Nella Serie A 2012/13, c'è un elemento che sembra più fondamentale di altri per la sua squadra. Si pensava che non avesse ancora certe qualità, ma Stephan El Sharaawy è nato per stupire. Lo ha fatto già tante volte e non si è tirato indietro nemmeno in uno dei più grandi club europei, come il Milan. Il Faraone incanta ogni domenica e adesso è indicato come uno dei fari della prossima nazionale azzurra.
Stephan El Shaarawy nasce a Savona, storico feudo del tifo genoano, il 27 ottobre del 1992. Di chiare origini egiziane, il ragazzo cresce nel settore giovanile rossoblu, dove milita per quattro anni; con esso, l'esterno offensivo vince una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e un campionato Primavera tra il 2009 e il 2010.
Non solo ottiene tutto ciò che si può volere a livello giovanile, ma esordisce con il Genoa in Serie A: l'occasione arriva a Verona contro il Chievo, nel dicembre del 2008, diventando il più giovane esordiente del club rossoblu. Con questo biglietto da visita, il fantasista viene girato al Padova in prestito, in Serie B.
Nonostante i soli 18 anni, El Shaarawy è il giovane più promettente ed è decisivo per la conquista dei play-off da parte dei patavini. I suoi nove gol in 30 presenze attirano le attenzioni del Milan. Neanche il tempo di tornare a Genova e il ragazzo viene prelevato dai rossoneri: il prezzo della sua compartecipazione è di sette milioni di euro più la metà di Merkel.
Purtroppo, di fronte a lui ci sono Ibrahimovic, Cassano, Pato, Robinho e Inzaghi; lo spazio per giocare non è moltissimo. Ciò nonostante, il ragazzo colleziona ben 28 presenze e quattro reti, esordendo anche in Champions League. Un buon bilancio per il 19enne, che infatti viene riscattato per intero dai rossoneri. Non solo: il Milan gli allunga il contratto fino al giugno del 2017.
L'ex Genoa sembra essere destinato al prestito nella scorsa estate e invece accade l'incredibile: Ibrahimovic si trasferisce al PSG per una cifra imbarazzante, così grande che il Milan non può rifiutarla. Cassano passa all'Inter per contrasti con Galliani. Con gli infortuni di Pato e lo scarso rendimento di Robinho, al Faraone si aprono le porte dei titolari.
I tifosi credono che il Milan non possa farcela senza coloro che hanno firmato le imprese degli ultimi anni, ma stanno per scoprire di avere un diamante in casa. Infatti, El Shaarawy è stato fin qui impressionante: sempre presente nelle 23 partite tra Champions e Serie A, l'italo-egiziano ha all'attivo 16 gol e quattro assist. Un rendimento premiato con la chiamata in nazionale da parte di Prandelli. E anche qui non poteva mancare anche la rete, realizzata all'esordio in amichevole contro la Francia.
E ora consacrazione in nazionale?
Ma è tutto oro quel che luccica? Quanto il ragazzo è effettivamente forte? Sopratutto, quanto merito ha il Milan nel suo successo? El Shaarawy è un ottimo giocatore e ha le potenzialità per essere uno dei più grandi calciatori italiani nel prossimo decennio. Lo dice la sua storia, che racconta di gol e prestazioni decisive: se si vuole essere un top-player, questo punto è fondamentale.
Per quanto riguarda il Milan, si può parlare di programmazione o di fortuna? Sarebbe più giusto citare entrambi: i rossoneri sono stati bravi a prenderlo quando era rientrato da Padova e a pagarlo una cifra che - all'epoca - sembrava eccessiva. Ma ora quei 15 milioni spesi per le due metà di El Shaarawy stanno fruttando parecchio.
Tuttavia, sarebbe sbagliato non citare anche gli addii di Ibrahimovic e Cassano: quale tifoso del Milan li avrebbe ceduti per far crescere il talento rossonero? Forse neanche uno, sopratutto vedendo che i successi milanisti degli ultimi anni sono dipesi da questi due giocatori. Eppure, i due sono andati via; la società e Allegri hanno deciso di puntare su El Shaarawy, risparmiando anche qualcosa d'ingaggio. Scelta azzeccata.
La domanda più grande è: dove può arrivare El Shaarawy? A giudicare dalla forma attuale e dalla resistenza fisico-atletica, verrebbe da dire ovunque. Non credo possa raggiungere i grandi di quest'epoca, ma sono pronto a essere smentito nei prossimi anni. Inoltre, il livellamento della Serie A verso il basso ha aiutato l'exploit di questo giovane calciatore; forse qualche anno fa, quest'esplosione non sarebbe apparsa così lampante.
Insomma, a luglio dicevo di come i giovani potessero rilanciare l'Italia (discorso che non vale solo nel calcio..); a distanza di mesi, il capocannoniere della Serie A è un ragazzo di 20 anni, che aveva solo bisogno di una chance. Adesso Stephan punta i prossimi impegni: tra il Milan e la Confederations Cup del prossimo giugno (a cui l'Italia parteciperà), il Faraone rischia di fare il botto. Che "l'egizio dominatore dell'area" possa essere il simbolo della rinascita italiana nel calcio?
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