Il "Tata" Martino è pronto ad una nuova avventura, targata Barcellona.
Diciamo che, ignoranza di qualche tifoso italiano a parte, bisogna esser sinceri: la scelta di Gerardo Martino arriva comunque inaspettata. Non tanto per il curriculum del tecnico argentino, che ha alcuni titoli importanti nella sua carriera, quanto per il fatto che Martino - pur essendo un allievo di Marcelo Bielsa, suo allenatore quando giocava - ha raggiunto l'apice specie con il Paraguay, giocando un calcio concreto e, a tratti, iper-difensivo. Proprio con i sudamericani, Martino è salito all'onore delle cronache: nella Coppa del Mondo del 2010, l'ex C.T. ha portato il Paraguay, per la prima volta nella storia dei Mondiali, il paese ai quarti di finale. Anzi, non fosse stato per un Villa superlativo e per l'errore di Cardozo dal dischetto, i biancorossi sarebbero potuti andare anche in semifinale un po' a sorpresa. L'anno dopo, poi, pur giocando un calcio troppo concreto e vincendo sopratutto ai rigori, Martino raggiunse con il suo Paraguay anche la finale di Copa America.
In generale, però, la storia di Gerardo Martino racconta altri successi: in Sudamerica, il 50enne tecnico ha la sua reputazione, cresciuta sopratutto nei primi anni 2000, quando collezionava successi in Paraguay. Nonostante le offerte ricevute dall'estero, l'argentino è riuscito a vincere ben quattro campionati paraguaiani tra il 2002 ed il 2006: tre sulla panchina del Libertad, uno su quella del Cerro Porteño, inframezzati da una deludente esperienza al Colón nel 2005. E' a quel punto che la carriera di Martino cambia: dopo un deludente Mondiale, il Paraguay lo chiama per diventare il C.T. della nazionale dal 2006. I risultati sono da subito buoni, tanto che l'allenatore della "rojiblanca" viene premiato come "Tecnico sudamericano dell'anno": quanto agli altri nomi che hanno vinto questo premio, nell'albo d'oro ci sono anche i nomi di Bilardo, Maturana, Bianchi, Scolari e Tabarez.
"El Tata" venne premiato proprio per come stava ricostruendo il Paraguay, dopo il ritiro dei senatori (Arce, Gamarra e Chilavert, tanto per dirne qualcuno); infatti, la squadra di Martino fu la seconda a qualificarsi per il Mondiale 2010 nel girone sudamericano, battendo per giunta in casa sia il Brasile che l'Argentina. Ai Mondiali, poi, sappiamo come è andata: lo sa bene anche l'Italia, che sbatté contro un Paraguay roccioso nella prima uscita da campioni in carica. Per chiudere il cerchio, è arrivata anche la finale di Copa America del 2011, ottenuta con non poca fortuna e senza vincere una partita. Tuttavia, qualcuno potrebbe avere dubbi sulla carriera di Martino al di fuori del Paraguay: non c'è problema. "El Tata" è tornato al Newell's Old Boys, dove era stato un idolo per buona parte della sua carriera, e ha vinto il Final del 2013, pur perdendo la sfida contro il Velez per il titolo nazionale. Insomma, tutto traspare, tranne che il profilo di uno sprovveduto.
Lionel Messi, 26 anni, ha avuto un ruolo chiave nella scelta di Martino.
Ciò nonostante, qualche dubbio rimane. Se non altro di tipo tecnico. Già, perché - pur essendo un allievo del calcio spettacolo di Marcelo Bielsa - Martino ha dato il meglio con il Paraguay, quando giocava in maniera rocciosa ed ordinata. E, per questo, forse si pensa che potrebbe avere qualche difficoltà a Barcellona. Qualcuno potrebbe rispondere che non si possono avere problemi con una squadra che ha stravinto l'ultima Liga e che è comunque arrivata in semifinale di Champions League, seppur spazzata via dal Bayern Monaco. Beh, bisogna vedere anche come ci è arrivata: Vilanova, complici anche i problemi di salute, non ha saputo imporre lo stesso gioco di Guardiola e la sensazione è che Messi abbia messo più di una pezza sui piccoli problemi blaugrana, mascherati dal genio argentino. Chi ha visto Milan-Barcellona o altre partite della scorsa annata, capirà probabilmente di cosa si parla.
Già, Lionel Messi: pare che proprio il "10" dei catalani abbia giocato un ruolo chiave nella scelta dell'ex C.T. del Paraguay. Infatti, entrambi provengono da Rosario, condividendo così la stessa cittadinanza. Certo, è difficile pensare che il club si faccia condizionare dalle scelte di un giocatore, seppur d'importanza planetaria come l'argentino; tuttavia, un parere positivo della "pulga" non guasta mai. Adesso, Gerardo Martino dovrà dimostrare che non è lì per fare il traghettatore, ma per portare avanti un determinato progetto di gioco: a breve si unirà alla squadra, raggiungendola ad Oslo, e dovrà far coesistere Messi, Neymar e compagnia cantante, in modo da portare altri trofei a casa. Sopratutto, dovrà sfatare il mito della sostituzione di Guardiola: molti avevano pensato che sostituire l'allenatore in una squadra come il Barca, che ha vinto tutto, sia facile. Ahimè, non è così: il sistema di Pep sembra difficile da imitare e la recente amichevole tra il nuovo Bayern di Guardiola ed i blaugrana sembra aver dimostrato tale punto.
Bisogna ricordare anche come la stagione del Barcellona si presenti più dura dell'anno scorso: acquisto dell'asso brasiliano a parte, non ci sono stati grandi movimenti in entrata. Anzi, si è riusciti a perdere Thiago Alcantara, reduce da uno straordinario Europeo U-21 e che chiedeva più spazio per conquistarsi il Mondiale. Colui che poteva essere l'erede di Xavi è tornato da Guardiola, andando a rinforzare il Bayern per 25 milioni di euro. Inoltre, la squadra si è fatta un anno più vecchia e gli avversari del Real hanno sostituito José Mourinho con Carlo Ancelotti: mica male. Insomma, per Martino ci sarà da fare. Tuttavia, è sempre il nuovo allenatore del Barcellona: altro che "Fra Martino", come chiedevano i simpatici ascoltatori di quella radio romana.
Gerardo Martino, 50 anni, ex C.T. del Paraguay: ha firmato con il Barca.
Nessun commento:
Posta un commento