Anni dopo, la nazionale ha saputo rialzarsi proprio grazie al lavoro di Renard, già C.T. dello Zambia dal 2008 al 2010. Un lavoro che aveva già portato i "Chipolopolo" ai quarti della Coppa d'Africa proprio del 2010: un risultato passato inosservato, ma che aiuta a capire la crescita della nazionale sudafricana. Dopo l'intermezzo (disastroso) di Dario Bonetti, Renard è tornato e ha vinto con sorpresa l'edizione del 2012. Non è andata altrettanto bene l'anno dopo, quando lo Zambia è uscito nel girone eliminatorio e non ha saputo collezionare più di tre pareggi. L'eliminazione ha portato Renard a riconsiderare i suoi piani per il futuro e l'eliminazione dalla corsa al Mondiale ha fatto il resto: a quel punto, la separazione tra lui e lo Zambia è diventata consensuale, in attesa di una nuova avventura. Intanto, Renard ha comunque lasciato la nazionale ad un uomo di fiducia: il nuovo C.T. è infatti Patrice Beaumelle, suo assistente negli ultimi quattro anni. Inoltre, Renard ha permesso anche lo Zambia avesse un futuro: nella Coppa delle Nazioni Sudafricane, lo squadra ha vinto con una compagine sperimentale, formata da molti giovani e che lascia ben sperare per il proseguo della sua storia.
La decisione di lasciare lo Zambia, del resto, è normale: il buon Hervé non tornava in Europa da molto ed è sempre stato un uomo dalle scelte per lo meno originali. Assistente dell'allenatore in Cina, Cambridge United per qualche mese, poi tecnico dell'AS Cherbourg per un paio di stagioni. A quel punto, la voglia di cambiare e l'Africa in tutte le sue sfumature: C.T. dello Zambia, qualche mese con l'Angola, poi l'USM Alger. Con il club algerino, il 2011 non è bastato per far scoccare l'amore tra le due parti e così, quando lo Zambia lo ha richiamato, Renard è corso dal primo amore. Fino all'eliminazione dalla corsa al Mondiale brasiliano: in quel momento, il francese ha capito che era ora di lasciare e di tornare al vecchio continente, magari alla ricerca di una nuova sfida impossibile.
Renard e la notte magica di Libreville: lo Zambia vince la Coppa d'Africa.
Quella sfida impossibile è il Sochaux, al quale Renard si è messo alla guida, per provare a scrivere un'altra pagina di storia. Il club gialloblu, mai retrocesso da quando è stata inaugurata la Ligue 1, è uno dei fondatori della prima divisione francese così come la conosciamo oggi. Insieme a OM, Montpellier, Nizza e Rennes, la squadra fondata dai Peugeot non è mai scesa in seconda categoria e vorrebbe mantenere tale primato. Tuttavia, le cose si sono fatte difficili per i "lionceaux": solo cinque punti nelle prime sette giornate, con il 4-1 di Bordeaux a complicare il tutto. Alla fine, la società ha deciso di separarsi dall'allenatore, Eric Hély, e dare la squadra al simbolo Omar Daf, che ha giocato 15 anni per la società gialloblu. Niente da fare: neanche la mossa dell'interim ha funzionato. Ecco allora la mossa Renard nella pausa per le nazionali: le due settimane sono servite, visto che il tecnico francese è stato in grado di tirare fuori il massimo dai suoi. Il 2-2, in rimonta, contro il Monaco dimostra come molte cose debbano esser aggiustate, ma che il materiale ci sia per tentare l'impresa.
In più, Renard ha lasciato lo Zambia, ma ha ritrovato un pizzico di "Chopolopolo" nel Sochaux: infatti, il club gialloblu ha preso in prestito dal Southampton l'attaccante Emmanuel Mayuka. Persosi in Premier, aveva fatto bene allo Young Boys ed era una delle colonne della nazionale di Renard. Ora, insieme, possono tentare di ribaltare la situazione, proprio come successo sabato pomeriggio contro il Monaco. Il tecnico è pronto all'ennesima missione: non sarà difficile come vincere la Coppa d'Africa con lo Zambia, ma salvare il Sochaux, quest'anno, non sarà affatto facile. Ma quella camicia bianca, che si agita sempre in piedi accanto alla panchina, può dare la carica giusta. Hervé ha deciso: ricomincia da Sochaux. Con lo stesso obiettivo di sempre: stupire tutti.
Hervé Renard, 45 anni, è pronto all'ennesimo miracolo, stavolta col Sochaux.
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