Eccoci qua: la J. League Review è pronta per accogliervi, tra rivelazioni, conferme e tante, tante novità. Per cui bando agli indugi: ecco la seconda parte, che completa la prima uscita nella giornata di ieri.
Rivelazione
Kenyu Sugimoto
Also MIP se fossimo in NBA, il centravanti del Cerezo Osaka si è trasformato in appena 18 mesi (così come ho raccontato su J. League Regista - qui l'articolo): da prodigio reietto della J. League a rivelazione non solo del Cerezo, ma dell'intera annata. C'erano stati dei segnali sul finire del 2016, ma non avrei scommesso in una prosecuzione: il Getafe è sulle sue tracce.
Koki (e Kazuki) Anzai
Fondamentalmente, se il Tokyo Verdy ha sfiorato il ritorno in prima divisione dopo 10 anni, lo deve a questi due terzini. Non sono fratelli, ma entrambi sono cresciuti nel vivaio del Verdy e per ora hanno giocato solo con la squadra di Tokyo. Kazuki è un '94, gioca a sinistra e ha esordito nel 2013, mentre Koki - sulle cui tracce ci sono persino i Kashima Antlers: pare che il trasferimento si farà - è un '95, gioca a destra e ha debuttato nel 2014.
Noritaka Fujisawa
è notizia di pochi giorni fa la notizia del suo passaggio a una potenza della J3 come il Kagoshima United FC, ma non c'è da stupirsi. Divenuto capitano del FC Ryukyu nel 2017, Fujisawa ha giocato una stagione magnifica, spingendo come un propulsore sulla fascia mancina e meritandosi l'attenzione dei club sul mercato.
Manager dell'anno
Yoon Jung-hwan
Oniki e Ficcadenti avrebbero rappresentato dei degni sfidanti, ma il tecnico sud-coreano - al ritorno in J. League dopo l'esperienza all'Ulsan Hyundai - ha fatto un grandissimo lavoro. Terzo in campionato con il neo-promosso Cerezo Osaka, la stessa squadra che nella passata stagione ha vinto i play-off in maniera poco gloriosa e quasi fastidiosa.
Ma non solo, perché è arrivata la vittoria in J. League Cup - di fatto il primo alloro della squadra posseduta dalla Yanmar dall'arrivo del professionismo in Giappone - e . Quest'anno è servito quasi a confermare che i miracoli al Sagan Tosu non sono stati un caso.
Ma non solo, perché è arrivata la vittoria in J. League Cup - di fatto il primo alloro della squadra posseduta dalla Yanmar dall'arrivo del professionismo in Giappone - e . Quest'anno è servito quasi a confermare che i miracoli al Sagan Tosu non sono stati un caso.
Cho Kwi-jea
Avrei potuto premiare Takuya Takagi o Ricardo Rodriguez, che hanno rispettivamente portato il V-Varen in J1 o fatto giocare benissimo il Vortis. Tuttavia, come si può ignorare Cho? Ha rivinto la J2, come nel 2014, nonostante in tre anni gli abbiano smontato la squadra. Ha trovato altri pezzi per farla rinascere e di fatto ha conquistato la promozione con tre turni d'anticipo. Un eroe.
Koichi Sugiyama
Yasutoshi Miura (Kagoshima United FC) e Kim Jong-song (FC Ryukyu) si meritano almeno il podio, ma va detto che non era facile per Sugiyama rimpiazzare Mase e persino migliorare il suo ottimo quarto posto della passata stagione. Eppure c'è riuscito, anzi: il Blaublitz Akita è la prima squadra a vincere la J3 senza ottenere la promozione. Storico, tanto che la municipalità di Akita si è già mossa per la costruzione di un nuovo impianto.
I momenti da ricordare
Goodbye, Thespa
Non è un momento positivo da ricordare, ma è sempre storia: il Thespakusatsu Gunma dice addio alla seconda divisione dopo esserci arrivata nel 2005. Il miglior piazzamento è stato il nono posto (su 20 squadre) del 2011, ma negli ultimi anni si è vista una discesa continua. Problemi nel management e nella gestione delle finanze hanno fatto il resto: saranno un volto nuovo in J3 (e non escludo che ci rimangano a lungo).
Non è un momento positivo da ricordare, ma è sempre storia: il Thespakusatsu Gunma dice addio alla seconda divisione dopo esserci arrivata nel 2005. Il miglior piazzamento è stato il nono posto (su 20 squadre) del 2011, ma negli ultimi anni si è vista una discesa continua. Problemi nel management e nella gestione delle finanze hanno fatto il resto: saranno un volto nuovo in J3 (e non escludo che ci rimangano a lungo).
Quasi vecchi
Kazu Miura è il re della J2 e del calcio giapponese. Non sappiamo quanto durerà ancora il suo record di longevità (gol e gare giocate a 50 anni con lo Yokohama FC), ma qualcuno ha seriamente rischiato di sopravanzarlo, seppur in una divisione professionista diversa. La storia è quella di Sidmar Antônio Martins, preparatore dei portieri al Fujieda MYFC.
Sidmar è un ex portiere brasiliano di 54 anni, che ha giocato per lo più in patria, ma ha anche militato per tre stagioni con lo Shimizu S-Pulse tra il '93 e il '95. Ancora oggi è rimasto legato al Giappone, visto che è rimasto nel paese dal 2003 e tutt'ora è un allenatore dei portieri anche alla Puma Academy. Ma nel marzo scorso è successo qualcosa di particolare.
Diventato il nuovo goalkeeping coach al Fujieda MYFC, il club si ritrova con Shun Sato infortunato e ben presto anche Junto Taguchi è out. Così, il 16 aprile Sidmar si ritrova in panchina, ma da riserva! Già, perché il Fujieda è stato costretto a registrarlo come portiere di riserva con il numero 44. Non entrerà, ma c'eravamo quasi.
Kazu Miura è il re della J2 e del calcio giapponese. Non sappiamo quanto durerà ancora il suo record di longevità (gol e gare giocate a 50 anni con lo Yokohama FC), ma qualcuno ha seriamente rischiato di sopravanzarlo, seppur in una divisione professionista diversa. La storia è quella di Sidmar Antônio Martins, preparatore dei portieri al Fujieda MYFC.
Sidmar è un ex portiere brasiliano di 54 anni, che ha giocato per lo più in patria, ma ha anche militato per tre stagioni con lo Shimizu S-Pulse tra il '93 e il '95. Ancora oggi è rimasto legato al Giappone, visto che è rimasto nel paese dal 2003 e tutt'ora è un allenatore dei portieri anche alla Puma Academy. Ma nel marzo scorso è successo qualcosa di particolare.
Diventato il nuovo goalkeeping coach al Fujieda MYFC, il club si ritrova con Shun Sato infortunato e ben presto anche Junto Taguchi è out. Così, il 16 aprile Sidmar si ritrova in panchina, ma da riserva! Già, perché il Fujieda è stato costretto a registrarlo come portiere di riserva con il numero 44. Non entrerà, ma c'eravamo quasi.
Il nuovo stadio del Giravanz
Seguito di quanto successo al Gamba Osaka e antipasto di quello che potrebbe succedere ad altri club, il Giravanz ha aperto il suo nuovo stadio: un gioiellino da 15 mila posti, il "Mikuni World Stadium Kitakyushu", che è posizionato sul mare. Bellissimo, tanto da aver aumentato la media-spettatori dell'84%. Purtroppo, il Giravanz ha giocato una brutta stagione ed è finito nono in J3 (peggior risultato della storia del club).
Però i tifosi hanno visto un Takumi Ikemoto strabordante fare gol così.
I casi
Il raccattapalle
Il calcio giapponese è giovane e si vede da alcune cose. Come nel caso di JEF United Chiba-Tokushima Vortis, match della 14° giornata della J2 League 2017. Sul punteggio di 0-0, Mawatari ha qualcosa da ridire a un ragazzino troppo lento nel dargli palla. Ne nasce un rosso diretto che porta alla squalifica del terzino per due giornate.
Il calcio giapponese è giovane e si vede da alcune cose. Come nel caso di JEF United Chiba-Tokushima Vortis, match della 14° giornata della J2 League 2017. Sul punteggio di 0-0, Mawatari ha qualcosa da ridire a un ragazzino troppo lento nel dargli palla. Ne nasce un rosso diretto che porta alla squalifica del terzino per due giornate.
Riscrivere la storia
Non è nemmeno iniziata la stagione 2018, ma i primi effetti del nuovo accordo televisivo comincia a farsi sentire. Come ricorderà chi segue questo blog e il calcio giapponese in generale, la J. League ha firmato nell'autunno 2016 un bell'accordo con Perform Group, che di fatto ha aumentato il potere di spesa dei club giapponesi.
E non è un caso che si si stia riscrivendo la storia già dall'estate scorsa, quando Lukas Podolski ha firmato per il Vissel Kobe. Se l'avventura del tedesco si sta rivelando per ora poco entusiasmante, ci si chiede come sarà quella di Jô: l'ex nazionale brasiliano e stella del Corinthians ha firmato per il Nagoya Grampus.
Si dice che la Toyota abbia messo sul piatto diversi soldi per assicurarsi l'attaccante: di fatto, potremmo esser davanti al trasferimento in entrata più costoso della storia della J. League. E probabilmente le cose andranno così nei prossimi anni.
Non è nemmeno iniziata la stagione 2018, ma i primi effetti del nuovo accordo televisivo comincia a farsi sentire. Come ricorderà chi segue questo blog e il calcio giapponese in generale, la J. League ha firmato nell'autunno 2016 un bell'accordo con Perform Group, che di fatto ha aumentato il potere di spesa dei club giapponesi.
E non è un caso che si si stia riscrivendo la storia già dall'estate scorsa, quando Lukas Podolski ha firmato per il Vissel Kobe. Se l'avventura del tedesco si sta rivelando per ora poco entusiasmante, ci si chiede come sarà quella di Jô: l'ex nazionale brasiliano e stella del Corinthians ha firmato per il Nagoya Grampus.
Si dice che la Toyota abbia messo sul piatto diversi soldi per assicurarsi l'attaccante: di fatto, potremmo esser davanti al trasferimento in entrata più costoso della storia della J. League. E probabilmente le cose andranno così nei prossimi anni.
JFL, aiutaci tu
La stagione 2017 verrà ricordata anche come quella delle mancate promozioni dalla JFL al J3: per la prima volta dalla creazione della terza divisione nipponica, il 2018 sarà la prima stagione senza alcun ingresso o volto nuovo. Un peccato, perché il Vanraure Hachinohe - con il nuovo stadio, finalmente aperto al pubblico - è arrivato a un passo dalla promozione.
Nel frattempo, la Japan Football League accoglie due volti nuovi: da una parte il Cobaltore Onagawa, club quasi distrutto dallo tsunami del 2011 e rinato dalla forza degli abitanti locali; dall'altra c'è il Tegevajaro Miyazaki, con il sogno di portare l'omonima prefettura sulla mappa del calcio professionistico. Sarà un 2018 d'attesa.
La stagione 2017 verrà ricordata anche come quella delle mancate promozioni dalla JFL al J3: per la prima volta dalla creazione della terza divisione nipponica, il 2018 sarà la prima stagione senza alcun ingresso o volto nuovo. Un peccato, perché il Vanraure Hachinohe - con il nuovo stadio, finalmente aperto al pubblico - è arrivato a un passo dalla promozione.
Nel frattempo, la Japan Football League accoglie due volti nuovi: da una parte il Cobaltore Onagawa, club quasi distrutto dallo tsunami del 2011 e rinato dalla forza degli abitanti locali; dall'altra c'è il Tegevajaro Miyazaki, con il sogno di portare l'omonima prefettura sulla mappa del calcio professionistico. Sarà un 2018 d'attesa.
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