Sembra uno scantinato, ma è la sede del Deportivo Maldonado.
El Depor ha la maglia della Ternana (rosso e verde i colori sociali), uno scantinato come sede sociale nella città di Maldonado (nella parte meridionale del paese, quella che affaccia sul mare) e una strana partnership nata nel 2009, quando il fondo d'investimento inglese Stellar si accosta alla società uruguayana e ne rileva la proprietà.
Fondato nell'agosto del 1928, il Deportivo Maldonado entra a far parte del calcio professionistico dal 1995, quando la Segunda División accoglie il club e si spera in un futuro migliore. Ma i vent'anni successivi hanno permesso a El Depor di stare in prima divisione uruguayana solo per poche annate, prima di rischiare la dissoluzione.
Il club ha vissuto anche un fallimento, dal quale è risorto nel 2006-07. Nel 2009, l'incontro con il fondo d'investimento britannico ha cambiato la risonanza mediatica, ma non la storia del club: la Rojiverde continua a giocare in seconda divisione, ben lontana dal calcio che conta, ma acquista giocatori teoricamente impossibili da comprare.
Potrebbe un Modena, un Clermont o un Murcia fare investimenti da 12 milioni di euro? No. Non potrebbe neanche il Deportivo Maldonado se non fosse supportato dal fondo, che sfrutta una piega nei regolamenti federali: le società anonime - come El Depor da quel dicembre 2009 - usufruiscono di agevolazioni fiscali in Uruguay.
La Stellar ha creato le condizioni per la sopravvivenza del club, in cambio del transito di giocatori che all'Estadio Domingo Burgueño Miguel non sono neanche mai passati. Il magnate inglese e presidente Malcolm Cain ha comprato diversi profili conosciuti, ma erano tutti di passaggio per permettere maggiori guadagni al fondo inglese.
Quella dei fondi d'investimento è una pratica (purtroppo) diffusa: pensiamo a Cerci, Lestienne e compagnia bella. Tutta gente transitata in A. Però le storie del Deportivo Maldonado sono diverse: è come se questi giocatori non si possano liberare. Marcelo Estigarribia è in prestito da cinque anni tra quattro squadre diverse della Serie A, tanto per fare un esempio.
Willian José continua a girare per Brasile e Spagna, non trovando una collocazione fissa. Iván Piris si è liberato da questo vincolo solo nell'estate 2014, quando è stato prelevato dall'Udinese. Alex Sandro è stato giocatore del Depor solo per qualche giorno, ma al fondo inglese è valso una plusvalenza di otto milioni quando si è trasferito al Porto.
Senza contare il caso di Gerónimo Rulli, quello più caldo fino a qualche tempo fa. Caldo perché l'argentino è entrato persino in orbita nazionale e ha fatto bene nel suo primo anno alla Real Sociedad, suscitando anche l'attenzione di alcune grandi club. Io ve ne avevo parlato ad agosto 2015, ma per ora il classe '92 rimane in prestito a San Sebastián.
Del Deportivo non si sa una mazza su YouTube. Solo un certo Fabian Suarez posta video sulla squadra. E nemmeno su quella dei grandi, ma sulle giovanili.
L'ultimo caso clamoroso in ordine di tempo è quello di Jonathan Calleri, entusiasmante prodigio di casa Boca Juniors, fortemente voluto dall'Inter quest'inverno. Il Palermo l'aveva seguito quest'estate e fino a gennaio scorso, ma Zamparini ha mollato a un certo punto. Probabilmente avrà voluto tenersi alla larga da Maldonado.
Calleri così non è andato all'Inter, bensì è stato acquistato dalla squadra Rojiverde per 12 milioni di euro. Cifra enorme, ma a Londra avranno fiutato la portata dell'affare: Calleri è un potenziale crack, capace di gol folli, dal genio sconfinato. E allora l'argentino è finito in prestito al San Paolo, dov'è subito andato in gol in Libertadores.
Almeno per ora Calleri giocherà in Brasile: il prestito al Tricolor dovrebbe durare sei mesi, perché poi c'è l'Europa ad aspettarlo. Il Bologna l'aveva cercato, del Palermo e dell'Inter abbiamo detto, ma in fondo Cain forse punta più in alto. Comprato a 12 milioni, il giovane argentino potrebbe valere il doppio tra qualche anno. E allora sai che plusvalenza?
Lo sa anche Gustavo Arribas, di cui ha scritto Adriano Seu su Extratime de "La Gazzetta dello Sport". Arribas è l'intermediario che ha portato Calleri al San Paolo dopo aver firmato per il Deportivo Maldonado: amico dei fondi d'investimento - con cui ha e creato un proprio impero - da dicembre Arribas è capo dei servizi segreti argentini sotto la presidenza Macrì.
Ma in fondo, la strana storia del Depor non è nuova: un'inchiesta di Bloomberg aveva già portato tutto alla luce nel 2012, quando alcuni di questi affari si stavano concretizzando. In fondo, anche il Club Atlético Rentistas non è nuovo a queste pratiche e in Uruguay ci sono stati diversi casi del genere. E cosa fa la Fifa? Nulla, tanto al fantasma Rojiverde sembrano essersi abituati.
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