Girone A -
Da eliminati a padroni di casa della competizione, il passo è stato improvviso: la Guinea Equatoriale ospita la seconda Coppa d'Africa nel giro di tre anni grazie alle manovre del presidente Obiang. Tuttavia, per i Nzalang Nacional sarà una competizione difficile: la squadra arriva stravolta alla rassegna, visto che recentemente c'è stato anche il cambio di tecnico. Addio ad Andoni Goikoetxea, da due anni sulla panchina della nazionale e reo di non aver ottenuto buoni risultati. Per replicare i miracolosi quarti di finale di tre anni fa è stato chiamato Esteban Becker, argentino che fino a 15 giorni fa era il d.t. della squadra. Molto si poggia su due giocatori, i più in vista: Emilio Nsue del Middlesbrough e Javier Balboa, ex Real Madrid oggi all'Estoril.
Diverso il panorama del Burkina Faso, la squadra favorita per la conquista del primo posto del girone. Anche la più rappresentativa dell'edizione del 2013: in mancanza dei campioni uscenti della Nigeria, toccherà a loro il grado più alto. Il ct è rimasto lo stesso, ovvero quel Paul Put che ha messo insieme il miracolo della finale di Johannesburg. Ci sarà Jonathan Pitroipa, MVP dell'ultima Coppa d'Africa e definito da qualcuno "il Giovinco africano" (davvero?!). L'ala dell'Al-Jazira è stata decisiva anche nelle qualificazioni, dove ha segnato in cinque delle sei partite disputate: ogni volta che il Burkina Faso realizzava almeno una rete, c'era la sua firma. In più ci sono il biondo Aristide Bancé (idolo) e i fratelli Traoré, con Bertrand in grande crescita. Il gruppo è solido e poco è cambiato: sono in forma e possono sfruttare un buon tabellone fino alle semifinali.
Anche il Gabon arriva bene a questa rassegna. Les Panthères puntano al passaggio del girone e possono farlo grazie alla presenza di uno dei giocatori migliori della competizione, quel Pierre-Emerick Aubemeyang che sarà anche il capitano della squadra. L'attaccante del Borussia Dortmund è la stella di una compagine che gioca insieme da anni. Mario Lemina dell'OM era stato convocato, ma il centrocampista ha rifiutato la chiamata del Gabon per sperare in quella della Francia in un prossimo futuro. Il ct è dal 2014 Jorge Costa, ex difensore per un ventennio del Porto: ora il lusitano ha intrapreso la carriera da international manager. Curiosità: ci sarà l'ennesimo incrocio con il Burkina Faso. Sarà la quinta sfida col Gabon negli ultimi tre anni.
La favola del Congo è sicuramente quella più bella. I Diables Rouges hanno partecipato solo sei volte alla Coppa d'Africa: nel 1972 hanno vinto, nel 1974 hanno ottenuto un onorevole 4° posto. Il Congo torna alla fase finale della competizione dopo 15 anni dall'ultima volta. E nel 2000 la squadra è uscita ai gironi dopo un punto e zero gol segnati: si dovrà e si potrà fare meglio. A ben pensarci, il Congo non avrebbe dovuto neanche esserci: la squadra era stata eliminata al secondo turno delle qualificazioni dal Ruanda, che però è stato squalificato per aver schierato irregolarmente un giocatore. Da lì la cavalcata è continuata e si è conclusa con l'eliminazione della Nigeria e il pass per Malabo. Il merito della qualificazione va sopratutto al francese Claude Le Roy, un personaggio da raccontare. Ha iniziato ad allenare in Africa dagli anni '80, quando ha portato il Camerun al titolo continentale nel 1988. Poi passaggi in Asia (sia nel sud-est che nel Medio Oriente), una capatina a Cambridge per aiutare un giovane Hervé Renard e il ruolo di advisor per il Milan nel 1996. Sarà anche alla sua settima Coppa d'Africa, ma lui non si è ancora stancato. La squadra ha anche una folta rappresentativa di giocatori in patria (8 su 23) ed è forse l'unica che può insidiare il duo favorito per il passaggio del turno.
Jonathan Pitroipa, 28 anni, MVP dell'ultima edizione e stella del Burkina Faso.
Girone B -
Anche qui la testa di serie è la squadra più debole. Lo Zambia non è più lo stesso che ha vinto la Coppa d'Africa nel 2012. Non c'è più Hervé Renard in panchina. I Chipolopolo sono ripartiti dal suo assistente Patrick Beaumelle, ma quando poi Renard ha deciso di ripartire dalla Costa d'Avorio, Beaumelle ha lasciato la carica e alla guida si è issato Honour Janza. Lo Zambia sta rinnovando: dentro i giovani, addio ai grandi vecchi come Musonda, i fratelli Katongo (con il capitano Cristopher cacciato dal training camp a ottobre scorso e mai più chiamato), Chamanga o Mbesuma. L'età-media è molto bassa, con addirittura un solo over 30, l'eccentrico portiere Mweene (se gli gira, batte i rigori e li segna). L'obiettivo è far esperienza e ripartire dal 2017.
Ben diverso l'obiettivo della Tunisia, che vuole evitare i fiaschi degli ultimi anni. I fasti della Coppa d'Africa vinta nel 2004 sono molto lontani e le Aquile di Cartagine mancano dal Mondiale del 2006. Insomma, c'è stato da lavorare. Forse però è arrivato il momento di raccogliere quei frutti: il ct George Leeskens viene da quattro anni deludenti tra Belgio e Club Brugge, però ha centrato la qualificazione facendo fuori l'Egitto e arrivando primo nel girone. A sorpresa mancheranno Ben-Hatira e Allagui, ma la squadra sembra esserci nonostante una mancanza d'esperienza: il più "presente" ha 46 apparizioni con la nazionale (pochine). Abdennour guiderà la difesa, mentre davanti c'è il materiale migliori: Khalifa, Khazri, ma sopratutto capitan Chikhaoui e l'asso Msakni. Se questi due ingranano, la qualificazione è alla portata. Più no che sì, ma vedremo cosa accadrà.
Capo Verde è un'altra squadra che può puntare alla qualificazione, ma dovrà fare più fatica rispetto all'edizione di due anni fa. Li avevamo lasciati ai quarti di finale, dove avevano impensierito persino il Ghana. Il loro passaggio del turno a sorpresa era stato accolto con una grande festa in sala stampa e il merito di quel successo era firmato dal Lúcio Antunes, artefice della crescita del calcio capoverdiano. Poi l'addio e l'arrivo di Rui Águas, da tanto tempo fermo, ma voglioso di ricominciare. I Tubarões Azuis si sono qualificati da primi nel girone F e possono essere la mina impazzita non solo del girone, ma del torneo: giocano bene, hanno entusiasmo e hanno quel che serve. Al di là dei singoli, il gruppo sarebbe potuto essere a Brasile 2014: lo schieramento di un giocatore squalificato ne ha pregiudicato la presenza ai play-off contro il Camerun. Peccato, ma possono rifarsi subito.
La squadra in quarta fascia potrebbe essere la migliore: la Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) si è qualificata come miglior terza e in realtà avrebbe meritato di più dell'ultima pot. Anche perché la squadra ha battagliato con Costa d'Avorio e Camerun nelle qualificazioni, quindi la sua presenza alla fase finale ha i tratti dell'impresa. Alla guida c'è Florent Ibengé, che ha preso la squadra dall'agosto scorso, prima che le qualificazioni iniziassero. La squadra ha qualche nome di rilievo e si fonda in parte sui giocatori locali. C'è Mongongu dell'Evian, la cerniera mediana composta da Mulumbu del WBA e Makiadi del Werder. Ma il bello è davanti: un tridente composto da Cedrick dell'Osasuna, Mbokani della Dinamo Kiev e soprauttto Bolasie del Crystal Palace. Anzi, il buon Yannick sarà una delle stelle di questa rassegna. Guardatevi qualche gara delle Eagles nel 2014-15 e capirete. Un maestro delle skills che ha imbarazzato Christian Eriksen e ha fatto questo in un'amichevole contro il Camerun. Un elastico vivente che deciderà le sorti dei Leopardi.
(continua domani...)
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