7.7.16

True hero.

La notizia dev'esser passata inosservata, ma io sono un amante di certe storie. Quelle che trasudano non solo passione, ma anche appartenenza. Anzi, soprattutto amore per quanto si è fatto. E non si può che notare questi tratti in Daniel Agger, che è stato un ottimo giocatore, ma che forse si è rivelato un uomo d'onore per tempi così lascivi. Da qualche settimana, è un ex giocatore.

Agger con la maglia del Liverpool: otto anni indimenticabili.

Ha sorpreso un po' tutti con quell'annuncio. Massì, mi ritiro. Perché quello che volevo dalla mia carriera l'ho ottenuto: magari non avrò alzato una Champions o avrò giocato poco calcio internazionale con la mia Danimarca, ma sono fiero di quanto ho fatto. E ho chiuso con la stessa maglia con la quale ho iniziato: sono stato persino capitano. Cosa volere di più?
Già, perché Daniel Agger è sempre stato (e sarà) un tifoso del Brøndbyernes Idrætsforening, che noi conosciamo più facilmente come Brøndby. Lì è cresciuto per otto anni nelle giovanili, prima di esordire nel 2004 sotto Michael Laudrup e farsi notare dagli osservatori europei. Agger diventa una colonna della squadra che vince il campionato nel 2004/05.
Purtroppo quello sarà l'ultimo alloro nazionale del Brøndby, che non ha più vinto la Superliga danese da quella stagione. Il giovane Agger - pluri-premiato e nominato "talento dell'anno" dai suoi colleghi - ha sostituito Andreas Jakobsson, che si è trasferito in Inghilterra, precisamente al Southampton. Un percorso che si prepara a fare anche Agger.
A Liverpool sono interessati: il giocatore piace molto a Rafa Benitez, che lo strappa al Brøndby per sette milioni di euro nel gennaio 2006. Una somma che lo renderà la vendita più redditizia del calcio danese di club. Un infortunio lo tiene fermo qualche tempo, ma ci vuole perché il danese si prenda i galloni da titolari e faccia innamorare i tifosi Reds.
Già dal 2006/07 diventa non solo amato, ma anche fondamentale. Superato nelle gerarchie un senatore come Sami Hyypiä, Agger prende in mano la squadra, aiutandola a raggiungere la finale di Champions League, poi persa ad Atene contro il Milan. Giocatore con notevoli fondamentali tecnici, il danese prolunga il contratto con il Liverpool fino al maggio 2014.
Nonostante i tanti acquisti da parte del club (tra cui soprattutto Martin Škrtel), Agger è sempre riuscito a ritagliarsi un suo spazio. Non è un caso che nonostante l'addio di Benitez e l'arrivo - in successione - di Daglish, Hogdson e Rodgers nulla sia cambiato per lui. Alla fine, le presenze in otto anni e mezzo con il Liverpool sono state 232.
L'amore della piazza per lui è stato confermato anche dalla scelta di nominarlo vice-capitano quando Jamie Carragher si è ritirato alla fine del 2012/13. Tuttavia, il rapporto con Brendan Rodgers non è stato dei migliori e alla fine Agger ha deciso di lasciare Liverpool. NONOSTANTE quel YNWA inciso sulle nocche della sua mano destra.


Il richiamo di casa ha avuto la meglio. Agger ha fatto di tutto per tornare al Brøndby, arrivando addirittura a decurtarsi pesantemente l'ingaggio per permettere al club del suo cuore di riportarlo in Danimarca a soli 29 anni. Il peccato è che il Brøndby non abbia vinto nulla in questi due anni, perché le gerarchie del calcio danese sono cambiate.
Anche la nazionale, forse, rappresenta un piccolo rimpianto. Mai paragonabile a quello targato Brøndby, sia ben chiaro. In undici anni di Danimarca, Agger ha giocato un Mondiale e un Europeo, venendo eliminato in entrambi i casi al girone. Due volte giocatore danese dell'anno, il difensore ha comunque lasciato un'impronta.
Non ha vinto tanto (quattro trofei, due in Danimarca e due in Inghilterra), ma Daniel Agger non ne ha mai fatto una questione di vittorie. La sua carriera non è solo sul campo di calcio, ma anche come tattoo artist, come quelli che ricoprono il suo corpo. Agger ha persino contribuito affinché la Danimarca disputasse la Homeless World Cup nel settembre 2014.
Scaduto il biennale con il Brøndby, Agger ha deciso di dire basta e ritirarsi. Una scelta strana a 31 anni, ma giustificata: «Credo sia il momento giusto per fermarsi. Ho lasciato Liverpool perché il rapporto con Rodgers non era granché, troppa distanza tra di noi. Sono contento di quello che sono riuscito a fare nella mia carriera».
Oddio, io un ultimo sogno per Agger l'avrei: a breve ci saranno le Olimpiadi di Rio e la Danimarca è qualificata grazie alla finale raggiunta nell'ultimo Europeo U-21, poi persa 4-0 contro la Svezia. E se Daniel salutasse tutti da capitano a Rio, suggellando una carriera di rilievo? Improbabile, però possiamo già definirlo un eroe vero in un calcio che forse non riconosciamo più.

Daniel Agger, 31 anni, si ritira dopo due anni al Brøndby.

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