A 22 anni, la sua carriera sembrava destinata al nulla. Uno dei tanti giovani che non trovano spazio, nonostante un talento coltivato in silenzio e il patrocinio del Manchester United, dov'è cresciuto. Eppure Tom Heaton non si è mai arreso e ha lavorato per arrivare dov'è ora: capitano del Burnley, membro della nazionale inglese e uno dei migliori portieri europei di quest'annata.
Heaton è arrivato al Burnley nell'estate 2013.
Da piccolo era indeciso sul da farsi, alternandosi tra porta e centrocampo, finché non è arrivato il Manchester United. All'epoca era un giovane del Wrexham, vecchia gloria del calcio inglese con sede in Galles; Tom viene scelto e si trasferisce nel sistema giovanili dei Red Devils, dove fa da back-up a Luke Steele (mai una gara in Premier League, oggi in Grecia).
Per sette anni, Heaton graviterà in orbita United, rimanendo di proprietà del Manchester: uscito dalle giovanili, è diventato il titolare delle riserve, per poi partire per un lungo tour. Heaton ha giocato in prestito con Swindon Town, Cardiff City, QPR (per tre mesi, un emergency loan), Rochdale e Wycombe. In totale, 73 partite giocate, ma zero con lo United.
A un certo punto, il portiere sente che andar via è la mossa giusta: «L'atmosfera si è infiammata per un paio di minuti (con Ferguson, ndr). Ho passato un periodo tremendo allo United: sono arrivato a 11 anni e, nonostante tutti gli sforzi fatti su di me, me ne stavo andando a parametro zero. In fondo, sapevo che era la decisione giusta. Ma Ferguson ha capito: è stato bello vedere che ha capito la mia decisione».
Libero da qualunque vincolo, Heaton torna in Galles, a Cardiff. Il suo competitor David Marshall s'infortuna e lui ha strada libera, conquistando anche il premio di giovane dell'anno per il club. Purtroppo nella stagione successiva il tecnico Malky Mackay non lo vede titolare, ma lui è comunque un eroe di coppa, trascinando i Bluebirds in finale di League Cup (persa con il Liverpool).
Bisogna ripartire di nuovo, nonostante il Cardiff City gli abbia offerto un nuovo contratto, ma dove? In Championship lo vogliono in tanti e Heaton sceglie Bristol: purtroppo il City naufraga e incassa ben 84 reti, con Heaton titolare in 43 delle 46 partite. Eppure i complimenti non gli vengono risparmiati e il contratto è annuale: ergo, addio Bristol e vai con il Burnley.
I Clarets devono ripartire dopo l'addio di Eddie Howe e due stagioni deludenti: Sean Dyche è il nuovo tecnico e ha già seguito Heaton al Watford, ma l'operazione non si è concretizzata. Lo descrive come dotato di una buona tecnica e pensa che il portiere sia uno dei pezzi fondamentali della sua squadra ideale. Avrà ragione: l'addio di Lee Grant è dimenticato e la difesa del Burnley è la meno battuta della Championship, con tanto di promozione.
Purtroppo la stagione successiva - la prima in Premier League, con l'esordio contro il Chelsea - vede il club scendere nuovamente in Championship con la peggior difesa del torneo. Eppure Heaton ha parato persino due rigori e ha giocato ogni minuto del campionato: le basi per ripartire ci sono, perché il Burnley is on the mission.
Save of the season. Senza dubbio. Heaton dirà nel post-gara: «Mi sono quasi rotto il braccio per parare il tiro di Ibrahimovic...».
C'è un motivo per il quale Heaton ha scelto (ed è rimasto a) Burnley: «Ho sempre voluto essere il titolare e credo che la (prima) promozione con il Burnley abbia giustificato l'addio allo United. Mio padre era un tifoso del Burnley, come mio nonno, e qui il calcio è il motore della città. In un momento in cui la Premier League è globale, è bello sapere che la città è così vicina alla squadra».
Votato giocatore dell'anno dai compagni, Heaton ha persino firmato un prolungamento fino al giugno 2018 dopo la retrocessione. Con Jason Shackell in partenza, il portiere è diventato capitano e il Burnley è tornato immediatamente in Premier League, da campione e imbattuto nel girone di ritorno. Non solo: Heaton è finito anche nella Top 11 della lega.
Il secondo approccio alla Premier, memori degli errori della prima volta, è stato migliore. Lo si vede dalla classifica: il Burnley non ha modificato la mentalità difensiva mostrata negli anni precedenti, ma è diventato più efficace. Ha saputo rimediare alle partenze e soprattutto ha in porta uno dei migliori goalies d'Inghilterra, con tanto di rinnovo fino al giugno 2020.
La consacrazione è arrivata nelle ultime due annate. Specie in questa, Heaton è per ora tra i Top 3 per il numero di saves in stagione: dietro una vita a Guillermo Ochoa (Malaga), appena a ridosso di Lukasz Skorupski (Empoli) e davanti di poco a Gigio Donnarumma (di cui non c'è bisogno di specificare la squadra, perché è l'U-17 più chiaccherato della storia).
Ai successi di club (il Burnley è praticamente salvo: +6 sulla terzultima), si aggiungono le soddisfazioni personali, come la chiamata dell'Inghilterra. Heaton ricorda che gli sono arrivati i complimenti di Ferguson e ha esordito con l'Australia in un'amichevole pre-Euro 2016 (dov'è andato tra i convocati): «Mi dispiace per come sia andato l'Europeo, pensavo saremmo andati lontano. Personalmente è stata una bella esperienza».
E ora c'è il futuro di cui parlare, perché sono abbastanza sicuro che Heaton sarà uno di quei portieri osservati quest'estate sul mercato (qualche voce c'è). Nonostante le 31 primavere, il portiere ha ottenuto 10 clean sheets e ha concesso 44 reti in 33 partite giocate: «Sarebbe fantastico rimanere in Premier League per costruire qualcosa nel tempo». Vedremo se l'innominato diventerà un protagonista a breve.
Tom Heaton, 31 anni, merita più considerazione in Inghilterra.
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