12.7.13

Jack, quel ragazzo venuto da lontano (e che andrà lontano)

La domanda spesso sorgeva spontanea: «Ma che ci fa quello lì in nazionale? Ma è uno scherzo? Possibile che non ci sia nessun altro di meglio da convocare?». "Quello lì" è Emanuele Giaccherini: uno che, se lo vedi in campo, ti dici che non c'entri nulla con il grande calcio, la nazionale, la Champions League e i Mondiali. Eppure - tranne l'ultima - il "Giak" ha potuto già far parte di tutte quelle cose, grazie all'esperienza con la Juve. Un'avventura ai titoli di coda, visto che il ragazzo sta per esser ceduto al Sunderland di Paolo Di Canio per otto milioni di euro. Alla faccia di quello che non c'entra nulla con il grande calcio.

Giaccherini in quel di Cesena, dove il ragazzo è esploso qualche anno fa.

Emanuele Giaccherini non è un carneade qualsiasi: il ragazzo che veniva da Talla ha fatto la sua onesta gavetta, giocando per anni nei campi della Lega Pro e girando in prestito, alla ricerca della definitiva consacrazione. "Giak" è di proprietà del Cesena, che lo ha prelevato nel lontano 2002, ma nei suoi giri in prestito, il ragazzo non è riuscito a convincere tra Forlì e Bellaria: un infortunio, poi, per poco non lo convince a lasciare il calcio a 22 anni, per andare a fare l'operaio. Fortunatamente, arriva l'esperienza di Pavia, dove Giaccherini lascia il segno e permette ai lombardi di salvarsi, grazie alle sue dieci reti. E' lì che si intravedono i primi sprazzi del talentino che il Cesena aspettava da anni; con l'arrivo di Pierpaolo Bisoli sulla panchina dei bianconeri, infine, c'è stata la definitiva consacrazione. Il 4-3-3 dell'allenatore cesenate vedeva Giaccherini sulla fascia sinistra, pronto a svariare, servire i compagni e concludere a rete.
Così, arriva la promozione in B ed il Cesena è pronto ad un altro campionato di sofferenza; invece, grazie all'organizzazione della squadra e ad un Giaccherini in grande spolvero, i romagnoli ottengono anche la risalita in Serie A, dove l'esterno si farà notare. Gol contro il Milan, rete a "San Siro", doppietta al "Ferraris" ai blucerchiati e le marcature della salvezza contro Brescia, Palermo e Bologna. Insomma, il ragazzo fa di tutto per mettersi in luce, tanto che alcune squadre cominciano ad interessarsi a lui: non ci vuole molto prima che la Juve, pronta al 4-2-4 di Conte, prenda l'esterno del Cesena. Comproprietà per tre milioni e la promessa di rivedersi a fine anno.
In teoria, con Milos Krasic, l'ala dovrebbe essere il punto di riferimento degli esterni bianconeri: ahimé, il modulo troppo spregiudicato, unito a compiti pesanti di supporto al centrocampo, non consentono al ragazzo di esprimersi al meglio. Conte lo comprende e mette Giaccherini da parte, passando intanto ad un più efficace 3-5-2; la scelta del nuovo schieramento è efficace, ma l'allenatore della Juventus si chiede a quel punto quale ruolo spetterebbe all'ex Cesena. Così, arriva la trasformazione: da agile esterno di fascia a tenace interno di centrocampo. Chiunque avrebbe esitato: "Giak" no, invece, perché lui ha rischiato di concluderla la carriera e, per una chance nella Juve, è pronto a tutto. Si sacrifica, qualche volta, anche come esterno nel 3-5-2, ruolo per cui non è palesemente tagliato (ce ne accorgeremo anche in nazionale). Intanto, però, la Juve lo riscatta dopo la vittoria del primo scudetto e Prandelli lo chiama per l'Europeo, convinto che la duttilità del ragazzo sia fondamentale in uno scenario così complicato. L'esordio, addirittura, avviene contro i campioni del mondo e d'Europa della Spagna, sebbene in un ruolo non suo. Se in bianconero non gioca molto (27 presenze il primo anno, 25 nel secondo), il C.T. lo ritiene, invece, una pedina fondamentale: Prandelli non se ne è mai separato ed è stato ripagato dalla splendida Confederations Cup disputata da "Giaccherinho", come lo chiama scherzosamente qualche tifoso bianconero. Due pali, un gol, un autogol provocato ed un assist: mica male.

La nazionale e Giaccherini, un rapporto più meritato di quanto sembra.

A giudicare dalle reazioni della rete, pochi piangono l'eventuale trasferimento di Giaccherini e questo è normale. La Juventus, in Italia, ha il centrocampo più forte: non tutti hanno la fortuna di avere in squadra Marchisio, Pirlo, Vidal e Pogba. Perciò, in questo senso, la partenza di Giaccherini è relativamente importante per la Juve, sebbene ai bianconeri e a Conte mancherà la sua duttilità e la sua capacità di sacrificarsi. Ma la domanda vera è: tutto normale? Giaccherini che va al Sunderland a otto milioni di euro è un'operazione pensabile, in un calciomercato che vede Villa passare all'Atletico Madrid per appena cinque? La risposta potrebbe essere "sì" e "no". "Sì", perché la Juventus lo ha pagato sette ed il ragazzo è stato uno dei migliori giocatori in assoluto della Confederations Cup, con l'apoteosi del gol al "Maracanà" contro il Brasile. "No", perché - come centrocampista - non vale tutti quei soldi, forse ne vale poco più della metà.
Allora il problema dov'è? Ecco, il dilemma sta nel fatto che Giaccherini sta forse buttando via una carriera. No, non andando a giocare allo "Stadium of Light", che anzi potrebbe essere la sua salvezza. Qui il problema è che Conte lo ha trasformato - giustamente, per il suo modulo - in una mezz'ala senza arte, né parte, ma solamente con un gran cuore e tanta voglia di correre. Trasformare Giaccherini in Gattuso è stato un po' come prendere Marc Overmars e metterlo a giocare - nell'Arsenal di fine anni '90 - al posto di Ray Parlour. Mossa bislacca, che rischia di metter da parte le migliori capacità del giocatore. Molti dicono: «Che ci fa Giaccherini in nazionale? Non è tra i centrocampisti più forti». Può essere: in effetti, ci sono interpreti italiani del ruolo che potevano stare all'ultima CC. Però, se Giaccherini tornasse a giocare come ala, mostrerebbe tutte le sue grandi capacità e allora sì che la nazionale non gli starebbe più stretta. Proprio per questo motivo, la mossa di trasferirsi alla corte di Paolo Di Canio potrebbe essere vincente: tornerà a fare l'esterno (d'attacco o di centrocampo, si vedrà) e "Giak" sarà decisivo. Anche perché il calcio di Di Canio è molto propositivo e chissà che il ragazzo di Talla non tornerà quello visto a Cesena, quando la Serie A sembrava stargli larga e, alla fine, risultò adatta alle sue capacità.
Insomma, "Jack" è stato criticato, sottovalutato e spesso messo da parte. Chissà che il Sunderland non sia la dimostrazione che il ragazzo ha fatto molta strada, venendo da lontano. E andrà ancora più lontano.

Emanuele Giaccherini, 28 anni, è pronto a trasferirsi al Sunderland.

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