Ci sarebbero tanti punti da rivedere. Non scopriamo oggi che la Fifa sia un'organizzazione dai mille problemi: corruzione, malaffare, clientelismo, disordine. Io stesso vi avevo parlato dei problemi su Qatar 2022 nel luglio 2013, quando l'evento era ancora in dubbio e il processo d'assegnazione reversibile. E il Mondiale brasiliano ha dimostrato come anche in un paese ben organizzato tanti problemi possono sorgere, specie se non si ha il supporto della volontà popolare. Tuttavia, a sette anni dal Mondiale qatariota, sembra giusto sviscerare più attentamente quanto sta accadendo in questi giorni.
Da un punto di vista squisitamente tecnico, organizzare la Coppa del Mondo in Qatar ha lo stesso valore che organizzarla in Niger o in Guatemala: la squadra non è assolutamente pronta. Se volete una dimostrazione recente di quanto vi sto dicendo, guardate la performance del Qatar nell'ultima Coppa d'Asia: tre sconfitte, due gol fatti, sette subiti. Non è solo una squadra inesperta, non è neanche tra le migliori della parte araba del continente. Gli Emirati Arabi Uniti, la Giordania e l'Arabia Saudita sono squadre nettamente superiori. E non sto parlando di una rassegna che ha avuto luogo anni fa, ma nel gennaio 2015. Difficile capire come questo parco giocatori possa migliorare in sette anni, anche perché non credo che una vittoria dell'U-19 a livello continentale basti per migliorare il proprio tasso tecnico.
Michael J. Garcia, l'autore del Garcia Report per conto della Fifa.
Per non parlare della data di questo Mondiale: solitamente si gioca d'estate, ma la Fifa - per ovviare al problema del caldo - ha proposto un periodo compreso tra novembre e dicembre 2022. Una follia per diversi motivi. Primo: si rivoluzionerebbe un intero calendario. L'Australia subirebbe lo spostamento dell'A-League, mentre la Premier League è pronta a far causa alla Fifa per i soldi persi nel Boxing Day e a Natale. Secondo: a gennaio 2023 si dovrebbero giocare Coppa d'Asia e Coppa d'Africa. Cosa facciamo, Giappone e Ghana giocano Mondiale e rassegna continentale in tre mesi, rubando i giocatori ai rispettivi club per 90 giorni?
Si pensa di ospitare la Coppa d'Africa 2023 in Guinea durante l'estate. Ma se c'è un problema di caldo per il Mondiale qatariota, non credo che in Guinea farà meno caldo. Anche perché c'è un piccolo dettaglio: a giugno in Guinea parte la stagione dei monsoni! Inoltre, spostando queste due competizioni in estate, si creerebbe un affollamento intercontinentale: così facendo, l'estate 2023 vedrebbe quattro competizioni continentali (si aggiungerebbero anche la Gold Cup e la Copa America)! Terzo: l'estate è il momento ideale per giocare un Mondiale, quando la stagione volge al termine. Giocarlo in mezzo all'anno non avrebbe molto senso.
Ci sono anche altri due problemi. Il primo riguarda un'investigazione sulle modalità con il quale il Qatar ha conquistato l'ambito evento c'è stata. Il Garcia Report - redatto da Michael J. Garcia in due anni - ha voluto scavare in questo torbido affare. Garcia non ha potuto sentire Mohammed bin Hammam, ex-vice di Blatter e autore di molti atti di corruzione nel favorire il Qatar. Un report zoppo, senza aiuti e che avrebbe tentato di investigare anche sull'assegnazione alla Russia del Mondiale 2018.
La redazione finale di Hans-Joachim Eckert, capo della commissione etica della Fifa, ha lasciato Garcia interdetto, anche perché sono state pubblicate solo le conclusioni di Eckert e non l'intero report. Secondo Eckert, Russia e Qatar hanno la facoltà di ospitare rispettivamente i Mondiali del 2018 e del 2022, sebbene venga precisato come l'indagine non è stata completa (alcuni account email distrutti, impossibile l'accesso alla Russia per Garcia, etc.). La Germania voleva la pubblicazione dell'intero report e la Fifa è arrivata addirittura a denunciare sé stessa alla polizia svizzera. Garcia si è poi dimesso (sentendosi giustamente preso in giro) dal comitato etico della Fifa e ora tutti ci ritroviamo a brancolare nel buio. Esattamente come due anni fa.
Il secondo problema non è di poco conto: nonostante il petrolio sul quale galleggia, secondo Bloomberg il Qatar avrebbe chiesto - nell'aprile del 2013 - di tagliare le location del Mondiale da 12 a 8-9. Questo perché i costi della manifestazione stanno di gran lunga superando i 95 miliardi di dollari previsti.
Like, that is quite a lot of dead workers for a football competition that's 7 years away. pic.twitter.com/ZYO4DZpCgK
— ~ (@daniel_barker) 24 Febbraio 2015
Come ci ricorda Daniel Barker su Twitter, però, il fatto più grave è che molta gente stia morendo per organizzare questo Mondiale. Il documentario dell'Espn all'inizio dell'articolo mostra come in realtà il governo qatariota stia coprendo queste morti - giunte a quota 1200 nel febbraio di quest'anno - con la causa di "attacco cardiaco". Lo fa addirittura contattando le ambasciate, costringendole a negare le vere cause dietro le morti dei loro connazionali. Il Qatar sta sfruttando le parti più povere del mondo - India, Nepal, Pakistan e altri paesi del sud asiatico - per farle lavorare a condizioni disumane e paghe ridicole. Come ha detto John Oliver qualche mese fa: «L'organizzazione del Mondiale 2022 rischia di essere la più grande costruzione mortale dopo la realizzazione delle piramidi in Egitto».
Eppure nulla cambia. A breve si terranno le elezioni della presidenza Uefa, dove Michel Platini è l'unico candidato per la tornata elettorale del 24 marzo prossimo. Non si è fatto neanche lo sforzo di proporre un avversario. E nonostante i tanti screzi con Blatter, alla fine entrambi si sono trovati d'accordo sul giocare il Mondiale 2022 d'inverno, con buona pace dei club che si lamentano. Platini si prepara al terzo mandato (è presidente dal 2007) e ha già pronto l'Europeo itinerante nel 2020: un'idiozia senza precedenti. Così come il Fair-Play Finanziario, del quale stiamo aspettando la scure sui grandi club, mentre Rayo Vallecano e Malaga hanno dovuto rinunciare alla qualificazione all'Europa League 2013-14.
Per non parlare delle elezioni per la presidenza Fifa. Quelle del 29 maggio prossimo vedranno Sepp Blatter fronteggiare qualche avversario: Michael van Praag, presidente della federazione olandese ed ex patron dell'Ajax; Luis Figo, ex stella del calcio portoghese e scandalizzato dalla mancata pubblicazione del Garcia Report; infine, il principe giordano Ali Bin Al-Hussein, già vice-presidente Fifa e voglioso di sfidare l'attuale numero uno. Personalmente sarei a favore degli ultimi due, ma Rumenigge ha riassunto per tutti il quadro vigente: «Finché Blatter si candiderà, vincerà. Ha una base di potere troppo forte». Del resto, 17 anni da numero uno della più importante organizzazione calcistica si può spiegare solo così.
Mi rendo conto che noi tifosi abbiamo veramente poco potere in mano. Ed è un peccato, perché sarebbe bello coinvolgere i supporters di tutto il mondo nelle decisioni del calcio mondiale. Una sorta di parlamento del pallone, in grado di portare le giuste domande a chi comanda nei piani alti del calcio. Invece, siamo di fronte alle solite farse. E quel che è peggio è che ci prepariamo ad altri anni di prese in giro, quando ci sarebbe invece tanto da sistemare in questo mondo del calcio così confusionario.
Probabilmente è una follia, ma ci sarebbe da lanciare un hashtag: #BoycottQatar2022. I tifosi non vogliono il Mondiale lì. E un Mondiale senza tifosi, non sarà bello. Su questo non ci sono dubbi. Se la Fifa intende regolarizzare questa follia - per altro nelle maniere che già conosciamo - io non ci sto. Spero che tanti la pensino come me. Amo i Mondiali: credo siano la manifestazione sportiva più bella insieme alle Olimpiadi. Tuttavia, il pensiero di accendere la tv e dare legittimazione al comportamento di coloro che hanno così tanti morti sulle spalle è un peso troppo grande da sopportare.
La Coppa del Mondo 2022 si svolgerà in Qatar. O forse no?
Nessun commento:
Posta un commento