20.2.16

The next big thing.

Il calcio americano ne ha fatti di passi avanti negli ultimi anni: dai quarti sfiorati agli ultimi Mondiali alla crescita della MLS, nonostante una deludente Gold Cup disputata l'anno scorso. Con l'aumento delle risorse, è normale che anche alcuni giovani possano sembrare più forti e promettenti delle generazioni passate: in tal senso, la parabola di Cristian Pulisic ricalca questo percorso.

Pulisic con la maglia degli Stati Uniti: a breve arriverà l'esordio con i grandi.

Strano come le distanze tra un paesino della Pennsylvania e Dortmund possano improvvisamente annullarsi. Pulisic è nato a Hershey, che sarà pure piccola, ma ha parecchia storia al suo interno. Hershey è la città fondata da Milton S. Hershey, the King of chocolate. Ed è la città dove Wilt Chamberlain tirò fuori la gara da 100 punti contro i Knickerbockers nel 196?.
Suo padre Mark, ragazzo di Long Island classe 1948, ha giocato a calcio quando ancora questo sport era vituperato negli Stati Uniti. Lo fece nei campi indoor con la maglia degli Harrisburg Heat, non lontani da Hershey. Mark Pulisic è stato anche il coach dell'anno nella Major Indoor Soccer League del 2007, quando allenava i Detroit Ignition.
Tuttavia, il figlio Christian nel frattempo si appassiona al calcio, tirando i primi calci tra i PA Classics e gli Harrisburg City Islanders, squadra della United Soccer League (la terza divisione americana). Il Borussia Dortmund lo nota e decide di tesserarlo nel gennaio 2015. Basta poco perché Jurgen Klopp - all'ultimo anno al BVB - lo noti.
I commenti sul ragazzo sono positivi durante il ritiro invernale: «Ha fatto un buon lavoro. Nonostante le sessioni siano intense, non ha mai sbagliato nulla: è un segno di qualità». Il BVB inserisce Pulisic nella sua U-17, mentre negli Stati Uniti non hanno dubbi: è lui la prossima speranza del calcio a stelle e strisce.
E mentre a Dortmund bastano sei mesi perché lo spostino dall'U-17 all'U-19 (sotto-età), Pulisic fa stropicciare gli occhi ai selezionatori delle Under USA. Con l'U-17 lo score personale del ragazzo di Hershey è di 34 presenze e 20 gol! A questo punto, il sito della nazionale americana non esita a fargli un'intervista per approfondire il profilo di Pulisic.
Eppure lui - è il marzo 2015 - sembra schernirsi: «Non sono diverso dai miei coetanei: mi addormento guardando Netflix, mi piace giocare a FIFA e a NHL. Fin dal primo training camp con la nazionale, mi hanno adattato nel ruolo di trequartista, perché avevamo ali più prestanti rispetto a me dal punto di vista fisico».
Per chi ha viaggiato l'Europa facendo provini e sfruttando le conoscenze del padre, esser provato in più ruoli già da piccolo - con discreto successo - ha fatto la differenza. Tanto che Thomas Tuchel, nuovo allenatore del Dortmund, non ha esitato ad aggregare più spesso Pulisic alla prima squadra. Con l'intenzione prima o poi di buttarlo nella mischia.
L'occasione alla fine è arrivata: dopo la pausa invernale, Tuchel ha provato Pulisic da titolare in un'amichevole contro l'Union Berlino. Risultato? Un gol e un assist. Sei giorni dopo, il 30 gennaio, è arrivato l'esordio in Bundesliga contro l'Ingolstadt.

La prima con la maglia del Borussia in Bundesliga: non male.

Al di là dei suoi successi con la maglia giallonera, c'è da farsi una domanda: Pulisic giocherà con gli Stati Uniti? Già, perché per via delle origini paterne, Christian potrebbe essere avvicinato dalla Croazia. Tuttavia, sembra un rischio minore: gli Stati Uniti giocheranno le qualificazioni Mondiali già a marzo contro il Guatemala. Chissà che non arrivi una chiamata.
L'altra domanda che sorge spontanea è chiedersi se si assisterà a un altro caso alla Freddy Adu. Anche il classe '89 - oggi a Tampa Bay - era stato pompato all'inverosimile, per altro a un'età inferiore di Pulisic. Tuttavia, il rischio c'è sempre ed è lecito chiedersi se tutto questo hype potrebbe bruciare il ragazzo.
Sicuramente il fatto di giocare in Germania (dove le strutture e le squadre giovanili sono all'avanguardia) e precisamente a Dortmund (dove i giovani crescono: vedi Weigl, arrivato quest'estate dal Monaco 1860) aiuterà Pulisic nella sua maturazione. Ma per l'esplosione definitiva dovranno sussistere altri elementi.
Il primo è tattico: può conquistarsi un posto in formazione alternandosi ai vari Reus e Mkhitaryan? O dovrà riciclarsi da "10"? Il padre lo chiama spesso "Figo", in riferimento all'ala portoghese. Qualcosina c'è, ma la somiglianza è un long-shot forse evitabile. Già guardarsi allo specchio tra dieci anni e dirsi di aver fatto meglio di uno come Clint Dempsey basterebbe.
Il secondo è di aspettative: mantenere le attese lucide e razionali farebbe bene, mentre Fox Sports non esita a seguirlo da oltreoceano. La cosa positiva è che Pulisic è un ragazzo senza paura (tratto confermato dai suoi coach): «Quando sento dire che rappresentiamo la prossima generazione, non sento pressione: sono solo molto eccitato».
E allora siamo veramente di fronte al next big thing made in USA? Boh, è presto per dirlo. Di fenomeni ne abbiamo spacciati già troppi e forse siamo responsabili - come categoria - di quest'esaltazione continua. Certo però che le premesse sono buone: ne parliamo tra qualche anno. Vedremo come sarà andata.

Christian Pulisic, 17 anni, la nuova stella del BVB.

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