2.1.18

J. LEAGUE REVIEW: l'anno delle rivelazioni (Part I)

Eccoci qua: la J. League Review è pronta per accogliervi, tra rivelazioni, conferme e tante, tante novità. Per cui bando agli indugi: ecco la prima parte, in cui tratteremo alcune delle tematiche di un anno pieno di sorprese.

Toru Oniki può festeggiare: prima stagione alla guida del Kawasaki Frontale, primo titolo di sempre per il club.

Team dell'anno

Cerezo Osaka
Lo so, lo so: e il miracolo Kawasaki? C'è, però anche qui c'è stato bisogno di un mezzo suicidio, quello dei Kashima Antlers, che a quattro giornate dalla fine sembravano aver bisogno solo di una vittoria per chiudere i giochi. E poi non bisogna dimenticare ciò che è successo in Champions League asiatica, dove il Kawasaki aveva quasi fatto fuori l'Urawa, salvo crollare a Saitama.
Invece il Cerezo Osaka è stato silenziosamente solido. Anzi, a un certo punto guidava pure la classifica. Il tecnico Yoon ha lavorato bene, alcuni si sono ripresi o persino consacrati - Sugimoto, Kakitani, Souza -, mentre altri si sono rivelati azzardi azzeccati nel mercato invernale (Mizunuma, un Kiyotake ahimè a mezzo servizio per problemi personali, ma soprattutto Jonjić).

V-Varen Nagasaki
Stupefacente pensare che il club del Kyushu l'anno scorso avesse concluso al 15° posto. E invece ora si ritrovano a festeggiare la promozione e a vivere in maniera incosciente al punto giusto la stagione di debutto in prima divisione. Non che ci avessero già provato: nel 2013 e nel 2015, il V-Varen aveva perso la semifinale dei play-off.
Grazie alla guida di Takuya Takagi e ad alcune aggiunte di rilievo - Masuda, Iio, Juanma, Onaga (nonostante il club avesse perso Okubo, Nagai e Sato) -, il V-Varen ha trovato un'insperata, ma meritata promozione. L'ha fatto persino con una giornata d'anticipo, battendo il Kamatamare Sanuki in casa per 3-1.
Adesso bisogna attendere il 2018, con un occhio di rilievo alla possibile "sfida della pace" contro il Sanfrecce Hiroshima.

Blaublitz Akita
La crescita è graduale e continua, ma nessuno si sarebbe aspettato che il Blaublitz potesse esser in corsa per la Top 3, figuriamoci per il titolo. Eppure è successo: confermato il core della squadra e aggiunti un paio di elementi d'esperienza, è bastato tanto per trovare la giusta quadratura. Non saliranno in seconda divisione, ma si sono tolti una bella soddisfazione.

Curiosità? Per la terza volta di fila, i campioni della J3 guadagnano il titolo sul campo del Gainare Tottori: nel 2015 era toccato al Renofa Yamaguchi, nel 2016 all'Oita Trinita.

Flop dell'anno

FC Tokyo
Sebbene l'Omiya Ardija e il Gamba Osaka siano due solide realtà in questa categoria, il management del club della capitale merita un applauso molto lento e molto ironico. Qualche giorno fa, la dirigenza ha subito dei cambi di personale, ma non sappiamo se basteranno. Il FC Tokyo ha speso molto per ottenere nulla (un 11° posto in campionato).
E il bello è che la strategia di investimento sta venendo snaturata dopo appena una stagione: Yoshito Okubo è già tornato al Kawasaki Frontale, mentre Peter Utaka non è stato confermato in organico. Dopo aver perso Shoya Nakajima in estate, c'è la sensazione che Takefusa Kubo giocherà parecchio il prossimo anno sotto la nuova guida di Kenta Hasegawa.

Matsumoto Yamaga
Non era scontato, ma ci si aspettava che i ragazzi di Sorimachi potessero concorrere per la promozione diretta. Invece, non è arrivata nemmeno la qualificazione ai play-off. Un peccato: da una parte c'è una nota personale (la squadra mi piace, la società è solida, i tifosi sono calorosi), dall'altra c'erano degli obiettivi stagionali da rispettare.
Il futuro? Se rimane Daizen Maeda (di ritorno dal prestito al Mito HollyHock), c'è qualche chance di promozione fin da subito. Altrimenti sarà dura, anche perché nel frattempo Miyasaka è andato all'Oita Trinita.

Giravanz Kitakyushu
Delusione totale. Qualcuno pensava che il nuovo stadio portasse dividendi immediati, ma l'ha fatto solo numericamente. Il Giravanz ha perso tanti punti ed è sembrato fuori dalla corsa promozione già da metà campionato. Alcuni highlights? Il periodo da inizio settembre a fine ottobre è stato tremendo: quattro sconfitte in sei gare.

MVP

Yu Kobayashi
Su J. League Regista l'avevo detto in tempi non sospetti, quando il Kawasaki Frontale sembrava potesse andare avanti più in Champions League che in campionato. Eppure è successo il contrario, ma con Yu Kobayashi sembra protagonista: capo-cannoniere e MVP della J. League, il capitano del club ha festeggiato un titolo meritato.
Kobayashi ha giocato una stagione straordinaria. Non sono solo i 31 gol stagionali in tutte le competizioni a fare la differenza, ma proprio il modo in cui è rientrato nel sistema implementato di Oniki: addio a Okubo, lui a fare la prima punta. E proprio con il ritorno del figliol prodigo Yoshito vedremo come si sistemeranno le cose.

Primi due gol con la nazionale, 23 in campionato e sei in Champions League asiatica, tra cui questa perla sul campo del Muangthong United.

Kazuaki Mawatari
Può sembrare una scelta particolare, ma l'ho fatta perché il Tokushima Vortis è la squadra che ha giocato il miglior calcio. E l'ha fatto con un tecnico nuovo, quel Ricardo Rodriguez che punterà alla promozione diretta nel 2018 con i suoi ragazzi.
In questo scenario, l'allenatore spagnolo è riuscito sia a sfruttare le potenzialità di alcuni giocatori che a far venire fuori quelle di altri: Hasegawa, Shimaya, Watari, Yamasaki e Mawatari han giocato probabilmente la miglior stagione della propria carriera. E quest'ultimo è stato il più sorprendente, perché allo Zweigen non era sembrato un fulmine di guerra.

Ken Hisatomi
Zitto zitto, l'ex Fujieda MYFC - oggi al Blaublitz Akita e pezzo fondamentale della squadra che ha vinto il titolo in J3 - ha scalato le classifiche di presenze di tutti i tempi da quando è nata la categoria. Riconfermato dal club, ci si attende che possa ripetersi nel 2018.


(continua domani...)

Nessun commento:

Posta un commento