Ruiz con la maglia del Costa Rica: un gran Mondiale per lui.
E pensare che questo classe '85 avrebbe potuto avere avuto di più dalla sua carriera rispetto a quanto ha ottenuto finora. Cresciuto nell'Alajuelense, Ruiz si è fatto conoscere presto in Costa Rica, quando aveva appena vent'anni e formava un ottimo attacco in patria. Soprannominato La Comandreja (la donnola, per il suo profilo facciale), con l'Alajuelense ha vinto anche una Champions League nord-centroamericana.
A quel punto, Ruiz si è poi trasferito nel 2006 in Belgio, precisamente al Gent. Dopo una prima stagione di apprendistato, il costaricense diventa persino il capitano del club. Non passa molto prima che lo noti il Twente, che lo porta in Olanda nel 2009. Costo dell'operazione di cinque milioni di euro, anche se lo Zenit era arrivato a offrirne persino otto.
Anche in Eredivisie l'impatto è devastante, più che in Belgio. Al primo anno col Twente diventa campione d'Olanda, segnando anche il gol d'apertura nella partita che regala il titolo. La sua è una stagione d'esordio fantastica: 24 gol e 18 assist. Meglio di lui fa solo un certo Luis Suárez, bomber dell'Ajax. Con il Twente ha vinto anche una coppa e due supercoppe d'Olanda.
Nell'estate del 2011 tenta il salto in Inghilterra: il Fulham lo paga otto milioni di euro, mentre lui gioca ma non convince come in Olanda. Quando gli infortuni cominciano a perseguitarlo e Martin Jol viene esonerato, la sua avventura ai Cottagers è virtualmente finita. Il prestito al PSV regala un nuovo giocatore, pronto per la Coppa del Mondo 2014.
Nel Costa Rica dello straordinario ct Pinto, Bryan Ruiz aveva una doppia possibilità: centravanti di uno schieramento più coperto o cerniera fra centrocampo e l'unica punta Joel Campbell. Due reti (una contro l'Italia, l'altra contro la Grecia) e tanto lavoro sporco che l'hanno reso uno degli elementi più interessanti della competizione.
Nonostante i quarti raggiunti con il Costa Rica, il ritorno al Fulham non l'ha aiutato: con il club relegato in Championship, a Londra hanno provato ad aspettarlo. Eppure lui è uno capace di segnare gol così. Ma il club ha vissuto una pessima annata, specie dopo un inizio disastroso di campionato. Si era anche deciso di lasciar andare il capitano costaricense, ma alla fine l'affare invernale con il Levante non è andato in porto.
Un peccato che alla delusione di club si sia aggiunta quella della nazionale. Il Costa Rica si è presentato all'ultima Gold Cup senza Keylor Navas, Oviedo e Duarte, ottenendo tre pareggi nella fase a gironi. Passati solo per la regola dei terzi posti, i Ticos del ct Wanchope hanno tenuto il Messico fermo sullo 0-0 per 120 minuti, salvo capitolare sul rigore di Guardado.
Ora Ruiz può ricominciare con uno spirito più positivo. La Primeira Liga è un campionato che può mettere in risalto le sue enormi doti tattiche e tecniche. Condottiero silenzioso, il costaricense è quello che serve allo Sporting, che potrebbe perdere l'algerino Slimani, ma ha acquistato di recente il colombiano Teo Gutiérrez.
Per altro allo Sporting Lisbona si fidano ciecamente di lui, se è vero - com'è vero - che i Leoni hanno posto su Ruiz una clausola rescissoria di 60 milioni di euro. Un modo per cautelarsi finanziariamente, ma la strategia è quella giusta. L'attaccante ha firmato un contratto fino al giugno 2018, quando avrà 32 anni e sarà pronto (magari) per il prossimo Mondiale russo.
Intanto l'attaccante ha voglia di mettersi alla prova in Portogallo. Intervistato da A Bola, Ruiz ha espresso le sue sensazioni: «Sono un po' nervoso, ma in maniera positiva. Sono ansioso di iniziare quest'avventura. Lo Sporting è un grande club europeo, sono contento di avere questa chance. Dopo l'esperienza al Fulham, è il miglior trasferimento potessi ottenere». È tempo di ricominciare: Ruiz sarà uno dei giocatori da guardare nella prossima annata.
Nessun commento:
Posta un commento