Sepp Blatter, 77 anni, presidente della FIFA dal 1998: un genio incompreso.
Dopo la brillante idea dell'"Europeo itinerante", proposta da Platini ed approvata per il 2020, ecco un altro "masterplan" partorito dai piani alti del calcio mondiale. Si potrebbe parlare di BRA (Braccia Rubate all'Agricoltura), perché certe cose non solo non andrebbero proposte, non andrebbero neanche pensate. Infatti, Blatter sta usando forse troppo del suo potere per provare soluzioni del tutto nuove. Tanto che il Mondiale del 2022 è già stato assegnato con più di dieci anni d'anticipo, cosa mai successa prima nell'assegnazione del Mondiale al paese ospitante; di solito, bastano sei anni o otto - come nel caso della Russia per il Mondiale del 2018 - per organizzare un evento del genere. Invece no, Blatter ha anticipato il tutto di 12 anni e il Qatar sarà anche il paese più piccolo - per superficie - della storia ad ospitare una Coppa del Mondo. Per carità, saranno contenti i giocatori e gli staff tecnici per i pochi movimenti, ma che ne sarà dei tifosi?
La scelta di organizzare un evento come il Mondiale in Qatar, ovviamente, è figlia di ragionamenti puramente economici. Così come quello in Russia, dove però, almeno, abbiamo a che fare con un movimento calcistico pienamente sviluppato e presente in Europa, sia a livello di club che di nazionale. Oltretutto, le rivali del Qatar per l'assegnazione del Mondiale 2022 erano di tutto rispetto: c'erano gli Stati Uniti, memori dell'esperienza del 1994; c'era l'Australia, ormai presente ai Mondiali regolarmente e dotata di strutture adeguate; sopratutto, Corea del Sud e Giappone si erano ripresentate, stavolta singolarmente, per ospitare la manifestazione. Del resto, non sarebbe stata la prima volta che un paese ospitava due edizioni a breve distanza: il Messico ospitò i Mondiali del 1970 e li ri-ospitò nel 1986, quando la Colombia ebbe problemi finanziari e non poté adempiere al compito assegnatole dalla FIFA.
L'assegnazione al Qatar del Mondiale del 2022, per altro, è piena di sospetti: si parla di una vittoria comprata tramite favori o quote in denaro. Quattro delegati di altrettante nazioni potrebbero essere stati corrotti, anche se i diretti interessati hanno negato l'accusa ricevuta; altrettanti sospetti ci sono sulla potenza energetica di Russia e Qatar, che potrebbero aver giocato un ruolo importante nella decisione di dare ai due paesi l'organizzazione dei Mondiali rispettivamente del 2018 e del 2022. Corruzione che, quindi, pare esser stata un elemento fondamentale per il Qatar e la sua vittoria, tanto più se Mohammed Bin Hammam - fondamentale per l'assegnazione della Coppa del Mondo ai qatarioti - è stato squalificato dalla corsa per la presidenza del comitato organizzatore dei Mondiali del 2022, dopo aver scoperto il suo tentativo di corruzione nei confronti di ben 25 ufficiali della FIFA.
Tuttavia, cosa aspettarsi da Blatter? Ricordiamoci il profilo del presidente FIFA: Sepp Blatter è colui che ha detto, in ordine sparso, che il razzismo potrebbe essere risolto da una stretta di mano; che le giocatrici femminili dovrebbero ridurre la lunghezza dei pantaloncini e renderli più stretti, in modo da attrarre più pubblico; Blatter, inoltre, è stato accusato di gestire alcuni investimenti finanziari per scopi personali tramite la FIFA. Infine, Blatter è colui che ha voluto il giallo per i giocatori che si tolgono la maglia dopo una rete, ma che ha rifiutato il replay per i gol-fantasma, nonostante il caso Lampard in Germania-Inghilterra del Mondiale sudafricano del 2010.
Il "Lusail Iconic Stadium", da 86.000 posti, candidato a ospitare la finale.
Qualcuno potrà dire: «Del resto, anche i Mondiali del 1994 e del 2002, organizzati in Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud erano a scopi di marketing», per aprire il calcio a nuovi continenti. La risposta sarebbe che non è stato proprio così: a modo loro, sia gli Stati Uniti che sopratutto le due nazioni dell'Est asiatico hanno sviluppato movimenti calcistici di tutto rispetto. Per altro, Stati Uniti e Corea del Sud avevano già partecipato ai Mondiali, mentre il Giappone ha staccato recentemente il quinto biglietto consecutivo per la rassegna internazionale. Quale movimento calcistico potrà mai nascere in Qatar, dove la nazionale ha la sua maggiore stella in un uruguaiano naturalizzato? Dove le squadre più famose ottengono successi in Asia specie per i giocatori comprati dall'Europa e non per i loro nazionali? Dove il Qatar ha, come risultato più prestigioso della sua storia, i quarti della Coppa d'Asia?
Mille domande e non solo dal punto di vista tecnico. Se gli stadi avveniristici potrebbe essere l'unico lato positivo della vicenda, la bilancia pesa di molti inconvenienti che potrebbero presentarsi all'orizzonte. Innanzitutto, il Qatar ha fatto un po' di pratica, ospitando la Coppa d'Asia del 2011: pochi hanno parlato di un incidente avvenuto fuori dallo stadio di Doha durante la finale, quando furono respinti 5000 supporters che volevano entrare nello stadio. Alcuni di questi erano muniti di biglietto, ma sono stati comunque fermati, impedendo anche a coloro all'interno dell'impianto di uscire. Inoltre, l'alcool potrà essere consumato solo in alcune parti degli stadi, così come si è presentato il problema degli omosessuali. Anche qui, Blatter ha tirato fuori un'altra perla: siccome la legge in Qatar vede l'omosessualità come illegale, il presidente della FIFA ha scherzato, dicendo che essi «dovrebbero tenere a freno qualunque attività sessuale durante il Mondiale». Se sei gay, niente pallone, almeno non in Qatar. Non per il Mondiale.
Insomma, una cosetta da niente; specie se a dirla è il presidente della maggior organizzazione internazionale riguardante il calcio. Inoltre, c'è il problema di cui si parlava all'inizio: il caldo, quest'astioso nemico, la cui esistenza è stata scoperta da Blatter solo recentemente. Siccome si possono riscaldare gli impianti, ma non il paese, l'idea è quella di rivoluzionare l'intero calendario della stagione, giocando la Coppa del Mondo d'inverno: una pensata che, per esser gentili, pare una boiata d'altri tempi. E infatti, subito ci sono state reazioni stizzite da capi di diverse federazioni calcistiche. Per non parlare di un dettaglio che sta passando inosservato: i costi. La Coppa del Mondo 2022 costerà 166 miliardi di euro, quasi sessanta volte in più rispetto alle spese sostenute per il Mondiale sudafricano del 2010; di questi, quasi 35 verranno spesi per gli impianti di condizione dell'aria, mentre 32 verranno spese per creare una città attorno al nuovo stadio di Lusail, candidato ad ospitare la partita inaugurale e la finale del torneo.
Insomma, meglio di così si muore! Attenzione, però, Blatter sta già pensando ad altre idee brillanti: l'assegnazione della Coppa del Mondo 2030 avverrà nel 2015. Non sia mai che lui non ci sia quando tutto questo verrà deciso; inoltre, per quell'assegnazione è candidata l'Indonesia. Del resto, il caldo asfissiante ed i monsoni del Sud-Est asiatico sono l'ideale per un Mondiale. Vero?
Sebastian Soria, 29 anni: qatariota naturalizzato, forse non ci sarà nel 2022.
Nessun commento:
Posta un commento