Thomas Tuchel, 40 anni, e Jürgen Klopp, 46: l'allievo e il maestro del Mainz.
Già, perché Magonza è il luogo dove è nata la leggenda di Jürgen Klopp. Allora l'attuale tecnico del Borussia Dortmund non giocava calcio spettacolo, ma si occupava di sventare i pericoli avversari: nato come attaccante, nel 1995 fu riposizionato in difesa. Il suo apporto al Mainz è stato fondamentale: 337 presenze e 52 gol con la maglia dell'unico club con cui abbia mai giocato nella sua carriera, durata 12 anni. Per il Mainz è stato naturale promuoverlo a tecnico, una volta ritiratosi dal calcio giocato: con Klopp, il club sfiorò due volte la promozione in Bundesliga, perdendola nelle ultime giornate. La volta buona fu nel 2004 e il Mainz visse tre stagioni nella prima divisione tedesca, facendo così anche l'esordio nella massima serie nazionale. Due undicesimi posti e una partecipazione alla Coppa UEFA del 2005 i risultati ottenuti da Klopp; nel 2007, il Mainz tornò in Zweite Bundesliga. La promessa del tecnico fu quella di rimanere per riportare la sua squadra in prima divisione, ma l'obiettivo fu mancato per due punti. Così il Mainz e Klopp si separarono dopo 19 anni di convivenza. Un addio strappalacrime, con tutta la città che si strinse attorno al suo pupillo, destinato ad allenare il BVB che tutti oggi ammiriamo.
Ma Magonza non rappresenta solo la città che ha reso celebre Jürgen Klopp. E' anche quella che salutò una partenza da sogno nel 2010-11: sette vittorie nelle prime sette gare della Bundesliga. Un record eguagliato nella storia della lega, ma che per il Mainz rappresentò una sorpresa. Squadra da metà classifica, il Die Nullfünfer raggiunse la testa della classifica. Tra le vittime di quella fantastica striscia di vittorie, ci furono anche il Werder Brema e sopratutto il Bayern Monaco, campione di Germania e trafitto dai ragazzi di Tuchel all'Allianz Arena. A fine anno arrivò la qualificazione in Europa League, ma sopratutto il club fu capace di valorizzare alcuni giocatori che all'epoca erano per lo più sconosciuti. E che oggi fanno notizia in giro per l'Europa: da Adam Szalai a Lewis Holtby, fino a Christian Fuchs. Ma sopratutto fu André Schürrle, talento cresciuto nel vivaio del club, a impressionare tutti. Oggi lo vediamo con la maglia del Chelsea, ma tutto partì dal Mainz e dal Stadion am Bruchweg. Del resto, il Mainz è sempre stato una società in cui poter crescere e affermarsi liberamente. Una sorta di oasi felice, lontana dal calcio competitivo e sempre pronta a lottare per rimanere in Bundesliga. Negli ultimi anni, per altro, sta centrando i propri obiettivi senza faticare eccessivamente.
Loris Karius, 20 anni, portiere e nuova giovane scoperta del Mainz.
Anche quest'anno, non è stato difficile per Thomas Tuchel portare a casa l'obiettivo. Anzi, il Mainz è già salvo e spera di fare ancora di più. Con sei partite da giocare e cinque punti in più dell'Augsburg, ottavo, il settimo posto pare un obiettivo raggiungibile. Anzi, il club è un punto dal sesto posto, valido per l'Europa League. E non è detto che la posizione già occupata dal Mainz - la settima, appunto - non possa valere un biglietto per la seconda rassegna continentale. Molto dipenderà anche dalla DFB-Pokal: se la finale sarà Bayern Monaco-Borussia Dortmund, anche il settimo posto varrà l'Europa. E allora Tuchel può provare a sognare.
Un sogno derivante dall'apporto di giocatori provenienti da tutto il mondo. Nonostante le perdite di Szalai, Kirchhoff e Ujah, partiti in estate, il club ha saputo ripartire da acquisti intelligenti. Geis, centrocampista classe '93, è arrivato dal Greuther Fürth ed è diventato una colonna della mediana. Okazaki, bomber della nazionale giapponese, ha contribuito alla vena offensiva del club con i suoi gol (11 finora in campionato). La colonia asiatica è stata rimpinguata dagli arrivi di Park Joo-Ho dal Basilea e Koo Ja-Cheol dal Wolfsburg: acquisti che hanno aggiunto subito qualcosa al Mainz. Con la promozione poi in prima squadra di Benedikt Saller, anche il centrocampo ne ha beneficiato. Mettiamoci anche l'esplosione del giovane portiere Loris Karius e il quadro è completo.
In più, ci sono giocatori che da anni forniscono il proprio apporto alla causa del Mainz. Capitan Noveski, macedone arrivato dieci anni fa e ormai faro della difesa (anche se col vizio degli autogol); Junior Diaz, costaricano arrivato per appena 80mila euro due anni fa. Oppure Elkin Soto, colombiano vincitore di una Copa Libertadores con l'Once Caldas e da anni mediano del Mainz. E che dire dell'attacco, dove non c'è solo Okazaki, ma anche due ali sempre ficcanti? Da una parte il tedesco Nicolai Muller, che ha stupito la Bundesliga quest'anno con i suoi nove gol e che ha già esordito in nazionale, seppur non sia più giovanissimo (va per i 27 anni). Dall'altra, Eric Maxim Choupo-Moting: camerunense con passaporto tedesco, era arrivato sottotraccia dall'Amburgo, in cui era cresciuto calcisticamente. Poi l'esplosione quest'anno e molti club ormai sulle sue tracce. Con il Mondiale alle porte e il contratto in scadenza, ci sarà la fila per lui.
In tutto questo, il merito va a Thomas Tuchel, in grado di continuare la tradizione di Klopp e di salvaguardare il Mainz dalla retrocessione. Ex giocatore, crebbe nell'Ulm guidato da Ralf Ragnick e chiuse la carriera a 25 anni per colpa di diversi infortuni. Poi si è messo a lavorare nelle giovanili: Stoccarda, Augsburg e infine Mainz, dove cadde su di lui la scelta per guidare nuovamente il club in Bundesliga nel 2009. Da allora, non ha sbagliato un colpo. E ora Tuchel sogna di portare la sua squadra in Europa: mai dire Mainz. Non si sa mai che ti possano sempre sorprendere.
Shinji Okazaki, 27 anni, e Nicolai Muller, 26: venti gol insieme in questa Bundesliga.
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