22.11.13

Undici anni dopo.

Sono passati undici anni da quel 5 maggio 2002, ma ci siamo di nuovo. No, non stiamo parlando della débâcle interista e dalla vittoria juventina per lo scudetto. Mi riferisco all'ultimo istante in cui Chievo e Hellas, le due squadre di Verona, hanno condiviso la stessa categoria. Dopo undici anni, si sono ritrovate e ora torna anche il derby scaligero: una stracittadina che ha solo due precedenti in A, ma che solletica i palati degli appassionati. Anche perché, rispetto ad un decennio fa, la situazione è completamente rivoltata.

24 marzo 2002, Chievo-Hellas 2-1: questo l'ultimo incrocio in A tra le due squadre.

Già, perché il Chievo non ha più quel carattere da favola e quindi comincia ad essere più indigesto agli appassionati di Serie A. Intanto, l'Hellas si è distinto per un inizio di stagione fantastico (sei vittorie su sei in casa) e vola in zona europea. Una bella rivincita per la squadra di Andrea Mandorlini, che ha vissuto un decennio da incubo. Quel 2001/2002 fu fatale all'Hellas, che vinse uno dei derby, ma finì per retrocedere all'ultima giornata. Una compagine con nomi in squadra come Oddo, Camoranesi, Gilardino e Mutu finì in B dopo il 3-0 subito a Piacenza nell'atto finale di quel campionato. Proprio mentre il Chievo viveva la sua prima stagione in A, conclusasi con la Champions sfiorata e la conquista di un posto nella vecchia Coppa UEFA. Da quel momento in poi, le strade delle due compagini si sono divise: mentre il Chievo viveva stagioni più o meno tranquille in A, l'Hellas faceva fatica in cadetteria.
Nel 2007, poi, ci fu un altro spartiacque. Il Chievo, grazie a Calciopoli, riuscì a centrare la qualificazione ai preliminari di Champions League nel 2006: un'avventura che, però, venne affrontata con un organico inadatto persino per la qualità del Levski Sofia, giustiziere dei gialloblu. Anche in Coppa UEFA, la partecipazione del "Céo" durò un unico turno. Se il Chievo piangeva, l'Hellas non rideva di certo: il campionato di B era partito male e finì anche peggio. Intanto, la squadra di Delneri (tornato all'ovile) non riuscì a salvarsi e finì in cadetteria all'ultima giornata, dopo il 2-0 subito dal Catania, in una sorta di scontro diretto. Sembrava il ripetersi di quanto accaduto all'Hellas cinque anni prima e i cugini già assaporavano il derby, se non fosse che il destino si abbatté duro anche sulla squadra più conosciuta di Verona. La differenza reti condannò l'Hellas a giocare i play-out contro lo Spezia: un 2-1 totale per i liguri condannò incredibilmente la squadra alla Serie C, dopo ben 64 anni.
Da quel momento in poi, Hellas e Chievo hanno seguito un percorso parallelo. Il "Céo" si è riguadagnato la Serie A in una stagione, vincendo il campionato di B e sopravvivendo serenamente per tutto questo tempo. Spesso la società di Campedelli ha festeggiato la salvezza nella massima serie con anticipo. Un merito da ascrivere agli allenatori che ha avuto, ma sopratutto a quello che io ritengo il maggior artefice di questi miracoli: il suo d.s., Giovanni Sartori, una sorta di mago del calciomercato. Per l'Hellas, il travaglio è stato lungo e doloroso: retrocesso in C, il club partì per stravincere la terza divisione nazionale e finì ultimo. Un paradosso incredibile, con la squadra benedetta dai play-out solo per la differenza reti migliore nei confronti del Manfredonia. Poteva essere la fine, invece fu l'inizio: la salvezza ottenuta a Busto Arstizio diede modo alla società di riorganizzarsi. Dopo una stagione di transizione, l'Hellas ha sfiorato la promozione: dopo esser stato in testa per tutto il campionato, il Portogruaro batté gli scaligeri e volò in B. Nei play-off, altra sconfitta con il Pescara e niente promozione. Il pubblico gialloblu - sempre attaccatissimo alla squadra - subì una fortissima delusione. Il 2010/2011 rischiò di essere un'altra catastrofe, ma l'arrivo di Mandorlini consentì l'aggancio ai play-off prima e poi la vittoria in questi ultimi, in un infuocato doppio scontro con la Salernitana.

Eugenio Corini, 43 anni, è tornato al Chievo: lui ha giocato i derby di Verona nel 2002.

Nell'ultima stagione, Hellas e Chievo hanno fatto il loro. I primi, dopo un anno d'esperienza in B, hanno dominato il campionato e hanno ottenuto l'agognata promozione in A. I secondi, con Eugenio Corini in panchina, si sono salvati con largo anticipo e senza troppi travagli: l'obiettivo, da sempre, della società di Campedelli. Peccato che la situazione delle due squadre adesso sia completamente rivoltata rispetto ad un decennio fa. L'Hellas accarezza il sogno europeo, dopo aver fatto sei su sei in casa in quanto a vittorie. Inoltre, Mandorlini ha confermato che Luca Toni è sempre un goleador di razza. Ha riportato Iturbe in auge, dopo che il talento argentino si era perso al Porto. Ha valorizzato Cacciatore, i giovani Martinho e Jorginho. Persino gente che la Serie A l'aveva vista solo in tv - come Maietta, il capitano - sembra poter dare il suo contributo. E in questo quadro, il tecnico è stato fondamentale. La sua carriera come allenatore non riporta grandi successi, se non in quel di Bergamo e in Romania: si è però venuta creare la giusta sinergia tra ambiente e l'uomo.
Discorso ben diverso per il Chievo, che sembra veramente rischiare. Già ad inizio campionato la compagine gialloblu era tra le candidate alla retrocessione, ma quand'è che non lo è mai stata? Semmai, la forza di Pellissier e compagni è stata sempre rivoltare i pronostici iniziali. Inoltre, non era cambiato molto in estate al Chievo, perciò si supponeva che Sannino potesse bastare per la salvezza. In realtà, nonostante il massimo impegno da parte dell'allenatore campano, il Chievo ha faticato molto. Con la stessa formazione ed un Pellissier sempre più relegato ai margini, la salvezza sembra lontana: non a caso, il "Céo" è ultimo in classifica. A quel punto, è arrivato l'esonero per Sannino, nonostante la squadra fosse in ripresa. E' ritornato Eugenio Corini, che l'anno scorso aveva salvato (e bene) il Chievo: riuscirà nuovamente nell'impresa?
Adesso torna il derby, undici anni dopo gli unici due giocati in Serie A. Le due squadre si spartirono la posta con una vittoria a parte. L'Hellas vinse quello d'andata, dopo esser andato sotto per 2-0, complici le reti di Eriberto (Luciano) e proprio Corini su penalty. Nella seconda frazione, la compagine di un esaltato Alberto Malesani riuscì addirittura a vincere: rigore di Oddo, autorete di Lanna e marcatura decisiva di Camoranesi. Al ritorno, con il Chievo in lotta per l'Europa e l'Hellas per la salvezza, il copione fu invertito. Il 24 marzo del 2002, il "Céo" rimontò lo svantaggio dell'Hellas (gol di Mutu) e trionfò con la doppietta di Federico Cossato. Da quel momento in poi, nessun incrocio. Sabato si ricomincia: undici anni dopo, lo spettacolo è di nuovo pronto per il "Bentegodi". Ci divertiremo, non c'è dubbio.

Andrea Mandorlini, 53 anni, è dal 2011 all'Hellas, con ottimi risultati.

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