Higuaín ed il suo arrivo all'aeroporto di Fiumicino, circondato da tifosi azzurri.
Sì, l'ho detto: Higuaín meglio di Cavani. Sarà un po' perché l'argentino mi ha sempre affascinato per come gioca, in maniera efficace, ma con classe; sarà anche un po' perché Higuaín sembra più adatto al 4-2-3-1, schema con cui si è trovato benissimo a Madrid e ha fatto una caterva di gol. Del resto, il ragazzo arriva a Napoli dopo sei stagioni e mezzo con la "camiseta blanca": a volerlo, fu Fabio Capello, all'epoca tecnico del Real. Dopo l'esplosione con il River Plate, il club di Madrid lo compra per ben 12 milioni di euro: una cifra enorme per un ragazzo di appena 19 anni. Segna poco, ma questo accade per un semplice motivo: van Nistelrooy è (giustamente) l'ariete nel 4-3-3 del Real e l'argentino è costretto a giocare largo. Storia che, per altro, si ripete quando subentra Schuster nella stagione successiva: così, i soli 11 gol dell'ex River in due anni non sembrano convincere i tifosi.
Tuttavia, Higuaín non si lascia abbattere e la svolta arriva nel 2008. Ruud van Nistelrooy si procura un serio infortunio ed il nuovo alleantore, Juande Ramos, vuole che l'argentina prenda il posto che era stato dell'olandese volante: mai scelta sarà più azzeccata per il proseguo della carriera a Madrid. 24 gol certificano che il 2008/2009 è l'anno della consacrazione per Higuaín, nonostante i "blancos" rimangano a secco di titoli, di fronte allo strapotere del Barcellona. Grazie anche alla partenza di van Nistelrooy, direzione Amburgo, da quell'anno in poi, l'argentino ha continuato a segnare a ripetizione, nonostante non abbia mai avuto il posto sicuro, a causa della concorrenza di Benzema. Inoltre, la punta non è mai sceso sotto i 13 gol stagionali. Mica male per chi doveva lasciare il Real dopo due anni così così.
Inoltre, grazie al lavoro svolto al Real, Higuaín ha avuto modo di conquistarsi spazio in nazionale, dove ha trovato come C.T. uno che conosce molto bene Napoli. Diego Armando Maradona, C.T. della "Selecciòn" dal 2008 al 2010, lo scelse per fare il "puntero" nella nazionale argentina. Ecco, Maradona ha fatto tanti errori come commissario tecnico, ma se ha un merito, è quello di aver consegnato Gonzalo Higuaín ad una dimensione internazionale: nessuno, prima di lui, aveva chiamato il ragazzo del Real Madrid e Maradona ha il piccolo merito di esser riuscito a consacrare il ragazzo a livello mondiale. Chiamato per le sfide disperate contro Perù e Uruguay, Higuaín segnò anche la prima rete al Perù, che consentì all'Argentina di qualificarsi al Mondiale all'ultimo secondo. Dopo aver steso anche la Germania all'"Allianz Arena", Maradona non ebbe dubbi: Higuaín fu il numero 9 della "Selecciòn" all'ultimo Mondiale, dove ha segnato una tripletta alla Corea del Sud. Tre anni dopo, nonostante i molteplici cambi d'allenatore (Batista prima, Sabella adesso), è uno dei punti di riferimento della sua nazionale, con ben 20 reti in 32 presenze. Insomma, nessuno ha mai pensato di disfarsi di lui, neanche con il Messi visto da punta nel Barcellona; anzi, si fa in modo di far coesistere i due, troppo importanti per le sorti dell'albiceleste.
Maradona, 52 anni, con Higuaín: è stato il suo C.T. al Mondiale del 2010.
Ora inizia una nuova avventura: del resto, l'intenzione di Higuaín di lasciare Madrid era ben nota già dalla fine dello scorso campionato. L'argentino, probabilmente, aveva voglia di testarsi - a 25 anni - in un'altra realtà, per vedere se poteva essere il giocatore devastante che ha dimostrato di essere a Madrid anche in un contesto diverso. E la mia opinione è che può esserlo, condividendo quanto Maradona disse di lui una volta: «Se mai arrivasse in Serie A, diventerebbe capocannoniere». Ecco, il colpo-Higuaín è uno dei migliori degli ultimi anni e non tanto per i soldi spesi: il ragazzo è uno dei migliori attaccanti del panorama internazionale, ma la faccia pulita ed il nome non esaltante non gli rendono abbastanza giustizia.
Come faccio a dirlo? Guardate la media-gol. E no, non quella da quando è arrivato a Madrid, poiché nei primi due anni ha giocato da esterno e, per questo, la sua capacità di realizzazione ne ha risentito; un po' come Cavani quando giocava nei primi anni di Palermo. Calcolate la sua media-gol dal 2008 in poi, quando ha potuto giocare da "puntero" sia in nazionale che sopratutto al Real Madrid: 239 partite tra albiceleste e "blancos", 131 reti. Praticamente, Higuaín porta a casa una media di realizzazione di 0.55 reti a partita, poco più di un gol ogni due gare. Un mostro che può servire terribilmente al Napoli.
Per altro, non c'è neanche il rischio che parta: dove potrebbe mai andare qualcuno che ha già assaporato l'erba del "Bernabeu" per sei anni e mezzo? E quanto bisognerebbe pagarlo, visto che il Napoli ha appena speso per lui 37 milioni più tre di bonus? Insomma, Higuaín arriva all'ombra del Vesuvio per fare la storia e c'è il rischio che ci possa riuscire, visto il 4-2-3-1 di Benitez e la sua grande capacità realizzativa. Inoltre, c'è un dato che spesso molti si sono dimenticati di citare: è un ragazzo classe '87, nonostante già diverse stagioni ad alto livello. Insomma, a 26 anni non ancora compiuti, Higuaín rappresenta un futuro solido per il Napoli, così tormentato negli addii ai suoi idoli. Bene, con l'argentino non c'è questo pericolo.
A ben vedere, il Napoli potrebbe deludere come stupire ulteriormente l'anno prossimo: ci sono ancora soldi da spendere per rinforzare la squadra, la cessione di Cavani è fruttata tre giocatori del Real Madrid e Hamsik, "il" tenore per eccellenza, rimarrà con tanto di rinnovo. Fossi un tifoso partenopeo, mi darei un pizzicotto, perché si rischia il salto di qualità definitivo. Certo, molto dipenderà anche dalla capacità dei giocatori di cambiare modulo, dopo anni di 3-5-2 "mazzarriano", così come molto sarà nelle mani di Benitez, deciso a vendicarsi del fallimento della sua esperienza interista di due anni fa. Intanto, al "Mata-d'oro" si è sostituito "El Pipita": il passo è breve, sempre di pietre preziose si parla.
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