Roma non è stata costruita in un giorno. E di certo, il Giappone non troverà rivelazioni improvvise da qui a giugno 2018: il dado è tratto e racconta di una squadra solida, ma totalmente diversa da quatro anni fa. Anche nel mood: nel 2013 c'era eccitazione, oggi sembra regnare la rassegnazione. L'EAFF East Asian Cup è l'ultima chance di cambiare registro.
La resa dei conti è arrivata per il ct Vahid Halilhodžić, 65 anni.
Intendiamoci: non avverrà. Finora Vahid Halilhodžić si è dedicato al suo sport preferito, ovvero il "blastare" la J. League in lungo e in largo. Se da una parte non c'è dubbio che ci sia bisogno di nuove figure dirigenziali, magari provenienti dal campo, dall'altra non si capisce cosa si aspettasse il tecnico bosniaco quando ha accettato l'incarico nel marzo 2015.
Si aspettava la Ligue 1? No, la J. League è già adesso uno dei 15 migliori campionati al mondo per organizzazione e livello tecnico, ma non siamo ancora lì. Si aspettava uno spirito calcistico sviluppato? Il professionismo è arrivato solo 25 anni fa in Giappone. Si aspettava più rispetto? Finora è stato persino poco pungolato.
A questo dobbiamo aggiungerci il fatto che la stessa natura dell'EAFF East Asian Cup, che non è un torneo importante, ma un modo per sperimentare giocatori che stanno in patria. Purtroppo non è facile farlo in tre partite. Prendiamo tre atteggiamenti diversi in esame.
Nel 2010, il torneo si disputa a febbraio, qualche mese prima del Mondiale sudafricano. L'allora ct Takeshi Okada decide di portare 23 giocatori: 16 di questi saranno poi sull'aereo per Città del Capo. C'è però una postilla non da poco: all'epoca di giapponesi in Europa ce n'erano pochi ed era più facile testare la nazionale che poi avrebbe giocato il Mondiale.
Nel 2013, con Alberto Zaccheroni sulla panchina nipponica, si fanno dei veri esperimenti, perché la situazione è cambiata: sono diventati tanti i giocatori impegnati in Europa e si gioca a luglio. Quel gruppo vincerà il torneo e sei di quei ragazzi andranno poi in Brasile: di fatto, in quelle tre gare diventa chiara l'importanza di Osako e Kakitani.
Vahid Halilhodžić ha già all'attivo una partecipazione, quella del 2015: il peggior risultato del Giappone, che arriva ultimo. Il nuovo ct chiama qualche volto nuovo, ma alcuni non vengono nemmeno schierati e di fatto si concentra su quelli che già fanno parte del gruppo. Un errore che probabilmente verrà ripetuto in vista dell'edizione di quest'anno.
Infatti il Giappone ospiterà a dicembre il torneo - che si tiene ogni due anni - e non escludo che Halilhodžić trolli tutti, portando una squadra che già conosce. La J. League sarà finita e lui avrà ampia scelta, ma non mi stupirei se vedessi una formazione così disposta: Nishikawa; G. Miura, Shoji, Makino, Kurumaya; Ideguchi, Yamaguchi, Nagasawa; Kurata, Sugimoto, Koroki.
Il punto più basso dell'ultima edizione, nel 2015: la sconfitta subita in rimonta dalla Corea del Nord. Quell'edizione la vincerà la Corea del Sud; Yuki Muto, il miglior giocatore per il Giappone in quella competizione, non verrà più convocato, ma ha comunque segnato 25 gol negli ultimi due campionati con l'Urawa.
La verità, però, è che questa competizione è l'ultima reale occasione di testare gente che la nazionale non l'ha mai vista, l'ha vista poco o non la vede da tanto tempo. So che il tecnico bosniaco non lo farà, ma io ci provo a immaginare una nazionale del tutto nuova, con giocatori che potrebbero rivelarsi, rientrare dopo diverso tempo o prendersi una sorta di riconoscimento alla carriera (per i giapponesi è un onore giocare in nazionale anche in tornei così).
Portieri - Non capirei il senso di chiamare sia Nishikawa che Higashiguchi, che sono nel gruppo da una vita e non hanno nulla da dimostrare. Che piaccia o meno a Hali, è il turno di Kosuke Nakamura (Kashiwa Reysol). Con lui, chiamare Akihiro Hayashi (FC Tokyo) e... bella domanda.
Non ci sono tanti portieri giapponesi affidabili: premierei a sorpresa Hiroki Iikura (Yokohama F. Marinos), che è uno dei motivi per cui i Marinos si stanno ancora giocando un posto nella prossima Champions League asiatica.
Terzini - Va confermato Shintaro Kurumaya (Kawasaki Frontale), che ha esordito in nazionale e può beneficiare di una vetrina del genere. Con lui, ci sarebbe Tomoya Ugajin (Urawa Red Diamonds), che da terzino è meno affidabile che da esterno a tutto campo, ma andrebbe provato. A sinistra, anche le opzioni Fukumori e Matsubara sarebbero invitanti.
A destra Genta Miura (Gamba Osaka) è da tenere in queste brevi rotazioni, anche perché è già stato convocato. Accanto a lui, segnalerei Ryuta Koike (Kashiwa Reysol), un classe '95 che in tre anni è passato dal giocare in quarta divisione nel Renofa Yamaguchi all'esser titolare in J. League.
Centrali difensivi - Shoji e Makino, pur giocando in patria, non hanno bisogno di esser presenti. Sarebbe meglio testare Naomichi Ueda (Kashima Antlers) e Shinnosuke Nakatani (Kashiwa Reysol). Gli altri due nomi vedrebbero una sfida a tre, a mio modo di vedere.
Da una parte Yuta Nakayama (Kashiwa Reysol) e Tatsuki Nara (Kawasaki Frontale), che hanno certamente fatto meglio di Takuya Iwanami (Vissel Kobe); dall'altra, Kentaro Oi (Jubilo Iwata), per il quale la convocazione per questo torneo sarebbe un premio alla carriera e alla stagione 2017. Io andrei per un mix, a voi la scelta del giovane di turno.
Tanto per fare un nome a caso: Mu Kanazaki, 28 anni.
Centrocampisti - Kazuki Nagasawa (Urawa Red Diamonds) ha esordito con la nazionale nell'amichevole contro il Belgio: scelta random di Halilhodžić, visto che il centrocampista non aveva visto troppo spazio. Tuttavia, è giusto che rimanga nel pacchetto. A lui vanno affiancati subito due nomi facili.
Ryota Oshima e Shogo Taniguchi (Kawasaki Frontale) sono diversi, ma di fatto sono due giocatori a cui va dato più spazio. Entrambi hanno già giocato in nazionale (rispettivamente una e due presenze), ma continuare a ignorarli non fa bene a nessuno. Il primo è un play creativo, il secondo gioca in difesa, ma potrebbe esser schierato da mediano.
A loro vanno aggiunti Riki Harakawa (Sagan Tosu), che sotto Massimo Ficcadenti ha trovato il giusto pace, mentre Kazuya Yamamura (Cerezo Osaka) si è rifatto una reputazione giocando da semi-trequartista dopo una vita in difesa. L'ultimo nome è Kento Misao (Kashima Antlers), che sta silenziosamente prendendosi il suo spazio.
Ali - Di ali potremmo sceglierne una marea, ma Shoma Doi (Kashima Antlers) merita una chance definitiva: al Mondiale per club ha fatto sfaceli, eppure la JFA e Halilhodžić continuano a ignorare gli Antlers. Con lui ci dev'essere a sinistra Hiroyuki Abe (Kawasaki Frontale), che lontano dal Gamba Osaka è esploso e ha giocato una stagione super.
A destra la situazione è più complessa. I due nomi sono facili: da una parte c'è Junya Ito (Kashiwa Reysol), un'iradiddio che per qualche motivo non è stato notato da nessuno; dall'altra la logica direbbe di scegliere un profilo nuovo, ma come si fa a non testare Yu Kobayashi (Kawasaki Frontale), che è stato il MVP indiscusso della J. League 2017?
Centravanti - La fredda realtà dirà che Halilhodžić chiamerà Shinzo Koroki e Kenyu Sugimoto, che però non sembrano aver bisogno di tale vetrina per dimostrare ciò che sanno o non sanno fare (per altro, Koroki c'era due anni fa con Halilhodžić in Corea).
La fantasia e la logica imporrebbero altri due nomi, entrambi in casa Kashima Antlers. Il primo è quello di Yuma Suzuki, che sarà un personaggio discusso, ma è un giocatore in divenire e sarà un buon attaccante in futuro. E l'altro nome crea persino più problemi.
Da quando è rientrato in Giappone con la maglia degli Antlers, Mu Kanazaki è stato il miglior giocatore che si sia visto in J. League per continuità ed efficacia. Eppure Halilhodžić l'ha preso per un po' in considerazione, poi l'ha scaricato a metà del 2016. C'è bisogno di lui: un jolly così non ce l'hai spesso tra le mani.
Uno come Junya Ito, 24 anni, nel 4-3-3 deve essere almeno provato.
Rosa completa (tra parentesi le presenze in nazionale):
GKs - Hayashi (0), Iikura (0), K. Nakamura (0)
FBs - Koike (0), Kurumaya (1), G. Miura (0), Ugajin (0)
CBs - Nakatani (0), Nara (0), Oi (0), Ueda (0)
DM/CMs - Harakawa (0), K. Misao (0), Nagasawa (1), Oshima (1), Taniguchi (2), Yamamura (1)
WGs - H. Abe (0), Doi (0), J. Ito (0), Y. Kobayashi (8)
CFs - Kanazaki (10), Y. Suzuki (0)
Divisione per squadre:
6 - Kawasaki Frontale
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