Per farci del male, l'ultima partita che abbiamo giocato al Mondiale. E lo sarà (almeno) fino al 2022.
Girone G - Belgio, Inghilterra,
Quattro anni fa erano una potenziale sorpresa e sono arrivati ai quarti di finale, sbattendo contro il monolite Argentina. Dopo un Europeo deludente, il Belgio ha il dovere quanto meno di riprovarci. Si parla molto dell'esclusione di Nainggolan, ma meno del fatto che questo gruppo è al picco delle sue potenzialità e non avrà un'altra occasione così.
Sui nomi neanche c'è bisogno di dire qualcosa: una nazionale che può lasciare a casa Benteke, J. Lukaku e Origi non è da titolo, ma ha certamente doti importanti. Starà al c.t. Roberto Martinez dimostrare che non solo è possibile fare meglio del suo predecessore Wilmots, ma che questo Belgio - nella giornata migliore - può dar fastidio a chiunque.
Dopo aver annunciato la squadra per l'evento della prossima estate con un'idea geniale, l'Inghilterra ha un girone nel quale può virtualmente dominare. Il c.t. Gareth Southgate ha fatto un buon percorso di qualificazione, ma questa non è una novità per i Tre Leoni. Ciò che sarebbe una novità è essere di nuovo nella Top 8 (dove l'Inghilterra manca dal 2006).
La squadra è promettente, potenzialmente sarà piena di giovani promettenti nei prossimi anni ed è fondata sul blocco di Tottenham e delle due squadre di Manchester (ci sono 12 giocatori tra Spurs, Red Devils e Citizens). Ci sono solo tre over-30: il futuro è luminoso, ma per cementarlo ci vogliono risultati anche per la nazionale maggiore.
Diciamoci la verità: per Panama il viaggio in Russia è un premio. Non importa come finirà, perché i Canaleros - guidati dal c.t. Hernán Darío Gómez, al suo terzo Mondiale - potrebbero anche concludere a zero. La gara-chiave sarà quella contro la Tunisia per strappare una vittoria e sopratutto segnare dei gol, ma per il resto il traguardo è già esserci.
Questo Mondiale e l'incredibile qualificazione che l'ha preceduta sono il premio per un gruppo che ha i suoi simboli nei giocatori ultra-trentenni e con più di 100 presenze in nazionale), che meritavano un'uscita d'onore di questo genere: Jaime Penedo (36 anni), Román Torres (32), Felipe Baloy (37), Gabriel Gómez (34), Blas Pérez (37) e Luis Tejada (36) saranno felicissimi comunque vada.
Forse sarò un po' duro con la squadra allenata dal c.t. Nabil Maâloul, ma credo che la Tunisia sia la compagine più debole del Mondiale (a pari merito con la mal gestita Arabia Saudita). Merito comunque alle Aquile di Cartagine, che sono arrivate in Russia eliminando a sorpresa la RD Congo, squadra superiore a loro, ma meno continua.
Il mio cuore piange all'assenza di uno dei potenziali giocatori-feticcio - quel Youssef Msakni, che purtroppo si è infortunato e ha dovuto saltare il viaggio -, ma la Tunisia torna al Mondiale dopo 16 anni ed è già un grandissimo risultato, perché i risultati dell'ultimo decennio non sembravano spingere in quella direzione.
Vincent Kompany, 32 anni, leader e capitano del Belgio.
Girone H - Colombia, Polonia,
Un quadriennio più tardi, la Colombia è più o meno nella stessa situazione del Belgio: ripetere i quarti di finale del 2014 sarà difficile, l'hype è diminuito e il gruppo è nel suo prime, da sfruttare al meglio. In mezzo, proprio come i Diavoli Rossi, c'è l'enorme delusione della precedente Copa América, dove i Cafeteros non hanno brillato (no, il markettone del 2016 onestamente non me la sento di metterlo nel conto).
La soddisfazione principale di José Pékerman - al suo terzo Mondiale da c.t. - sarà avere stavolta a disposizione Radamel Falcao, rinato dopo un biennio straordinario al Monaco. Rimane una squadra temibile, capace di rimontare il doppio svantaggio in un'amichevole contro la Francia e vincere. Con Sánchez e Mina in più, chissà...
Il lavoro del c.t. Adam Nawałka è stato silenzioso, lungo, ma sta portando i suoi frutti: la Polonia si presenta in Russia come una potenziale sorpresa e ha beccato anche un girone fattibile per i suoi standard. Sarebbe facile citare Robert Lewandowski - capitano e giocatore-copertina -, ma anche il resto del gruppo è stato valorizzato.
Se escludiamo lo strano caso di Krychowiak (due anni fa pagato a suon di milioni dal PSG, reduce quest'anno dal prestito incolore al WBA), tutti i giocatori hanno fatto un salto di qualità rispetto a Euro 2016. Ci sono ben sette giocatori dalla Serie A, mentre solo uno è reduce dall'ultima avventura Mondiale del 2006, ovvero Łukasz Fabiański (Błaszczykowski rinunciò per infortunio).
Tornare al Mondiale dopo 16 anni è bellissimo, ma farlo con un c.t. che era tra quei protagonisti è forse ancora meglio. Aliou Cissé ha fatto un ottimo lavoro e ora spera di raccogliere qualche frutto, magari centrando una sorprendente qualificazione agli ottavi e replicando anche solo in parte quanto fatto in Corea e Giappone nel 2002.
Il reparto offensivo è molto interessante - non tutti hanno Mané, Sakho, Keita, Diouf e Sow - e Koulibaly sarà uno dei migliori difensori presenti in Russia, però mi sembra che manchi quel qualcosa in più per superare due squadre come le precedenti. In Africa può bastare, ma sullo scenario internazionale mi sembra mancante di un ultimo passo.
Travolta dalle diatribe interne e da un vero ricambio generazionale (ci si aspettava qualcosa in questo senso), la nazionale giapponese ha staccato il biglietto per la sesta Coppa del Mondo consecutiva, ma non sembra avere le potenzialità per uscire dal girone. I leader sono sempre gli stessi, nonostante la forma non sia delle migliori.
Il cambio da Vahid Halilhodžić - esonerato a marzo, anche a sorpresa dello stesso bosniaco - ad Akira Nishino ha prodotto un cambio di modulo e una visione diversa di calcio, ma cambiare tutto a tre mesi dai Mondiali non è sembrata una gran mossa della JFA, sebbene ci fossero degli argomenti. Il rischio che Russia 2018 sia una brutta copia di Brasile 2014 è alto.
Nessuno mi toglie dalla testa che la Polonia di Robert Lewandowski, 29 anni, sarà una delle sorprese del torneo.
La regola delle previsioni rimane sempre la stessa: solo chi si astiene non le sbaglia, quindi buttiamoci come al solito nella mischia. Ho preso la palla al balzo e ho provato persino ad appoggiarmi sul sito della Fifa, che ha pensato di far partecipare chiunque con il proprio bracket. Ecco quindi in un primo fotogramma come penso che i gironi possano svilupparsi.
Sorprese? La Russia che esce al primo turno (manco troppo: ditemi dopo la prima gara se non vi sarà venuta la tentazione anche a voi), l'Islanda ridimensionata (Argentina e Croazia mi sembrano avanti per talento), la Svizzera ultima (conto che la moneta caschi dalla parte giusta per la Serbia) e il dominio assoluto della Polonia.
Sotto, invece, la composizione della fase a eliminazione diretta. Non ci sono vere outsider, perché le stesse quattro semifinaliste che ho indicato sono quelle che poi alla fine possono puntare a vincere davvero il Mondiale. E anche nei quarti di finale le uniche squadre un po' fuori asse sono la Polonia e l'Uruguay (perché la grinta charrúa non va mai sottovalutata).
Quando conta, credo che la Germania verrà fuori, magari anche vendicando l'eliminazione in semifinale del 2010 e superando una Spagna che mi sembra a metà del guado: forte, ma non invincibile come otto anni fa. Dall'altra parte, il Brasile è più solido della Francia, ma sicuri che non verrà il gomito del tennista al momento della verità?
Vi lascio con un appello finale: godetevi questa Coppa del Mondo. Perché sarà in chiaro dopo tanto tempo, perché presenta una situazione incerta per tante nazionali, ma soprattutto perché la Fifa è in procinto di smantellare quanto di buono fatto per questa competizione, trasformando il tutto in un lucrativo parco giochi, senza arte né parte. Enjoy.
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