potrebbe spingerlo anche a trovare posto in prima squadra, specie con il cambio di guida tecnica all'Alavés.


(continua domani...)

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