Tante cose si potrebbero dire alla gestione friulana. Ma la filosofia dell'Udinese è ben nota e non cambia per un preliminare di Champions, come dimostrato già l'anno scorso con l'Arsenal. E se l'anno scorso l'Udinese era nettamente sfavorita, quest'anno è stata solo sfortunata, anche se il Braga ha meritato nei 210' complessivi.
Adesso? Si riparte. La stagione vede sei squadre italiane al via delle coppe europee e forse c'è la possibilità di risalire un po' la china nel ranking. C'è chi vive la stagione successiva come quella del possibile sorpasso da parte del Portogallo e della Francia. Se c'è qualche ragione di preoccupazione riguardo i lusitani, non ce ne possono essere per i francesi, che hanno tre squadre in Champions, ma poche chances di andare lontano in entrambe le coppe (il PSG è l'unica eccezione). L'imperativo per l'Italia è uno solo: fare bene in Europa League, dato che si è perso il terzo posto nel ranking europeo grazie ai pessimi risultati nella seconda competizione europea.
Palline che rotolano: sono state benevole per Juve e Milan in Champions.
Ora è tutto molto cambiato; i successi delle squadre italiane nelle coppe europee si limitano alla Champions, con due trofei del Milan ed uno dell'Inter. Ma le delusioni non sono mancate. Guardando gli ultimi cinque anni, che formano il punteggio nel ranking, il biennio 2008-2010 è stata una mazzata, con solo l'Inter a salvarci dalla retrocessione anticipata di un anno nel ranking. E la situazione non è migliorata dopo: Sampdoria ed Udinese (due volte) sono uscite ai preliminari, spesso con situazioni sfortunate. Il top, dopo il trionfo interista, sono stati i quarti raggiunti dal Milan l'anno scorso, prima di essere eliminati dal Barcellona. Come quelli a cui era arrivata anche l'Inter nella stagione precedente, prima di farsi "mazziare" dallo Schalke 04. Ora tocca agli stessi rossoneri ed alla Juve rimetterci in carreggiata.
Purtroppo, non vedo grosse prospettive per entrambe. Il Milan ha cambiato moltissimo e, senza Ibra e Thiago Silva, dovrà trovare la quadratura del cerchio se non vuole rischiare nel proprio gruppo. L'Anderlecht non è temibile e ha fatto fatica nel preliminare, ma Malaga e Zenit lo sono. Gli spagnoli stanno attraversando una situazione economica difficile, con gli sceicchi che hanno annunciato un abbandono della nave degno del comandante Schettino. A mitigare la situazione, fortunatamente, è intervenuto il preliminare, passato agevolmente contro il Panathinaikos. Per gli andalusi, è la prima partecipazione in assoluto alla Champions. Volendo essere maligni, forse anche l'ultima, dato che la storia del Malaga non è piena certo di viaggi europei.. ma gli spagnoli hanno una discreta squadra, quanto basta per mettere in crisi l'ultimo Milan visto a San Siro domenica. Davanti sono un po' spuntati, gli manca una prima punta vera, ma il movimento calcistico spagnolo ha dimostrato di non averne bisogno; vedremo se la penserà così anche l'allenatore cileno Manuel Pellegrini, vecchio volpone del calcio europeo.
Diversa la situazione dello Zenit San Pietroburgo, dove c'è tutto tranne aria di smantellamento. I soldi freschi della Gazprom consentono, a ogni sessione di mercato, di prendere un grande giocatore. Non un top-player, ma sicuramente uno che possa fare la differenza. Inoltre, lo Zenit può contare su un passato recente di grande spessore a livello europeo: tutti ricorderanno la Coppa UEFA vinta nel 2008 ed il trionfo sul Manchester United nella Supercoppa Europea dello stesso anno. Allenato da Luciano Spalletti, lo Zenit non si fregia di grandissimi campioni, ma di ottimi giocatori che sono funzionali al gioco dell'allenatore toscano. Vincitori dell'ultimo campionato russo, l'anno scorso lo Zenit non andò oltre gli ottavi di finale di Champions, dove venne eliminato dal Benfica. Inutile dire che gli estrattori di gas più grandi del mondo vogliono arrivare più avanti.. insomma, il Milan dovrebbe passare, ma credo soffrirà un po' più del previsto.
Robinho, 28 anni, una delle colonne del Milan di quest'anno.
Due le avversarie. I primi non saranno certo facili, dato che si tratta dei campioni d'Europa uscenti. Il Chelsea, ancora una volta. Furono proprio i blues l'ultimo avversario della Juve in uno scontro ad eliminazione diretta in Champions League; negli ottavi del 2008/2009, furono i londinesi ad avere la meglio. Molto è cambiato da allora: la Juventus si è riaffermata a livello italiano, il Chelsea ha trovato finalmente la consacrazione europea che Abramovich sognava. Inoltre, il mercato dei blues è stato - come al solito - molto costoso. Nonostante la partenze del "leone" Didier Drogba, il Chelsea ha preso Marko Marin dal Werder, Oscar dall'Internacional, Apizculeta dal Marsiglia, Moses dal Wigan e sopratutto Eden Hazard dal Lille, spendendo qualcosa come 100 milioni di euro tondi tondi. Indubbiamente, i campioni d'Europa sono adesso molto più forti davanti e più imprevedibile. Ma Roberto Di Matteo saprà gestire questo patrimonio offensivo? E si affiderà ad una tattica iper-difensiva come l'anno scorso o dimostrerà di avere una squadra che gioca bene, oltre a vincere? Qui sta la sfida. Perché i miracoli si fanno una volta sola e Di Matteo dovrebbe averlo imparato dalla vittoria dell'anno scorso.
Gli altri avversari sono decisamente più abbordabili, ma sempre da guardare con attenzione. Parlo dello Shaktar Donetsk, allenato da Mircea Lucescu e vincitore degli ultimi tre campionati ucraini. I "minatori" hanno ormai raggiunto un certo status internazionale, dovuto alla vittoria dell'ultima Coppa UEFA mai giocata con tale denominazione, nel 2009. Inoltre, in Champions hanno fatto bene negli ultimi anni, raggiungendo anche i quarti di finale nel 2011. Il tecnico rumeno è da otto anni a Donetsk e ha fatto solo buone cose, la squadra ormai si conosce da molto tempo ed il gioco è collaudato. Il solito mix tra giocatori ucraini e la colonia brasiliana è il rischio che deve affrontare la Juventus, che non gioca nell'Europa maggiore da molto tempo.
Il girone è completato dalla matricola Nordsjælland, campioni di Danimarca. La squadra è prevalentemente formata da giocatori indigeni e ha vinto il campionato per la prima volta nell'ultima stagione, dopo due Coppe di Danimarca conquistata tra il 2009 ed il 2011. La loro storia europea è povera e questa è la prima volta che arrivano alla fase a gironi di una qualsiasi competizione internazionale. Sarà una "cenerentola" del calcio. La Juve ha buone probabilità di arrivare prima, se non subisce il contraccolpo psicologico dell'Europa e se il top-player, tanto cercato in estate, si rivelerà ininfluente per le prestazioni bianconere.
Claudio Marchisio, 26 anni, è il vice-capitano della Juventus 2012/2013.
L'Inter è la squadra con più speranze di arrivare fino in fondo. Togliendo i campioni uscenti dell'Atletico, il Liverpool ed il Tottenham, i nerazzurri hanno ottime chances di vincere quest'anno. Il girone, poi, è stato particolarmente benevolo nei loro confronti, almeno dal punto di vista tecnico: Partizan Belgrado, Rubin Kazan e Neftchi Baku. I russi non sono più quelli che l'Inter affrontò in Champions League, anzi, fanno fatica anche in terra nazionale. Hanno fatto qualche acquisto interessante, come Gokhan Tore e Salomon Rondon, ma non sembra che possano impensierire più di tanto l'Inter. Ancor meno pericoloso sembra il Partizan, che non vince più il campionato e che ha nel fattore ambientale la più grande forza: giocare di fronte ai caldi tifosi serbi non è facile. Infine, gli azeri del Neftchi, che hanno clamorosamente passato il preliminare contro la sorpresa dell'ultima Champions, l'Apoel di Nicosia. Due curiosità riguardo la squadra di Baku: sono la prima squadra azera ad arrivare alla fase a gironi di una competizione internazionale e non perdono in casa, nelle coppe europee, dal 1999. Mica male.
Comunque l'Inter dovrebbe agevolmente aggiudicarsi il primo posto; l'unico problema di un girone del genere sono le trasferte. Belgrado è a 1000 chilometri, Kazan a 3600, Baku addirittura a 4200! Recuperare da viaggi così lunghi non sarà facile e potrebbe influire sulle prestazioni in campionato dei nerazzurri.
Rodrigo Palacio, 30 anni, segna contro il Vaslui: è il primo gol con la maglia dell'Inter.
E' andata bene anche al Napoli, che non può lamentarsi dopo questa sorteggio. Evitate le inglesi, evitato l'Athletic, evitato anche l'Anzhi di Eto'o. Il girone è decisamente alla portata del Napoli, che potrebbe passare per il terzo anno consecutivo alla fase ad eliminazione diretta di una competizione internazionale. Gli avversari sono di buon livello, ma affrontabili. Il PSV Eindhoven ha un'ottima tradizione europea, ma non vince il campionato nazionale dal 2008 e l'ambiente è un po' giù di corda. Quest'anno la squadra biancorossa ha vinto la Coppa d'Olanda e la Supercoppa contro l'Ajax, dimostrando che il materiale umano comunque c'è. Il ritorno di Mark Van Bommel è la novità più rilevante nel solito mix tra giovani di grandi speranze (Strootman, Wijnaldum, Narsingh, Willems) e giocatori affidabili, ma senza grandi colpi (Tovoinen, Matavz, Marcelo, Pieters). Oltre agli olandesi, troviamo anche il Dnipro e l'AIK. Gli ucraini sono controllati dal gruppo Privatebank, costituendo così l'ennesimo caso di squadra dell'est zeppa di soldi, ma non altrettanto di talenti. Proprio grazie alle famose "palanche", il Dnipro si è potuto assicurare la consulenza di Juande Ramos, allenatore degli ucraini che ha già vinto la Coppa UEFA (due volte) con il Siviglia della metà degli anni 2000. E che guadagna quattro milioni e mezzo di euro all'anno. I giocatori più interessanti sono il centravanti croato Nikola Kalinic, il terzino ghanese Samuel Inkoom e l'attaccante brasiliano Matheus, famoso per un grandissimo gol contro l'Arsenal in Champions League quando vestiva la maglia dello Sporting Braga. Per quanto concerne gli svedesi, l'AIK ha fatto fuori a sorpresa il CSKA di Mosca, squadra molto quotata per la vittoria finale. L'attaccante costaricano Celso Borges è la stella della squadra, ma gli scandinavi non paiono pericolosi.
Il Napoli ha un'ottima probabilità di passare il turno, anche come prima in classifica. Personalmente, non vedo cosa possa avere il PSV in più dei partenopei. Bisognerà comunque stare attenti alla trasferta in Ucraina, è sempre difficile giocare lì.
Lorenzo Insigne, 21 anni: l'Europa League potrebbe essere la sua vetrina.
La Lazio partiva con gli sfavori del pronostico. Era stata piazzata in terza fascia, grazie ai pessimi risultati negli ultimi anni in Europa League. E c'è l'incognita Petkovic: bisogna capire se l'ex manager del Sion è in grado di trainare i biancocelesti verso risultati migliori. Intanto, il sorteggio è stato buono per la squadra della capitale.
Il Tottenham è certamente fuori portata: la squadra di André Villas-Boas è - a mio parere - una delle candidate per la vittoria finale e la Lazio non può certo porvi un freno. La differenza tra le due rose è imbarazzante e, su sei partite, gli inglesi mi paiono favoriti per la conquista del primo posto. Tuttavia, la squadra biancoazzurra ha un girone abbordabile, dato che le altre due compagini con le quali dovrà lottare sono il Panathinaikos ed il Maribor. I greci hanno fatto fuori due anni fa la Roma, con grande felicità proprio dei laziali, che avrebbero poi ritrovato Djibril Cissé nella loro squadra, anche se solo per sei mesi. Oggi, i greci sono una squadra tutt'altro che pericolosa: basti guardare il preliminare di Champions giocato contro il Malaga. Zero pericolosità, zero tiri in porta. Una squadra né carne, né pesce, che in questo momento fa comodo alla Lazio. Così come fa comodo il Maribor, campione di Slovenia, ma incapace di battere la Dinamo Zagabria. Sì, quelli che l'anno scorso ne presero sette dal Lione, con tanto di inchiesta UEFA per possibili comportamenti anti-sportivi. Gli sloveni non mi sono sembrati imbattibili.
La Lazio ha buone possibilità per il secondo posto ed il passaggio del turno non sembra una chimera inarrivabile.
Mauro Zarate, 25 anni: si riparte da lui per migliorare i risultati europei della Lazio.
L'Udinese, invece, è stata fortunata come suo solito. Dopo aver beccato l'Arsenal nel preliminare di Champions dell'anno scorso ed aver incontrato Atletico Madrid, Celtic e Rennes nel conseguente girone di Europa League, quest'anno non cambia registro. La fortuna si dimentica di loro e così i friulani beccano un girone tremendo: Liverpool, Young Boys, ma sopratutto lo spauracchio Anzhi, che tutti speravano di evitare.
Gli inglesi hanno dovuto ricominciare da capo e dire addio a qualche cuore "scouser" come Dirk Kuyt. Ma, tutto sommato, il mercato è stato buono, con gli arrivi di Nuri Sahin dal Real Madrid, Joe Allen dallo Swansea, Oussama Assaidi dall'Heerenveen e Fabio Borini dalla Roma. Ci sono sempre i vari Gerrard, Suarez, Carragher e Agger. La vera novità è l'allenatore. Brendan Rodgers ha fatto miracoli con lo Swansea, portandolo prima in Premier e poi ad una tranquilla salvezza. Grazie a lui, la compagine gallese ha prodotto un calcio meraviglioso con il suo 4-3-3 fantasioso e spregiudicato; al Liverpool, il 39enne nord-irlandese spera di ripetersi, portando i Reds dove non arrivano da quando, sulla panchina degli Scousers, c'era Rafa Benitez. Lo Young Boys non è una grandissima avversaria: i tempi di Petkovic (sì, quello che allena adesso la Lazio) sono passati e non si producono risultati come prima. Negli ultimi giorni di mercato, inoltre, gli svizzeri hanno ceduto la loro stella, l'attaccante zambiano Mayuka, al Southampton. Le premesse per essere il fanalino di coda del gruppo ci sono tutte.
Il vero problema dell'Udinese si chiama Anzhi Makhachkala: se non ci fossero stati loro nel girone, tutto sarebbe stato facile. E' vero, ci sarebbe stato il Liverpool, ma il secondo posto avrebbe potuto essere un obiettivo fattibile. Invece, sulla strada di friulani, c'è Samuel Eto'o. Il camerunense non ha perso il vizio di segnare neanche in Russia, dato che ha già realizzato - solo nei preliminari di Europa League fin qui disputati - quattro gol. Inoltre, il leone indomabile è anche il capitano della squadra. Tutto normale, calcolando come è arrivato all'Anzhi: Eto'o fu preso dall'Inter campione d'Europa e del mondo a parametro zero. Ma il suo ingaggio è quello più alto dell'intero panorama calcistico: venti milioni di euro l'anno! Come è possibile? Semplice, l'Anzhi è stato comprato - all'inizio del 2011 - da Suleyman Kerimov, multi-milionario con un patrimonio stimabile intorno ai sei miliardi (!) di euro. E' stata quindi una bazzecola comprare Eto'o per il club della Repubblica del Daghestan. E non solo lui. L'Anzhi ha fatto spese importanti in quest'anno e mezzo, comprando anche Yuri Zhirkov dal Chelsea per 16 milioni di euro, Christopher Samba dal Blackburn per 15, Jucilei dal Corinthias per 10. L'ultimo capriccio è stato Lacina Traoré, centravanti ivoriano del Kuban Krasnodar, acquistato per 18 milioni di euro. Insomma, la squadra è formata da alcune stelle più buoni mestieranti, guidanti da quel grande allenatore che è Guus Hiddink. E quindi non sarà facile per i friulani avere la meglio su un gruppo che ha già dimostrato di essere in forma. Difatti, nei preliminari di Europa League, l'Anzhi ha eliminato prima il Vitesse, poi l'AZ con un complessivo di 6-0 tra andata e ritorno. Già, quella squadra di Alkmaar che aveva eliminato proprio l'Udinese l'anno scorso..
Onestamente, per i friulani la vedo male. Mi pare più probabile un terzo posto che il passaggio del turno. Ma, al contrario di quel che dice lui stesso, Guidolin è capace di miracoli e chissà che non ne faccia un altro..
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Ora tocca a noi. La stagione è propizia, almeno in Europa League. Non esagero se penso che una finale Inter-Napoli sia possibile. Accoppiamenti permettendo. In Champions tenteremo di sopravvivere, ma nella "Europa minore" bisogna dare una sterzata. E quest'anno è possibile, perciò cerchiamo di guardare avanti con fiducia.
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