Saint-Étienne è una piazza storica della Ligue 1, in cui si sono vinti campionati, ha giocato Platini e si è persino sfiorata una Coppa dei Campioni. Tuttavia, ci sono voluti anni per tornare ai vertici: il merito va soprattutto a un focoso e fedele allenatore, quello con il legame maggiore con la propria panchina nei cinque campionati europei (Wenger escluso, ma la fine è vicina). Christophe Galtier è questo e molto altro.
Galtier ha fatto la sua fortuna al Saint-Étienne, dove allena dal 2009.
Classe '66, Galtier ha avuto una discreta carriera da difensore, partendo dal vivaio dell'Olympique Marsiglia, dove è poi tornato dopo un lungo girovagare in Francia, speso tra Lille, Tolosa, Angers e Nimes. Il finale gli ha regalato due avventure quanto meno bizzarra: la prima a Monza in Serie B nel 1997-98, compagno di un giovane Abbiati; la seconda in Cina, quando l'anno successivo chiude la carriera al Liaoning Fushun.
Ritiratosi, Galtier entra nello staff di Bernard Casoni all'OM, ma la sua avventura si chiude nel 2001, a sei mesi di distanza da un famoso incidente nei tunnel del Velodrome: l'assistente è accusato di aver aggredito fisicamente Marcelo Gallardo, all'epoca 10 del Monaco. Recentemente Galtier ha negato questa versione, affermando invece come sia stato l'argentino a rischiare il linciaggio in quel tunnel. In ogni caso, il legame con l'OM si chiude lì.
Successivamente, Galtier accetta l'offerta dell'Aris Salonicco e si fa un Erasmus greco senza troppi rimpianti. Tornato in patria, fa carriera da assistente e vice per quelli che lui afferma essere i suoi due modelli da allenatore: al Bastia è il vice di Gérard Gili (tecnico che aveva persino allenato Galtier nel finale di carriera all'OM), mentre il suo role model è certamente Alain Perrin, che seguirà in cinque avventure diverse dal 2004 al 2009.
Perrin ha avuto una carriera peggiore sul campo, ma migliore di Galtier in panchina. Almeno fino a quel momento: i due condividono persino il difficile passaggio dall'Olympique Lione al Saint-Étienne nell'infuocata rivalità tra i due club, ma l'avventura di Perrin all'ASSE finisce nel dicembre 2009. A sorpresa, Les Verts offrono la panchina a Galtier: il vice ha qualche ripensamento, ma lo stesso Perrin lo convince che è la cosa giusta da fare.
Da quel momento, Galtier è alla guida del Saint-Étienne ed è il secondo allenatore più longevo nelle top 5 leghe europee. Longevità meritata, perché l'ASSE è tornato alla ribalta dopo tante sofferenze proprio grazie al suo lavoro e alle sue intuizioni. Dopo una salvezza sofferta nel 2010, la squadra ha migliorato il suo rendimento fino a centrare la zona europea, nonostante una crisi economica e societaria che avrebbe potuto spazzar via la storia del club.
A questo, va aggiunto il lavoro in termini di sviluppo dei giocatori: tra le fila di Galtier sono passati calciatori come Zouma, Ghoulam, Matuidi, Payet, Aubameyang. Una quantità di talento monetizzata intelligentemente, accompagnata da giocatori esperti (su tutti capitan Loïc Perrin). Ma soprattutto valsa un trofeo: l'ASSE ha alzato la Coupe de la Ligue nel 2013, traguardo personale per Galtier e segno di rivalsa per Les Verts.
Ritiratosi, Galtier entra nello staff di Bernard Casoni all'OM, ma la sua avventura si chiude nel 2001, a sei mesi di distanza da un famoso incidente nei tunnel del Velodrome: l'assistente è accusato di aver aggredito fisicamente Marcelo Gallardo, all'epoca 10 del Monaco. Recentemente Galtier ha negato questa versione, affermando invece come sia stato l'argentino a rischiare il linciaggio in quel tunnel. In ogni caso, il legame con l'OM si chiude lì.
Successivamente, Galtier accetta l'offerta dell'Aris Salonicco e si fa un Erasmus greco senza troppi rimpianti. Tornato in patria, fa carriera da assistente e vice per quelli che lui afferma essere i suoi due modelli da allenatore: al Bastia è il vice di Gérard Gili (tecnico che aveva persino allenato Galtier nel finale di carriera all'OM), mentre il suo role model è certamente Alain Perrin, che seguirà in cinque avventure diverse dal 2004 al 2009.
Perrin ha avuto una carriera peggiore sul campo, ma migliore di Galtier in panchina. Almeno fino a quel momento: i due condividono persino il difficile passaggio dall'Olympique Lione al Saint-Étienne nell'infuocata rivalità tra i due club, ma l'avventura di Perrin all'ASSE finisce nel dicembre 2009. A sorpresa, Les Verts offrono la panchina a Galtier: il vice ha qualche ripensamento, ma lo stesso Perrin lo convince che è la cosa giusta da fare.
Da quel momento, Galtier è alla guida del Saint-Étienne ed è il secondo allenatore più longevo nelle top 5 leghe europee. Longevità meritata, perché l'ASSE è tornato alla ribalta dopo tante sofferenze proprio grazie al suo lavoro e alle sue intuizioni. Dopo una salvezza sofferta nel 2010, la squadra ha migliorato il suo rendimento fino a centrare la zona europea, nonostante una crisi economica e societaria che avrebbe potuto spazzar via la storia del club.
A questo, va aggiunto il lavoro in termini di sviluppo dei giocatori: tra le fila di Galtier sono passati calciatori come Zouma, Ghoulam, Matuidi, Payet, Aubameyang. Una quantità di talento monetizzata intelligentemente, accompagnata da giocatori esperti (su tutti capitan Loïc Perrin). Ma soprattutto valsa un trofeo: l'ASSE ha alzato la Coupe de la Ligue nel 2013, traguardo personale per Galtier e segno di rivalsa per Les Verts.
La finale di Coupe de la Ligue 2013: il Saint-Étienne vince 1-0 contro il Rennes, primo e unico trofeo per Galtier e primo alloro per l'ASSE dal 2004.
Le ultime cinque stagioni del Saint-Étienne parlano chiaro per Galtier: un settimo posto, un quinto, un quarto, un altro quinto e un sesto. L'ASSE è alla quarta partecipazione consecutiva in Europa League, dove anche lì ha trovato modo di migliorarsi: prima l'esclusione ai play-off, poi la fase a gironi, l'anno scorso la fase a eliminazione diretta.
Non è un caso che Galtier sia stato nominato miglior allenatore della Ligue 1 proprio nel 2013, riuscendo a guadagnare un pari merito con Carlo Ancelotti, all'epoca all'ultimo anno di PSG. Gli eroi di oggi si chiamano Ruffier, Hamouma, Florentin Pogba, Saivet, Monnet-Paquet e Roux. Il passo in campionato è piuttosto buono nell'ultimo periodo: undici punti nelle ultime cinque gare giocate (tre vittorie consecutive).
Non è un caso che Galtier sia stato nominato miglior allenatore della Ligue 1 proprio nel 2013, riuscendo a guadagnare un pari merito con Carlo Ancelotti, all'epoca all'ultimo anno di PSG. Gli eroi di oggi si chiamano Ruffier, Hamouma, Florentin Pogba, Saivet, Monnet-Paquet e Roux. Il passo in campionato è piuttosto buono nell'ultimo periodo: undici punti nelle ultime cinque gare giocate (tre vittorie consecutive).
L'ultimo capitolo l'ha scritto il successo nel Derby du Rhône di ieri sera: un 2-0 con tre espulsi e un ASSE capace di mettere la parola fine al match già nel primo tempo. Se ripensiamo al 2009 e a dov'erano le due squadre, la gerarchia è cambiata e di parecchio. Il merito è di Galtier, capace di sovvertire l'ordine stabilito con le giuste intuizioni e una rosa che oggi appare una delle poche in Francia attrezzate per il doppio impegno.
Galtier ha parlato di una «vittoria simbolica», ma la sensazione è che il Saint-Étienne possa sorprendere qualcuno in zona Champions se ci fosse un crollo di una delle tre davanti (Monaco, PSG e Nizza). Soprattutto perché l'ASSE è fuori dalle coppe, anche se il distacco è pesante (13 punti). Intanto ci si domanda quale sarà il futuro di Galtier: rimarrà ancora? Di sicuro, Merlin l'Enchanteur ha già fatto abbastanza per Les Verts.
Galtier ha parlato di una «vittoria simbolica», ma la sensazione è che il Saint-Étienne possa sorprendere qualcuno in zona Champions se ci fosse un crollo di una delle tre davanti (Monaco, PSG e Nizza). Soprattutto perché l'ASSE è fuori dalle coppe, anche se il distacco è pesante (13 punti). Intanto ci si domanda quale sarà il futuro di Galtier: rimarrà ancora? Di sicuro, Merlin l'Enchanteur ha già fatto abbastanza per Les Verts.
Christopher Galtier, 50 anni, uno dei manager in crescita a livello europeo.
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