I petrodollari adesso non ci sono quasi più, ma i risultati non mancano: sulla qualificazione in Champions, c'è la firma del tecnico dagli antenati italiani.
Manuel Pellegrini, 59 anni, qui ai tempi del Villarreal, dove il suo successo ebbe inizio.
Manuel Pellegrini, nato a Santiago del Cile il 16 Settembre 1953, è stato un discreto giocatore durante la sua breve carriera; ha giocato sempre per l'Universidad de Chile, dal 1973 al 1986, collezionando anche diverse presenze con la nazionale maggiore. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, ci vuole poco perché Pellegrini cominci ad allenare, viaggiando per il paese; la svolta arriva quando prende per mano l'Universidad Catolica, facendole vincere la coppa nazionale. Da lì, Pellegrini trionferà anche nel campionato ecuadoregno con il LDQ di Quito, per poi portare il San Lorenzo al "double" (Torneo d'Apertura del 2001 più la Copa Mercosur, l'antenata dell'attuale Copa Sudamericana). A quel punto, il River Plate assume Pellegrini ed il tecnico vince ancora, aggiudicandosi il Clausura del 2003.
Ma il viaggio sudamericano si conclude quando il cileno viene ingaggiato dal Villarreal, club della Liga spagnola. Il "sottomarino giallo" (soprannome che diventerà celebre), situato in una cittadina di 50mila anime e che ha solo cinque stagioni alle spalle nella prima divisione spagnola, sarà una mina vagante per gli anni a venire. Chiunque incontri il Villarreal deve stare attento. Il miglior risultato visto al Madrigal è un settimo posto: Pellegrini sarà in grado di migliorare per cinque anni consecutivi questo risultato, raggiungendo addirittura il secondo posto nel 2007/2008.
Non solo: a livello europeo, il Villarreal tocca il cielo con un dito, raggiungendo le semifinali di Champions League nel 2005/2006. Al "Madrigal", nella semifinale di ritorno, Juan Roman Riequelme ebbe il rigore decisivo per mandare la partita contro l'Arsenal ai supplementari, ma lo sbagliò ed il sogno del Villarreal si infranse. Ciò nonostante, "El Submarino Amarillo" ha mostrato un gran gioco e ha messo in luce tanti buoni giocatori sotto la gestione Pellegrini. Giusto per citarne alcuni: Santi Cazorla, Diego Forlan, Nilmar, Robert Pires, Borja Valero, Marcos Senna e lo stesso Riequelme. A questi va aggiunto Giuseppe Rossi, in cui nessuno ha creduto in Italia e che al Villarreal è esploso definitivamente.
Visto il rendimento straordinario del piccolo club della Comunidad Valenciana, Florentino Perez - il presidente dell'era dei "galacticos" del Real, ora nuovamente capo dei "blancos" - volle come suo primo manager proprio il cileno, pagando una clausola di quattro milioni al Villarreal. Sembrava la scelta giusta e Perez mise sul piatto 250 milioni di euro di acquisti: su tutti, le acquisizioni di Cristiano Ronaldo, Kakà e Karim Benzema. Insomma, nonostante i sei trofei vinti dal Barcellona, il Real Madrid sembrava essere la favorita del campionato.
Ma non sarà la stagione che ci si aspetta: Pellegrini ha delle grosse colpe sull'andamento del Real nelle coppe. In Copa del Rey, il Madrid subisce il famoso "alcornazo", un 4-0 da parte dell'Alcorcon (squadra di terza divisione), che diventa una favola calcistica; in Champions, il Real esce agli ottavi per mano del Lione, come da sei anni a quella parte. Ma in Liga il rendimento è buono ed i "blancos" faranno lo stesso numero di vittorie del Barcellona (31), realizzando più gol dei blaugrana. A metà campionato, il Real riprende la testa della classifica, ma poi perde il Clasico al Bernabeu e da lì non riesce più a recuperare i rivali. A parziale difesa di Pellegrini, va detto che il rendimento di alcuni non è quello che si aspetta, vuoi per gli infortuni (Kakà), vuoi per un pessimo periodo di forma (Benzema, Raul Albiol).
Così, nonostante il massimo di punti per il Real nella sua storia in Liga - poi battuto da Mourinho - Pellegrini viene licenziato ed il portoghese verrà assunto da Perez, dopo il "triplete" realizzato con l'Inter.
Pellegrini ed il Real Madrid: un anno di tormenti per il tecnico cileno.
Nonostante un'offerta della nazionale messicana per il dopo-Aguirre, Pellegrini decide di aspettare: è la scelta giusta. Il Malaga qatariota licenza Jesualdo Ferreira, visto il rendimento da zona-retrocessione, e chiama il tecnico cileno per risollevare la squadra: è il Novembre del 2010. Gli andalusi stazionano sul filo della Liga Adelante per molto tempo, per alcune giornate sono anche ultimi, ma gli acquisti di Gennaio e la guida di Pellegrini tirano su il club, fino a farlo risalire - a fine campionato - in un 11° posizione. Un risultato insperato, ma non del tutto inaspettato, dato che Pellegrini è un volpone e conosce bene il calcio spagnolo.
Con la guida della squadra fin dall'inizio della stagione, il Malaga si presenta ai nastri di partenza della Liga 2011/2012 con grandi ambizioni. In estate sono arrivati Van Nistelrooy, Demichelis, Isco, Buonanotte, Joaquin e Toulalan; la compagine biancoazzurra è così rinforzata, ma sopratutto guadagna in esperienza. Quando vedi il Malaga targato Pellegrini, non pensi che siano imbattibili, ma che siano più esperti e ben organizzati dal punto di vista tattico. Se poi il cileno "resuscita" anche Eliseu e Julio Baptista, la stagione diventa più facile: il Malaga rimane in lotta per i preliminari di Champions League fino alla fine. Alla Rosaleda, ci si diverte quasi sempre e la costanza premia i "bosquerones", che alla fine raggiungono il traguardo agognato, con il record di punti e la miglior posizione di sempre ottenuta nella storia del club in Liga.
L'ultima estate porta qualche sconvolgimento in società: si parla dell'addio dei qatarioti al club e così partono sia Cazorla che Rondon. Ma una volta sistemato il bilancio, il Malaga riparte, assicurandosi l'esperienza di due ex-enfants prodigé del calcio europeo: Roque Santa Cruz e Javier Saviola. Nonostante una squadra depotenziata, il sorteggio europeo è benevolo con gli andalusi: il Panathinaikos non è un avversario invalicabile e così Al-Thani raggiunge in due anni l'obiettivo dichiarato degli sceicchi, portare il Malaga in Champions League.
Nella Liga di quest'anno, il club viaggia in zona Europa. Ma è sopratutto nella massima competizione continentale che il Malaga ha stupito tutti: finito in un gruppo composto da Zenit, Milan e Anderlecht, la squadra di Pellegrini non sembrava favorita per la qualificazione. Invece, non solo ha centrato l'obiettivo, ma lo ha fatto con due turni d'anticipo e da prima nel raggruppamento. Una soddisfazione incredibile per Pellegrini, che si è finalmente rilanciato ad ogni livello. Adesso, alla "Rosaleda", si sogna l'avanzata europea, in attesa dei sorteggi. Intanto, il club ha raggiunto il massimo storico, grazie a quel vecchio volpone cileno.
A Malaga, Pellegrini si è preso numerose rivincite, in Liga ed in Europa.
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