Il logo della Copa América 2015, che sarà disputata in Cile.
Girone A - Cile, Messico, Ecuador,
La Roja di Sampaoli si gioca la grande occasione di vincere un trofeo in casa. Il girone è nettamente dalla sua parte: non dovrà affrontare favorite per la vittoria finale e il livello tecnico è nettamente dalla sua parte. In patria sentono molto l'evento, sanno che questa è una chance che passerà una volta nei prossimi trent'anni. Le amichevoli di marzo non sono state entusiasmanti, ma la forma di alcuni giocatori-chiave - da Arturo Vidal a Claudio Bravo, fino alla straordinaria stagione di Alexis Sánchez - fa ben sperare.
Alle prese con due tornei impegnativi nell'arco di un mese e mezzo, il ct Herrera ha portato una selezione tutta patriottica alla Copa America: 19 giocatori dei 23 convocati arrivano dalla Liga MX. Mancano molti big, solo Rafa Marquez farà parte della spedizione come omaggio alla sua carriera. La squadra non è male, specie se si pensa che ci saranno due talenti del calibro di Marco Fabián e Raúl Jiménez. E poi c'è Jesus Corona in porta, pronto a sorprendere ancora dopo l'oro alle Olimpiadi di Londra. Per il resto, gli altri sono stati risparmiati in vista della Gold Cup di luglio. Le chance di passare da miglior terza ci sono tutte.
L'Ecuador è tra coloro che son sospesi. Reduci dalla qualificazione al Mondiale brasiliano, gli Amarillos hanno partecipato a tre delle ultime quattro Coppe del Mondo. Il problema sta nel rendimento in Copa América, dove escono ai gironi da cinque edizioni. Inoltre, la squadra deve fronteggiare l'addio di Reinaldo Rueda, che ha detto basta dopo il Mondiale. Dopo l'interregno di Sixto Vizuete, al suo posto è arrivato Gustavo Quinteros, simbolo della Bolivia, di cui è stato giocatore e manager. Dopo aver fatto bene con l'Emelec (due campionati vinti), ora è pronto per l'Ecuador. Tra i 23 ci sono alcune assenze per infortunio: su tutte, quella del capitano Antonio Valencia e del bomber Felipe Caicedo. Toccherà a Enner Valencia trascinare una compagine dall'età-media molto alta (un solo U-21 convocato).
Chi avrà le minori speranze di fare un buon torneo è la Bolivia. Abituata a giocare ad alte quote, la Copa América in Cile sarà ben diversa. La squadra è allenata da Mauricio Soria, ex riserva di Trucco in nazionale durante gli anni '90. Dopo essersi fatto un nome in patria, ha prima assunto l'incarico di ct ad interim, poi gli è stato assegnato in modo definitivo da qualche mese. El Verde è la nazionale sudamericana che manca da più tempo al Mondiale (l'ultima comparsa nel 1954). Dopo la finale del 1997, la Bolivia è stata eliminata per cinque edizioni consecutive al girone. La squadra è sulle spalle di Marcelo Martins Moreno, il giocatore più di successo degli ultimi anni, che oggi gioca in Cina. Curiosità: tra i convocati, c'è anche Sebastián Gamarra, primavera del Milan classe '97.
Alexis Sánchez, 26 anni, stella dei padroni di casa e dell'Arsenal.
Girone B - Argentina, Uruguay,
Dopo la grande delusione della finale persa al Maracanà, l'obiettivo è riscattarsi a tutti i costi. In Argentina ancora non è andata giù il gol di Götze al secondo tempo supplementare dell'ultima finale Mondiale. Così come l'eliminazione nell'ultima Copa América in casa dev'essere ancora digerita. Per farlo, ci vorrà un trionfo. Necessario per questa generazione di giocatori, arrivata all'apice del suo rendimento. Quattro anni fa Gerardo Martino arrivò in finale con il suo Paraguay, ma fu sconfitto dall'Uruguay: ora avrà qualche freccia in più nel suo arco. Anche per Messi è un esame (l'ennesimo?) per il Pallone d'Oro: vincere per dimostrare che il Barca non è un'isola felice e per conquistarsi l'amore del suo popolo. Non ci saranno Icardi e Dybala, ma sfido chiunque a convocarli con quei cinque là davanti.
I campioni uscenti forse arrivano nel momento peggiore a questa Copa América. La squadra sembra a fine ciclo: Forlan e Lugano si sono ritirati dalla Celeste, mentre Suárez è squalificato per il morso a Chiellini dell'ultimo Mondiale. Assenze pesanti, che mettono il peso delle responsabilità su Cavani: per lui è la sesta estate di fila impegnata (due Mondiali, una CC, un'Olimpiade e una Copa América). Il gruppo rimane quello storico, poche facce nuove: dei 23 convocati, 12 c'erano già nel trionfo del 2011 e 16 erano presenti all'ultimo Mondiale. Forse ci sarebbe bisogno di un rinnovamento generale, che potrebbe riguardare anche Óscar Tabárez: da nove anni alla guida dell'Uruguay, è l'ultima su un grande palco come la Copa?
Dopo quattro partecipazioni consecutive ai Mondiali, il Paraguay ha mancato proprio l'appuntamento sudamericano del 2014. Normale per una squadra che era alla fine del proprio ciclo e che ha chiuso il suo periodo migliore dopo il secondo posto nell'ultima Copa América. Anche qui il rinnovamento sembrerebbe necessario, ma è arrivato a metà. Ci sono facce nuove (come Derlis González e Bobadilla), ma ci sono anche tanti senatori: da capitan Villar a Santa Cruz, passando per da Silva e Valdez. Tra gli esclusi c'è a sorpresa Óscar Cardozo. Una faccia nuova è anche quella di Ramón Díaz, alla prima esperienza da ct.
Lionel Messi, 27 anni, alla caccia della sua prima Copa América.
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