La "coppa dalle grandi orecchie": Juve, Milan e Napoli sulle sue tracce.
Per quanto riguarda la Champions, c'era molta attesa: nella scorsa stagione, la Juve si era arresa solo ai quarti contro il Bayern campione, mentre il Milan si era dovuta piegare alla strapotenza del Barcellona. L'Udinese, invece, continuava la sua striscia negativa di preliminari, venendo eliminata al play-off contro lo Sporting Braga. Quest'anno, però, ci sono buone possibilità per le nostre squadre, a cominciare dai campioni d'Italia: infatti, la Juventus si è rinforzata, ma la forza della formazione di Conte è la solidità, la continuità nel gioco e negli uomini. L'organico è largo e gli 11 milioni entrati dall'affare Matri potrebbero consentire un ultimo ritocchino per una macchina già perfetta per l'Italia: ora bisogna vedere se potrà fare bene in Europa come l'anno scorso, quando eliminò il Chelsea campione uscente nel girone. Certo, il Real Madrid è un avversario tosto, ma i posti per passare sono due; inoltre, allo "Juventus Stadium" tutto è possibile. C'è un'altra trasferta danese per i bianconeri, stavolta contro il Copenhagen, e si spera di non perdere punti, come accaduto contro il Nordsjelland l'anno scorso. In verità, il vero ostacolo per la Juventus è il Galatasaray di Terim: anch'esso arrivato ai quarti nell'ultima annata, sarà un avversario ostico, specie nella trasferta di Istanbul. Ci si gioca tutto in quei due scontri.
E' andata meglio al Milan: sì, ha rischiato nel preliminare contro il PSV, risolto solo da un'ottima gara di ritorno. Sì, c'è un'altra volta il Barcellona, rinforzatosi con Neymar e al terzo scontro in quattro anni contro i rossoneri. Tuttavia, c'è da guardare il bicchiere mezzo pieno: Ajax e Celtic non sono avversari insormontabili già tuttora. Gli olandesi hanno venduto Eriksen al Tottenham, mentre gli scozzesi hanno detto addio sia a Hooper che Wanyama (e le difficoltà si sono viste nel preliminare); se poi arrivasse un regalino (magari in difesa o a centrocampo), il club di via Turati potrebbe guardare con fiducia al passaggio del turno. Anche perché Allegri ha dimostrato di avere polso: se è riuscito a passare il girone dell'anno scorso, in una situazione più complicata, ce la potrà fare anche quest'anno.
Infine, c'è il Napoli: l'arrivo di Benitez ed altri giocatori sembra voler affermare che i partenopei vogliano più lottare per l'Europa che per lo scudetto. Oppure, quanto meno, fare bella figura in entrambi, non dovendo sacrificare uno dei due obiettivi. Insomma, sarà un bel girone quello degli azzurri, di grande equilibrio: una super-potenza (il Borussia Dortmund) e due compagini alla portata del Napoli. Se i tedeschi sono arrivati in finale l'anno scorso e sono i favoriti d'obbligo del raggruppamento, ben diverso è il raffronto con Arsenal ed Olympique Marsiglia. Gli inglesi, allenati da Wengèr, non mi sembrano imbattibili, ma gli ultimi giorni di mercato potrebbero portare rinforzi di alto livello: meglio aspettare per giudicare. Invece, l'OM - vice-campione di Francia - è una squadra conservativa, che tende a basarsi su un meccanismo difensivo solido e a vincere le partite con pochi gol di scarto. Anche in quest'inizio di Ligue 1 il club francese non si è smentito: tre vittorie (1-0, 2-0, 1-0): insomma, superata l'ostica difesa, il Napoli potrebbe dilagare. In ogni caso, l'obiettivo minimo per tutte e tre pare il secondo posto, sufficiente a passare il turno e a dire di aver fatto una buona figura.
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Diverso è il discorso per l'Europa League: l'Italia si ritrova nuovamente con sole due squadre, come già successo nel 2011/2012. Un peccato, perché il bel paese ha maledettamente bisogno di punti per il ranking e l'Europa League - con le italiane in prima o seconda fascia - può garantire un bel percorso almeno fino agli ottavi. L'anno scorso, l'Italia era rappresentata da Napoli, Udinese e Lazio: i friulani, nonostante una bella vittoria ad "Anfield", sono usciti subito. I partenopei, non interessati alla rassegna, si sono fatti umiliare dal Viktoria Plzen con un pesante 5-0 tra andata e ritorno; meglio è andata la Lazio. Merito dell'unico allenatore che si interessa alla "seconda Europa", Petkovic, che ha portato il club fino ai quarti contro il Fenerbahce.
Quest'anno, tuttavia, ci sono grandissime attese: la competizione sembra essersi abbassata di livello, complici molte eliminazioni nei turni preliminari. Per questo, le italiane - inserite entrambe in prima fascia - hanno l'occasione gigantesca di andare molto avanti. Per la squadra di Petkovic, l'Europa League è terra conosciuta e, per questo, la Lazio punta a ripetersi. Anche perché il girone non è assolutamente proibitivo: il Trabzonspor è l'avversario più pericoloso, ma non è più quello che batté l'Inter in Champions due stagioni orsono. I turchi hanno disputato già sei partite, faticando solo contro la Dinamo Minsk nel terzo turno preliminare: in squadra, troviamo gli ex Chelsea Malouda e Bosingwa, più l'attuale capocannoniere della competizione, Paulo Henrique (con sette reti). Poi c'è il Legia Varsavia, uscito dai play-off di Champions League: campioni di Polonia, non sembrano particolarmente temibili. Infine, la favola dell'Apollon Limassol completa il girone: i ciprioti giocheranno per la prima volta la fase a gironi di una competizione europea. Per altro, va reso loro merito di aver eliminato il Nizza, formazione francese: il 2-1 complessivo li ha portati in Europa League.
Anche la Fiorentina ha ottime chance: la squadra di Montella ha un organico molto più lungo dell'anno passato e potrebbe creare problemi a qualunque formazione di questa competizione. A differenza dell'altra italiana, i viola forse dovranno sudarsi il primo posto: il Dnipro Dnipropetrovsk ha già dimostrato l'anno scorso - contro il Napoli - quanto può essere pericoloso. Il club ucraino è pronto a disputare un'altra grande Europa League, grazie ad un'ottima organizzazione di squadra e alla guida esperta di Juande Ramos. Da tenere d'occhio sopratutto il mediano Giuliano ed il genio di Konoplyanka. Più facile affrontare il Paços Ferreira, allenato da Costinha, ex fedelissimo di Mourinho all'epoca del Porto: i lusitani hanno preso otto gol complessivi dallo Zenit nel preliminare di Champions. Inoltre, senza la guida del tecnico che li ha portati al terzo posto nell'ultima Liga Sagres (Paulo Fonseca, passato al Porto), i portoghesi sembrano in difficoltà. A chiudere il raggruppamento ci sono i rumeni del Pandurii Târgu Jiu: anche loro sono stati protagonisti di un mezzo miracolo. Giunti secondi nell'ultima Liga I (miglior piazzamento di sempre), i ragazzi di Pustai sono partiti dal secondo turno preliminare e, nonostante ciò, hanno eliminato Levadia Tallin, Hapoel Tel-Aviv e sopratutto lo Sporting Braga, vincendo in Portogallo per 2-0. Insomma, poca rilevanza, ma molta grinta.
Intanto, non c'è comunque da temere: il ranking ci sorride, grazie alle uscite nel play-off di Europa League di Stoccarda, Nizza, St. Etienne, Spartak Mosca e Sporting Braga. Insomma, ci fanno dormire sogni tranquilli: speriamo comunque di cavarcela.
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