Dortmund rimane un posto bellissimo dove insegnare calcio nonostante i risultati e il video qui sopra, raffigurante Klopp riconoscente alla curva giallonera dopo la vittoria contro il Borussia Mönchengladbach, ne è la dimostrazione. Tuttavia, è sicuramente il punto più difficile della gestione settennale del buon Jurgen: quando è arrivato sei anni fa dal Mainz, mai Klopp avrebbe scommesso di vincere tutti i trofei che ha portato a casa. Ora però si è tornati a soffrire, in ragione di diverse dinamiche che stanno scombussolando una buona parte della stagione 2014-15 del BVB.
Dico "una parte" perché in Champions il Dortmund è stato tutt'altro che da buttare: qualificazione ottenuta con quattro vittorie su quattro incontri e con due turni d'anticipo. La demolizione dell'Arsenal al Westfalen dopo un gran partita. Un bilancio di 13 gol fatti e tre subiti. Un buon ruolino di marcia, come quello in DFB-Pokal, dove i gialloneri hanno strapazzato in trasferta prima lo Stuttgarter Kickers, poi il St. Pauli. A questi risultati, va aggiunta anche la vittoria di agosto della DFB-Supercup, dove il Borussia Dortmund di Klopp ha vinto per 2-0 la sfida contro il Bayern Monaco di Guardiola.
Lo scenario preoccupante si trova invece in Bundesliga: solo tre vittorie, 14 gol fatti e 21 subiti. Cinque punti e una sola gioia nelle ultime dieci gare di campionato, giunta per altro su autogol di Cristopher Kramer nella partita casalinga contro il Borussia Mönchengladbach. Solo i cugini dello Schalke 04 hanno fatto meno punti dei gialloneri in trasferta (tre contro i quattro della banda di Klopp). E pensare che l'ultimo piazzamento a fine anno così basso è stato quello del 2007-08, quando il BVB di Thomas Doll ha concluso quella stagione di Bundesliga al 13° posto. Proprio prima dell'arrivo di Klopp dal Magonza.
In questo scenario, Klopp rimane comunque sicuro: non lascerà il BVB e Dortmund in queste condizioni. Non da ultimi in classifica, non con la testa così bassa. Proprio il tecnico ha parlato di questa situazione: «Se un mio addio servisse per risolvere la situazione terrei ogni porta aperta, ma io non posso andar via finché nessuno mi chiama per dirmi che c'è chi può fare meglio di me. Non voglio restare per forza, ma se non c'è una soluzione migliore per la squadra io non lascio». Ci sono tre chiavi di lettura per capire il momento difficile della squadra vice-campione di Germania.
Marco Reus, 22 anni, simbolo della sfortuna giallonera.
Il primo punto: la difesa e gli errori.
Se di errori si può parlare, non si menzionano solo quelli tecnici, ma anche quelli riguardanti la concentrazione. Errori come quelli di Ginter e Weidenfeller nell'ultima gara contro l'Eintracht a Francoforte non sono mancanze tecniche (da parte di un campione del Mondo e di un esperto portiere), bensì mancanza d'attenzione. Il Dortmund è in testa alla classifica di errori che hanno portato a un gol a quota otto: un primato condiviso con il Parma (ultimo in A), il Granada (che non se la passa bene in Liga) e l'Everton (squadra molto offensiva).
Tali errori non si concentrano solo dietro, ma anche davanti: sfortuna a parte, il Borussia manca un sacco di occasioni ad ogni partita, nonostante un display spettacolare rimanga un tratto caratteristico del gioco del Dortmund. Secondo i dati Squawka misurati sulle cinque principali leghe europee, i gialloneri sono al nono posto nella classifica dei tiri fatti a quota 221; un nono che diventa quinto posto se la graduatoria diventa quello dei tiri da fuori area. E la percentuale di accuratezza al tiro è appena del 43%.
Il secondo punto: gli infortuni.
La conta degli assenti in casa Dortmund è stupefacente: si fatica a trovare qualcuno che non sia mancato perché passato dall'infermeria. Sono pochi i giocatori che non sono stati infortunati durante quest'annata. Hummels è ancora fuori e in difesa si notano i problemi. Sokratis tornerà solo tra qualche giorno, mentre Nuri Şahin è tornato in panchina domenica a Francoforte dopo un lungo infortunio al ginocchio. Błaszczykowski e Reus torneranno a gennaio, mentre il rientro in campo di Ji Dong-Won in prima squadra è un mistero. Tanto per farvi un'idea, ecco uno schema sugli infortuni del Dortmund quest'anno.
Il terzo punto: la sfortuna e un mercato difficile.
Di certo, in una situazione del genere, una componente di bad luck non può mancare. Ci sono episodi della stagione che non aiutano e si collegano alla situazione degli infortuni. Basti pensare che i gialloneri hanno colpito otto legni in stagione: solo il Bayer Leverkusen ha avuto più "sfiga" in questa speciale graduatoria. E poi c'è la necessità di guardare nuovamente alcune partite: la sconfitta in casa con l'Hannover di qualche settimana è stata - in realtà - una partita dominata dal Borussia Dortmund, conclusa a favore degli ospiti dopo un assedio.
A questo va aggiunto il fatto che sostituire Robert Lewandowski con Ciro Immobile non è la stessa cosa: il primo ha portato il BVB in finale di Champions da solo contro il Real due stagioni fa, il secondo ha fatto la prima annata da 20 gol in A l'anno scorso. E sta facendo fatica a integrarsi nello scacchiere di Klopp, nonostante il tecnico sia speso tanto su di lui. L'attaccante non ha uno score da censura (6 gol in 14 partite), ma in Bundesliga non è efficace come in Europa. Un po' come il Dortmund, che ha tanto bisogno di ritrovarsi. La crisi del settimo anno è comune; superarla è il difficile.
Jürgen Klopp, 47 anni, alla settima stagione da tecnico del BVB.
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