26.11.12

Tormenti e cinguettii.

La Milano del calcio attraverso un momento opposto: il Milan, dopo il ridimensionamento, soffre per risalire la china, mentre l'Inter tiene botta contro la Juve e stasera potrebbe portarsi a meno uno dai bianconeri. Tuttavia, a tenere banco negli ultimi giorni sono state le vicende di due giocatori estremamente significativi negli ultimi anni delle milanesi: Alexandre Pato e Wesley Sneijder. Uomini molto diversi, dalle storie lontane anni luce fra loro, ma accomunati da un infausto ed attuale destino: i due, infatti, sembrano ai ferri corti con le proprie società. E chissà che non possano dire addio alla Milano calcistica, che li ha fatti conoscere e rivalutare al mondo intero.

Allegri e Stramaccioni devono gestire i casi Pato e Sneijder.

E' inevitabile partire da ciò che sta assumendo le sembianze di una telenovela piuttosto che di un'incomprensione. Wesley Sneijder, 28enne trequartista nerazzurro dal talento indiscusso, è a Milano da tre anni: cresciuto nell'Ajax, sedotto e abbandonato dal Real Madrid, Mourinho lo prese a prezzo di super-saldo nell'estate del 2009. Per 16 milioni di euro, l'Inter si assicurò colui che - a mio modo di vedere all'epoca - gli avrebbe garantito il successo europeo. Non mi sbagliai: alla sua prima nel derby di Milano, l'olandese fece stropicciare gli occhi a molti, chiedendosi se il Real non avesse commesso un errore.
La storia la conosciamo: l'olandese diventa un perno del 4-2-3-1 di Mourinho, gioca la stagione della vita e porta l'Inter al "triplete". Inoltre, Sneijder disputa anche un grande Mondiale in Sudafrica, arrivando a giocarsi la finale e perdendola solo ai supplementari con gli Orange. L'anno si conclude con il quarto posto nella speciale graduatoria del Pallone d'Oro, sebbene l'ex Real meritasse qualcosa in più.
Ormai punto fermo dello scacchiere nerazzurro, i guai cominciano l'anno scorso, con l'arrivo di Gasperini e le incomprensioni tattiche: nel 3-4-3 del tecnico, Sneijder viene impiegato come interno di centrocampo. Una rovina per le sue doti tecniche. Poi, nonostante l'esonero dell'ex Genoa ed il subentro di Ranieri, gli infortuni cominciano a tormentarlo, facendolo rientrare solo a Febbraio. 
Intanto, anche Ranieri se ne va per i risultati poco convincenti e al suo posto arriva Andrea Stramaccioni, tecnico della Primavera nerazzurra, appena diventata campione d'Europa di categoria. Il giovane allenatore, alla prima esperienza tra i professionisti, lo ritiene fondamentale e lo schiera sempre. In estate, Sneijder diventa capitano della nazionale olandese e si pensa che sia giunto per lui il momento del riscatto definitivo.
Non sarà così: dopo un buon inizio di stagione, il trequartista è costretto allo stop per l'ennesimo infortunio; intanto, l'Inter registra una notevole serie di vittorie consecutive senza il suo apporto. L'episodio che mette in luce il contrasto tra il giocatore ed il club nerazzurro è l'annuncio di Sneijder dell'ennesimo infortunio, per il quale va a curarsi in California. La società gli vieta di divulgare su Twitter notizie riguardanti la squadra e l'olandese comincia a sentire qualche crepa nel rapporto con l'Inter.
Intanto, la situazione tecnica è dannosa per l'olandese: in campo, l'Inter fa a meno di lui, appoggiandosi sul tridente Cassano-Palacio-Milito. Stramaccioni ha poi sorpreso tutti, annunciando di non utilizzare Sneijder per scelta tecnica. Dietro questa decisione, sembra chiaro che ci sia anche la mancata volontà dell'olandese di rinnovare a cifre ridotte. 
Visti i risvolti, pare inevitabile l'addio: non è una certezza, ma l'Inter - visti i risultati sul campo e la crescita dei giovani - sembra avere il coltello dalla parte del manico, contando anche sui due anni e mezzo di contratto rimasti con l'olandese. La cessione sembra l'epilogo inevitabile di un amore che è fruttato molti successi.

Wesley Sneijder, 28 anni, potrebbe lasciare l'Inter dopo tre anni e mezzo.

Se il Biscione piange, il Diavolo non ride. Come se la situazione tecnica non fosse già abbastanza complicata, (dopo gli addii dei senatori, di Thiago Silva e di Ibrahimovic), Pato ha sganciato una bomba dopo il match di Champions contro l'Anderlecht. Nel post-partita, il brasiliano ha dichiarato di voler giocare di più, quasi a cercarsi un posto che non si merita, visti gli infortuni e lo scarso rendimento. Quest'episodio segue quello del dopo Milan-Fiorentina, con i tifosi stanchi delle bizze del brasiliano. Insomma, un problema, come avrebbe ammesso persino Berlusconi, da sempre innamorato del talento calcistico del numero 9 rossonero.
Alexandre Pato, 23enne attaccante verdeoro, è esploso nell'Internacional di Porto Alegre, con il quale ha vinto la FIFA Club World Cup nel 2006. Il Milan, una volta notato il suo precoce talento, lo portò a Milanello per 22 milioni di euro, cifra più alta mai pagata per un minorenne. 
I rossoneri non possono tesserarlo fino a Gennaio del 2008, ma da lì in poi Pato stupisce la Serie A: 9 gol nelle prime 18 partite con il Milan certificano il potenziale dell'attaccante verdeoro. Nei tre anni successivi, nonostante gli infortuni, il "Papero" continua a segnare, passando sempre la doppia cifra e contribuendo al "double" del 2011: scudetto più Supercoppa Italiana. Insomma, il futuro appare luminoso ed i tifosi cominciano a vedere in lui un idolo assoluto. Anche con la nazionale le cose vanno bene: con il Brasile, vince la Confederations Cup del 2009, sebbene non riesca a far parte dei 23 che disputano il Mondiale del 2010.
Dall'anno scorso, però, è cambiato tutto: gli infortuni muscolari sono stati la causa dell'assenza pressoché costante di Pato dal campo. A periodi alterni, essi si ripresentavano, facendo dubitare anche del lavoro svolto dal Milan Lab.
La possibile svolta nello scorso inverno: il Paris Saint-Germain del duo Ancelotti-Leonardo vorrebbe portare il brasiliano all'ombra della Torre Eiffel. L'offerta è da far tremare i polsi: 28 milioni al club di Berlusconi, sei all'anno al giocatore. Per il Milan sarebbe il "delitto perfetto": liberarsi di un giocatore forte, ma dalla dubbia continuità fisica, per comprare Tevez, a quel tempo fuori dai piani del Manchester City. Quando sembra tutto fatto, Pato ferma tutto e rifiuta i parigini, restando al Milan.
Le sole 18 gare giocate nel 2011/2012 (accompagnate da quattro reti) hanno confermato le difficoltà nel gestire il brasiliano. La nuova stagione ha portato un altro infortunio, sebbene il brasiliano sia a quota due gol (europei) in sette gare disputate. Poi, la dichiarazione nello spogliatoio di Bruxelles e la fine dell'idillio: a questo punto, il Milan sta studiando il da farsi. Ancelotti ha già dichiarato di non volerci riprovare dopo il mancato ingaggio a Gennaio, sebbene sia il padre calcistico di Pato. Ci sarà un incontro con Galliani per capire come procedere: l'ipotesi più probabile è di un prestito in Brasile, per permettere a Pato di riguadagnare fiducia, gol e nazionale.
Insomma, tempi difficili per i due nella Milano del calcio: chi di tormenti fisici, chi di cinguettii interattivi.

Alexandre Pato, 23 anni: per lui, invece, il prestito in Brasile sembra probabile.

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