Benvenuti a una nuova annata di J. League: il 2017 rischia di essere l'anno della svolta per il campionato giapponese: accordi commerciali e televisivi di un certo livello, l'ambizione continentale dei club e soprattutto il ritorno del formato a stage unico. Ecco la seconda parte di questa iper-preview!
Primo atto della stagione ai Kashima Antlers: 3-2 contro gli Urawa Red Diamonds nella Fuji Xerox Super Cup.
PREVISIONI
Andremo per gradi, dividendo le prime due serie in zona alta, media e bassa. Partiamo con la massima divisione.
J1 League
J1 League
© J. League Photos
Per il titolo credo ci siano cinque squadre, paradossalmente non tutte quelle che dovranno avere a che fare con la Champions League (che porta via energie mentali e fisiche per le lunghe trasferte). Visti gli acquisti e la forma attuale, i Kashima Antlers potrebbero confermarsi campioni: hanno perso Shibasaki, ma sono arrivato Pedro Junior e Léo Silva, mentre un paio di ragazzi potrebbero crescere ancora.
A inseguirli ci sono gli Urawa Red Diamonds, che sperano quest'anno di alzare almeno una tra Champions League e J. League. Anche perché il mercato ha allungato la panchina e tolto uomini ormai fuori dalle rotazioni. A ruota probabilmente c'è il Gamba Osaka, ormai spinto dalla tradizione Hasegawa e dai suoi giovani.
A proposito di giovani, due le sorprese possibili. Né il Kashiwa Reysol, né il F.C. Tokyo si sono qualificate per la Champions, ma hanno due squadre interessanti; i gialli di Chiba - allenati da Shimotaira - hanno messo a posto con il mercato due-tre situazioni critiche e non è partito nessuno; il club della capitale - guidato da Shinoda - promette di far meglio del tragicomico 2016.
Forse è troppo ottimista, ma il Kashiwa quest'anno - con quei tre davanti - può seriamente vincere almeno un trofeo. ALMENO.
La fascia intermedia include squadre in differenti condizioni: il Sanfrecce Hiroshima riparte senza qualche veterano, con la situazione Utaka ancora non chiara (è tornato a Shizuoka? Rimarrà? Boh...) e gli acquisti di Kudo e Nakabayashi. Non se la passa bene neanche il Kawasaki Frontale, che ha perso il tecnico Kazama e il bomber Okubo; con l'impegno continentale, forse è meglio concentrarsi su quel lato.
Assieme a loro, il Vissel Kobe, che ha perso Pedro Junior, ma è chiamato dalla Rakuten al definitivo salto di qualità (leggasi: conferma nella top 6), mentre il Cerezo Osaka sembra aver fatto una campagna acquisti oculata e attenta: il ritorno di Kiyotake (MVP) e l'arrivo in panchina di Yoon Jung-hwan promettono bene.
In questo gruppone possiamo inserire anche l'Omiya Ardija e il Sagan Tosu. Gli Squirrels rischiano di pagare a caro prezzo le partenze di Ienaga e Izumisawa (ma attenti a Segawa e alla continua crescita di Esaka), mentre la squadra guidata da Ficcadenti sentirà le mancanze di Hayashi (andato a Tokyo) e capitan Kim Min-woo, richiesto dalla leva militare sud-coreana.
Il Vissel Kobe è arrivato secondo nel 2° stage del 2016: Nelsinho deve migliorare.
Per la retrocessione, la pattuglia è divisa tra chi rischia e chi quasi sicuramente saluterà. Andiamo per ordine: lo Shimizu S-Pulse avrebbe potuto puntare più in alto, ma alcuni addii - Omae su tutti: giocatore pazzesco - trascineranno Kobayashi nell'incertezza. A seguire c'è il Vegalta Sendai, che ha fatto un paio di operazioni interessanti, ma ha perso Ramon Lopes: se Watanabe farà il suo, a Sendai dovrebbero godersi un'altra annata in J1.
Ci sono poi due grida d'aiuto. Lo Yokohama F. Marinos ha per il terzo anno in panchina Mombaerts, ma il club ha perso Fabio, Enomoto e soprattutto Shunsuke Nakamura, prendendo una serie di carneadi per il 2017. Se i giovani - Amano, Kida, Endo, Togashi - non dovessero fare il salto di qualità, sarebbe un guaio. Accanto a loro, c'è il Jubilo Iwata, che ha sì accolto Nakamura, ma ha una squadra di un anno più vecchia, senza i gol di Bothroyd e con ancora Nanami in panchina.
Dietro a loro, le candidate a scendere in J2. Il Ventforet Kofu riparte da Tatsuma Yoshida (non proprio uno granitico in panchina se ti vuoi salvare); l'Hokkaido Consadole Sapporo risale in J1 dopo cinque anni e ha fatto un mercato interessante, ma non sappiamo se basterà; soprattutto l'Albirex Niigata potrebbe finalmente scendere (ha rischiato la retrocessione in tre delle ultime cinque stagioni e l'assunzione di Fumitake Miura non depone a loro favore).
Non so voi, ma il Jubilo lo vedo messo malissimo. Ricordiamo: 13 punti nel girone di ritorno.
J2 League
© J. League Photos.
In seconda divisione, la situazione è differente. La corsa al titolo appare meno aperta degli altri anni: la J2 è lunghissima (42 partite), ma i Nagoya Grampus hanno fatto un buon lavoro quest'inverno - soprattutto davanti - e hanno in panchina Yahiro Kazama, che è il candidato per guidare la nazionale U-23 a Tokyo 2020 e se avrà tempo, farà un buon lavoro con i Grampus.
A seguirli - credo - tre formazioni: il Matsumoto Yamaga deve riprendersi dalla botta di Machida nel 2016, quando la sconfitta esterna contro lo Zelvia costò di fatto la promozione diretta. Sorimachi è rimasto per il sesto anno consecutivo in panchina; qualche pezzo è andato, ma di fatto Matsumoto rappresenta sempre un campo difficile.
Assieme a loro, una possibile conferma e una sorpresa. La conferma viene dal Kyoto Sanga, che ha cambiato allenatore, prendendo Takanori Nunobe (ex giovanili Kashiwa: buona scuola) e acquistando diversi giocatori importanti (Tulio docet). La sorpresa è il Montedio Yamagata: le operazioni fatta quest'inverno hanno di fatto chiuso il ciclo Ishizaki e aperto quello Kiyama, che potrebbe sorprendere tutti.
Attenzione al Montedio. I play-off sono difficili, ma se trovassero la forma giusta...
A seguire, ci sono cinque-sei squadre che lottano per i play-off. Sicuramente possiamo inserirci le altre due retrocesse: se l'Avispa Fukuoka ha tenuto Masami Ihara e riparte da un mix di veterani e giovani, lo Shonan Bellmare ha fatto più o meno lo stesso, ma la permanenza di Cho Kwi-jea era di gran lunga meno scontata. Sono attese entrambe da segnali di vita.
Il Machida Zelvia ha attuato la medesima strategia, tenendo Naoki Soma e di fatto quasi tutto il gruppo dell'anno scorso, quello che ha sfiorato un posto ai play-off (perso solo per la differenza reti). Il Tokushima Vortis riparte da un manager latino (Ricardo Rodriguez non è l'unico, ma a differenza degli altri due ha qualche esperienza asiatica nel CV) e da un paio di acquisti azzeccati.
Infine, l'annosa questione riguardante il JEF United Chiba: piazza storica della J. League, nonché squadra della JR East, ogni anno sembra che possa tornare in J1. Dopo l'11° posto dell'ultimo anno e le partenze di Ide, Nagasawa, Onaiwu ed Elton, però, ne dubitiamo. Inoltre, l'arrivo di Juan Esnáider non è che garantisca chissà quale asset: ci si affida all'esperienza dei veterani e agli acquisti di Koki Kiyotake e Joaquin Larrivey.
Il Tokushima Vortis ha finito bene il 2016: tutto sta nel tenere l'inerzia.
In un campionato a 22 squadre, è inevitabile che ci sia qualche club immischiato a lungo in una linea di galleggiamento che va dai quasi play-off alla salvezza tranquilla. In quel gruppo, probabilmente troveremo il Fagiano Okayama, che viene dalla promozione sfiorata, ma non può sperare di ripetersi con i tanti pezzi persi nel mercato invernale.
Accanto a loro, l'Oita Trinita si candida per una permanenza tranquilla in J2, prima di puntare a qualunque avanzamento di classifica. Per lo Yokohama FC vale probabilmente lo stesso discorso del Fagiano, con la differenza che Ibba Lajaab sarà ancora un fattore e King Kazu è pronto per un'altra stagione, proprio quando compirà 50 anni.
L'Ehime FC rimarrà una realtà interessante da guardare: ha perso tanti giocatori, ma un paio di arrivi, la conferma di Shirai e l'arrivo di Mase (da Akita, al posto di Kiyama) mette una parziale pezza sull'emorragia. Con loro il V-Varen Nagasaki (che ha fatto un buon mercato, sebbene il ciclo di Takagi sembri ormai finito) e il Tokyo Verdy (dentro Miguel Ángel Lotina, che francamente lascia più di un dubbio).
La conferma di Takumi Kiyomoto è una di quelle operazioni silenziose, ma fatte bene. A fine anno potrebbe pagare parecchio.
Con loro c'è il Roasso Kumamoto, che riparte dopo il terribile terremoto dell'aprile 2016 senza Koki Kiyotake, probabilmente il leader tecnico del club. Riusciranno a salvarsi ancora? Anche il Mito HollyHock è alla caccia dell'ennesima salvezza, visto che il club di Ibaraki è quello che ha la striscia più lunga di presenze in J2 (dalla sua prima annata nel '99).
Molti dubitano del Kamatamare Sanuki, però Kitano è ancora lì, così come Baba; in più, c'è anche Kazuki Hara, che con i suoi gol avrà un peso nell'economia della squadra. Si scende fino al FC Gifu, che ha perso la pattuglia di brasiliani, ma avrà un genio calcistico come Yoshihiro Shoji (10 e pure capitano), mentre in panchina c'è Takeshi Oki.
Le ultime due - almeno per me - potrebbero essere Thespakusatsu Gunma e Zweigen Kanazawa. I primi hanno perso due giocatori interessanti come Segawa e Morimura, mentre lo Zweigen ha miracolosamente evitato la retrocessione (pur mangiandosi tre rigori che l'avrebbero salvata prima) e non ha fatto movimenti di rilievo sul mercato.
Dai piedi e dal cervello di Yoshihiro Shoji passa una grossa fetta di salvezza del FC Gifu.
J3 League
© Blaublitz Akita 2017.
Qui fare previsioni è dannatamente più difficile (fermo restando che non considererò le squadre U-23, che mi auguro spariscano dal 2018). Quel che è certo è che la corsa promozione - quest'anno i posti per la J2 saranno direttamente due, senza spareggio, purché si sia provvisti di licenza per la categoria - sarà sostanzialmente a tre.
Con il suo bellissimo stadio, il Giravanz Kitakyushu DEVE tentare l'immediata risalita. La squadra c'è, seppur qualche pezzo sia andato via. Non tutti però hanno Hirai, Ikemoto e Komatsu davanti, mentre Yamagishi è un ottimo rinforzo per la porta. Takeo Harada non sembra proprio un carrarmato, però ha il dovere di provarci.
In corsa ci sono anche Tochigi SC e Nagano Parceiro, con i primi che hanno saccheggiato i secondi: dentro Leoni per rimpiazzare la partenza di Yoshimitsu, i gialloblu hanno puntato su Koki Takenaka per rimpiazzare Oishi (andato al Renofa). Credo sarà una delle storie interessanti di quest'anno, visto che al Briobecca ha fatto bene.
I secondi, invece, ripartono da due certezze: lo stadio - bellissimo e all'avanguardia - e Tatsuya Asano, che ha lasciato Kagoshima per la causa arancione. Onestamente, se dovessi puntare il dito a un possibile intruso, andrei sul Kataller Toyama, che ha fatto un discreto mercato e ha la mentalità da J2.
Yoshinori Katsumata è sempre una star a Nagano: quarta stagione al Parceiro.
Anche qui potremmo comunque dividere le 14 squadre professionistiche in tre tronconi. Nel gruppone di mezzo possiamo collocare il Kagoshima United (il gruppo è lo stesso e Miura è un discreto allenatore), il Blaublitz Akita (sostituire Mase non sarà facile) e il Fujieda MYFC (si riparte da Oishi per il terzo anno di fila).
Potrebbe invece sorprendere la presenza di Fukushima United FC e Grulla Morioka a metà classifica. La forza del FUFC sta nella panchina, dov'è si è seduto Kazuaki Takasa, che è un abile tecnico. Per quanto riguarda il Grulla, c'è un dato segnalare: l'anno scorso a Morioka si è visto il quarto attacco del campionato (43 gol segnati). E non è partito nessuno di quei protagonisti, per cui...
Tanimura è uno dei motivi per cui guardare il Grulla. O la J3, fate vobis.
Infine, il troncone "salvezza" (anche se le retrocessioni non sono nei piani della J3, che vorrebbe diventare una lega con due-tre gironi, divisi per zona) comprende anche squadre che non ti aspetti. Se YSCC e Gainare Tottori sembrano bloccate sul fondo della classifica, diversa è la sorte di altre squadre.
L'Azul Claro Numazu è alla prima esperienza da pro: è giusto prendersi un anno di sperimentazione e vedere dove porterà quest'avventura. In fondo, alla lunga il progetto sembra migliore dell'altra squadra di Shizuoka in questa categoria - il Fujieda - però ci vorrà tempo, com'è normale che sia.
Se il FC Ryukyu ha perso troppi riferimenti e rischia la discesa, a sorprenderci (ma neanche troppo) potrebbe essere il SC Sagamihara. Ovviamente in negativo: 4° e 5° nelle prime due stagioni di J3, l'anno scorso è arrivato 11°. Nonostante sconfitte folli (un 5-0 sul campo del Grulla o il 4-1 subito dalle riserve del FC Tokyo), Yasunaga è sempre sulla stessa panchina, Kawaguchi non è ringiovanito e la squadra appare più debole. Boh.
Teruyoshi Ito riparte dall'Azul Claro dopo Shimizu, Ventforet, Nagano e Blaublitz: è tornato a casa, insomma.
Bellissimo blog! Ho cominciato a seguire il calcio giapponese quest'anno e dopo questi articoli stupendi sono ancora più motivato! Seguo tra tutte soprattutto il Cerezo Osaka che oltre a una tifoseria (come quasi tutte) molto bella e divertente hanno pure una squadra a mio avviso interessante con Kiyotake e Kakitani
RispondiEliminaGrazie Carlo. Sarà un bell'universo da scoprire, visto che il calcio asiatico è un universo affascinante; quello giapponese è quello maggiormente organizzato. Il Cerezo spera di fare un discreto anno, spezzando la maledizione della vincitrice dei J2 play-off (che finora non si è mai salvata dalla sua invenzione).
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