Con Villa ai tempi del Valencia, dove Silva è rimasto 10 anni tra giovanili e prima squadra.
Nella Spagna dei campioni, lui è uno dei pochi che non ha mai militato né nel Barca, né nel Real Madrid. Per questo è poco nominato, visto che gioca lontano dalla terra natia e per giunta in una lega straniera. Un'usanza poco conosciuta nella nazionale roja, visto che molti dei suoi componenti militano in Liga e solo negli ultimi anni gli iberici si stanno spostando nel resto d'Europa. Una situazione ben diversa da quando la Spagna ancora non vinceva nulla o rispetto al trionfo dell'Europeo 2008: in quel caso, 18 giocatori su 23 militavano in patria. Per altro, quattro dei cinque all'estero erano nel Liverpool spagnolo di Rafa Benitez.
Tra quelli rimasti in Spagna, c'era anche questo giovane fantasista del Valencia, all'epoca sconosciuto ai più. Il Valencia giocava in Champions, spesso presente in Europa, ma di David Silva si sapeva poco o nulla. Il padre faceva il guardiano al Mestalla, lo stadio del Valencia; il club gli offrì la possibilità di giocare per le giovanili. Da piccolo Silva sognava di far portiere, ora invece è lui a mandare al manicomio gli estremi difensori avversari. Dopo gli anni nella cantera del Valencia, venne mandato a farsi le ossa: un anno all'Eibar in Segunda, un anno al Celta Vigo in Liga. Quando torna alla casa madre, il tecnico Quique Sánchez Flores non esita a lanciare Silva in prima squadra. Sarà un passo senza ritorno: per quattro anni, la squadra può contare sul piccolo mago delle Canarie, che produce assist a ripetizione e aiuta il Valencia a mantenere lo status di grande del calcio spagnolo.
La svolta arriva nel 2010: il club attraversa delle difficoltà finanziarie e sa già che per salvarsi dovrà salutare i suoi due assi. Se David Villa è del Barcellona già prima dei Mondiali sudafricani, per Silva bisogna aspettare l'offerta giusta. La proposta migliore è quella del Manchester City, che lo pagò quasi 30 milioni di euro per averlo all'Etihad Stadium. Uno dei pochi casi di campione subito a suo agio in un nuovo ambiente, visto che Silva comincia subito a macinare assist e giocate per i citizens, con Mancini che lo schiera prima ala e poi trequartista. I tifosi sognano a occhi aperti con uno così, mentre Carlos Tevez - all'epoca attaccante del City - dice che «(Silva) è il miglior affare che il club abbia mai fatto». Nei tanti momenti attraversati dai citizens durante gli anni, Silva - insieme a Yaya Touré - è stata la luce della squadra, che non si è mai spenta nemmeno per un secondo. Nel 2011-12, anno del trionfo City in Premier League, Silva entrò nella top-11 del campionato e fece 17 (!) assist. In questa stagione, con l'arrivo di Pellegrini e del suo gioco offensivo, il suo genio calcistico ne ha beneficiato. I dati lo confermano: nonostante due infortuni che lo hanno tenuto fuori per qualche tempo, Silva è già a quota sei gol e undici assist. E mancano ancora alcune giornate alla fine della Premier, che saranno decisive per capire se Pellegrini e soci potranno portarsi a casa un altro titolo.
Silva e il trofeo di Euro 2012: con la Spagna, anche un Mondiale e un altro Europeo.
Abbiamo sempre visto come i giocatori spagnoli facessero fatica lontani da casa. Se guardate la rosa della Spagna ai Mondiali o agli Europei, fino al 2000 giocano tutti in patria. Uno dei primi a tentar fortuna all'estero fu Gaizka Mendieta, playmaker dal Valencia di Cuper e finito alla Lazio per 43 milioni di euro. All'Olimpico giocherà una stagione mediocre. Inoltre, è difficile esser continui in terra straniera: lo si nota con Fernando Torres, finito in disgrazia al Chelsea dopo gli anni di gloria a Liverpool. Se c'è un giocatore che fuori dalla Spagna ha onorato ai massimi livelli la propria terra è David Silva. Anzi, è un giocatore decisivo. So di fare un pubblico e spudorato endorsement al ragazzo (che per altro non ne avrebbe bisogno), però quando lo trovi un giocatore così? Uno che è in grado di inventarsi un colpo di genio in un secondo? Per altro, qui non parliamo di un campione alla Messi o alla CR7, che decidono la gara in solitaria. Silva non è decisivo per i suoi gol, ma per i suoi assist.
E pensare che lui, in nazionale, rischiava di rimanere fuori. Tutti ricordano il suo exploit all'Europeo del 2008, ma pochi lo ricordano al Mondiale 2010. Semplice il perché: Del Bosque gli fece giocare 70' in tutto il torneo e Silva assistette alla vittoria dei suoi compagni dalla panchina. Un normale comprimario. Ma a Silva quel ruolo stava stretto. E così gli anni del City gli sono serviti per prendersi il suo posto nella storia: nell'ultima rassegna continentale, Silva non è stato solo titolare, ma protagonista. Suo il gol che ha sbloccato la finale di Kiev contro l'Italia... con un colpo di testa, non proprio il pezzo pregiato della casa. Eppure ora il Chino si gode la sua titolarità nella Spagna dei fenomeni, dei titoli vinti e del falso nueve.
Insomma, uno dei pezzi da novanta di una delle nazionali più forti della storia. Mai sotto i 10 assist stagionali da quando è in Inghilterra, David Silva è pronto a essere una delle star del Mondiale brasiliano di giugno. Anzi, azzarderei: è uno dei giocatori più forti della storia delle "furie rosse". Che hanno sempre avuto talento e campioni da mostrare al mondo, ma è sempre mancato loro quel quid per diventare vincenti. Ora ce l'hanno e vogliono sfruttarlo fino alla fine. Al prossimo Europeo, potrebbe esserci un ricambio generazionale e Silva diventerà uno dei condottieri non solo tecnici, ma anche motivazionali del gruppo. The new Magic Box, s'era detto all'inizio: le somiglianze con Zola ci sono. Chissà che non abbia più fortuna in Europa col suo club; se arriverà, sarà uno dei numeri uno al mondo. Senza qualcuno che lo sottovaluti.
David Silva, 28 anni, straordinaria fonte di gioco del City di Pellegrini.
David Silva è un calciatore molto forte, e quando la situazione non è buona in campo, tutti pensano di poter cambiare la situazione in campo in qualsiasi momento. Questo è il motivo per cui è più dipendente. Ho raccolto tutte le sue maglie caclio e sono stato in grado di posare con lui. Era il mio più grande desiderio.
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