20.3.15

Man of dreams.

Come primo anno non c'è male. All'esordio nel campionato più bello del mondo, Dušan Tadić si sta rivelando una pedina importante per il Southampton dei miracoli di Ronald Koeman. I Saints sono al sesto posto in classifica a pari merito con il Tottenham e domenica, con un rigore trasformato, il serbo ha permesso anche di strappare un punto sul campo del Chelsea capolista.

Tadić dopo il gol decisivo a Old Trafford per la vittoria dei Saints.

Un talento che è sempre stato interessante. Classe '88, Tadić è cresciuto nel Vodjovina, uno dei pochi talenti - insieme a Branislav Ivanović - a esser uscito da un vivaio serbo che non fosse quello del Partizan o della Stella Rossa di Belgrado. Dopo quattro anni, l'arrivo in Olanda, dove Tadić ha trascorso un altro quadriennio: due anni al Groningen, altrettanti al Twente, dove il serbo è stato la stella indiscussa dell'ultima stagione in Eredivisie. Basti pensare che ha realizzato 16 gol (quarto in classifica cannonieri) e fornito 14 assist (leader della graduatoria) con la maglia del club di Enschede nel 2013-14.
Quest'estate è arrivato il passaggio al Southampton, che ha speso quasi 14 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni di Tadić. Un'esplicita richiesta di Rambo Koeman, arrivato alla guida dei Saints dal Feyenoord. Nell'Hampshire si tremava all'idea di perdere tutti i gioielli (di cui vi ho parlato qui): in una sola estate il Southampton ha stabilito il singolare record delle quattro cessioni più remunerative nella storia del club. Tra giugno e agosto il trio composto da capitan Lallana, Lovren e Lambert ha lasciato il St. Mary, destinati a Liverpool per una somma complessiva di poco più di 60 milioni di euro. A queste, vanno aggiunte le partenze di Luke Shaw (al Manchester United per 40 milioni) e Callum Chambers (passato all'Arsenal per 20 milioni).
Il tecnico olandese è stato bravo a ricostruire: ha portato con sé Graziano Pellè dal Feyenoord, ha trattenuto Schneiderlin e in più sono arrivati tanti nuovi giocatori. Tra questi, Tadić è quello che più si è distinto in quest'annata inglese per continuità e classe: con quattro gol e otto assist, il serbo ha messo la firma su 12 dei 40 gol dei Saints (il 30%). In più, Tadić ha segnato le sue reti contro Arsenal, Chelsea e persino all'Old Trafford, dove un suo gol ha consentito al Southampton di tornare a vincere in casa del Manchester United dopo 27 anni.
Incredibile come anche Tadić venga da un paese così talentuoso, ma così povero di risultati come la Serbia. La nazionale guidata oggi dal ct Radovan Ćurčić può contare sul talento dell'ala del Southampton, ma manca di continuità. Da sempre i serbi fanno fatica quando arrivano i momenti importanti, specie nell'ultimo decennio: ricordate il Mondiale 2010? Eppure, Tadić - 29 presenze e sei reti con la nazionale - ha ricordato recentemente: «Perdere una partita di calcio in Serbia è come morire».


Il contributo di Tadić alla stagione del Southampton è stato notevole. Il serbo se la cava bene sopratutto quando può spaziare sulla fascia: mancino che può giocare su entrambi i lati, l'ex Twente preferisce comunque partire da sinistra. In quella posizione ha tirato fuori le prestazioni migliori del suo primo anno inglese. E in quanto a media di passaggi-chiave, il serbo è quasi nella top 10 dell'intero campionato, nonché uno dei primi 20 centrocampisti in Europa per questa particolare categoria.
Una capacità - quella di svariare per tutto il fronte offensiva - imparata negli anni in Olanda. Johan Crujiff diceva che un giocatore tiene la palla in media per tre minuti; ergo conta quanto fa nei restanti 87 senza la sfera tra i piedi. Un principio che Tadić ha fatto suo: «Quando non hai la palla, devi essere un killer e lottare duramente. Quando invece hai la palla, devi esser creativo e usare la testa». E lo si vede in questo suo primo anno in Premier League, dove spesso l'ex  Twente si concede qualche finezza, ma non per puro scopo estetico.
Il Southampton non viaggiava in queste posizioni dal 1988-89 con Chris Nicholl come allenatore, quando i Saints arrivarono settimi a fine campionato nell'allora First Division. Da allora sono arrivate due retrocessioni, due promozioni e due ottavi posti (uno l'anno scorso con Pochettino, l'altro con Strachan nel 2002-03). L'ultima partecipazione europea del club risale al 2003-04, l'ultima vittoria in Europa addirittura nel 1981-82. E allora non sarà il caso di rivedere questi record antiquati? Con l'uomo di Bačka Topola, tutto è possibile.

Dušan Tadić, 26 anni, protagonista del Southampton di Koeman.

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