Classe 1981, Takamatsu è nato Ube, nella prefettura di Yamaguchi. Daiki frequenta la Takagawa Gakuen High School e nel '99 il Sanfrecce Hiroshima mette gli occhi su lui e un suo compagno di scuola, Genki Nakayama. Ma se quest'ultimo firmerà per il club di Hiroshima l'anno successivo, le cose andranno diversamente per Takamatsu.
Nakayama ha girato il Giappone tra Hiroshima, Sapporo, Hiratsuka e Yamaguchi, dove oggi è tornato: coetaneo di Takamatsu, ha smesso nel 2012 e oggi Nakayama è uno dei coach per l'U-18 del Renofa. C'è da sorridere pensando a come sarebbe andata la carriera di Takamatsu se fosse stato scelto dai Sanfrecce. Invece, Oita lo aspetta.
L'Oita Trinita si è appena affacciato al professionismo, visto che la squadra del Kyushu è uno dei dieci club originari nella stagione inaugurale della J2 League, la seconda divisione nipponica. Dal 2000 Takamatsu è entrato nel club, instaurando un rapporto straordinario con l'ambiente di Oita e con i tifosi del Trinita.
Non è mai stato un bomber: in carriera, Takamatsu ha superato la doppia cifra stagionale solo due volte, di cui solo una contando le reti in campionato. Tuttavia, ha sempre giocato parecchio durante tutti gli anni 2000, raggiungendo il massimo di 12 reti nella J1 League 2006. L'Oita per un po' è rimasto in prima divisione, poi è retrocesso.
Tuttavia, il momento più importante per Takamatsu è stato nella stagione 2008. Non solo per il miglior piazzamento nella storia del club (quarto e a un passo dalla qualificazione per l'AFC Champions League), ma soprattutto la vittoria nella J. League Cup, nella quale Takamatsu è stato fondamentale per alzare il trofeo più importnate.
Nella finale di Tokyo, Takamatsu segna il gol d'apertura contro lo Shimizu S-Pulse con un'incornata decisa. Quando viene sostituito al minuto 82, lui si toglie a fascia di capitano e il pubblico lo applaude. Qualche minuto più tardi, Ueslei segnerà il raddoppio e Takamatsu alzerà il secondo (e ultimo) trofeo nella breve storia del club.
Takamatsu ha fatto parte di un club che ha contribuito alla storia e allo sviluppo del calcio giapponese: quel 1° novembre 2008, l'Oita ha messo in campo Masato Morishige e Mu Kanazaki. In panchina c'erano Akihiro Ienaga e Hiroshi Kiyotake, tutti giocatori che oggi - in patria o all'estero - hanno avuto una discreta, se non ottima carriera.
Non è stato sempre facile, però. Nel 2011, quando il suo stipendio sembra troppo alto per le casse del club, Takamatsu va in prestito al F.C. Tokyo, retrocesso in seconda divisione. Solo cinque presenze a causa di un brutto infortunio, prima di tornare all'Oita Trinita. Takamatsu ha anche vestito la maglia del Giappone, disputando due gare con la Nippon Daihyo.
Tuttavia, l'età avanza per tutti e si pensava che prima o poi l'addio fosse pronosticabile, specie con la discesa dell'Oita in J3. L'annuncio del ritiro è arrivato dallo stesso attaccante in un blog che lui stesso gestisce: «Sono sicuro che l'Oita Trinita tornerà in alto anche senza di me. Sono contento di aver dato 16 anni alla causa del club. Grazie a tutti».
L'occasione per salutare tutti è arrivata nell'ultima gara in casa contro lo YSCC: l'Oita non solo ha festeggiato il sorpasso ai danni del Tochigi per la promozione diretta in J2 con un ottimo 3-0, ma ha potuto celebrare Takamatsu. Apparso commosso ai microfoni di fronte a 11mila persone, l'attaccante ha salutato i propri fan, anche se la J3 non era ancora conclusa.
Attenzione: non è che le occasioni per festeggiare Mr. Trinita fossero mancate. Già ad agosto scorso molti tifosi si erano riuniti per celebrare la storia di Takamatsu. E lo stesso club, in occasione dell'ultima gara casalinga, ha proiettato un breve filmato che riassumeva i 16 anni di Takamatsu al Trinita.
Oggi tutto si è concluso: Takamatsu non figurava neanche in panchina, ma la vittoria dell'Oita per 4-2 sul campo del Gainare Tottori ha permesso al club di tornare in J2. Un ritorno ben voluto, visto il pubblico appassionato del Kyushu. Ma ai gialloblu forse mancherà quel numero 13, che speriamo possa esser ritirato. Goodbye, Mr. Trinita.
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