Prima di un torneo, ci si ritrova spesso a scommettere su chi potrebbe essere l'underdog, la cenerentola che sorprende tutti. Per i prossimi Mondiali, Golden Goal: The Blog non ha mai nascosto quali fossero le possibili sorprese. Se uno volesse puntare cinque euro su una squadra, venerdì il Belgio ha messo le mani sulla qualificazione in Brasile e torna alla fase finale di una Coppa del Mondo: ci sarà da divertirsi.
Infatti, il piccolo paese dell'Europa del Nord torna alla massima manifestazione calcistica dopo 12 anni. Era il 2002 quando il Belgio affrontò l'ultimo Mondiale: anzi, fu l'ultima comparsata in una competizione di un certo livello. Niente Europei, niente viaggio in Germania e Sud Africa: il Belgio era scomparso dai radar del calcio.
Tutto sembrava finito dopo vent'anni di gloria - dal 1980 al 2002, con sei partecipazioni consecutive al Mondiale -, con giocatori di grande talento, capaci di ottenere il quarto posto al Mondiale messicano del 1986. Se non fosse stato per Maradona, forse Scifo e compagni sarebbero arrivati persino in finale. Invece, la semifinale è stata fatale.
Tutto sembrava finito dopo vent'anni di gloria - dal 1980 al 2002, con sei partecipazioni consecutive al Mondiale -, con giocatori di grande talento, capaci di ottenere il quarto posto al Mondiale messicano del 1986. Se non fosse stato per Maradona, forse Scifo e compagni sarebbero arrivati persino in finale. Invece, la semifinale è stata fatale.
Poi c'è stato il grande buio degli ultimi dieci anni: il Belgio sembrava ormai una squadra dimenticata, incapace di riprodurre quel periodo d'oro. I timori sono stati spazzati via nell'ultimo biennio: grazie alla crescita di giovani talenti provenienti dai propri vivai e alla nomina di Marc Wilmots come c.t., i Diavoli Rossi sono tornati agli onori della cronaca.
Non solo, perché hanno staccato il biglietto per il Brasile con un turno d'anticipo. Un miracolo reso possibile anche dall'abile mano di Marc Wilmots: qualcuno se lo ricorderà in campo, quando con la maglia dello Schalke 04 ha vinto la Coppa Uefa nel '97. Oppure quando ha dato il meglio di sé con il Belgio ai Mondiali, segnando sia nell'edizione di Francia '98 che in quella nippo-coreana del 2002.
Un record, visto che è il giocatore belga che più ha segnato nelle fasi finali di una Coppa del Mondo. E avrebbe potuto allungare tale record, se un suo grandissimo gol negli ottavi di finale contro il Brasile - una stupenda rovesciata - non fosse stato annullato inspiegabilmente, di fatto spianando la strada al Brasile verso i quarti.
Non solo, perché hanno staccato il biglietto per il Brasile con un turno d'anticipo. Un miracolo reso possibile anche dall'abile mano di Marc Wilmots: qualcuno se lo ricorderà in campo, quando con la maglia dello Schalke 04 ha vinto la Coppa Uefa nel '97. Oppure quando ha dato il meglio di sé con il Belgio ai Mondiali, segnando sia nell'edizione di Francia '98 che in quella nippo-coreana del 2002.
Un record, visto che è il giocatore belga che più ha segnato nelle fasi finali di una Coppa del Mondo. E avrebbe potuto allungare tale record, se un suo grandissimo gol negli ottavi di finale contro il Brasile - una stupenda rovesciata - non fosse stato annullato inspiegabilmente, di fatto spianando la strada al Brasile verso i quarti.
Dopo aver smesso di giocare, Wilmots si è messo al servizio del suo paese: assistente dal 2009 al 2012, poi è passato alla guida in prima persona, visto che la nazionale belga faceva fatica ad ottenere risultati. Il c.t. è riuscito a cambiare molto: dal novembre 2011, la nazionale ha perso due sole partite (amichevoli) contro Inghilterra e Romania, entrambe in trasferta.
Perciò, l'allenatore che doveva essere solo di passaggio non ha perso ancora una gara ufficiale. Anzi, durante il girone di qualificazione al Mondiale brasiliano, il Belgio è rimasto imbattuto, con otto vittorie e un pareggio in nove partite. La squadra è stata fermata solo dalla Croazia in casa, mentre ha vinto tutte le trasferte giocate: proprio una vittoria esterna, in quel di Zagabria, ha chiuso il discorso qualificazione con una giornata d'anticipo. Non male per chi non vede il Mondiale da poco più di un decennio.
Perciò, l'allenatore che doveva essere solo di passaggio non ha perso ancora una gara ufficiale. Anzi, durante il girone di qualificazione al Mondiale brasiliano, il Belgio è rimasto imbattuto, con otto vittorie e un pareggio in nove partite. La squadra è stata fermata solo dalla Croazia in casa, mentre ha vinto tutte le trasferte giocate: proprio una vittoria esterna, in quel di Zagabria, ha chiuso il discorso qualificazione con una giornata d'anticipo. Non male per chi non vede il Mondiale da poco più di un decennio.
Tutti i gol che hanno riportato il Belgio al Mondiale.
Se l'artigiano conosceva bene su cosa doveva lavorare, c'è anche da dire che il materiale a sua disposizione era di tutto rispetto. Il Belgio negli ultimi anni ha tirato fuori così tanti talenti che c'è il serio rischio che qualcuno rimanga fuori dalla lista dei 23 che partiranno per il Brasile. Un materiale levigato fin dalla tenera età e il cui merito va sopratutto a gente come Jean-François de Sart.
Allenatore dell'U-21 per 12 anni, ha condotto la squadra alla semifinale dell'Europeo di categoria del 2007, che è valsa la qualificazione all'Olimpiade di Pechino. Lì de Sart ha guidato l'U-23 al quarto posto finale, ottenuto anche superando l'Italia. Già lì si era visto il grande materiale con cui si poteva lavorare: giocatori come Kompany, Vermaelen, Fellaini, Witsel, Dembelé e Mirallas erano prospetti, oggi sono uomini su cui si può contare.
Alcuni di loro, come Jan Vertonghen, hanno pure cambiato ruolo: nato centrocampista, il giocatore del Tottenham ormai si è imposto come centrale di forza mondiale. A questi vanno aggiunti altri nomi che attraggono l'occhio dell'appassionato. I due portieri, Courtois e Mignolet, giocano per Atlético Madrid e Liverpool e sono molto, molto bravi: è dai tempi di Pfaff e Preud'homme che non si vedeva un patrimonio del genere.
Viene quasi da star male a pensare che uno dei due il Mondiale lo vedrà dalla panca. E Gillet è squalificato, altrimenti sarebbe stato un solido trio. Una difesa puntellata da una fiocina di centrali: oltre a quelli sopracitati, vanno nominati anche Alderweireld dell'Ajax e van Buyten del Bayern. Quest'ultimo è l'unico sopravvissuto dell'ultima avventura dei belgi ai Mondiali nippo-coreani. L'unico peccato? Forse mancano dei terzini degni di questo nome.
Se si passa al centrocampo, ci sono Defour del Porto, Nainggolan del Cagliari (sì, può star fuori dalla nazionale belga attuale) e De Bruyne del Chelsea. Quest'ultimo si è fatto valere persino sotto gli occhi severi di José Mourinho, tanto da entrare nella rotazione del portoghese nel suo secondo mandato Blues. E che dire del reparto offensivo? Con il 4-3-3, i belgi possono contare su un arsenale di tutto rispetto, in cui spicca la stella di Eden Hazard.
Allenatore dell'U-21 per 12 anni, ha condotto la squadra alla semifinale dell'Europeo di categoria del 2007, che è valsa la qualificazione all'Olimpiade di Pechino. Lì de Sart ha guidato l'U-23 al quarto posto finale, ottenuto anche superando l'Italia. Già lì si era visto il grande materiale con cui si poteva lavorare: giocatori come Kompany, Vermaelen, Fellaini, Witsel, Dembelé e Mirallas erano prospetti, oggi sono uomini su cui si può contare.
Alcuni di loro, come Jan Vertonghen, hanno pure cambiato ruolo: nato centrocampista, il giocatore del Tottenham ormai si è imposto come centrale di forza mondiale. A questi vanno aggiunti altri nomi che attraggono l'occhio dell'appassionato. I due portieri, Courtois e Mignolet, giocano per Atlético Madrid e Liverpool e sono molto, molto bravi: è dai tempi di Pfaff e Preud'homme che non si vedeva un patrimonio del genere.
Viene quasi da star male a pensare che uno dei due il Mondiale lo vedrà dalla panca. E Gillet è squalificato, altrimenti sarebbe stato un solido trio. Una difesa puntellata da una fiocina di centrali: oltre a quelli sopracitati, vanno nominati anche Alderweireld dell'Ajax e van Buyten del Bayern. Quest'ultimo è l'unico sopravvissuto dell'ultima avventura dei belgi ai Mondiali nippo-coreani. L'unico peccato? Forse mancano dei terzini degni di questo nome.
Se si passa al centrocampo, ci sono Defour del Porto, Nainggolan del Cagliari (sì, può star fuori dalla nazionale belga attuale) e De Bruyne del Chelsea. Quest'ultimo si è fatto valere persino sotto gli occhi severi di José Mourinho, tanto da entrare nella rotazione del portoghese nel suo secondo mandato Blues. E che dire del reparto offensivo? Con il 4-3-3, i belgi possono contare su un arsenale di tutto rispetto, in cui spicca la stella di Eden Hazard.
Tuttavia, il vero pezzo forte del tridente d'attacco è la boa, visto che il Belgio ha due ottime opzioni: Christian Benteke e Romelu Lukaku. Uno dei due dovrà star in panchina, mentre l'altro si prenderà la gloria. Per altro, i due hanno storie ben diverse. Benteke è emerso l'anno scorso, quando ha stupito nella sua prima stagione di Premier League con la maglia dell'Aston Villa: 23 gol stagionali.
Diversa è la storia di Lukaku, un '93 che è un predestinato: cresciuto con l'Anderlecht e soprannominato il "nuovo Drogba", l'attaccante ha esordito a 16 anni e vinto la classifica capo-cannonieri a 17. Ha persino costretto Mourinho a mangiarsi le mani per averlo mandato nuovamente in prestito, stavolta all'Everton, dopo un grande anno con il WBA. E venerdì ha spazzato via la difesa croata con un coast-to-coast eccezionale. E niente, questi toccherà osservarli da vicino al Mondiale.
Diversa è la storia di Lukaku, un '93 che è un predestinato: cresciuto con l'Anderlecht e soprannominato il "nuovo Drogba", l'attaccante ha esordito a 16 anni e vinto la classifica capo-cannonieri a 17. Ha persino costretto Mourinho a mangiarsi le mani per averlo mandato nuovamente in prestito, stavolta all'Everton, dopo un grande anno con il WBA. E venerdì ha spazzato via la difesa croata con un coast-to-coast eccezionale. E niente, questi toccherà osservarli da vicino al Mondiale.
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