Soldado saluta Valencia dopo 81 gol in tre stagioni al "Mestalla".
Il Valencia ha fatto il miglior investimento per sostituire la partenza di David Villa, quando nel 2010 scelse Roberto Soldado, nato a Valencia e voglioso di tornare a casa. Infatti, l'attaccante è stato lontano da casa per molto tempo, fin dal 2000: in quell'anno, il Real Madrid lo notò e decise di prelevarlo per inserire il centravanti nelle sue giovanili. Da quel momento in poi, Soldado ha lavorato parecchio e si è fatto notare nelle squadre inferiori dei "blancos": 63 gol in quattro stagioni, che portano la "Castilla" in Segunda e Soldado ad esordire anche in prima squadra, sotto la guida di Vanderlei Luxembourgo. E' il Real dei "galacticos", ma Soldado trova la maniera di mettere il timbro per quattro volte durante il 2005/2006; che sia Liga o Champions, poco importa. Con l'arrivo di Fabio Capello, però, è tempo di trovare un'altra sistemazione: il prestito all'Osasuna, nella stagione successiva, gli consente di realizzare altre 13 marcature. Insomma, Soldado vuole imporsi con la camiseta blanca: tuttavia, non la pensano così dalla parte di Madrid e così l'attaccante è costretto a fare le valigie e andarsene, nonostante la voglia matta di vestire la "9" che è stata lasciata libera da Ronaldo.
Uno dei maggiori rimpianti del Real, che avrebbe potuto risparmiare qualcosa negli anni a seguire e trovarsi in casa l'attaccante giusto. Cambia la squadra, ma non la città: infatti, la meta successiva è il Getafe, dove Soldado porta in dote un qualcosa come 33 reti in 66 match: una media esatta di un gol ogni due partite. Quello che un bomber dovrebbe saper fare meglio. Lo capiscono a Valencia, dove il "Mestalla" saluta David Villa, pronto a passare al Barcellona di Guardiola. A quel punto, quale cosa migliore del riportare a casa un figlio di quella città, come Soldado? Così, un quarto della vendita del "Guaje" (10 milioni di euro) vengono spesi per prendersi il centravanti del Getafe.
Un affare d'oro, come si può giudicare dopo tre anni al Valencia. Soldado, al termine di un triennio al "Mestalla", può lasciare un'eredità fatta di 81 gol in 141 presenze: se si confronta la media-gol di Soldado con quella di David Villa, la differenza è veramente minima. Insomma, Roberto si è poi rivelato il giusto erede di "El Guaje", riuscendo a tenere il Valencia su livelli da Champions League. Inoltre, l'ex Real è riuscito a fare meglio in Europa, dove ha mostrato forse le sue migliori doti, tanto da segnare due doppiette e due triplette nella massima competizione continentale. Bisogna anche considerare, poi, un altro fattore: Soldado è un giocatore che tende a migliorarsi stagione dopo stagione. Da quando si unì al Getafe, la sua quota di gol stagionali non è mai scesa, anzi, tende a salire pian piano: quest'anno ha toccato il massimo personale in campionato (24) e in un'intera annata (30). L'impressione è che sia al massimo della sua maturità calcistica e che il Tottenham abbia scelto il momento migliore per prelevarlo. Specie adesso che sta avendo (finalmente) il suo spazio anche in nazionale, dove non è mai stato particolarmente osannato, nonostante i tanti gol segnati con il Valencia.
Soldado e la maglia della nazionale spagnola, un amore ancora incompleto.
Se c'è infatti un mistero riguardante Roberto Soldado, è proprio il suo rapporto con la nazionale spagnola: il centravanti ha fatto tutta la trafila con le "Furie Rosse", senza però mai avere grossissimo spazio. Persino Luis Aragonés si accorse di lui, tanto da convocarlo ancor prima che la Spagna vincesse l'Europeo del 2008, quando Soldado vestiva ancora la maglia del Getafe. Poi, l'arrivo di del Bosque gli ha praticamente precluso ogni chance di vestire la maglia della "roja": l'attaccante del Valencia non era nella lista dei convocati spagnoli né al Mondiale sudafricano, né sopratutto all'ultimo Europeo. Assenza di cui non solo io mi sono stupito: del resto, all'epoca, Torres presentava diversi problemi realizzativi, Negredo era la terza ruota e Llorente, pur se importante, non è mai sembrato un giocatore adatto al modo di giocare della Spagna.
Poi, è arrivata la svolta nell'ultimo anno: il C.T. dei campioni del mondo ha cominciato a chiamarlo. I risultati sono stati positivi e così, nell'ultima Confederations Cup, il nome di Soldado c'era, mentre del Bosque ha lasciato a casa sia Negredo che Llorente. E' possibile che ora le cose vadano per il verso giusto, anche perché Soldado potrebbe aver scelto il miglior allenatore possibile per valorizzare il suo talento: André Villas-Boas. Il portoghese, dopo i successi con il Porto, viene da un anno incolore con il Tottenham e non è riuscito a ripetere quanto fatto vedere con i "dragoes". Soldado può essere la risposta alle sue esigenze: con l'ex Valencia, è possibile rimettere in piedi il 4-3-3 che lo fece desiderare anche dal Chelsea.
Oltretutto, nonostante la partenza di Bale, il Tottenham potrebbe fare bene quest'anno: i test estivi non sono stati proprio incoraggianti, ma gli elementi ci sono e, qualora mancassero, si potranno comprare grazie ai soldi del Real Madrid per il gallese. Se poi si conta anche il fatto che, insieme ai 100 e passa milioni di euro, arriveranno (forse) anche Di Maria e Fabio Coentrao, c'è tutto per riportare il 4-3-3 dei miracoli in auge. O quanto meno per fare un tentativo. Intanto, è arrivato Soldado: un affare da 30 milioni di euro, parziale anticipo di quanto arriverà da Madrid per il gallese. Sopratutto, AVB ritrova l'attaccante principe che gli serviva: al Porto, il tecnico aveva un certo Radamel Falcao, che esplose definitivamente anche grazie al suo gioco. L'anno scorso, il Tottenham - nei primi tre marcatori stagionali - aveva Bale e Dempsey: non proprio due centravanti. Defoe, secondo marcatore di squadra nella scorsa annata, non sta certo ringiovanendo; Adebayor conferma di essere in declino; Harry Kane, invece, è ancora troppo giovane.
E allora è il momento di Roberto Soldado. Il centravanti di Valencia può essere la risposta alle preghiere di AVB, mentre lo spagnolo può puntare a farsi bello nell'anno del Mondiale, stupendo gli addetti ai lavori anche in Premier League. Sta a lui: del resto, Roberto è pronto a volare.
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