20.8.13

La (saggia) fine delle favole.

C'era una volta una squadra russa che faceva l'ascensore tra prima e seconda divisione, che giocava in una delle terre meno ospitali della Terra (a causa del freddo che regnava incontrastato) e che provava a brillare. Poi, un bel giorno, un grande magnate russo corse in suo soccorso e la rese la regina del mercato, con tanti giocatori pronti a traslocare nelle fredde lande del Daghestan. Peccato che la favola sia finita: l'Anzhi dei tanti rubli chiude i battenti, come annunciato qualche giorno fa dalla stesso club russo.

Suleyman Kerimov, 47 anni, è il proprietario dell'Anzhi Makhachkala.

Quando guardavi l'Anzhi in sede di calciomercato, sembrava di essere al comando di una squadra a Football Manager: soldi in gran quantità, nomi importanti e tanta voglia di star lì, pur di incassare qualche spicciolo in più. In questi due anni e mezzo, in maglia gialla sono transitati alcuni giocatori di una certa fama, se non addirittura un campione mondiale come Samuel Eto'o. Tutto questo era stato possibile grazie al miliardario Suleyman Kerimov: classe 1966, nato proprio nella regione del Daghestan, Kerimov fa tuttora parte del Parlamento russo. Inoltre, i suoi investimenti sia nel campo privato che in quello pubblico gli hanno garantito un patrimonio da cinque miliardi e mezzo di euro (!): una valanga di soldi, che il magnate ha utilizzato nel gennaio 2011 per compare il club della sua città di nascita.
All'epoca, l'Anzhi Makhachkala non aveva grandi risultati alle spalle: dopo il discioglimento dell'URSS e la nascita del campionato russo, il maggior risultato era stato un quarto posto nel 2000. Alla guida della squadra, in quel momento, c'era Gadzhi Gadzhiyev, uomo indissolubilmente legato alla storia del club: Kerimov compra l'Anzhi quando Gadzhiyev è di nuovo alla guida della squadra da un paio d'anni, avendola riportata nella massima serie nazionale. Kerimov, con la voglia smaniosa di vincere tipica dell'Abramovich di turno, cambia tutto nell'estate di quell'anno: il proprietario delle "aquile" spende 15 milioni per Eto'o, ma sopratutto consegna al camerunense uno stipendio da 20 milioni di euro l'anno. In più, arrivano altri giocatori di grido: Roberto Carlos, Jucilei e Bossoufa si trasferiscono in Russia d'inverno, mentre in estate - oltre all'ex Inter - giungono nella fredda Russia anche Zhirkov, Carcela-Gonzalez e Dzsudzsak. Una spesa complessiva abnorme ed una quantità di operazioni - in entrata ed in uscita - che raggiunge quasi il numero di 100. Praticamente un Football Manager senza controllo.
Tuttavia, i risultati sono arrivati, anche se non radiosi come Kerimov sperava: un quinto posto il primo anno, con Hiddink arrivato a metà stagione a subentrare a Roberto Carlos, nel frattempo diventato giocatore-allenatore, prima di ritirarsi. L'anno successivo, con gli acquisti di Lacina Traoré, Cristopher Samba e Lassana Diarra, l'Anzhi è diventato ancora più forte e ha potuto giocarsi l'accesso alla Champions League per buona parte del campionato russo. Intanto, in Europa, Hiddink ha guidato il club fino agli ottavi di Europa League. E se non fosse stato per la zampata di Cissé, forse l'Anzhi sarebbe arrivato più avanti. Tuttavia, neanche l'ultima follia di Kerimov - l'acquisto di Willian per 35 milioni dallo Shakhtar Donetsk nel gennaio scorso - è servita per migliorare i risultati della compagine russa, finita terza nella Premier League nazionale. Nonostante il piazzamento sia valso l'accesso diretto alla successiva edizione dell'Europa League ed il raggiungimento della finale di coppa, Kerimov non era soddisfatto. In quest'estate, sembrava che l'Anzhi avrebbe tentato di rinforzarsi ulteriormente, ma non è stato così. I primi indizi sono arrivati con l'addio di Guus Hiddink, che ha lasciato il Daghestan qualche settimana fa. Le sue dimissioni hanno dato qualche indicazione, ma l'annuncio ufficiale è arrivato dal Twitter del presidente Remchukov, che ha annunciato il taglio del budget per il club da parte di Kerimov.

Samuel Eto'o, 32 anni, è pronto a lasciare il Daghestan dopo due anni.

Ciò ha inevitabilmente portato Kerimov a ripensare l'intero progetto e a dire addio al modello di calcio spendaccione che egli aveva progettato per il suo Anzhi. Pare che un affare andato male, con una perdita da quasi 300 milioni di euro, abbia spinto il proprietario a risparmiare un po' sul club. Un taglio che porta le risorse dell'Anzhi dai 180 milioni precedenti ai 60 attuali per stagione: un "cut" troppo ampio per non dover rinunciare a qualcosa. Non per nulla, Willian è sul mercato, con il Tottenham vicino al suo acquisto; Bossoufa è già volato a Mosca, sponda Lokomotiv. C'è sopratutto un affare, però, che fa capire bene la situazione confusionaria che regna nel Daghestan: l'acquisto di Alexander Kokorin. Il centravanti, giovane promessa della Dinamo Mosca, è stato acquistato per 20 milioni appena due mesi fa; quando però Kerimov ha deciso i tagli di budget, l'attaccante è stato "restituito" alla Dinamo, in un pacchetto complessivo che comprendeva anche Zhirkov ed il neo-arrivato Denisov, che si era appena trasferito all'Anzhi dallo Zenit di Spalletti. Costo totale: 45 milioni di euro.
In tutto questo, Kerimov però vorrebbe tenere Samuel Eto'o, per costruirgli attorno una squadra di giovani, a cui il camerunense dovrebbe fare da chioccia. Peccato che la stella africana sia di tutt'altro avviso, voglioso di scappare dal freddo della Russia e di accasarsi in Premier, oppure tornare all'Inter. Insomma, gli sforzi appaiono inutili: l'ex Barca se ne andrà, che Kerimov voglia o meno. Magari anche con un prezzo simbolico, come quello che Moratti applicò quando l'attaccante andò all'Anzhi nell'estate del 2011. I cambi ci sono stati anche nello staff tecnico: è tornato, infatti, Gadzhi Gadzhiyev, l'uomo che portò l'Anzhi in Russian Premier League per la prima volta e che adesso dovrà fare in modo che il club cresca per rimanere nelle zone alte della classifica, ma senza i super-ingaggi.
Tuttavia, devo dare un merito a Kerimov. Chiaro, senza l'affare andato male, probabilmente non avrebbe rinunciato all'essere uno spendaccione incallito; non per nulla, Roberto Carlos confessò qualche tempo fa che, quando era d.s. dell'Anzhi, aveva ricevuto un budget da 300 milioni di euro per portare il club in Champions in tre stagioni. Ora che i fondi sono stati tagliati, Kerimov ha deciso che spenderà per far crescere il settore giovanile, in modo tale da non dover ricorrere più ad investimenti come quelli fatti negli anni precedenti. In un calcio fatto di tanti soldi che girano - l'affare Bale andrà a compimento in poche ore - è bello vedere che anche i miliardari possano rinsavire, seppur con una spintarella. La favola è finita, ma l'Anzhi - ora targato Nike - è pronto ad affontare la prossima stagione: chissà che il santone Gadzhiyev non porti il club dove i soldi di Kerimov non sono arrivati.

Gadzhi Gadzhiyev, 67 anni, torna all'Anzhi per la quinta volta.

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