Alzi la mano qualunque tifoso neroverde che pensasse a un inizio dicembre da zona Europa League, a un punto dalla Juventus e due dalla Roma. Attenzione: non è che il Sassuolo NON meriti questa posizione. Anzi, la squadra emiliana sta dimostrando una maturità mai vista prima, frutto del lavoro di questi primi due anni di A.
Sembra un'era fa quando il Sassuolo benne promosso in B nel 2007-08. Allenatore? Massimiliano Allegri. Già, l'attuale mister della Juventus. Dal 2002 la società è passata in mano a Giorgio Squinzi, l'uomo che garantisce un futuro economico solido al Sassuolo, nonché amministratore unico della Mapei, sponsor del club. Oggi Squinzi è anche il presidente di Confindustria.
La Serie B ha comportato il primo spostamento di impianto: dal piccolo Ezio Ricci (4000 posti) si è passati all'Alberto Braglia di Modena (21mila), con la squadra subito al settimo posto. Poi un quarto, un sedicesimo e un terzo posto dal 2008 al 2012, con due semifinali di play-off perse rispettivamente contro Torino e Sampdoria.
Sembrava impossibile arrivare in A, una maledizione. Invece, nell'estate 2012 è arrivato Eusebio Di Francesco. Reduce da una buona avventura a Pescara e dalla delusione di Lecce, il tecnico si è calato bene nella realtà Sassuolo: con una breve interruzione nella primavera 2014, è alla quarta stagione da allenatore del Sassuolo.
I risultati si sono visti subito, con la vittoria del campionato di B nel 2012-13. Pur soffrendo, la prima stagione in Serie A - con Di Francesco sostituito per cinque gare (perse) da Malesani - ha portato la salvezza con 34 punti, valsi il 17° posto. Un bottino migliorato l'anno successivo, quando il Sassuolo è giunto 12° a 49 punti.
La cosa più importante è che il Sassuolo ha fatto molto bene sul calciomercato: la realtà emiliana ha fatto sbocciare diversi talenti (Berardi su tutti, ma anche Zaza, Sansone, Vrsaljko) e ha consentito la rinascita di alcuni giocatori considerati bocciati o vecchi (Acerbi, Cannavaro, Taïder, Peluso). E chissà quanti altri potranno valorizzarsi in Emilia: basti pensare a nomi come quelli di Defrel, Duncan, Falcinelli, Politano e Pellegrini.
Il Sassuolo ha fatto capire ad agosto che sarebbe stata un'altra annata.
Anche le statistiche dimostrano il successo del Sassuolo: secondo i dati Squawka, i neroverdi sono una delle migliori squadre per performance score difensivo, difesa (è la quinta del campionato), nonché prima (PRIMA!) per accuratezza al tiro. Una precisione del 53%, nonostante la squadra di Di Francesco sia la diciassettesima per conclusioni tentate.
Magari il Sassuolo di quest'anno è meno spettacolare, ma sa esser concreto e conosce bene i meccanismi da attuare. Cosa si può ricavare da questo 2015-16? L'anno scorso è arrivato un dodicesimo posto e 49 punti: a dicembre 2015, il Sassuolo è già a 26 punti in 15 gare. Migliorare il bottino del 2014-15 e arrivare nella parte sinistra della classifica pare possibile.
Quale può essere il futuro a lungo termine? Ha fatto molto scalpore una recente dichiarazione di Squinzi: «Possiamo vincere il campionato». Chiaramente una sparata (poi corretta), ma siamo sicuri che questo Sassuolo - continuando su questa strada - non possa essere in un paio d'anni una squadra costantemente candidata alla zona europea?
I soldi ci sono, le strutture anche: basti pensare che la società emiliana ha acquistato lo Stadio Giglio di Reggio Emilia e gli ha dato il nome di Mapei-Città del Tricolore. Dopo la ristrutturazione dell'ultima estate, l'impianto ospiterà a maggio 2016 anche la finale della Champions League femminile. È la chimica neroverde, baby.
Il Sassuolo ha 26 punti in 15 gare: sesto posto in Serie A.
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