Girone C - Ghana, Algeria,
Quattro squadre che nei gironi A e B sarebbero passate tutte da prime (qualche dubbio giusto sul Sudafrica). Iniziamo dal Ghana, che è uscito deluso dal Mondiale brasiliano: il gruppo era alla portata ed è rimasto qualche rimpianto troppo. Il solo punto conquistato contro i futuri campioni del Mondo tedeschi dimostra che qualcosa di buono c'era. Poi la cacciata del ct Appiah e l'arrivo di Avram Grant, che si butta nel mondo dell'international managing. L'ex tecnico Chelsea e Portsmouth è tuttora anche d.t. dei thailandesi del BEC Tero Sasana, ma ha trovato modo di iniziare questa nuova avventura. Il Ghana è una squadra promettente, con sempre nuovi giovani che si affacciano in prima squadra (Baba, Acheampong, Amartey). Eppure i "vecchi" hanno al massimo 25-26 anni. Tuttavia, il riferimento rimane Gyan Asamoah: il capitano delle Black Stars è alla sua quinta Coppa d'Africa e stavolta vuole vincerla. Se passasse il girone, il Ghana ha delle buone possibilità, nonostante l'addio ai grandi vecchi (Essien e Muntari) e agli opportunisti (Kevin-Prince Boateng). Nelle top 4 nelle ultime quattro edizioni, il Ghana non vince la rassegna dal 1982.
Chi è uscito alla grande dal Mondiale è stata l'Algeria: il Mondiale della truppa di Vahid Halilhodžić è stato straordinario e le Volpi del Deserto sono state forse la squadra che ha fatto più soffrire la Germania nel suo cammino verso il titolo. Dopo il grande exploit brasiliano, è arrivato Christian Gourcuff, reduce dal miracolo Lorient. Il francese non ha cambiato molto, ha solo dato un gioco più spettacolare alla quadrata Algeria: risultato riuscito, visto il primo posto nelle qualificazioni e lo status di favorita principe. Anche qui il titolo manca dall'edizione casalinga del 1990. E nelle ultime cinque edizioni - se escludiamo il 4° posto del 2010 - ci sono state solo delusioni. Tempo di riprendersi perciò, tramite un gruppo solido e che può contare sul miglior giocatore africano del momento: Yacine Brahimi, che sta facendo meraviglie al Porto. Insieme a lui M'Bolhi, Ghoulam, Feghouli, Djabou, Slimani e Soudani. Insomma, un gruppo che promette bene.
Il Sudafrica riparte forse con la compagine più rinnovata rispetto a due anni fa. Gli eroi che hanno fatto l'epoca del Mondiale e della Confederations Cup sono quasi tutti andati via: addio al bomber Mphela, al portierone Khune, al centrale Khumalo, agli esperti Tshabalala e Dikgacoi. Mettiamoci anche la morte di Senzo Meyiwa, storico portiere degli Orlando Pirates assassinato nell'ottobre scorso, e il quadro è completo. Solo tre dei 23 del Mondiale 2010 sono ancora in squadra. E il cambio nei Bafana Bafana è stato deciso dal suo nuovo ct, quell'Ephraim Mashaba che aveva già guidato la nazionale e che nell'ultimo quadriennio si era diviso tra l'U-23 e l'U-17. Nominato nel luglio scorso, ha fatto tabula rasa e ha avuto ragione: il Sudafrica ha eliminato la Nigeria e ora è a Malabo. Si punta sulle nuove leve e su un gruppo formato da giocatori militanti in patria (18 su 23). Il passaggio del turno sembra impossibile, ma sarà tutta esperienza guadagnata per il futuro.
La quarta fascia regala anche il ritorno del Senegal in Coppa d'Africa: i Leoni del Teranga riabbracciano la fase finale della rassegna dopo tre anni, ma pescano l'ennesimo sorteggio ingrato. La squadra di Alain Giresse ha fatto un buon cammino di qualificazione, eliminando l'Egitto, ma arriva in Guinea Equatoriale senza due giocatori fondamentali. Il primo è il capitano Mohamed Diamé, infortunato; il secondo è Demba Ba, inspiegabilmente fuori per scelta tecnica. La compagine senegalese è forte e può vantare uno degli arsenali offensivi migliori di tutta l'Africa: Diafra Sakho, Mané, Diouf, N'Doye, Sow e sopratutto Papiss Demba Cissé, rinato negli ultimi tempi a Newcastle. La qualificazione rimane complicata, ma con un ottimo rendimento davanti tutto è possibile.
Yacine Brahimi, 24 anni, stella del calcio africano e dell'Algeria.
Girone D - Costa d'Avorio,
Questo è un altro girone complicato: tre squadre per la qualificazione, l'altra tenta il miracolo. La Costa d'Avorio si lecca ancora dal maledetto Mondiale di sei mesi fa: il suicidio contro la Grecia rimarrà impresso come esempio di auto-flagellazione calcistico. Dopo quella gara, Sabri Lamouchi si è dimesso e la federazione si è rivolta a chi di miracoli se ne intende: Hervé Renard ha vinto una Coppa d'Africa nel 2012 con lo Zambia e l'ha conquistata proprio contro la Costa d'Avorio ai rigori. Nelle qualificazioni ci sono stati un paio di passaggi a vuoto, ma chissà se non sia proprio il tecnico francese l'uomo giusto per spezzare la maledizione ivoriana in Coppa d'Africa. Detto addio a Didier Drogba, gli Elefanti ripartono con alcuni grandi vecchi e con un reparto avanzato di tutto rispetto (stile Senegal): non tutti hanno davanti Bony, Lacina Traoré, Doumbia, Gervinho e Salomon Kalou. Mettiamoci anche Yaya Touré ed è ovvio che siano tra i favoriti: va verificata la chimica di squadra.
Il Mali viene invece da due terzi posti tra 2012 e 2013: il desiderio è di replicare il rendimento degli ultimi anni. Strano che una squadra così forte non abbia mai avuto una reale chance di andare ai Mondiali. Eppure il Mali ha rischiato di non esserci a questa Coppa d'Africa: senza lo 0-0 del Malawi (che invece avrebbe dovuto vincere) in Etiopia, le Aquile non sarebbero in Guinea Equatoriale. La compagine guidata dal polacco Kasperczak (già alla guida del Mali un decennio fa) si regge ancora sull'esperienza del capitano Seydou Keita e sui gol del duo Diabaté-Yatabaré.
Il Camerun a giugno sembrava finito. Arrivata ultima al Mondiale brasiliano e penultima in quello sudafricano, la squadra era vittima di molti giochi di potere all'interno della federazione e dello strapotere nello spogliatoio di gente come Samuel Eto'o. L'attaccante dell'Everton è sicuramente uno dei migliori giocatori africani della storia, ma ha causato spesso gran trambusto dentro la sua nazionale. Quando c'è stato l'addio di Eto'o al Camerun quest'estate, è cambiato tutto. E questo è avvenuto nonostante Volker Finke sia rimasto al suo posto. Le qualificazioni sono andate benissimo e il Camerun torna in Coppa d'Africa dopo cinque anni. I Leoni Indomabili possono contare su un mix tra giocatori esperti (N'Koulou, Chedjou, capitan M'Bia e Choupo-Moting) e ragazzi giovani e terribili (Aboubakar, N'Jie e i catalani Ondoa e Bagnack). Saranno una squadra molto interessante da osservare.
Infine, c'è la Guinea: chance di passare zero, ma c'è la felicità di esser tornati nella massima rassegna continentale. Il ct Michel Dussuyer è un esperto del calcio africano: ha portato il Benin alla Coppa d'Africa del 2010 e ha già guidato la Guinea in altre due esperienze continentali. Questo è il suo terzo mandato con i Syli Nationale e l'obiettivo è continuare a crescere. Lo si capisce dai convocati: ci sono ben sei U-21 e undici U-23. Le stelle sono facili da trovare: l'ex milanista Kévin Constant, Mohamed Yattara dell'OL e sopratutto Ibrahima Traoré del Borussia Mönchengladbach.
Vincent Aboubakar, 24 anni, attaccante principe del Camerun.
I pronostici sopra descritti formerebbero questi quarti di finale, con un paio di sfide molto, molto interessanti:
Burkina Faso-DR Congo | Camerun-Ghana
Capo Verde-Gabon | Algeria-Costa d'Avorio
Burkina Faso-Camerun | Capo Verde-Algeria
A quel punto ci sarebbe la finale tra la squadra allenata da Christian Gourcuff e quella condotta da Volker Finke. Inutile dire che la Coppa d'Africa - tra le diverse competizioni continentali - è quella a più grande rischio di fallimento nelle previsioni. La ragione è semplice: non c'è mai stata (né forse mai ci sarà) una nazionale in grado di confermarsi al vertice per quarant'anni nel Continente Nero. Troppi cambiamenti, troppe difficoltà a livello nazionale (basta pensare al caso Egitto degli anni 2000). Ergo godetevi questa Coppa d'Africa: se qualcuno emergerà, potrebbe durare il tempo di una stella cadente.
Hervé Renard, 46 anni, spezzerà la maledizione ivoriana?
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