Dal gennaio scorso, Cahill si è trasferito allo Shanghai Shenhua.
Il centravanti australiano non è comparso nel terzetto finale candidato al titolo. Eppure sarebbe stato un giusto riconoscimento alla sua carriera, a un anno che ha ulteriormente confermato la sua importanza per l'Australia. E al coronamento di un percorso con la nazionale che l'ha portato a vincere la Coppa d'Asia nel gennaio scorso.
Nonostante fosse nato nella regione australiana del South Wales, Tim Cahill ha esordito a livello internazionale con le Samoa U-20 (nonostante avesse 14 anni!), visto che la madre veniva da quel paese. La curiosità è che poi suo fratello Chris è stato anche capitano della nazionale maggiore, mentre la direzione di Cahill è stata un'altra.
Nonostante il trasferimento in Inghilterra a 18 anni, Tim non ha mai dimenticato l'Australia. Neppure quando ci ha provato l'Irlanda: il padre di Cahill viene da lì e Mick McCarthy, ct irlandese, provò a convincere l'attaccante per i Mondiali del 2002. Tuttavia, all'epoca la regola Fifa sull'eleggibilità per le nazionali era diversa: anche una convocazione con una rappresentativa giovanile escludeva la possibilità di esser chiamato altrove.
Non è mai stato chiamato dalle rappresentative giovanili, ma Cahill ha poi risposto alla convocazione dell'U-23 per le Olimpiadi di Atene del 2004. Con l'esordio in nazionale maggiore nella Coppa d'Oceania dello stesso anno, Cahill conquista l'Australia e viene persino riconosciuto come il miglior giocatore del continente.
L'Australia è pronta fare la storia e Cahill ne farà parte in maniera integrante. Dal 2005 sono arrivate tre qualificazioni ai Mondiali, il passaggio dall'Ofc all'Afc, tre partecipazioni alla Coppa d'Asia e per ultima la vittoria nella competizione continentale, ottenuta proprio davanti al pubblico di casa dopo aver battuto 2-1 la Corea del Sud nella finale di Sydney.
Il successo con la nazionale guidata dal ct Ange Postecoglou non ha comunque fermato la storia di Cahill con l'Australia. Basti pensare alle ultime qualificazioni per il Mondiale 2018, dove Cahill è andato a segno con una tripletta in Bangladesh, aggiornando così il suo score per gli Aussies: siamo a 88 presenze e 45 gol.
Inoltre, Tim Cahill ha diversi record con la nazionale: è stato il primo a segnare per l'Australia sia ai Mondiali che in una Coppa d'Asia, ha il record di reti per un australiano ai Mondiali (cinque in tre Coppe del Mondo diverse). E sopratutto ha all'attivo una delle marcature più belle che abbia mai visto in un Mondiale, quella contro l'Olanda poi arrivata terza nel 2014.
C'è un motivo se quest'uomo è leggenda in Australia.
Chissà se in passato avremmo delineato un destino così. Quando arrivò in Inghilterra, Cahill finì nelle giovanili del Millwall, per poi passare in prima squadra. Nato centrocampista offensiva, non aveva particolare dimestichezza tecnica. Eppure ha avuto modo di diventare uno straordinario bomber, evolvendosi in prima punta.
Dopo sette anni a The Den, l'australiano è passato all'Everton, dove ha trascorso otto stagioni. Il suo ricordo non è ancora svanito dalle parti del Goodison Park: merito di tanti gol, del contributo da centravanti e delle reti segnate nel derby contro il Liverpool. Nel 2012, ha salutato tutti ed è passato ai New York Red Bulls in Major League Soccer.
L'avventura americana ha prodotto risultati alterni: due anni e mezzo trascorsi nella Grande Mela hanno portato Cahill a far parte della top 11 del 2013, ma a segnare poco nelle altre annate. Così le due parti si sono lasciate e l'australiano è andato in Cina dopo la vittoria in Coppa d'Asia, firmando per lo Shanghai Shenhua.
Parliamo della stessa squadra che ha potuto permettersi Drogba e Anelka in squadra, che oggi figura non solo Cahill, ma anche Demba Ba e Giovanni Moreno. Una mossa che ha sì permesso al centravanti di diventare il terzo sportivo australiano più ricco nel 2015, ma anche di divertirsi ancora. Non è un caso se Cahill faccia ancora queste cose oggi.
Ci si chiede adesso quale sia il futuro per Tim Cahill. La risposta è che c'è ancora spazio per lui: se Buffon punta ad arrivare a Russia 2018, perché non potrebbe provarci il numero 4 degli Aussies? Il segreto è mantenersi in forma, magari avvicinandosi a casa tra qualche anno, magari giocando nell'A-League con una delle due squadre di Sydney, sua città natale.
Per altro, il record di presenze in nazionale appartiene a Mark Schwarzer con 109 presenze: Cahill è a -21, un divario colmabile in due anni ad alti livelli. Quelli della Confederations Cup 2017, dove l'Australia ci sarà. Quelli che porteranno al Mondiale 2018, dove l'Australia ci sarà (probabilmente). Quelli in cui potremmo ancora vedere quella maglia gialla correre per boxare vicino alla bandierina.
Tim Cahill, 36 anni, leggenda vivente del calcio australiano.
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