9.7.14

Der Bomber.

Peccato che sia stato un massacro. Il 7-1 della Germania fantasmagorica di ieri sera ha un po' oscurato la stella di quello che è uno dei giocatori migliori visti negli ultimi anni. Un killer, come pochi ne ho visti nella mia vita. Lui il 9 non l'ha mai vestito, ma è come se l'avesse indossato per un'intera vita. E ieri l'ha usato per mettere il proprio nome negli annali del calcio. Con il 2-0 segnato al Brasile, Miroslav Klose sale a quota 16 gol ai Mondiali e diventa il record-man di tutti in tempi nella storia della competizione.

Klose nel 2002: a 24 anni, l'attaccante segna cinque gol al suo primo Mondiale.

Da Sapporo, Giappone a Belo Horizonte, Brasile. Passando per Kashima, Shizuoka, Monaco di Baviera, Berlino, Durban, Bloemfontein, Città del Capo e Fortaleza. Tanti luoghi che hanno visto lo sfiorire e l'affermarsi di un campione come Miroslav Klose. La lista delle squadre punite dal tedesco è lunga: Arabia Saudita (3 gol), Camerun, Irlanda, Costa Rica (2), Ecuador (2), Argentina (3 in due edizioni diverse), Australia, Inghilterra, Ghana e infine Brasile. La sua carriera di club è stata importante, ma non potrà mai essere paragonata all'impronta che il centravanti ha lasciato con la maglia della Nationalmannschaft.
Perché Miro ha fatto la sua strada. Ha iniziato con la maglia del FC 08 Homburg, per poi fare il grande salto con il Kaiserslautern. Proprio al Fritz-Walter-Stadion si fa conoscere e così la Germania lo convoca per il Mondiale 2002. All'epoca - tranne che in patria - è un perfetto sconosciuto di 24 anni. Peccato che la tripletta all'esordio contro l'Arabia Saudita lo rende celebre e lui si ripete anche contro Irlanda e Camerun. Stranamente poi l'attaccante sparisce nella fase a eliminazione diretta, dove non segna più. Ma sono già cinque gol ai Mondiali: la curiosità è che Klose li realizza tutti di testa. Quattro anni dopo, Miroslav gioca nel Werder. Ancora una volta, la sua stagione migliore in tre anni a Brema è quella pre-Mondiale. Si vede che è in forma: segna altri cinque gol nel Mondiale casalingo e stavolta timbra il cartellino anche nella fase a eliminazione diretta.
Nel frattempo, la sua carriera si evolve: arriva la grande chance chiamata Bayern Monaco. In Baviera è rimasto quattro anni, ma dopo due stagioni la luna di miele è già finita. Tanto che al Mondiale sudafricano Klose ci arriva con alle spalle una stagione da otto gol in tutte le competizioni. Niente paura: Joachim Löw si fida di lui e Klose lo ripaga con quattro gol. La curiosità è che stavolta sono più le reti nella fase a eliminazione diretta che in quella a gironi: l'attaccante realizza contro l'Inghilterra, ma sopratutto finisce l'Argentina di Maradona con la doppietta che chiude il 4-0 finale. Adesso lo abbiamo ritrovato alla Lazio. I tifosi si sono innamorati di lui quando Klose decise un derby al 92' nell'ottobre del 2011, dopo che i biancocelesti ne avevano persi cinque di fila. Però quest'anno ha fatto un'altra annata pre-Mondiale sottotono: anche stavolta otto gol stagionali. Loew l'ha utilizzato con più parsimonia, facendogli giocare solo quattro partite. In due ha segnato: fate voi.
Alla fine della giostra, però, Miroslav Klose non ha vinto nulla con la Germania: secondo all'Europeo 2008, secondo al Mondiale 2002, terzo ai Mondiali 2006 e 2010. Insomma, manca l'ultimo step. E non è che la carriera di club - Bayern a parte - gli abbia regalato queste grandi soddisfazioni: una DFB-Ligapokal con il Werder nel 2006 e una Coppa Italia con la Lazio nel 2013. Forse è per questo che il destino e il suo enorme talento sotto porta gli hanno regalato un'onorificenza così grande a livello mondiale. E pensare che Klose avrebbe potuto giocare con la nazionale polacca, ma lui spiega così la sua decisione: «Se fossero stati più veloci dei tedeschi, avrei giocato per loro. Comunque non mi pento della mia decisione, anche se non è stato facile scegliere».


Il record di Klose è grandioso per tre motivi. Primo: insieme a Uwe Seeler e Pelé, Klose è nel club dei giocatori che hanno segnato almeno un gol in quattro edizioni dei Mondiali. Non male. Anche perché non è facile esser sempre convocato e dimostrarsi utile alla causa. Non è facile andare a segno ogni quattro anni, dimostrando che passa il tempo, ma tu sei sempre utile. E non è facile farlo mentre lo stile di gioco della tua nazionale cambia, passando dal catenaccio di Voeller nel 2002 al tiki-taka pragmatico di Löw nel 2014.
Secondo: Klose ha dimostrato di esser ancora vivo. In tanti l'hanno dato per morto durante quest'ultimo anno alla Lazio, l'hanno spesso accusato di pensare troppo al Mondiale (dagli torto...), alcuni l'hanno persino considerato finito. Invece lui, alla prima gara possibile, ha messo subito in chiaro che era pronto e ha segnato il 2-2 finale contro il Ghana. Sì, contro la Francia non si è visto molto in zona gol, ma ha aiutato i compagni facendo pressing e tenendo alta la squadra. Lavoro oscuro, spesso mai troppo apprezzato.
Terzo e più importante: l'ha strappato a Ronaldo in Brasile. La cosa strana è che Ronaldo ha raggiunto il record di 15 reti a Germania 2006. Il Fenomeno prima ha segnato contro il Giappone e pareggiato la quota di Gerd Müller, poi con il gol al Ghana ha portato la conta a 15 e si è preso il record. Otto anni dopo, Klose ha voluto fare le cose al contrario. E si è preso il record in Brasile, nella semifinale più importante, contro i padroni di casa. Klose ha sfatato anche un altro mito: in tre semifinali Mondiali, il bomber della Lazio non aveva mai segnato un gol. Ci è voluto il Brasile e una serata importante per sbloccarlo. In più, Klose si è preso una mezza rivincita con Scolari per la finale del 2002: in quel Germania-Brasile, lui c'era. Non ha visto quasi mai palla, ma è andata diversamente ieri sera.
E ora? Ora rimane il Mondiale da vincere. Miroslav Klose non ha quasi più nulla da chiedere alla sua carriera. Forse ha il rimpianto di non aver vinto la Champions League. Forse avrebbe preferito rendere meglio nei tre Europei che ha giocato: se in quattro Mondiali ha fatto 16 gol, in tre Europei Klose è fermo a quota tre reti. Evidentemente Klose ha sempre preferito l'aria dei Mondiali. E da ieri sera è nella storia. Anche perché ci sono altri record da annotare. Klose è l'unico giocatore ad aver partecipato a cinque semifinali tra Mondiali ed Europei; l'unico ad aver segnato almeno quattro gol in tre edizioni dei Mondiali (ma Thomas Müller può raggiungerlo in Russia nel 2018); il cannoniere principe della Germania e il secondo più presente nella storia della Nationalmannschaft (solo Matthäus, irraggiungibile, è rimasto davanti).
In realtà, giocando di più, avrebbe potuto battere anche un altro record: quello dei match giocati. Lothar Matthäus, altro tedesco di una certa fama, è a quota 25 con cinque Mondiali disputati. Klose, se giocherà la finale di Rio de Janeiro, al massimo arriverà a 24. E dubitiamo di vederlo ancora al Mondiale russo del 2018. Peccato. Sarebbe stato l'ennesimo record riscritto da Der Bomber. Perché non c'è altra definizione migliore per descrivere un uomo che ha messo il proprio nome - di nuovo! - sulle pagine della storia del calcio. Grazie, Miro.

Miroslav Klose, 35 anni e un record storico: 16 gol ai Mondiali, battuto Ronaldo.

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