Ci sono bandiere, poi ce ne sono altre che lo sono ancora più di altre. Che vengono esaltate di meno, perché magari legate a contesti meno conosciuti. Perché magari non hanno avuto la fortuna di vivere il periodo migliore della loro nazionale. O più semplicemente perché sono professionisti silenziosi. Qualunque ragione scegliate, c'è Timmy Simons dentro tutte e tre.
Timmy Simons, 40 anni, con la maglia del Club Brugge (© Photo News).
Stessa età di Francesco Totti, Simons nasce nel dicembre '76 a Diest, nella parte nord-est del Belgio, quasi confinante con l'Olanda. Proprio nel Bramante Fiammingo, Simons cresce al KTH Diest, prima che il destino gli regali la prima opportunità da pro nella squadra della città-natale, poi due anni al Lommel (oggi scomparso dalle mappe del calcio belga).
Eppure quell'esperienza gli regala il legame che lo segnerà per tutta la sua carriera: nell'estate 2000, Simons passa al Club Brugge, una delle grandi della Jupiler Pro League. Allo Jan Breydel Stadium, il mediano contribuisce al ritorno ai successi per i Blauw-Zwart, con la conquista di due campionati, altrettante coppe nazionali e tre supercoppe di Belgio. Tutto prima di lasciare il FCB una prima volta.
Già, perché l'offerta del PSV Eindhoven è irrinunciabile: il club olandese la stagione precedente ha sfiorato la finale di Champions League ed è un'occasione d'oro, nonostante Simons sia appena stato nominato capitano. Il mediano rimane cinque stagioni in Olanda, tanto da diventare vice-capitano da subito, capitano dopo l'addio di Philipp Cocu e prendersi addirittura il numero 6, precedentemente appartenuto a Mark van Bommel (che nel frattempo se n'è andato prima al Barcellona, poi al Bayern Monaco).
Eppure quell'esperienza gli regala il legame che lo segnerà per tutta la sua carriera: nell'estate 2000, Simons passa al Club Brugge, una delle grandi della Jupiler Pro League. Allo Jan Breydel Stadium, il mediano contribuisce al ritorno ai successi per i Blauw-Zwart, con la conquista di due campionati, altrettante coppe nazionali e tre supercoppe di Belgio. Tutto prima di lasciare il FCB una prima volta.
Già, perché l'offerta del PSV Eindhoven è irrinunciabile: il club olandese la stagione precedente ha sfiorato la finale di Champions League ed è un'occasione d'oro, nonostante Simons sia appena stato nominato capitano. Il mediano rimane cinque stagioni in Olanda, tanto da diventare vice-capitano da subito, capitano dopo l'addio di Philipp Cocu e prendersi addirittura il numero 6, precedentemente appartenuto a Mark van Bommel (che nel frattempo se n'è andato prima al Barcellona, poi al Bayern Monaco).
Dopo cinque anni, però, è tempo di una nuova avventura, nonostante i 34 anni sulla carta d'identità. Simons trova una nuova casa professionale a Norimberga, dove il club locale milita in Bundesliga. Ci vuole poco perché TS diventi un idolo anche in Germania: gioca tutte le 102 gare dei tre campionati passati a Norimberga e nel 2011-12 diventa persino il giocatore con più chilometri percorsi in campo durante quell'annata. A 36 anni.
Recentemente ha ricevuto anche un premio alla carriera: a darlo, c'era Philipp Cocu, con cui ha giocato al PSV Eindhoven.
Forse Simons avrebbe potuto chiudere la carriera lì. Nessuno lo avrebbe rimproverato; invece, Simons ha continuato ed è tornato al primo grande amore, quel Club Brugge che lo stava aspettando a braccia aperte, con la fascia da capitano nuovamente sul suo braccio. Il resto è storia: un'altra coppa, un altro titolo nazionale e un'altra supercoppa per il FCB. Il contratto doveva durare fino al giugno 2015, ma...
Tutto questo senza dimenticare il suo impegno con il Belgio: a oggi, Timmy Simons è secondo nella classifica all-time delle presenze con la nazionale. Ben 94 le volte in cui è sceso in campo per i Diavoli Rossi (-2 da Jan Ceulemans, nonché giocatore più vecchio a scendere in campo per il Belgio), più un Mondiale disputato nel 2002 e la fascia di capitano indossata dal 2004 al 2009, quando il calcio belga aspettava i suoi giovani fenomeni.
Ora ci si chiede se Simons possa continuare: lui ha un contratto con il Club Brugge fino al giugno 2018 (prolungato proprio nel maggio scorso) e ha giocato 41 partite tra campionato, coppa ed Europa nell'ultima stagione, ma sta invechiando. Sembra passata una vita dal 2002, dal Mondiale in Corea e Giappone, dalla Scarpa d'Oro vinta in Belgio come miglior giocatore di quell'annata.
Tutto questo senza dimenticare il suo impegno con il Belgio: a oggi, Timmy Simons è secondo nella classifica all-time delle presenze con la nazionale. Ben 94 le volte in cui è sceso in campo per i Diavoli Rossi (-2 da Jan Ceulemans, nonché giocatore più vecchio a scendere in campo per il Belgio), più un Mondiale disputato nel 2002 e la fascia di capitano indossata dal 2004 al 2009, quando il calcio belga aspettava i suoi giovani fenomeni.
Ora ci si chiede se Simons possa continuare: lui ha un contratto con il Club Brugge fino al giugno 2018 (prolungato proprio nel maggio scorso) e ha giocato 41 partite tra campionato, coppa ed Europa nell'ultima stagione, ma sta invechiando. Sembra passata una vita dal 2002, dal Mondiale in Corea e Giappone, dalla Scarpa d'Oro vinta in Belgio come miglior giocatore di quell'annata.
Lo anche Simons, che ha chiesto di vivere un'ultima stagione al Club Brugge in chiave minore, magari centellinandosi: non è un caso che il club abbia già provveduto a comprare un altro mediano, il giovane Marvelous Nakamba, centrocampista dello Zimbabwe arrivato dal Vitesse proprio in questa sessione estiva per cinque milioni di euro.
Spesso si tira fuori il concetto di "capitan futuro". Varie squadre e ambienti lo utilizzano, perché in fondo si cerca sempre l'erede al grande re, al rappresentante massimo di un certo club. Non è una novità e questa cosa non cambierà; tuttavia, la storia di Timmy Simons rappresenta un esempio di come si possa rimanere sempre legati a un ambiente, anche da lontano. Un capitano infinito, insomma.
Simons ha giocato anche 94 partite con la nazionale belga.
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