Ralph Hasenhüttl, 47 anni, manager del club e l'uomo della promozione.
Già, perché l'FC Ingolstadt ha rapidamente scalato la piramide del calcio tedesco e i progressi erano sotto gli occhi di tutti. Il club è nato nel 2004 dalla fusione dell'ESV e del MTV, le due formazioni della città fino a metà anni 2000. L'ESV Ingolstadt ha giocato anche in Zweite, ma a quei tempi ha rischiato la sparizione per una difficile situazione economica; diversa la sorte del MTV, che non si è sciolto e oggi milita in decima serie. Uno dei club più antichi del calcio tedesco (nato nel 1881) e polisportiva di valore, il MTV è arrivato in quarta divisione nel 2004.
Proprio da quella categoria è partita la storia dell'FC Ingolstadt 04. La crescita del club è stata velocissima: sotto la guida di Jürgen Press, in quattro anni i rossoneri sono passati dalla quarta serie alla Zweite Bundesliga, proprio nel momento in cui entrava in circolo la riforma del calcio tedesco. La prima apparizione in seconda divisione è stata breve, con l'immediata retrocessione. Tuttavia, l'FC Ingolstadt è tornato subito in Zweite dopo un doppio spareggio con l'Hansa Rostock. Il club è rimasto lì, fino a ieri pomeriggio.
La fortuna sta anche nell'avere una compagnia come l'Audi alle proprie spalle, che a Ingolstadt ha il proprio quartiere generale dal 1964. A oggi nel CdA della società ci sono diversi ex membri della compagnia automobilistica; quest'ultima è anche lo sponsor del club bavarese. In questo quadro va aggiunto che il nuovo stadio - l'Audi Sportpark, un impianto da 15 mila posti costato venti milioni di euro e aperto nel 2010 - è stato finanziato dalla GmbH dell'Audi (una società a garanzia limitata, perché le società per azioni sono più complicate da gestire in Germania), che dal 2013 ha rilevato le quote di maggioranza del club.
Il 2014-15 è l'anno della definitiva esplosione. Dopo quattro salvezze tranquille, il club vuole puntare più in alto. Forse però nessuno si aspettava un miglioramento del genere. Va elogiato il lavoro del d.s. Thomas Linke la scorsa estate, ex giocatore del Bayern Monaco. Proprio lui, che sa come arrivare alla vetta, ha costruito un'ottima squadra. Il club ha comprato a titolo definitivo Da Costa dal Bayer Leverkusen e sono arrivati l'austriaco Hinterseer e il ceco Pekhart per rinforzare l'attacco. Sopratutto, l'acquisto di Mathew Leckie - australiano dal piede veloce e reduce da un ottimo Mondiale - ha fatto la differenza. Ottima la mossa di prenderlo prima della rassegna brasiliana, dove il suo prezzo è arrivato fino a 10 milioni di euro.
Il campionato è stato un trinofo. Dopo le prime giornate combattute, l'FC Ingolstadt ha vinto per 1-0 in casa del Karlsruher: presa la testa della classifica, non l'ha più mollata per il resto della stagione. Inoltre, il club bavarese ha stabilito un primato in Zweite, rimanendo imbattuti per un anno in trasferta (una striscia di 20 gare consecutive). Con il 2-1 al RB Lipsia di ieri pomeriggio, è arrivata la storica promozione. La rimonta firmata dalle reti di Leckie e Lex è valsa anche la vittoria del campionato con una giornata d'anticipo.
Alla guida di questo gruppo c'è Ralph Hasenhüttl, tecnico 47enne che si è tolto una grossa soddisfazione. Ex nazionale austriaco, da attaccante ha finito la sua carriera nella squadra riserve del Bayern Monaco. Sulla panchina dell'Ingolstadt dall'ottobre 2013 dopo i miracoli con l'Aalen, l'anno scorso ha fatto un po' d'apprendistato salvandosi molto bene. Ieri la grande gioia per la seconda promozione personale: «Sensazionale, non pensavo potesse accadere per davvero. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto».
Ora lo Stoccarda - immischiato nella folle corsa-salvezza in Bundesliga - pensa a lui per il futuro, ma l'allenatore austriaco dovrebbe rimanere a Ingolstadt. E pensare che la scorsa settimana era tutto pronto per festeggiare, ma la sconfitta per 3-1 sul campo del Bochum ha costretto a rinviare la grande gioia per l'arrivo nella massima serie. Per Hasenhüttl conta il gruppo prima dei singoli. Lo dimostra anche la classifica cannonieri, dove non c'è un giocatore dell'Ingolstadt in doppia cifra (Hinterseer e Lex sono a quota nove, ma c'è l'ultima giornata per rimediare).
Tuttavia, se c'è un giocatore che si è distinto in questa stagione, non c'è dubbio che sia Pascal Groß. Numero 10 dell'Ingolstadt, Groß è cresciuto nel vivaio dell'Hoffenheim e ha già giocato in Bundesliga proprio con la maglia dei Blau-weiß, ma alla fine il club che l'ha lanciato non gli ha mai dato una grossa fiducia. Così lui è passato prima al Karlsruher in 3. Liga, poi all'Ingolstadt. Da lì una crescita costante: quest'anno il suo score è di 15 assist e sette reti. Ha contribuito a 22 gol della sua squadra: un piccolo Kevin de Bruyne. Solo Niederlechner dell'Heidenheim è stato decisivo come lui in Zweite.
L'anno prossimo sarà la prima volta dell'Ingolstadt in Bundesliga. La prima volta dei derby bavaresi con il Bayern Monaco, ma sopratutto con l'Augsburg, squadra con la quale si è sviluppata una certa rivalità nel passare degli anni. La prima volta dell'Audi Sportpark tra gli impianti della massima serie tedesca. Bisognerà cercare di non smontare quanto costruito. La crescita dell'FC Ingolstadt è veloce come quella di un'auto da corsa. Praticamente come... un Audi.
Pascal Groß, 23 anni, numero 10 e assist-man della squadra.
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