Ranieri ai tempi del Chelsea: la convivenza con Abramovich durò una stagione.
Eppure, l'amichevole di sabato tra il Monaco ed il Tottenham di Villas-Boas ha detto che i monegaschi, nonostante i tanti volti nuovi, si stanno assemblando in maniera coerente e che Ranieri sta impostando la squadra nella maniera giusta. 5-2 ad una delle squadre più forti della Premier: sarà calcio estivo, ma Ranieri ha voglia di lasciare il segno quest'anno. Purtroppo per lui, i buoni propositi non bastano: come Hiddink si è dimesso dell'Anzhi, si è parlato dell'immediata sostituzione del tecnico italiano con quello olandese. Così come si continua a vociferare di un Mancini pronto a prendersi la sua panchina. Insomma, Ranieri - nonostante i soldi - non se la passa bene.
Un peccato. Perché Claudio Ranieri ha dalla sua una carriera di tutto rispetto, sia in Italia che fuori: è stato un po' ovunque ed è riuscito a farsi apprezzare in molti posti in cui è andato. In Italia, di lui, si ricordano molte cose: i miracoli con il Cagliari, la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana vinte con la Fiorentina, la salvezza fantastica di Parma, il buon periodo con la Juve, lo scudetto sfiorato a Roma. Tante cose, oscurate parzialmente dagli ultimi risultati con un'Inter schizofrenica. Fuori, forse, è andata anche meglio. In Spagna, Ranieri ha fatto nascere il Valencia dei successi a cavallo tra anni '90 e 2000. Senza il suo contributo, Hector Cuper sarebbe probabilmente uno sconosciuto, visto che Ranieri - con il Valencia - ha vinto una Coppa del Re nel 1999 ed una Supercoppa Europea nel 2004. In mezzo, la delusione con l'Atletico Madrid, ma sopratutto l'avventura con i "blues" di Londra.
Già, perché Ranieri è stato amato quando il Chelsea non era ancora quello che conosciamo oggi, quello di Abramovich e dei soldi spesi in un batter di ciglio. Il Chelsea, uscito da un buon periodo con gli italiani Zola e Vialli, viveva nella parte alta della classifica, ma senza primeggiare: nei primi tre anni, Ranieri colleziona due sesti posti, poi centra i preliminari di Champions League con un quarto posto. E così, nell'estate del 2003, arriva Roman Abramovich, magnate russo dalle gigantesche ambizioni. Non so se qualcuno ricorda quell'estate: ogni giorno il Chelsea comprava qualcuno, magari anche spendendo più del dovuto pur di rinforzare la squadra. Arrivarono Glen Johnson, Geremi, Duff, Parker, ma sopratutto Veron, Mutu e Crespo e Makélélé. Insomma, 121 milioni di sterline spese in una sola estate: una sorta di record per l'epoca. Così tanti soldi che ci si chiedeva dove Abramovich li avesse mai presi. Certo, tanti soldi, ma fu bravo anche Ranieri a farli fruttare: la squadra, con il solito 4-4-2 del tecnico italiano, cominciò a vincere con costanza e rimase per buona parte del campionato dietro all'Arsenal degli invincibili. Inoltre, Ranieri seppe valorizzare il talento di un certo Frank Lampard, mandandolo in doppia cifra per la prima volta in carriera. Un secondo posto che a "Stanford Bridge" non vedevano da tempo. In più, il Chelsea giunse anche in semifinale di Champions League, piegandosi solo al Monaco rivelazione di Deschamps. Insomma, un'ottima stagione, che forse avrebbe potuto meritare una conferma: purtroppo, la carenza di trofei e la poca pazienza del magnate russo portarono all'allontanamento di Ranieri, con la chiamata di Mourinho, che aveva appena vinto la Champions con il Porto. Ciò nonostante, il grande amore dei tifosi del Chelsea per l'italiano è rimasto intatto.
Ranieri contrariato: l'Inter è stata la sua ultima esperienza italiana.
Son passati quasi dieci anni da quella separazione e Ranieri ci è ricascato. Dopo tante squadre, l'allenatore ha firmato per il Monaco nella scorsa estate. I monegaschi erano incredibilmente retrocessi dalla Ligue 1 nel 2011 e non erano riusciti a risalire l'anno successivo; tuttavia, c'era stato un passaggio importante, con l'acquisto della società da parte del magnate russo Rybolovlev. Come Abramovich... infatti, il Monaco non riesce immediatamente a risalire, ma nell'estate del 2012 porta a casa Ranieri e molti colpi di mercato, di alto livello per la Ligue 2. Su tutti, c'è quello di Lucas Ocampos, giovane argentino classe 1994, ma vanno citati anche i nomi di Riviére e Obbadi. A quel punto, con una buona squadra, è stato più facile ottenere il risultato prefissato, ovvero il ritorno nella massima serie francese: il Monaco ha conquistato la testa della Ligue 2 in primavera e non l'ha più mollata, fino a vincere il titolo.
Poi, quest'estate, Rybolovlev si è sbizzarrito sul calciomercato: del resto, non poteva essere altrimenti per un uomo che detiene un patrimonio da quasi sette miliardi di euro (!). Così, Ranieri si è ritrovato in squadra Radamel Falcao, reduce da due anni fantastici a Madrid, sponda Atletico; poi sono arrivati anche James Rodriguez e João Moutinho dal Porto, due giocatori che potranno solo che far comodo al tecnico italiano. Aggiungiamoci anche l'arrivo di Toulalan dal Malaga ed il pacchetto che comprende questi quattro giocatori è venuto a fare la modica cifra di 135 milioni di euro... se a questi aggiungiamo gli arrivi anche degli esperti Abidal (nuovo capitano) e Ricardo Carvalho, capiamo come il Monaco possa serenamente lottare per la zona Champions League. In ogni caso, queste spese rappresentano pochi spiccioli per il magnate russo, pronto a scavalcare il fair-play finanziario e a lanciare la vera sfida al Paris Saint-Germain, campione uscente di Francia e gestito dagli sceicchi qatarioti.
Adesso la palla passa a Ranieri, che sta facendo un buon lavoro nelle amichevoli estive, ma che dovrà vedersela poi con il campo. Al Chelsea, nonostante i buoni risultati, il tecnico italiano venne cacciato per un nome "di grido": che possa avvenire la stessa cosa nel Principato? Gli umori del mercato direbbero che quest'ipotesi non è probabile, ma certa: una volta portata a termine la stagione di quest'anno, Ranieri verrà sostituito. A meno che l'allenatore non vinca la Ligue 1: difficile, ma non completamente impossibile. Così come la sua riconferma. Insomma, la storia rischia di essere la stessa: starà a Ranieri cambiarla. Per dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che lui non è certo un tappabuchi. Altrimenti, sarà una beffa ripetuta: del resto, la storia ha i suoi ricorsi.
Claudio Ranieri, 61 anni, con Radamel Falcao, ?: il Monaco fa sul serio.
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