20.2.18

J. LEAGUE ROUND UP: Nell'anno del Mondiale (Part I)

おはようございます!
Benvenuti a una nuova annata di J. League: il 2018 punta a confermare la natura sorprendente del campionato nipponico. I soldi ricevuti dal primo anno dell'accordo con DAZN - nonostante le chiare mancanze a livello di trasmissione - si stanno facendo sentire. E in più ci saranno nuovi formati, cambiamenti di divisione e la possibilità di altre sorprese. Ecco la prima parte di questa iper-preview.

Per questa stagione, DAZN ha puntato sull'immagine dei Samurai per auto-promuoversi. All'interno dello spot potete osservare i profili di Kazu Miura, Uchida, Kengo Nakamura e Makino.


IL MERCATO
L'inverno in Giappone porta sempre con sé diverse novità e la sessione 2017-18 non ha fatto eccezione. I botti non sono stati come quelli dell'anno scorso, ma alcune novità vanno segnalate, come abbiamo sempre fatto prima di ogni stagione.

J1 League
Tra le formazioni da lodare, è difficile ignorare il mercato fatto dal Cerezo Osaka. Dopo una bacheca rimasta vuota per decenni, il club ha alzato tre trofei in quattro mesi - J. League Cup, Emperor's Cup e la recente Supercoppa - e ha soprattutto fatto un mercato notevole. Non è partito praticamente nessuno, anzi: a Yoon sono stati dati i giusti rinforzi per affrontare il doppio impegno.
Takagi è già stato decisivo in Supercoppa, Katayama è un acquisto duttile (al Fagiano ha impressionato da attaccante e terzino), mentre la conferma di Mizunuma e il ritorno in J. League di Atomu Tanaka - reduce da brillanti stagioni a Helsinki con il HJK - daranno modo al tecnico sud-coreano di ruotare gli uomini per cercare di arrivare in fondo a qualunque competizione.
A seguire, il Consadole Sapporo: reduce da una salvezza miracolosa, il club dell'Hokkaido ha di fatto tenuto quasi tutto il gruppo della passata stagione. A questo, ha aggiunto diversi profili interessanti, seppur in prestito: gli arrivi di Koji Miyoshi e Yoshiaki Komai non possono passare sotto silenzio, mentre Sugeno, Shirai e Miyayoshi allargano le possibilità.
Infine, sul podio c'è anche il Kawasaki Frontale. Non solo la società ha trattenuto gli eroi del titolo della passata stagione, ma ha pure rinforzato il core della squadra. Yuto Suzuki e Shimoda saranno utili nelle rotazioni, senza contare il ritorno di Yoshito Okubo, che di fatto sarà il back-up di capitan Kobayashi, e soprattutto l'arrivo di Manabu Saito, uno storico affare sulle rive del Tama.

Toshiyuki Takagi ha giocato solo due gare ufficiali, ma sembra già ben inserito nei meccanismi del Cerezo Osaka.

Se il mercato è stato interlocutorio per molti, diventa allora difficile scegliere qualcuno che abbia pesantemente ridimensionato la propria squadra. Una candidata, però, c'è ed è lo Yokohama F. Marinos. Dicevamo dell'addio di capitan Saito, passato ai campioni in carica. Non è solo quello il problema della formazione di Yokohama.
Difatti, i Marinos hanno dovuto salutare anche l'olandese Martinus (passato agli Urawa Red Diamonds), nonché dei discreti rincalzi come Park, Togashi e Maeda. Di contro, non è arrivata nessuna stella: tutto sarà sulle spalle di Amano e Hugo Vieira, oltre che dell'intramontabile Nakazawa. La ricostruzione procede a tentoni.
Se dovessimo indicare altre due squadre su cui ci sono dei dubbi in sede di mercato, scegliamo una neo-promossa e un grande club dal punto di vista economico. Va bene Cho, ma allo Shonan Bellmare hanno cambiato molti giocatori: alcuni innesti sono interessanti e potenzialmente validi (Mikic, Umesaki, Lee), ma basterà miscelarli a dovere? O ci vorrà tempo?
E che dire del Vissel Kobe? Preso Podolski la scorsa estate, non c'è stata la crescita intelligente che ci si aspettava. Sono arrivati Wellington (Avispa) e Mita (Vegalta, via FC Tokyo), ma Iwanami e Omori - due pezzi fondamentali del puzzle - sono altrove. Il mercato è sembrato molto scintillante e poco sostanzioso. E non è una buona premessa per chi deve fare meglio quest'anno.

Yuki Otsu è il massimo che i Yokohama F. Marinos possono mostrare alla presentazione. Ouch.

J2 League
Se diverse società si sono mosse bene in J1, ancor meglio è andata in seconda divisione: è come se i soldi a cascata di DAZN stessero arrivando con un anno di ritardo anche a queste latitudini. In mezzo a molte squadre che si sono mosse bene, ce ne sono tre che spuntano sopra le altre.
Il Matsumoto Yamaga sente che è il momento di tornare in maassima serie e sfodera una sessione folle: perso (in prestito) Miyasaka, i Ptarmigans hanno di nuovo Daizen Maeda (tornato dal prestito al Mito), tutto il cartellino di Paulinho e hanno aggiunto Urata, Fujita, Naoki Maeda, ma soprattutto Nakami, Ryo Nagai e il ritorno di Iwakami. Tanta roba.
Dietro c'è l'Oita Trinita, che è arrivata da neo-promossa a un passo dai play-off e vuole avvicinarsi ancora a quel gruppo. Ci sono state alcune partenze che potrebbero pesare (Suzuki e Kamifukumoto), ma gli arrivi Miyasaka, Hoshi, Nasukawa e Baba aggiungono parecchio. Senza contare che Noriaki Fujimoto giocherà in J2: l'ex Kagoshima soffrirà il salto di categoria?
Avrei poi potuto menzionare il Fagiano Okayama o il Tochigi SC, ma ho deciso di puntare sul Tokyo Verdy. Ritornare ai play-off non è scontato per nulla, soprattutto se si pensa che tutti e due gli Anzai sono partiti per altri lidi. Però sono arrivati Kamifumoto, Yuhei Sato e soprattutto due ottimi acquisti: se Takai e Hayashi ripeteranno quanto fatto vedere nel 2017, ci sarà da divertirsi. 

Nakami o Kudo dietro Maeda più uno tra Takasaki e Ryo Nagai, che comunque ha fatto i suoi gol pur giocando meno a Nagoya. Boom.

Anche in seconda divisione è stato difficile trovare qualcuno che si sia mosso malissimo. Un primo punto va sul Montedio Yamagata, da cui mi aspettavo molto nel 2017. Ci sono stati diversi addii e i rimpiazzi sembrano un po' alla rinfusa. In più Jairo - uno degli acquisti più attesi - si è rotto per sei mesi. Attenzione, però, a Shunta Nakamura, uno dei wonder kid nipponici.
Direi che anche il Mito HollyHock dovrebbe prestare attenzione al futuro. I 27 gol della coppia Maeda-Hayashi - assieme agli assist di Yuzawa - sono altrove e sostituirli sarà difficilissimo. La speranza è che Jefferson Baiano e l'arrivo in prestito di Kishimoto (prodigio del Cerezo) siano sufficienti per rimpiazzarli, altrimenti sarà dura.
Infine, il Machida Zelvia: ripetere il settimo posto del 2016 era semi-impossibile e difatti la stagione 2017 è stata incolore. Ora però mancheranno Yazawa e Shigematsu. O Koji Suzuki torna quello pre-infortunio oppure le difficoltà per la truppa di Soma diventerebbero notevoli. 

Shunta Nakamura, classe '99, una delle poche luci in casa Montedio Yamagata.


J3 League
Qui tendiamo ad andare più cauti per due motivi. Primo: il salto dalla JFL alla J3 League è molto più facile di quello verso le categorie superiori a questo. Secondo: i soldi di DAZN - per un processo a cascata - arriveranno anche qui. Non è un caso che Fujimoto e Sonoda, i due capo-cannonieri della scorsa stagione, abbiano scelto il salto di categoria in J2.
Tra le squadre che hanno fatto un buon mercato, riuscendo persino a tenere buona parte del gruppo, c'è sicuramente il Blaublitz Akita. I campioni in carica non sono non hanno visto nessuna partenza (dato rarissimo in terza serie), ma hanno persino rinforzato il gruppo: dentro Omoto, Hiraishi e soprattutto due buoni attaccanti come Ryota Nakamura e Fujita.
Se dovessimo scegliere invece un club che ha agito con giudizio nonostante una o più partenze importanti, puntiamo sul FC Ryukyu. Uno come Fujisawa non lo sostituisci e Tanaka non è stato tenuto, però ci sono diversi elementi da tenere d'occhio. L'arrivo di un giocatore esperto come Bando, quello di Edamoto dal Fujieda, la promozione di ragazzi che stanno già crescendo a Okinawa. 

Ovviamente è facile scegliere qualche club che invece non si è comportato benissimo in sede di mercato, perché la J3 sarà pure l'ultima scala del professionismo, ma alcune società vengono rivoltate come un calzino (guardate il Fujieda MYFC e quanti giocatori ha cambiato, nel bene e nel male). Tuttavia, due scelte le facciamo.
Quella del Thespakusatsu Gunma è dettata anche dal momento: le finanze non sono delle migliori e i giocatori più rappresentativi hanno lecitamente scelto di lasciare il club. Yamagishi, Kang Soo-il, Takai: tutti andati via. Ora si ripartirà dai grandi vecchi, nonché da Tetsuya Okubo: il suo record di gol in J2 è una buona garanzia per la categoria inferiore.
Sul Nagano Parceiro, invece, vorrei lanciarmi in una riflessione. Quest'ambiente dovrebbe essere già in J2, invece non riesce a salire e per di più peggiora la sua posizione ogni anno, allontanandosi sempre di più dalla promozione. Anche quest'inverno pochi lampi: ma come fa una società così avanti - con uno stadio all'avanguardia - a non attirare interesse?

Yoshihito Fujita ha segnato 94 gol tra i professionisti: ora sarà una valida alternativa per Tomohiro Tanaka ad Akita.

LE PANCHINE
Come l'anno scorso, scegliamo un numero di cambi che ci hanno colpito in positivo e in negativo.

  • Mihailo Petrović ha il merito di aver riportato gli Urawa Red Diamonds in alto, senza però vincere (quasi) nulla. Ora il tecnico serbo riparte da Sapporo, dove il suo 3-4-2-1 e i consigli di Yomoda - rimasto come assistente dopo la salvezza dell'anno passato - potrebbero portare il club ancora più in alto.
  • Ange Postecoglou ha lasciato la nazionale australiana dopo averla portata a Russia 2018 e un tremendo play-off contro l'Honduras. Ci sono volute 22 gare per confermare l'Australia ai Mondiali, ma non sappiamo se ce ne vorranno di più per trovare la quadra degli Yokohama F. Marinos. Tuttavia, il management ha azzeccato la scelta dell'allenatore.
  • Masakazu Suzuki è una nomina curiosa: è passato diverso tempo da quando lo si è visto a livello competitivo. Parliamo del 2002, anno in cui Suzuki si prese il secondo titolo di manager dell'anno dopo il titolo con il Júbilo Iwata. Ora il ritorno dopo diversi anni passati alla Nippon Sport Science University e la conduzione del Giappone U-20: che Niigata abbia trovato una risposta ai suoi problemi?
  • Hiroki Shibuya è stato l'uomo che non solo ha riportato l'Omiya Ardija di nuovo in prima divisione, ma quello che ha regalato al club uno straordinario 2016. Dopo l'esonero, si era temuto di non rivederlo presto in panchina. L'occasione al Roasso Kumamoto va sfruttata al meglio.
  • Hitoshi Morishita ha praticamente portato con sé lo Zweigen Kanazawa dalla Japan Football League alla vetta della seconda divisione. Un miracolo, eppure nel 2017 è rimasto ai margini, allenando il club di calcio della Kyushu Sangyo University. Ora torna in pista con il Giravanz Kitakyushu per resuscitare una squadra apparsa apatica nella sua prima annata in J3 League.
Pura nostalgia o la mossa dell'Albirex Niigata funzionerà?
  • Sono molto combattuto su Hiroshi Jofuku: la sua carriera parla di un ottimo lavoro a Kofu, dove ha tenuto il Ventforet in prima divisione per anni. Eppure il suo ritorno al FC Tokyo gli è costato quasi la carriera: ora riparte da Hiroshima, con i Sanfrecce che sembrano però una squadra più spettacolare del piano tattico che il tecnico sembra avere in mente. Sarà un cortocircuito? 
  • Takayuki Yoshida è stato il manager ad interim del Vissel Kobe negli ultimi mesi e la squadra è andata peggio di quando era in mano a Nelsinho. Siamo sicuri che la sua nomina non serva solamente a non creare frizioni con Podolski, a tener tranquillo un certo ambiente? E se i risultati non arrivassero?
  • Il Mito HollyHock aveva trovato una sua continuità, ma l'addio di Nishigaya ha portato cambiamenti e ora Shigetoshi Hasebe gli succede. Ma è la prima esperienza in solitaria, se escludiamo un periodo da reggente al JEF United Chiba.
  • Il Renofa Yamaguchi è reduce da una stagione tremenda, in cui ha cambiato due allenatori e mezza squadra. Il 2018 può sorridere, ma c'è più di un dubbio sul profilo di Masahiro Shimoda. Ha lavorato con Vissel Kobe, FC Tokyo, JEF United Chiba e soprattutto la JFA, ma questa sarà la prima esperienza sul campo (a parte due mesi da allenatore allo YSCC Yokohama nel 2006!). Tanto. Chissà se sia anche troppo.
  • Storico allenatore della Funabashi Municipal High School (dal 1984 al 2002), Keiichiro Nuno è poi passato ad allenare le nazionali giovanili del Giappone per quasi un decennio (U-16 e U-19). Dopo tre anni da assistente nello staff tecnico del Fagiano Okayama, l'ormai 57enne è pronto alla prima avventura in solitaria. E neanche una di quelle facili, visto che si parla del Thespakusatsu Gunma.
Kofu o Tokyo: due possibili risvolti di Hiroshi Jofuku.


LE MAGLIE

Le migliori:

5. V-Varen Nagasaki (H)
4. Ehime FC (H)
3. Nagoya Grampus (H)
2. Yokohama F. Marinos (A)
1. Júbilo Iwata (H)


Le peggiori:

5. Kamatamare Sanuki (H)
4. FC Tokyo (H)
3. Nagano Parceiro (H)
2. Giravanz Kitakyushu (A)
1. Fagiano Okayama (H)


LA CHAMPIONS LEAGUE
Dopo la vittoria degli Urawa Red Diamonds, ci si aspetta una risalita continua del calcio giapponese, che però è partito malissimo: ha vinto solo il Cerezo Osaka, poi due pareggi deludenti e una sconfitta del Kawasaki Frontale (seppur contro un avversario come lo Shanghai SIPG). Facciamo però un punto sui gironi.
Le due squadre messe meglio in questo momento sono il Cerezo Osaka e i Kashima Antlers: i primi hanno vinto la gara contro il Jeju United all'ultimo momento e hanno un girone alla portata, mentre i secondi hanno pareggiato la prima contro lo Shanghai Shenhua. Tuttavia, la profondità della squadra e avere Suwon e Sydney FC nel girone dovrebbe aiutare.
Più difficile la situazione delle altre due squadre nipponiche. Il Kawasaki Frontale ha perso la prima gara, ma almeno può battere le due rivali nel girone (Ulsan Hyundai e Melbourne Victory). Peggio è andata ai Kashiwa Reysol, che giocheranno a breve contro il Tianjin Quanjian e hanno perso lo scontro diretto sul campo del Jeonbuk Motors.

Vorremmo parlarvi del preliminare vinto contro il Muangthong United, ma la sconfitta dei Kashiwa Reysol in Corea del Sud - da 2-0 a 3-2 - è piuttosto riassuntiva della prima giornata nipponica in Champions League asiatica.

(continua domani...)

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